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Autore: Leia    07/11/2010    4 recensioni
John entrò in salotto, trafelato. Naturalmente, quando aveva ricevuto il messaggio di Sherlock, era dall'altra parte della città. Sul display era comparsa solo una frase. "Ho bisogno di te".
[Piccolo esperimento ispirato. Dal disegno alla fic, o dalla fic al disegno. John & Sherlock, no spoiler]
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Piccolo esperimento ispirato. Dal disegno alla fic, o dalla fic al disegno.
Non so cosa sia venuto prima, eheh. E' solo una cosina, ma spero risulterà gradita a chi la leggerà.


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John entrò in salotto, trafelato. Naturalmente, quando aveva ricevuto il messaggio di Sherlock, era dall'altra parte della città. Sul display era comparsa solo una frase. "Ho bisogno di te".
Non si era particolarmente preoccupato. Come sempre. Cioè, non si era particolarmente preoccupato di chiedersi perchè Sherlock avesse bisogno di lui. Ma le sue gambe si erano mosse, in fretta. Sapeva solo che doveva andare. Che voleva andare. Come sempre.

La casa era silenziosa, e la luce rossastra del tardo pomeriggio filtrava dalla finestra. Fuori, i rumori di Londra si percepivano appena. Fece un passo, poi un altro. E lo vide. 
Immobile sul divano, Sherlock dormiva. 
John schiuse la bocca, senza parole. Poi, piano, allungò le labbra, e si ritrovò a sorridere. 
Trascorse un lungo minuto. Per la prima volta da quando si erano conosciuti, John lo vedeva dormire. Era stupito, e affascinato: si sentiva come se stesse guardando una creatura mitologica, un animale raro e fuggevole, colto in un momento di rara bellezza. Il braccio giaceva abbandonato sui cuscini, il palmo rivolto verso l'alto, aperto. Il cellulare era lì, probabilmente ancora collegato all'ennesima pagina internet per chissà quale ricerca dedicata ad uno degli ultimi casi. 

Non aveva mai pensato che Sherlock potesse davvero stancarsi. Forse perchè, a volte, stentava a vederlo come un normale essere umano. Non era affatto facile stando accanto ad un uomo affascinante e terribilmente geniale ma corazzato da strati di profonda, radicata sociopatia. Anaffettivo, cerebrale, egocentrico. Questo era Sherlock, per tutti. E per lui, il più delle volte. Ma uno Sherlock diverso, più nascosto, esisteva, e lui era riuscito a scorgerlo.
Quando compariva, non era facile farlo restare. Gli sfuggiva dalle dita non appena cercava di afferrarlo. La natura più segreta dell'animale raro si mostrava per un battito di ciglia, poi svaniva. Ma in quel momento... in quel momento, John stava avendo l'incredibile fortuna di poterlo avere davanti per più di un fugace momento. In tutta la sua vulnerabilità di essere umano.

Si sedette sulla poltrona, facendo attenzione a non emettere il benché minimo rumore. E nel farlo non smise di guardarlo, mai. 
Ascoltò il suo respiro regolare. Osservò il suo petto alzarsi e abbassarsi lentamente. Trascorse minuti interi, così. E John fu vicino a Sherlock Holmes come mai, prima di allora, si era sentito.

Photobucket

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end

(se volete visualizzare l'art in grandezza originale, venite pure a trovarmi qui)
  
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