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Autore: Ainely    17/11/2010    2 recensioni
"Erano diversi anni che faceva quella vita, e nonostante tutto gli piaceva. Tutti si erano abituati alla sua presenza gentile e discreta, tutti lo salutavano o scambiavano qualche parola con lui, tutti gli offrivano sempre qualcosa... Lui non era come gli altri, era un'ombra felice. Un'ombra libera."
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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<<La somma di libertà più libertà è come dire che due più due fa quattro. Se ciò è concesso, allora segue tutto il resto.>>
1984 - George Orwell




 

Erano diversi anni che faceva quella vita, e nonostante tutto gli piaceva. Tutti si erano abituati alla sua presenza gentile e discreta, tutti lo salutavano o scambiavano qualche parola, tutti gli offrivano sempre qualcosa.
Certo, la vita da clochard non è una cosa da poco, ma era stata una sua scelta, ad ogni modo l'inizio di tutto, di quella nuova vita, fu davvero semplice.

Claudio una mattina si era svegliato e si era guardato attorno concedendosi qualche minuto per riflettere: aveva una moglie che non lo amava, un lavoro che gli rubava pian piano la vita, e nella società non vedeva alcuna via d'uscita.
Ecco, in quel momento si sentì come se dalla sua metà del letto precipitasse giù, giù, giù nel baratro della realtà, della sua realtà, del sistema, della schiavitù volontaria. Si sarebbe messo ad urlare se Antonella, la moglie, non gli avesse ripetuto di alzargli, che altrimenti avrebbe fatto tardi.

Ed eccolo lì, quattro anni dopo.
Libero, libero di essere se stesso, di vivere il mondo a modo suo, libero dalle catene che lui stesso si era messo ai polsi e alle caviglie per tutta la sua vita.
Si trovava lungo i marciapiedi della via principale della sua città, era discretamente affollata e sentiva di nuovo l'aria di Natale, camminava sereno e dignitoso, guardandosi attorno con curiosità sempre nuova, sempre avido di scrutare il mondo che gli camminava accanto.
Spesso la gente gli lanciava delle occhiate veloci e furtive, quasi ne avessero il timore di quel suo modo di vivere, e in effetti non molti avrebbero avuto il suo coraggio, e lui che faceva? Si voltava e con grande gentilezza rivolgeva loro un sorriso.

Finalmente era giunto nel punto in cui sapeva esserci una scorciatoia per arrivare al suo parco preferito.
La scalinata di pietra, ormai consumata ma comunque bellissima, era immersa nel silenzio e qualche foglia dorata di fine autunno scivolava giù, verso la strada, da dove Claudio era appena giunto.
Bene, doveva solamente attraversare la strada e già riusciva a vedere la sua panchina, ovviamente libera.
Nel parco, non appena entrò, vide che non c'era molta gente: qualche mamma col figlioletto sulle giostre che pigramente continuavano a girare immerse in luci e colori sfavillanti, il pensionato della panchina sotto il castagno e il proprietario, ormai suo amico, del piccolo chiosco.
Con un cenno del capo salutò l'uomo e poi si lasciò andare sulla panchina.

Quattro anni, quattro anni di vita. Ripeteva senza riuscire a non sorridere.
Aveva lasciato tutto, la casa, la moglie, il lavoro, ogni legame che potesse ancora catturargli il piede per trascinarlo di nuovo in quel grande ingranaggio che era il sistema. Si era tenuto solamente un libro, forse la chiave di quelle manette.
Ormai era consunto, la copertina si stava quasi sbricciolando, sì era di un bel po' di edizioni, forse aveva una decina di anni se non di più, ma continuava a leggerlo e ogni volta riscopriva frasi o concetti che prima aveva perso tra le righe.
La sua frase preferita era stata anche la sua rivelazione: "La somma di libertà più libertà è come dire che due più due fa quattro. Se ciò è concesso, allora segue tutto il resto."

La sua vita era diventata davvero profonda, limitata all'essenziale per sopravvivere questo è vero, ma nella sua interezza davvero unica e intensa. Viveva alla giornata, non si lasciava sfuggire nulla, tutto era scuola, tutto era legato a qualcosa che fino ad allora non era riuscito a vivere fino in fondo.
Le foglie sul ghiaietto sembravano formare un mosaico di mille sfumature calde, e gli alberi spogli ma savi erano in perenne ascolto, come lui.
Risate di bambini, musica trascinata col vento che gli sferzava il viso, il fruscio delle foglie accanto ai suoi piedi, rumori di passi.

Rumori di passi che si avvicinavano a lui.

Alzò il volto in direzione dei passi. Era una donna, abbastanza giovane, ben coperta nel suo cappotto di lana nera.
Lo osservava un po' intimorita, ma comunque decisa a rivolgergli la parola.
Non poté fare a meno di sorriderle vedendo la sua impacciata curiosità.

"Prego, si sieda."

Decise di rompere il ghiaccio facendole segno di sedersi se voleva.
La donna rispose al sorriso e dopo un attimo di esitazione si mise seduta guardando prima Claudio, da capo a piedi provando ad immaginarlo in un contesto diverso, poi il resto del parco.
Era una giornalista in erba, ed era in cerca di una storia da raccontare per il suo editoriale. Dopo aver girovagato per tutta la città era incappata in un piccolo chiosco in un parco del centro e aveva chiesto al barista se conosceva qualche persona con una vita interessante.
L'uomo senza nemmeno aprir bocca le aveva sorriso e le aveva indicato col capo proprio Claudio.

"Ecco, sono una giornalista... e sto cercando una storia... per il mio editoriale... mi hanno detto che lei..."

Claudio sorrise, ora capiva. Sì, le avrebbe raccontato ciò che voleva, avrebbe risposto alle sue domande e avrebbe scambiato pensieri ed opinioni con lei. Aveva una faccia da brava ragazza, anche se vedeva distintamente il vetro infrangibile del "suo mondo", che le impediva di vederlo come un uomo qualunque pur non avendo nulla, pur vivendo in mezzo alla strada.

"Le andrebbe bene se prendessi appunti sulla sua vita? Mi piacerebbe conoscere la sua storia."

"Perchè no... non devo mica scappare. Ho il mondo e il tempo a mia disposizione." rispose tranquillo, mentre si sfregava le mani appena infreddolite "Lei sa quanto fa due più due? E' da lì che inizia la mia storia, anzi, è da lì che è partita la seconda parte, la più bella..."





 

L'ombra felice



 

   
 
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