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Autore: Sanya    07/11/2010    3 recensioni
Prima dell'amorevole Esme Cullen, c'era solo una piccola bambinetta capricciosa e invidiosa degli altri.
Chi sarà capace di svelare l'amore nascosto nel suo cuore?
Leggete per scoprirlo ^^
Prima classificata al "FriendS Forever Contest" indetto da ForgottenSnow sul forum di EFP
Genere: Generale, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Esme Cullen, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Precedente alla saga
Capitoli:
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~ Insegnami ad Amare ~
Capitolo 1: Tanti auguri, piccola mia!



Quella mattina la piccola Esme si svegliò già in agitazione. Balzò giù dal letto non appena il gallo della signora Dupont, la loro vicina, cantò. Si lavò e si vestì in tutta fretta e si precipitò al piano inferiore.
«Buon compleanno, Esme cara!», esclamò la madre della piccola bambina, non appena questa varcò la porta della cucina.
«Grazie, mamma», mormorò eccitata lei.
Esme si lasciò cadere su una delle sedie di vimini che circondavano il piccolo tavolo della cucina.
Bevve avidamente il latte dalla tazza in ceramica fine e si mise a sgranocchiare qualche biscotto allo zenzero.
«È tutto pronto per oggi, vero, mamma?», chiese irrequieta Esme.
«Certo, tesoro», rispose questa, mentre lavava la pila di piatti che affiancava il lavello.
«Bene», sospirò Esme.
Quel giorno era il suo ottavo compleanno. Il giorno che aveva sempre sognato di vivere e che finalmente era arrivato.
In quell’anno,aveva partecipato a tutte le feste di compleanno delle sue amiche: erano state sfarzose, con un tocco principesco nel modo in cui venivano trattate le festeggiate. Si era ingelosita quando aveva ammirato gli splendidi regali che le bambine scartavano, aveva invidiato la luce che brillava nei loro occhi e la loro vocina riconoscente esclamare: «Grazie».
Così aveva deciso che anche lei avrebbe organizzato una festa come quella che avevano avuto loro e, dopo vari pianti e scenate, era riuscita a convincere la sua mamma. Era da più di un mese che organizzava ogni singolo secondo di quel giorno tanto atteso: i vari giochi nei quali si sarebbe intrattenuta insieme alle sue amiche, la sistemazione dei piatti, dei bicchieri e delle posate sui tavoli posizionati sotto i portici, la forma della torta e la quantità di glassa da spalmarci sopra una volta cotta, le infinite teglie di biscotti che avrebbe mangiucchiato all’ombra dei meli del frutteto, circondata dai suoi nuovi giocattoli.
Un moto d’ansia e gioia si impadroniva del suo stomaco ogni qualvolta pensava a quanto sarebbe stata radiosa quel pomeriggio.
Nulla sembrava ingombrare la strada della sua felicità, tutto era perfetto. Ma non poteva nemmeno minimamente immaginare che quel giorno la sua vita avrebbe cominciato a cambiare e che quelle trasformazioni l’avrebbero resa la donna che sarebbe diventata.
 
«Avanti, Esme! Apri i regali!», esortò Annette, con la bocca piena di torta.
Esme annuì e si avvicinò lentamente al lungo tavolo dove tutti gli invitati avevano posato i pacchetti incartati e infiocchettati con cura.
Prese a caso uno dei tanti e si sedette a terra a gambe incrociate cominciando a strappare via la carta che lo avvolgeva. Aprì con foga il coperchio della scatola rivelando agli occhi di tutti uno splendido portagioie color cobalto. Alzò lo sguardo e mormorò un “grazie” commosso.
Fece così per la miriade di regali che continuavano a passarle tra le mani. Più spacchettava e mostrava i regali ai presenti, più vedeva gli occhi delle sue amiche coprirsi di un velo di astio, lo stesso che aveva dovuto reprimere più volte in loro presenza. Non poteva nascondere a sé stessa che quegli sguardi la riempivano di una gioia sadica.
«Tieni, Esme. Questo è il mio regalo», annunciò sua madre, porgendole l’ultimo tra i pacchi. Era piccolo, avvolto precariamente in una carta giallo canarino, ruvida al tatto. Il fiocco violetto era sproporzionato rispetto al resto.
Sorrise serena alla madre e cominciò a strappare la pesante carta, rivelando una piccola scatolina in metallo. La aprì circospetta, come se al suo interno si trovasse la dose più letale di dinamite. Fece scivolare nelle sue manine minute il contenuto della scatola e rimase stupita, quando vide cosa questa nascondeva.
La chiave dorata riluceva sotto la luce potente di quel pomeriggio assolato di primavera. La esaminò con attenzione, rigirandola più volte tra le dita.
Esme guardò perplessa la madre, corrugando un poco le sopracciglia. In risposta la donna sorrise enigmatica e indicò con un gesto rapido del capo l’arco che divideva il grosso casale dal frutteto della fattoria del signor Sullivan.
Di primo impatto non capì cosa la madre intendesse con quel cenno; ragionò e ragionò prima di giungere ad una conclusione.
Alzò lo sguardo verso la madre che le sorrise benevola. Ad Esme si illuminarono gli occhi. Corse a perdifiatoverso il grande arco e poi giù per la stradina sterrata, seguita a pochi passi dal gruppetto di invitati.
“Possibile che la mamma mi abbia regalato la bicicletta che tanto desideravo?”, pensò confusa la bambina mentre percorreva, ormai senza fiato, l’ultimo tratto che la divideva con la rimessa della fattoria.
Si fermò a pochi passi dalla piccola porta instabile, la chiave dorata stretta tra le sue deboli dita. Le mani tremavano dall’emozione, impedendole di centrare al primo colpo la toppa.
Quando riuscìad aprire la pesante porta, tra cigolii e starnuti provocati dall’odore acre, non volle credere ai suoi occhi: nemmeno nei suoi incubi peggiori avrebbe immaginato di ricevere un regalo del genere. Rimase qualche minuto sconcertata mentre guardava la scena. Nel frattempo, gli altri raggiunsero la piccola Esme sulla soglia della rimessa.
«Tanti auguri, piccola mia. Spero ti piaccia», disse la madre, posando le mani sulle spalle della sua bambina.
Esme si voltò di scatto verso l’amorevole madre e le schioccò uno sguardo misto d’odio e rabbia. «Mamma, spiegami cosa ti fa pensare che possa piacermi un coniglio come regalo di compleanno!», gridò, scacciando via dalle spalle le mani della madre.
La madre non capì come la sua piccola potesse essere così tanto arrabbiata con lei: pensava che, avendo perso il padre e non avendo fratelli o sorelle con cui giocare, Esme sarebbe stata felice di poter passare il tempo con qualcosa di vivo, di compartire i sentimenti con un’anima diversa da quella umana.
Esme guardò con disprezzo il piccolo animaletto che sgambettava inquieto nella gabbia: lo vedeva osservare tutto ciò che lo circondava, cercando di capire cosa qualcosa riguardo alla situazione che aleggiava in quella stanza polverosa.
Gli occhi di Esme cominciarono a riempirsi di lacrime di rabbia.
«No, Esme, non fare così»,disse la madre, avvicinandosi per prendere sua figlia tra le braccia in un vago tentativo di conforto.
«No!», sbottò seccata Esme. «Lasciami in pace!».
Scappò via, lasciandosi alle spalle tutta quella festa di compleanno che si era trasformata in un incubo ad occhi aperti. Salì di corsa le scale di legno e si andò a nascondere tra le pieghe indefinite del suo soffice piumone. Fu lì che le sue lacrime caddero libere, bagnando tutto il tessuto azzurrino nel quale nascondeva il viso.
Quella sera non scese per la cena, non si alzò minimamente da letto; rimase tutto il tempo a singhiozzare chiedendosi il perché quel giorno dovesse essere rovinato proprio dalla persona che più amava al mondo.
Smise di singhiozzare solo per qualche minuto, quando sua madre entrò di soppiatto nella stanza per posare sul comodino il vassoio che conteneva un bicchiere di latte e miele e dei biscotti al cacao.
Esme non la guardò nemmeno, rimase immobile nel suo letto, aspettando che se ne andasse.
Quando sentì la porta chiudersi e i passi stanchi della madre dirigersi verso le scale scricchiolanti, ricominciò a crogiolarsi nel suo dolore di bambina.  

**********
Grammatica e Sintassi: 8.5/10
 
Grammatica quasi ineccepibile. Percentuale di parole scritte correttamente… diciamo un 80%. Nel primo capitolo ho trovato: un "perdi fiato" (si scrive "perdifiato", ma probabilmente è stato un errore di distrazione; un "con un tocco di principesco" (il "di" è errato), e l'espressione "piccola porticina" (si dice o "piccola porta", o semplicemente "porticina", altrimenti significherebbe "piccola porta piccola"). Stesso discorso vale per "piccola finestrella", nel secondo capito. Sempre a proposito della porta, ho notato una lieve contraddizione: prima la porta è piccola, nel rigo seguente è "pesante" [cit.], e mi è sembrato strano che una porticina potesse essere così difficile da aprire, anche per una bambina. Ancora, nel secondo capitolo hai scritto "infondo", mentre intendevi dire "in fondo", anche questo sarà stato un errore di distrazione; hai ripetuto il nome "Esme" per tre volte in tre righi, in questo punto: "Esme rimase impietrita" […] "si chiedeva confusa Esme" […] "ma, Esme" […]. Nel terzo capitolo c'è qualche errore di battitura in più, come ad esempio un "pregò" senza l'accento sulla o, un "qua e…" dove non c'è il "là" (qua e là), e "quel albero". Infine, riguardo alla punteggiatura, questa è indubbiamente presente e buona, anche se avrei inserito qualche punto e virgola in più e qualche virgola in meno.

Stile: 9.5/10
 
Ho davvero apprezzato il tuo stile: non è pomposo e formale, ma neanche semplice e "scarno". Mi ha catturata e il tuo linguaggio particolarmente elegante mi è sembrato che si addicesse molto ad Esme. Quindi, complimenti^^ Dato che sono davvero una rompi****e, due piccoli appunti: "quando riuscì ad aprire la pesante porta […] "non riuscì a credere ai suoi occhi" (i due "riuscì" a troppa poca distanza), e "tempo vuoto" ("tempo perso"). Tutto qui, per il resto è perfetto^^

Originalità: 10/10
 
E qui il punteggio pieno non te lo toglie nessuno! È una storia davvero originale, gli eventi si susseguono in modo naturale ma al contempo inaspettato, e il finale ambiguo (davvero ambiguo, dato che sono andata a ricontrollare la mail, pensando di aver dimenticato di scaricare un capitolo xD) non mi è per niente dispiaciuto, anzi. Hai centrato in pieno il tema del contest e il piccolo coniglietto ha inciso in modo decisamente sorprendente nella vita di Esme, poiché non è cambiato quello che le stava intorno, ma lei stessa. La tua storia mi ha "presa molto"; figurati che, dopo aver letto il primo capitolo, ho dovuto portare il mio cane a fare i bisogni, e per tutto il tempo ho pensato a come sarebbe andata avanti e cosa sarebbe successo. Insomma, davvero brava :)

Caratterizzazione dei personaggi: 10/10
 
L'unico personaggio è Esme, e quindi posso giudicare praticamente solo lei. Bene, lei è talmente tanto IC che… non avrei saputo renderla meglio. Non ho mai letto una storia che tratti di Esme da piccola, eppure se avessi dovuto scriverne una me la sarei immaginata proprio così, delicata e con dei tratti fiabeschi…

Uso dei prompt:
1. animale: 10/10
 
Paradossalmente, quello che ho apprezzato di più del piccolo coniglio è che… beh, non gli hai dato un nome. Non so perché, ma l'ho trovato più che adeguato al ruolo che svolge. Ci sono rimasta malissimo quando è morto, anche perché anche io ho avuto due coniglietti, e ho sofferto tremendamente quando se ne sono andati (uno dei due, tra l'altro, anche prematuramente): quando hai descritto il momento in cui Esme lo trova, mi è sembrato di rivivere quello in cui l'ho trovato io. E no, non è una cosa brutta, non preoccuparti! Significa che hai descritto il tutto alla perfezione, anche perché anche quando hai presentato il rapporto tra la bambina e il suo animaletto mi ci sono rivista completamente^^

2. personaggio: 5/5
 
Punteggio pieno, e già ho spiegato prima perché. La bimba Esme che hai ritratto è destinata a diventare la Esme dei libri della Meyer, poco ma sicuro :)

Gradimento personale: 5/5
 
C'è bisogno anche che argomenti questo punteggio? Voglio dire, è una storia davvero, davvero bella. Mi ha colpita, mi ha emozionata e… beh, basti sapere che l'ho riletta per ben tre volte! Complimenti, sei stata davvero brava!^^
 
Totale: 58/62 

**********

Sono davvero entusiasta di come si sia svolto questo contest! Wow, vi rendete conto?! Prima classificata!! *o*
Bhe, che dire di questa storia?! Come sicuramente avrete capito, è ambientata prima dell'inizio della saga. Esme è bambina (ancora umana, ovviamente) che, come tutte le
amichette della sua età non desidera altro che ricevere dei regali di compleanno che la rendano invidiata da tutti, ma...non è così ;)
 La storia sarà una Long-Fic di tre capitoli...Lunghina, già, ma credo che non sarei mai riuscita a riassumere tutto in una One-Shot: le idee da sviluppare erano troppe xD
Diciamo anche che, per certi versi, è autobiografica....
Ora, passiamo ai ringraziamenti: vorrei ringraziare innanzitutto ForgottenSnow che ci ha dato la possibilità di cimentiarci in un contest così particolare e diverso dagli altri, l'idea mi ha subito rapita dall'inizio e, bhe, non sono riuscita a resistere xD
Poi, EleMasenCullen: devo baciarmi i gomiti per aver trovato un'amica così disponibile e buona con me. Grazie cara, ti porto nel cuore <3
E, infine, ringrazio tutti quelli che sono arrivati fino a questo punto: spero che la storia vi piaccia e che vorrete seguirmi in questa perversa e astrusa follia che mi è capitata per la testa. E, ovviamente, tutte quelle anime buone che lasceranno anche una piccola recensione! Grazie in anticipo per la pazienza!!
A presto ;)


 

CACapi
CaCap 

   
 
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