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Autore: chocco    07/11/2010    2 recensioni
[Dal testo]
"Non c'era stato nessun richiamo da parte di JJ per la presenza di un caso in chissà che lontana città"
Ma non era una normale giornata, nell'aria qualcuno ha voglia di caffé!
Genere: Comico, Demenziale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Derek Morgan, Emily Prentiss, Penelope Garcia, Spencer Reid
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Scritto da takara, corretto da me medesima, una divertente scenetta nella sede B.A.U.
Spero vi piaccia!
Buona lettura, chocco! :)

Dedicato a takara, una scrittrice fantastica,
che mi regala sogni con Morgan e Hotch!

CAFFE'!!!

Non c'era stato nessun richiamo da parte di JJ per la presenza di un caso in chissà che lontana città, perciò tutti e sette i membri della squadra rimasero nella struttura Federale terminando di trafficare con noiose pile di scartoffie che, poco a poco, andavano a diminuire.
Morgan e Prentiss se ne stavano seduti dietro le loro scrivanie a compilare e terminare di stendere rapporti ed altro, assaliti dalla noia più totale e svolgendo quel compito svogliatamente, impiegandoci più tempo del solito; diversamente il Dr.Reid, accompagnato da una grossa tazza di caffè, svogliava quei fascicoli con velocità, facendo passare lo sguardo da una parte all'altra, tutto concentrato e sicuro. I due colleghi per un momento credettero di aver visto un sorriso sulle sue labbra ma, scuotendo la testa, si ricredettero, sperando di aver intravisto male. Ok che aveva una memoria idetica e leggeva 200.000 parole al minuto, ma nessuno poteva trovare stimolante un lavoro come quello, almeno era quello che si auguravano.
Mentre le pile di Derek e Emily diminuivano, anche se con molta lentezza, quella di Reid era rimasta della stessa lungezza, se non era aumentata ancora.

Scusa, Reid..” s'intromise Morgan non capendo quello strano fenomeno “ma come mai noi abbiamo quasi finito, mentre tu sei al punto di partenza?”.
Veramente io ho finito ciò che avevo sulla scrivania molto tempo fa!”, gli rispose senza smettere di sfogliare quelle scartoffie e mordendosi il labbro inferiore.
Il nero era confuso dalla risposta che il giovane collega gli aveva dato, e incontrando lo sguardo di Prentiss, anch'esso perplesso, si voltò nuovamente verso di lui.

Come?” domandò.
Ho deciso di portarmi un po' avanti con il lavoro e sistemare vecchie cose che non venivano toccate da tanto tempo”, spiegò.
Morgan in fondo non era così compreso per quella risposta e lo stesso lo era Emily: Reid era perfettamente capace di fare una cosa simile.
Entrambi finirono completamente ciò che avevano sopra le rispettive scrivanie e, da lì a breve tempo, si alzarono e si diressero in aria relax, alla ricerca di una buona tazza di caffè.

Hei Morgan!” lo fermò Reid prima che il moro potesse andare troppo lontano. “potresti portare una tazza di caffè anche a me?”.
Ok ragazzino,” gli rispose il collega tornando da lì a poco con la tazza fra le mani.
Reid la prese velocemente iniziando a trangugiare a grandi sorsi la bevanda finché, finita, non la ripose sulla scrivania vicino alla compagna vuota.

Hai già bevuto tutto il caffè?!” si sorprese Emily: “vai con calma Reid, sennò ti soffochi, non ti corre mica dietro nessuno!”.
Prentiss gli sorrise dalla scrivania non ricevendo alcun segno di risposta che le facesse capire che l'aveva sentito; guardò Morgan per qualche istante e sorprendendosi per quella troppa attenzione a quei fascicoli, entrambi rotearono gli occhi ridacchiando come complici fissarono nuovamente l'iper concentrato Dr. Spencer Reid.

Morgan” disse immediatamente continuando a scrivere ed osservare i fogli: “mi prenderesti un altro caffè?”.
Ancora, Reid!?” gli chiese perplesso il moro, ricevendo come risposata una mano alzata reggente la tazza vuota.
Derek s'alzò svogliatamente prendendo la tazza fra tre dita domandandosi come diavolo facesse quel ragazzo di 27 anni a bere così tanto caffè al giorno. Aveva ragiona la madre.

Sei troppo magro...troppi caffè”
Riempì la tazza mischiandola a due cucchiaini di zucchero -come era solito fare l'amico- e la portò al Dottore che, continuando a passare da un fascicolo ad un altro, non si fermava un minuto.
Morgan si risedette dietro la sua scrivania chiacchierando con Emily: “ma quanto caffè beve quel ragazzo?”, le domandò retoricamente.
La donna l'accompagnò nella leggera e breve risata che il moro s'era fatto scappare, finché dalle loro spalle non sopraggiunse Garcia che, andando a posizionarsi vicino alla figura di Morgan, salutò energicamente entrambi volgendo poi lo sguardo all'indaffarato Reid.

Heilà little G-man!”, gli disse euforica: “siamo indaffarati eh?”.
Ma nemmeno la bionda informatica dai ciuffi rossi ebbe risposta da quel giovane agente del FBI che, chino sulla carta, non dava minimo segno di interesse per il mondo che lo circondava.

Ma che sta facendo?”, chiese allora a Prentiss.
Sta solo lavorando su ogni minimo fascicolo non completo di tutto il centro!”, le rispose guardando, come tutti, verso Spencer.
Il ragazzo distolse lo sguardo da un fascicolo su un vecchio caso di Boston solamente per portarlo alla tazza vuota alla sua destra, rimanendo a contemplarla per qualche istante, per poi prendere fra le mani l'oggetto e portarlo nuovamente in aria.

Moorgan!”, si fece sentire il giovane: “mi porteresti dell'altro caffè?”
Morgan lo guardò incredulo: ancora una tazza? Quel ragazzo era davvero fuori dal comune!
Il moro roteò gli occhi al cielo e, sbuffando sonoramente, s'avvicinò all'amico e, prendendogli la tazza dalla mano, disse: “Per piacere non si dice più?”.

Per piacere Morgan, ho molto lavoro da fare”, lo accontentò il ragazzo.
Derek si rassegnò, contrariato, trascinandosi alla sala relax, uscendone con l'intruglio scuro per il collega, per poi quasi sbatterglielo sulla scrivania; si riportò poi a sedere nella sua sedia sperando che Reid iniziasse a considerare un'alternativa al caffè: “Non so...camomilla andrebbe bene?”.
Ma sapeva che mai avrebbe abbandonato quella bevanda, ricordandosi bene quell'episodio dove il giovane disse che si sarebbe licenziato se avessero ridotto le scorte di caffè; il decaffeinato, poi, lo disgustava.
Morgan riprese a parlottare con Emily e Penelope, contenti di non aver nulla da fare, prima che JJ tornasse con altre pile di documenti.
Presto notarono nuovamente la tazza di Spencer vuota, sgranando gli occhi increduli per la velocità con cui quel ragazzo ingurgitava la bevanda.
Non passò molto tempo che Reid riportò l'oggetto in aria, facendo immediatamente esasperare Morgan, che intuiva quello che, entro breve tempo avrebbe pronunciato il Dottore.

Mooorgan, mi prendi del caffè?”, disse infatti Spencer.
Appunto”: Morgan aveva intuito giusto.
Infastidito, si alzò e strappando la tazza con forza dalla mano dell'“amico”, ritornò verso lo stanzino con passo pesante e, tornando, sbatté violentemente la tazza traboccante di caffé sulla scrivania, facendo quasi uscire un po' del suo contenuto.
Derek si fece cadere sulla sedia, rimanendoci però, poco tempo.

Moooorgan? Mi prendi altro caffè?”, la voce di Reid rimbombò nell'ufficio.
E così cominciò un via vai tra uffici e saletta relax, con un Derek Morgan dal cipiglio sempre più furioso con la pericolosa voglia di strangolare quel bevitore incallito di caffè che diventava sempre più agitato ad ogni tazza riempita; a Reid mancavano ancora molti fascicoli, mentre a Morgan iniziava a mancare il sangue sulle dita dato che la stretta del suo pugno impediva il suo passaggio.
Emily e Garcia guardavano con gli occhi sbarrati quella scena che si poteva quasi definire un continuo dejà-vu, contando quante volte il giovane avesse chiesto un caffè a quell'agente federale che da lì a poco avrebbe estratto la pistola e avrebbe sparato contro il ventisettenne. Purtroppo le volte in cui Derek faceva pensieri omicidi non si potevano contare sulla punta delle dita.
Era appena terminato il tredicesimo giro quando Morgan, furioso, si mosse in direzione della sua sedia, non riuscendo però nemmeno a sfiorarla con un polpastrello, interrotto dall'ennesima richiesta di Reid.

Moooorgan, Caffè!!”, quasi urlò il Dottore.
E quella fu la goccia che fece traboccare il vaso.
Morgan si voltò di scatto verso la mano alzata dei Reid con la tazza: dire che lo sguardo del moro lanciava fulmini era dir poco; fece un respiro profondo e s'avvicinò sbuffando e ringhiando verso Spencer che minimamente s'accorgeva dell'alone omicida che circondava il collega.
Derek agguantò svelto la tazza quasi stritolandola fra la sua mano e, sbattendo a terra i piedi, s'avviò, stringendo i denti verso la saletta.
Prentiss e Garcia erano un po' preoccupate per ciò che poteva accadere a Reid che, ignaro, continuava a sistemare gli ultimi fascicoli: i loro sguardi si incontravano sentendosi come persone che, a breve, sarebbero diventate testimoni di un omicidio.
Vedettero Morgan tornare con la tazza di caffè in mano, ma stranamente non possedeva più il cipiglio arrabbiato, scambiatolo con uno più tranquillo, molto più tranquillo, troppo più tranquillo,come se...stesse nascondendo qualcosa..?
S'avvicinò a Reid, che non s'accorse della sua presenza, e lo guardò per qualche istante per poi, con un grande sorriso sulle labbra, andare a sollevare la camicia che aderiva alla schiena: portò in aria la tazza colma del liquido scuro e, con uno scatto secco e soddisfatto, rovesciò il contenuto dell'oggetto all'interno della stoffa che ricopriva il busto del collega.

Auw!”, un urlo di dolore si espanse nell'ufficio.
Reid saltò sulla sedia, alzandosi immediatamente e sentendo che il liquido andava ad intrufolarsi giù per i pantaloni e all'interno della mutande. Iniziò a saltellare qua e là per l'ufficio colto dalla calura emessa dal caffè. Quando tutto il liquido smise di corrergli sul giovane corpo si fermò, allargando gambe e braccia per permettere agli ultimi residui di colargli fino alle scarpe. Il ragazzo squadrò Morgan esterrefatto per il gesto da lui appena compiuto, mentre il moro, comodamente e finalmente seduto dietro la sua scrivania, gli rimandava un sorrisetto soddisfatto e malandrino, affiancato da due donne che non la smettevano più di ridere.

Ma che diavolo...!”, quasi urlò Reid, fermo nella posizione assunta.
Volevi dell'altro caffè no?”, disse Morgan continuando a sorridere: “eccoti servito!”
Reid lo fulminò nuovamente, strizzandoci il retro della camicia.

La prossima volta dimmi solo: “vattelo a prendere tu Reid” !”, disse piccato il ragazzo.
Potevo farlo, ma che divertimento c'era sennò?!”.

   
 
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