Soltanto la nebbia poteva coprire la magnificenza di quel castello, la nebbia che quella notte si era posata su di esso con le sue pesanti coltri, cupe e sinistre.
Non si sarebbe mai detto che, di contro, il clima nel salone delle feste di quell'enorme maniero fosse così disteso. Al suo interno si stava tenendo un fastoso banchetto, ricco di giochi, di magie, di canti, musiche e divertimenti. Dopotutto l'organizzatore, il principe Kurogane, amava le feste e gli svaghi quasi quanto i duelli e le spade. E permaloso e viziato com'era, non c'era servitore che potesse, ma soprattutto, volesse, contrastarlo in nessuna occasione.
Niente sembrava disturbare gli svaghi dei cortigiani, quando in lontananza si sentì un tuono. Dopo appena qualche minuto, mentre a corte si consumavano quelle piacevoli distrazioni, qualcuno bussò ai cancelli, in modo che appena gli uscieri potessero sentire.
Un solo cenno del principe e tutto si interruppe, come se con quel gesto appena accennato avesse fermato il tempo.
Il grande portone si aprì, rivelando la presenza di una figura ambigua: sotto uno spesso mantello color fumo, si intravedevano due occhi infossati in un piccolo viso rugoso, quello di un'anziana donna. Essa, in cambio di una candida e bellissima piuma, chiedeva ospitalità per la notte, essendo scoppiato, in seguito a quel singol tuono, un brutto temporale.
Il principe, disgustato dalla visione della donna, la cacciò via in malo modo ma, non appena ebbe terminato l'ultima frase, la figura si liberò del mantello rivelandosi una bellissima maga elegantemente vestita di nero.
Il principe provò a scusarsi, ma ormai era troppo tardi.
La donna gli si avvicinò e pronunciò poche, grevi parole: - Non c'è amore in te, giovane principe, non ce n'è mai stato. Io ti condanno ad un'esistenza degradata in forma mostruosa, fino a quando il destino non vorrà renderti un essere degno d'amare ed essere amato a tua volta. Custodirai preziosamente questa piuma e questa spada magica, dalla cui lama potrai scorgere ciò che è inevitabile che accada.-
Detto ciò una improvvisa luminescenza investì il castello, trasformando esso stesso ed i suoi abitanti in strane creature.
Il principe, incapace di reggere il proprio aspetto, non uscì mai più dal castello. L'unico contatto che aveva con il mondo esterno era quella spada, tramite la quale poteva vedere qualsiasi cosa desiderasse.
Riguardo alla piuma, fin quando avesse continuato ad emanare luce propria, il principe avrebbe avuto la possibilità di sciogliere la maledizione.
Ma le stagioni passavano, e la luce della piccola piuma si faceva ogni giorno sempre più lieve...

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