Capitolo 2
La
scelta
Fu una
goccia d'acqua a svegliarla. La costante, lenta e straziante caduta
delle gocce
che continuavano a battere contro la terra, nelle piccole
pozze che
avevano formato a furia di erodere la roccia e persino contro di lei,
che se ne
stava distesa a faccia in giù sulla pietra fredda, con la
maglia completamente
bagnata e i piedi a mollo in una piccola pozzanghera. Gli stivali si
erano
fatti pesanti, per via di tutta l'acqua che avevano assorbito e il
freddo le
arrivava fin nelle ossa, facendola tremare vistosamente.
Alzò lentamente la testa, senza riuscire però a
sopportare il dolore che
provava al capo. Portò lentamente una mano sul punto leso,
per poi passarsela
davanti agli occhi per accertarsi che non stesse sanguinando.
"È stata una pazzia..." la
voce di Chris le rimbombò nel cervello e le fece alzare lo
sguardo a cercarlo.
Se ne stava andando.
"Che intenzioni hanno i tuoi amici?"
chiese lei, bloccandolo prima che si allontanasse troppo "Se vogliono
uccidermi, perché mi hanno tenuta
qui?"
"Ho insistito perché ci fosse uno scontro ad armi pare...e
tu eri
ferita."
Eri? Yuna si tastò istintivamente il fianco sinistro,
cercando un taglio che
adesso non trovava: l'aveva anche curata, quel...quel...non aveva
neanche più
insulti da riservargli, li aveva già usati tutti.
Si alzò in piedi a fatica, risentendo della pesante botta
presa alla testa
prima di svenire, e si avvicinò al ragazzo, per poi
superarlo senza lanciargli
un singolo sguardo.
"Dov'è il mio gunblade?"
sentì i passi dell'altro seguirla veloci, mentre lei
continuava a camminare
senza voltarsi.
Lui non le rispose, affiancandola in silenzio e per la prima volta da
quando si
era svegliata, Yuna incrociò il suo sguardo, irritata dal
suo modo di fare,
risvegliando nel ragazzo uno strano senso di rabbia fusa a una
più piccola
parte di preoccupazione.
"Non avresti dovuto far..."
"Che t'importa?" lei lo interruppe, fermandosi di scatto
per poterlo guardare meglio negli occhi, rivolgendosi a lui con un tono
alto ed
infastidito dall'evidente rimprovero che aveva sentito nelle sue
parole. "Eliminerò anche te, non appena ne avrò
l'opportunità, perciò smettila di starmi tra i
piedi."
"Chris?" la voce di una donna la fece voltare d'istinto
verso di lei, lentamente perché non capisse di averla colta
di sorpresa. Era
alta e robusta, sulla trentina, con i capelli corti tinti di un biondo
deciso.
Yuna non conosceva il suo nome, ma sapeva che faceva parte della sua
lista
degli scocciatori che avrebbe dovuto eliminare. L'aveva vista tante
volte. In
effetti, non conosceva i nomi degli altri quattro mostri e non sapeva
neppure
se Chris fosse il nome stesso del demone o del ragazzo che abitava. Non
si era
mai chiesta come avrebbe fatto a riconoscerli senza sapere neppure i
loro nomi
perché ogni volta che uno cambiava, lo vedeva sempre insieme
agli altri e vi
arrivava per logica. Chi altri avrebbe potuto accompagnarsi a loro? Da
quando
li aveva conosciuti, solo lui aveva sempre mantenuto lo stesso aspetto,
solo
lui era abbastanza forte da resisterle. E, Yuna sapeva, neppure si
impegnava
nel combattere con lei, non l'aveva mai considerata più di
un semplice gioco
col quale divertirsi: se avesse superato i limiti della sua pazienza
nell'affrontarlo, di sicuro l'avrebbe uccisa senza pensarci due volte.
Scosse
debolmente la testa, tentando di ignorare il ricordo di lei, in
ginocchio per
la sconfitta. Quell'immagine le faceva ancora ribollire il sangue nelle
vene,
nonostante fossero passati mesi dal suo ultimo scontro con Chris.
Rialzò lo sguardo, tornando a concentrarsi di nuovo sul
presente: il ragazzo
stava parlando con quella donna, annuendo un paio di volte prima di
tornare a
voltarsi verso di lei. L'altra si allontanò in fretta,
riservando uno sguardo
carico di odio nella sua direzione. Se sperava di spaventarla, si stava
solo
illudendo.
D'improvviso, Chris l'afferrò per un braccio, trascinandola
velocemente dietro
la donna. La teneva stretta con forza, quasi volendo rimarcare la sua
posizione
di superiorità nei suoi confronti. Gli avrebbe volentieri
tirato un pugno sul
naso, se non fosse stata tanto ansiosa di battersi con gli altri.
Una ventina di secondi dopo, i tre si ritrovarono di nuovo all'aperto,
insieme
agli altri tre demoni. Yuna stava già per scattare e
liberarsi dalla presa del
ragazzo al suo fianco, quando quello fece un lieve cenno ai suoi
compagni e la
tirò a sé, trattenendola ora contro il suo corpo
con tutte le forze che gli
servivano per contrastarla. La teneva saldamente per le spalle, senza
dire una
parola, ignorando i suoi svariati tentativi di piegarlo a furia di
dimenarsi e
di tirar calci in qualunque direzione. Gli altri ridevano, vedendola
così
debole e indifesa. Tutti, tutti tranne lui, immobile alle sue spalle.
"Andate!" ordinò con tono
rabbioso, nel suo solito modo di imporre la sua superiorità
agli altri.
Immediatamente quelli smisero di ridere e sparirono nel nulla, uno
dietro
l'altro. Yuna mostrò un'espressione confusa, scattando in
avanti per l'ennesima
volta nella speranza di riuscire a liberarsi.
"Adoro quando fai così..."
la voce di Chris si era fatta ad un tratto dolce e suadente,
sussurrando quelle
parole contro la sua pelle, mentre cominciava a baciarla lentamente
dietro
l'orecchio, scendendo poi lungo il suo collo, assaporando il gusto
della sua
pelle così giovane e fresca. L'aveva sentita irrigidirsi in
un attimo, non
appena l'aveva sfiorata con le labbra, aggrappata al braccio di lui che
la
stringeva appena sotto le spalle. Il ragazzo sorrise, continuando la
sua lenta
discesa lungo il suo corpo, intenzionato a voltarla verso di lui per
catturare
avidamente la sua bocca, quando a un tratto gli arrivò una
potente gomitata
nello stomaco, tanto forte ed improvvisa da riuscire a coglierlo di
sorpresa,
mollando la presa sulla sua preda tutt'altro che indifesa. Yuna
ansimava,
fissandolo con quanta più ira aveva in corpo.
"Provaci un'altra volta...e ti rispedisco
all'inferno da dove provieni, Chris!" gridò lei, chinandosi
lievemente in avanti per tirare fuori più voce possibile. Un
brivido le corse
lungo tutta la schiena quando sentì la sua risata divertita,
mentre lo vedeva
rimettersi diritto e allontanare le mani dallo stomaco, senza
più risentire di
quello che, per lui, era stato solo un leggero colpo. Quando lo vide
sparire,
Yuna seppe perfettamente che se lo sarebbe ritrovato ancora alle sue
spalle, ma
non ebbe il tempo di reagire che quello era già ricomparso
dietro di lei.
"Mfh, voglio proprio vedere come
farai!" nonostante la vicinanza, la ragazza si sentì
estremamente rassicurata nel notare che il suo tono non era
più dolce e
ammaliatore, ma solo di sfida.
"Tsk!" lei voltò la testa,
mentre una mano le si poggiava sulla spalla destra e in un attimo si
ritrovava
altrove, in mezzo a delle rovine che sembravano celtiche. Rimase un
momento
estasiata dalla bellezza di quel luogo, l'antracite di quei resti che
si
fondeva meravigliosamente con la natura lì intorno. Si
sentiva lo scroscio del
mare e, voltandosi, poté notare che il verde lucente di quel
prato si
interrompeva d'un tratto davanti a uno strapiombo a picco sulle onde
fredde
dell'oceano. Il suo sorriso ammaliato si spense non appena
individuò le altre
quattro figure presenti in quello spettacolo della natura. L'ambiente
passò
subito in secondo piano, mentre lei allontanò bruscamente
una spalla per
liberarsi della mano di Chris ancora ferma su di lei. Nessuno
parlò mentre lei
avanzava attraverso il campo, con lo sguardo cupo e deciso che non si
staccava
un attimo da quello dei quattro di fronte a sé.
"Allora" gridò, fermandosi
alla stessa distanza tra Chris e loro "chi
si sacrifica per primo?" La Crime&Penality riapparve nella
sua mano destra, in una nube di fumo nero che andava allontanandosi
dalla sua
mano quasi fosse un naturale prolungamento del suo braccio, fino a
disegnare la
forma del potente gunblade e a raddensarsi nel suo pregiato metallo.
Nessuno di loro si fece avanti, così lei alzò un
sopracciglio con fare
divertito. "Che c'è, avete paura?"
li provocò, illuminandosi di un sorriso di scherno che
abbandonò di colpo, non
appena tutti si lasciarono andare ad una risata sguaiata, come avesse
detto
qualcosa di veramente assurdo. Cos'avevano in mente? Il suo volto
divenne una
maschera di risentimento e fu costretta a stringere i pugni per non
perdere il
controllo e agire d'impulso.
"No" disse il ragazzo che
l'aveva ferita "non abbiamo paura."
Gli altri risero ancora e poi sparirono insieme, per poi ricomparire in
un
ampio circolo intorno a lei. Yuna cominciò a voltare lo
sguardo a fissarli e
poi girò tutto il corpo, senza sapere a chi dovesse prestare
attenzione.
"Maledetti!" gridò nella sua
testa, non appena si rese
conto delle loro intenzioni: attaccarla tutti insieme, che vigliacchi!
Ma non
aveva nessuna importanza, li avrebbe affrontati ugualmente e l'esito
della
battaglia non sarebbe certo cambiato. Non poteva permetterselo, non
sarebbe
successo!
***
Riuscì a
resistere solo un'ora contro tutti loro. In quel breve lasso di tempo,
aveva
continuato ad inveire contro Squall, addossandogli la colpa per la sua
debolezza: avrebbe dovuto insegnarle ad evocare i G.F., avrebbe dovuto
addestrarla come un vero guerriero, invece di limitarsi a giocare alla
guerra
con lei come fosse una bambina! Perché, perché
non l'aveva mai considerata
all'altezza?
Yuna stava ora in ginocchio, ansimante, sorretta solo dal gunblade,
intriso di
sangue proprio come i suoi abiti. Era riuscita ad eliminarne due, ma
gli altri
avevano assimilato gli spiriti dei demoni caduti e
avevano preso ad
attaccarla con più grinta e forza di quanto avrebbe mai
potuto immaginare. Il
tutto sotto gli occhi inespressivi di Chris, che in tutto quel tempo
non aveva
mosso un dito, restando a braccia conserte ad osservare la scena che
gli si
svolgeva davanti. Aveva inutilmente usato numerose magie di recupero e
di
protezione, ma quelle da sole non bastavano ad evitare l'inevitabile.
Si voltò
a cercare lo sguardo di Chris, per poi ritrovarsi a stringere
i denti e a
fissare l'erba sotto di sé, cercando di togliersi dalla
testa quell'idea
assurda: perché lo aveva fatto? Che diavolo avrebbe potuto
interessarle di lui?
"Ora basta!" si disse, tornando a fissare
gli ultimi due
avversari rimasti davanti a lei. Chiuse a pugno la mano sinistra e
strinse la
destra sull'elsa della spada, scattando in piedi così
velocemente da riuscire a
sorprenderli entrambi, riuscendo a ferirli con un solo fendente, anche
se solo
di striscio. Magari avesse saputo fare il Renzokuken: sarebbero stati
già tutti
supini, a quest'ora!
La donna dai corti capelli biondi parve non gradire particolarmente il
lungo
taglio che le aveva sfregiato il braccio destro e lanciò un
blizzaga alla
ragazza già esausta che non riuscì ad evitarlo.
Portò istintivamente il
gunblade a coprirsi il volto, nel tentativo di ridurre i danni al
minimo, ma la
magia la sbalzò comunque a qualche metro di distanza,
sbattendola malamente a
terra nella caduta. Il gunblade finì lontano da lei,
arrivando a pochi passi da
Chris, che non fece una piega al vederselo volare contro. Gli
bastò
semplicemente stendere un braccio davanti a sé per
arrestarne l'avanzata e
farlo cadere inerte al suolo.
"Hai paura?" la voce del ragazzo
le risuonò nella testa
come in una stanza vuota e il rimbombo fu così fastidioso in
quel momento, da
costringerla a portarsi una mano al capo: non era abituata alla
telepatia e il
contatto le faceva sempre male.
"Dovrei?" chiese lei,
incrociando un momento il suo
sguardo. "I
tuoi amici non mi spaventano, non riusciranno ad
uccidermi!"
Chris sorrise debolmente, chiedendosi se ci credesse davvero, mentre
vedeva
Yuna alzarsi ancora, nonostante l'altro demone la stesse letteralmente
massacrando di botte. Sputò sangue, mentre una lacrima calda
scendeva a
bagnarle il viso per il dolore, quando all'improvviso un ragazzo
apparso dal
nulla si scagliò contro il suo avversario, gettandolo a
terra sotto una scarica
di pugni.
"Lee!" il ragazzo le
rivolse uno sguardo e un lieve
sorriso, prima di tornare a concentrarsi sullo "scontro". Continuava
a picchiare la figura stesa sotto di lui, con un ritmo quasi cadenzato
ormai,
quando pian piano cominciò a rallentare i colpi fino a
fermarsi del tutto.
Scosse il capo, alzando gli occhi al cielo con rassegnazione, prima di
aprire
il palmo destro a un soffio dal naso del ragazzo. Sorrise malignamente,
mentre
diceva con calma: "Sancta."
Il demone fu rapido e riuscì a sparire prima che la magia di
luce non gli
lasciasse più scampo. Se l'era vista brutta e l'espressione
furiosa sul suo
viso lo dimostrava ampliamente. Si passò un pugno sulle
labbra spaccate,
continuando a fissare Lee con aria truce, mentre lui si interessava
soltanto a
Yuna.
"Stai bene?" le chiese
"Ce la fai?"
Lei annuì, sentendo il tenero calore tipico delle magie
curative rinvigorirla
velocemente. "Come sapevi...?"
"Ho trovato il tuo diario." Lee la interruppe, per un
attimo alzando lo sguardo ad incontrare quello della ragazza.
"Lo immaginavo..."
sussurrò
lei, controllando i demoni che li fissavano in silenzio.
Perché non si
muovevano? Cosa stavano architettando?
"Fortuna che mi serviva
un altro casco, o
sarebbe stato troppo tardi..."
Yuna non lo ascoltava più: la situazione si era fatta
sospetta, quei due si
erano fatti sospetti! Tentò di seguire i loro sguardi e vide
che portavano a
Chris, ancora fermo alle sue spalle.
"Si stanno dicendo
qualcosa"
capì, tornando a fissare
avanti a sé. "Lee?" la ragazza
sussurrò appena, posando una mano sul braccio dell'amico,
prima che i due
scattassero insieme verso di loro e che Chris l'afferrasse saldamente
per le
spalle, allontanandola dal ragazzo.
"Lee!" gridò
quando lo vide
affrontare da solo tutti i demoni che lei aveva dovuto combattere.
Quella era
la sua battaglia, non poteva permettersi di coinvolgere anche lui!
"Lasciami, bastardo!"
urlò
ancora, cercando di divincolarsi dalla stretta alle sue spalle.
"Lasciami!"
Lee non sembrava faticare affatto nel combattere quei due,
affrontandoli con il
solo uso delle magie. Non si stava impegnando al massimo, strano per
uno come
lui. Non aveva mai sottovalutato i suoi avversari, non era mai stato
tanto
superbo da credersi migliore di loro. Adesso, però, sembrava
sicuro di sé,
troppo sicuro. Sicuro al punto da lasciarsi distrarre dal ragazzo che
lanciava
via Yuna come fosse una bambola di pezza, scagliandola abbastanza
lontano
perché non potesse tornare in tempo per lui,
perché potesse vederlo cadere.
Chris gli si avvicinò con passo spedito, sparendo a
metà strada per
riapparirgli subito davanti e piazzargli a sorpresa un pugno dritto
nello
stomaco, facendolo piegare su sé stesso per la botta. Lee
rialzò il capo e si
trovò di fronte la mano dell'altro aperta a un centimetro
dal suo viso. Il
sorriso che vide sul viso del suo avversario gli fece pulsare
rabbiosamente le
vene nel collo, mentre si rendeva conto di ciò che stava per
accadere: con la
coda dell'occhio, aveva visto gli altri due portare avanti le mani,
proprio come
quel ragazzo che aveva di fronte. Si voltò velocemente a
cercare Yuna, notando
che si stava rialzando in quel momento: avrebbe visto tutto, senza
poterlo
impedire. Gli si strinse il cuore al pensiero di quanto
avrebbe sofferto
per lui.
"Combatti." le disse,
sorridendole appena, mentre una
luce azzurrina iniziava ad avvolgerlo. "Combatti per me, Yuna."
La ragazza rimase a fissare la scena a bocca aperta, senza capire cosa
stesse
succedendo e quale fosse il motivo per cui Lee avesse pronunciato
parole che
sarebbero state bene sulle labbra di chi stia per morire. Lui non
poteva
morire. E poi perché cavolo aveva usato la telepatia, se
sapeva perfettamente
quanto lei la odiasse?
Chris si voltò verso di lei con un'espressione
indecifrabile, per poi sparire
nel nulla insieme agli altri due superstiti. Un attimo dopo, Lee cadde
a terra
senza neppure un lamento, chiudendo gli occhi prima ancora di toccare
il suolo.
"Lee!" Yuna corse verso
di
lui, gridando forte il suo nome, continuando a non capire e non capire
e
non...Quando lo prese tra le braccia, d'un tratto le fu tutto chiaro:
lo vide
respirare, sentì il suo cuore pulsare ma, per quanto potesse
affannarsi, per
quanto potesse chiamarlo, lui continuava a non reagire, a non
svegliarsi
neppure di fronte alle sue suppliche disperate. L'avevano sigillato.
Qualcosa
in mezzo al petto sembrò frantumarsi, quando si rese conto
che mai e poi mai
quei mostri lo avrebbero risvegliato. "Lee..."
e il tutto per causa sua. Se solo fosse riuscita a dimenticare, se solo
la
vendetta non fosse stato il suo unico scopo nella vita, se solo fosse
stata più
forte...
Lo strinse forte a sé, dondolando lentamente avanti e
indietro con lui, mentre
quel momento sembrava prolungarsi in eterno.
"NO!"
***
Quella
sera, quando tornò a casa, a Squall parve che Yuna fosse
stranamente triste e
taciturna ed intuì subito che qualcosa non andava.
"Che cosa
c'è?" le chiese,
sedendosi accanto a lei sul suo letto. Yuna si voltò a
guardarlo per un
momento, senza riuscire a sorridergli come faceva sempre quando lui si
preoccupava per lei. Era così raro che lui glielo chiedesse,
che in qualche
modo sentiva di doverlo ringraziare dello sforzo.
"Nie...niente..."
sussurrò
lei, scuotendo lentamente il capo, irritata per non essere riuscita a
dire
neanche una parola che non lo insospettisse. "Ho
litigato con Lee, tutto qua." si decise ad aggiungere,
quando
il silenzio le fece capire che lui attendeva spiegazioni,
accompagnandosi con
una scrollata di spalle quasi impercettibile.
Squall non le fece altre domande, chinando piuttosto lo sguardo in
terra: era
così raro che Lee e Yuna non fossero d'accordo, come
potevano aver litigato? Da
quando si erano conosciuti, lei aveva sempre adorato Lee e lui le stava
sempre
accanto, probabilmente pensando di doverla proteggere. Squall sapeva
che le
aveva insegnato le cose più disparate: l'aiutava con la
scuola, le dava
consigli su come fare colpo (che lei non aveva mai ascoltato, distratta
com'era
da mille altri pensieri) e le insegnava a difendersi. Lui non lo faceva
molto
spesso e all'inizio la ricattava con l'idea che le avrebbe insegnato a
combattere sul serio solo se lei avesse deciso di seguirlo. Ma Yuna non
lo
aveva mai neanche preso in considerazione e lui non aveva mai pensato
di dover
mantenere quella promessa: in fondo, lei aveva la sua vita e non se ne
sarebbe
staccata. Gli amici, la scuola, la band...
"Squall..." la voce
seria e
profonda della ragazza lo riscosse improvvisamente dai suoi pensieri,
facendogli portare di nuovo lo sguardo su di lei. "voglio
venire con te." disse lei, annuendo negli occhi chiari
dell'amico, mentre lui la guardava con un'espressione spaesata e
confusa.
"Se è solo
per Lee, vedrai che le cose si
aggiusteranno, non devi scappare così..."
Lei scosse
energicamente la testa, mentre lui continuava a trovare mille scuse.
"E la tua famiglia, i
tuoi amici, la tua
vita? Rinunceresti a tutto? Indietro non si torna, Yu..."
"Lo so." rispose lei, stizzita "Ma
io non ho intenzione di tornare indietro, non voglio più
vedere questo mondo,
non voglio più avere nulla a che fare con i suoi affari..."
Di fronte all'ennesimo
tentativo di Squall di parlare, la ragazza sembrò
spazientirsi ancora di più, voltandosi ulteriormente a
guardarlo e affondando
pesantemente le mani nel materasso morbido. "Squall,
perché diamine ti fai tanti problemi se è una
vita che mi chiedi di partire?
Credevo ti avrebbe fatto piacere che fossi finalmente riuscito a
convincermi e
invece...!"
Lui sorrise debolmente,
mentre lei incrociava le braccia con foga.
"Beh, se sei davvero
sicura..."
"Sì, sono sicura!" lo interruppe lei, voltando bruscamente
il capo a guardare altrove.
"D'accordo." disse lui,
dopo un po' "Ti porto con me."