Crossover
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Autore: Etie    17/11/2010    0 recensioni
“Va tutto bene?...Mi senti?”
Un segreto. Un evento che ha segnato inevitabilmente la vita di una ragazza, ora in cerca della sua vendetta.
Yuna ha quindici anni e, nonostante tutto, si considera una ragazza come tante altre. Non le sembra strano che il personaggio di un videogioco viva con lei ormai da anni e non le crea problemi il pensiero che il suo migliore amico sia immortale. In così poco tempo ne ha viste così tante che ormai nulla riesce a sorprenderla. Ma un giorno, per un suo errore, quell’equilibrio si spezza e lei si ritrova a dover ricominciare tutto nel mondo che lei ha sempre sognato: il mondo di Final Fantasy. Strane casualità faranno intrecciare i destini di più persone, eroi chiamati ad affrontare l’ennesima missione per salvare tutto.
Entità oscure minacciano nuovamente quel mondo. La ShinRa sta tornando ad essere quella di un tempo, segreta e cospiratrice com’era sempre stata.
Qualcuno ha perso sé stesso.
Qualcuno, forse, riuscirà a riscattarsi dal suo passato.
E lei, Yuna, sarà la chiave di tutto.
…Ma cosa nasconde in realtà?
Recensite numerosi, ho bisogno di opinioni! ^^
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Videogiochi
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo 2 - La scelta

Capitolo 2

               
La scelta





Fu una goccia d'acqua a svegliarla. La costante, lenta e straziante caduta delle gocce che continuavano a battere contro la terra, nelle piccole pozze che avevano formato a furia di erodere la roccia e persino contro di lei, che se ne stava distesa a faccia in giù sulla pietra fredda, con la maglia completamente bagnata e i piedi a mollo in una piccola pozzanghera. Gli stivali si erano fatti pesanti, per via di tutta l'acqua che avevano assorbito e il freddo le arrivava fin nelle ossa, facendola tremare vistosamente.
Alzò lentamente la testa, senza riuscire però a sopportare il dolore che provava al capo. Portò lentamente una mano sul punto leso, per poi passarsela davanti agli occhi per accertarsi che non stesse sanguinando.
"È stata una pazzia..." la voce di Chris le rimbombò nel cervello e le fece alzare lo sguardo a cercarlo. Se ne stava andando.
"Che intenzioni hanno i tuoi amici?" chiese lei, bloccandolo prima che si allontanasse troppo "Se vogliono uccidermi, perché mi hanno tenuta qui?"
"Ho insistito perché ci fosse uno scontro ad armi pare...e tu eri ferita."
Eri? Yuna si tastò istintivamente il fianco sinistro, cercando un taglio che adesso non trovava: l'aveva anche curata, quel...quel...non aveva neanche più insulti da riservargli, li aveva già usati tutti.
Si alzò in piedi a fatica, risentendo della pesante botta presa alla testa prima di svenire, e si avvicinò al ragazzo, per poi superarlo senza lanciargli un singolo sguardo.
"Dov'è il mio gunblade?" sentì i passi dell'altro seguirla veloci, mentre lei continuava a camminare senza voltarsi.
Lui non le rispose, affiancandola in silenzio e per la prima volta da quando si era svegliata, Yuna incrociò il suo sguardo, irritata dal suo modo di fare, risvegliando nel ragazzo uno strano senso di rabbia fusa a una più piccola parte di preoccupazione.
"Non avresti dovuto far..."
"Che t'importa?" lei lo interruppe, fermandosi di scatto per poterlo guardare meglio negli occhi, rivolgendosi a lui con un tono alto ed infastidito dall'evidente rimprovero che aveva sentito nelle sue parole. "Eliminerò anche te, non appena ne avrò l'opportunità, perciò smettila di starmi tra i piedi."
"Chris?" la voce di una donna la fece voltare d'istinto verso di lei, lentamente perché non capisse di averla colta di sorpresa. Era alta e robusta, sulla trentina, con i capelli corti tinti di un biondo deciso. Yuna non conosceva il suo nome, ma sapeva che faceva parte della sua lista degli scocciatori che avrebbe dovuto eliminare. L'aveva vista tante volte. In effetti, non conosceva i nomi degli altri quattro mostri e non sapeva neppure se Chris fosse il nome stesso del demone o del ragazzo che abitava. Non si era mai chiesta come avrebbe fatto a riconoscerli senza sapere neppure i loro nomi perché ogni volta che uno cambiava, lo vedeva sempre insieme agli altri e vi arrivava per logica. Chi altri avrebbe potuto accompagnarsi a loro? Da quando li aveva conosciuti, solo lui aveva sempre mantenuto lo stesso aspetto, solo lui era abbastanza forte da resisterle. E, Yuna sapeva, neppure si impegnava nel combattere con lei, non l'aveva mai considerata più di un semplice gioco col quale divertirsi: se avesse superato i limiti della sua pazienza nell'affrontarlo, di sicuro l'avrebbe uccisa senza pensarci due volte. Scosse debolmente la testa, tentando di ignorare il ricordo di lei, in ginocchio per la sconfitta. Quell'immagine le faceva ancora ribollire il sangue nelle vene, nonostante fossero passati mesi dal suo ultimo scontro con Chris.
Rialzò lo sguardo, tornando a concentrarsi di nuovo sul presente: il ragazzo stava parlando con quella donna, annuendo un paio di volte prima di tornare a voltarsi verso di lei. L'altra si allontanò in fretta, riservando uno sguardo carico di odio nella sua direzione. Se sperava di spaventarla, si stava solo illudendo.
D'improvviso, Chris l'afferrò per un braccio, trascinandola velocemente dietro la donna. La teneva stretta con forza, quasi volendo rimarcare la sua posizione di superiorità nei suoi confronti. Gli avrebbe volentieri tirato un pugno sul naso, se non fosse stata tanto ansiosa di battersi con gli altri.
Una ventina di secondi dopo, i tre si ritrovarono di nuovo all'aperto, insieme agli altri tre demoni. Yuna stava già per scattare e liberarsi dalla presa del ragazzo al suo fianco, quando quello fece un lieve cenno ai suoi compagni e la tirò a sé, trattenendola ora contro il suo corpo con tutte le forze che gli servivano per contrastarla. La teneva saldamente per le spalle, senza dire una parola, ignorando i suoi svariati tentativi di piegarlo a furia di dimenarsi e di tirar calci in qualunque direzione. Gli altri ridevano, vedendola così debole e indifesa. Tutti, tutti tranne lui, immobile alle sue spalle.
"Andate!" ordinò con tono rabbioso, nel suo solito modo di imporre la sua superiorità agli altri. Immediatamente quelli smisero di ridere e sparirono nel nulla, uno dietro l'altro. Yuna mostrò un'espressione confusa, scattando in avanti per l'ennesima volta nella speranza di riuscire a liberarsi.
"Adoro quando fai così..." la voce di Chris si era fatta ad un tratto dolce e suadente, sussurrando quelle parole contro la sua pelle, mentre cominciava a baciarla lentamente dietro l'orecchio, scendendo poi lungo il suo collo, assaporando il gusto della sua pelle così giovane e fresca. L'aveva sentita irrigidirsi in un attimo, non appena l'aveva sfiorata con le labbra, aggrappata al braccio di lui che la stringeva appena sotto le spalle. Il ragazzo sorrise, continuando la sua lenta discesa lungo il suo corpo, intenzionato a voltarla verso di lui per catturare avidamente la sua bocca, quando a un tratto gli arrivò una potente gomitata nello stomaco, tanto forte ed improvvisa da riuscire a coglierlo di sorpresa, mollando la presa sulla sua preda tutt'altro che indifesa. Yuna ansimava, fissandolo con quanta più ira aveva in corpo.
"Provaci un'altra volta...e ti rispedisco all'inferno da dove provieni, Chris!" gridò lei, chinandosi lievemente in avanti per tirare fuori più voce possibile. Un brivido le corse lungo tutta la schiena quando sentì la sua risata divertita, mentre lo vedeva rimettersi diritto e allontanare le mani dallo stomaco, senza più risentire di quello che, per lui, era stato solo un leggero colpo. Quando lo vide sparire, Yuna seppe perfettamente che se lo sarebbe ritrovato ancora alle sue spalle, ma non ebbe il tempo di reagire che quello era già ricomparso dietro di lei.
"Mfh, voglio proprio vedere come farai!" nonostante la vicinanza, la ragazza si sentì estremamente rassicurata nel notare che il suo tono non era più dolce e ammaliatore, ma solo di sfida.
"Tsk!" lei voltò la testa, mentre una mano le si poggiava sulla spalla destra e in un attimo si ritrovava altrove, in mezzo a delle rovine che sembravano celtiche. Rimase un momento estasiata dalla bellezza di quel luogo, l'antracite di quei resti che si fondeva meravigliosamente con la natura lì intorno. Si sentiva lo scroscio del mare e, voltandosi, poté notare che il verde lucente di quel prato si interrompeva d'un tratto davanti a uno strapiombo a picco sulle onde fredde dell'oceano. Il suo sorriso ammaliato si spense non appena individuò le altre quattro figure presenti in quello spettacolo della natura. L'ambiente passò subito in secondo piano, mentre lei allontanò bruscamente una spalla per liberarsi della mano di Chris ancora ferma su di lei. Nessuno parlò mentre lei avanzava attraverso il campo, con lo sguardo cupo e deciso che non si staccava un attimo da quello dei quattro di fronte a sé.
"Allora" gridò, fermandosi alla stessa distanza tra Chris e loro "chi si sacrifica per primo?" La Crime&Penality riapparve nella sua mano destra, in una nube di fumo nero che andava allontanandosi dalla sua mano quasi fosse un naturale prolungamento del suo braccio, fino a disegnare la forma del potente gunblade e a raddensarsi nel suo pregiato metallo.
Nessuno di loro si fece avanti, così lei alzò un sopracciglio con fare divertito. "Che c'è, avete paura?" li provocò, illuminandosi di un sorriso di scherno che abbandonò di colpo, non appena tutti si lasciarono andare ad una risata sguaiata, come avesse detto qualcosa di veramente assurdo. Cos'avevano in mente? Il suo volto divenne una maschera di risentimento e fu costretta a stringere i pugni per non perdere il controllo e agire d'impulso.
"No" disse il ragazzo che l'aveva ferita "non abbiamo paura."
Gli altri risero ancora e poi sparirono insieme, per poi ricomparire in un ampio circolo intorno a lei. Yuna cominciò a voltare lo sguardo a fissarli e poi girò tutto il corpo, senza sapere a chi dovesse prestare attenzione.
"Maledetti!"  gridò nella sua testa, non appena si rese conto delle loro intenzioni: attaccarla tutti insieme, che vigliacchi! Ma non aveva nessuna importanza, li avrebbe affrontati ugualmente e l'esito della battaglia non sarebbe certo cambiato. Non poteva permetterselo, non sarebbe successo!

***

Riuscì a resistere solo un'ora contro tutti loro. In quel breve lasso di tempo, aveva continuato ad inveire contro Squall, addossandogli la colpa per la sua debolezza: avrebbe dovuto insegnarle ad evocare i G.F., avrebbe dovuto addestrarla come un vero guerriero, invece di limitarsi a giocare alla guerra con lei come fosse una bambina! Perché, perché non l'aveva mai considerata all'altezza?
Yuna stava ora in ginocchio, ansimante, sorretta solo dal gunblade, intriso di sangue proprio come i suoi abiti. Era riuscita ad eliminarne due, ma gli altri avevano assimilato gli spiriti dei demoni caduti e avevano preso ad attaccarla con più grinta e forza di quanto avrebbe mai potuto immaginare. Il tutto sotto gli occhi inespressivi di Chris, che in tutto quel tempo non aveva mosso un dito, restando a braccia conserte ad osservare la scena che gli si svolgeva davanti. Aveva inutilmente usato numerose magie di recupero e di protezione, ma quelle da sole non bastavano ad evitare l'inevitabile. Si voltò a cercare lo sguardo di Chris, per poi ritrovarsi a stringere i denti e a fissare l'erba sotto di sé, cercando di togliersi dalla testa quell'idea assurda: perché lo aveva fatto? Che diavolo avrebbe potuto interessarle di lui?
"Ora basta!" si disse, tornando a fissare gli ultimi due avversari rimasti davanti a lei. Chiuse a pugno la mano sinistra e strinse la destra sull'elsa della spada, scattando in piedi così velocemente da riuscire a sorprenderli entrambi, riuscendo a ferirli con un solo fendente, anche se solo di striscio. Magari avesse saputo fare il Renzokuken: sarebbero stati già tutti supini, a quest'ora!
La donna dai corti capelli biondi parve non gradire particolarmente il lungo taglio che le aveva sfregiato il braccio destro e lanciò un blizzaga alla ragazza già esausta che non riuscì ad evitarlo. Portò istintivamente il gunblade a coprirsi il volto, nel tentativo di ridurre i danni al minimo, ma la magia la sbalzò comunque a qualche metro di distanza, sbattendola malamente a terra nella caduta. Il gunblade finì lontano da lei, arrivando a pochi passi da Chris, che non fece una piega al vederselo volare contro. Gli bastò semplicemente stendere un braccio davanti a sé per arrestarne l'avanzata e farlo cadere inerte al suolo.
"Hai paura?"  la voce del ragazzo le risuonò nella testa come in una stanza vuota e il rimbombo fu così fastidioso in quel momento, da costringerla a portarsi una mano al capo: non era abituata alla telepatia e il contatto le faceva sempre male.
"Dovrei?"  chiese lei, incrociando un momento il suo sguardo. "I tuoi amici non mi spaventano, non riusciranno ad uccidermi!"
Chris sorrise debolmente, chiedendosi se ci credesse davvero, mentre vedeva Yuna alzarsi ancora, nonostante l'altro demone la stesse letteralmente massacrando di botte. Sputò sangue, mentre una lacrima calda scendeva a bagnarle il viso per il dolore, quando all'improvviso un ragazzo apparso dal nulla si scagliò contro il suo avversario, gettandolo a terra sotto una scarica di pugni.
"Lee!" il ragazzo le rivolse uno sguardo e un lieve sorriso, prima di tornare a concentrarsi sullo "scontro". Continuava a picchiare la figura stesa sotto di lui, con un ritmo quasi cadenzato ormai, quando pian piano cominciò a rallentare i colpi fino a fermarsi del tutto. Scosse il capo, alzando gli occhi al cielo con rassegnazione, prima di aprire il palmo destro a un soffio dal naso del ragazzo. Sorrise malignamente, mentre diceva con calma: "Sancta."
Il demone fu rapido e riuscì a sparire prima che la magia di luce non gli lasciasse più scampo. Se l'era vista brutta e l'espressione furiosa sul suo viso lo dimostrava ampliamente. Si passò un pugno sulle labbra spaccate, continuando a fissare Lee con aria truce, mentre lui si interessava soltanto a Yuna.
"Stai bene?" le chiese "Ce la fai?"
Lei annuì, sentendo il tenero calore tipico delle magie curative rinvigorirla velocemente. "Come sapevi...?"
"Ho trovato il tuo diario." Lee la interruppe, per un attimo alzando lo sguardo ad incontrare quello della ragazza.

"Lo immaginavo..." sussurrò lei, controllando i demoni che li fissavano in silenzio. Perché non si muovevano? Cosa stavano architettando?
"Fortuna che mi serviva un altro casco, o sarebbe stato troppo tardi..."
Yuna non lo ascoltava più: la situazione si era fatta sospetta, quei due si erano fatti sospetti! Tentò di seguire i loro sguardi e vide che portavano a Chris, ancora fermo alle sue spalle.
"Si stanno dicendo qualcosa"  capì, tornando a fissare avanti a sé. "Lee?" la ragazza sussurrò appena, posando una mano sul braccio dell'amico, prima che i due scattassero insieme verso di loro e che Chris l'afferrasse saldamente per le spalle, allontanandola dal ragazzo.
"Lee!" gridò quando lo vide affrontare da solo tutti i demoni che lei aveva dovuto combattere. Quella era la sua battaglia, non poteva permettersi di coinvolgere anche lui!
"Lasciami, bastardo!" urlò ancora, cercando di divincolarsi dalla stretta alle sue spalle. "Lasciami!"
Lee non sembrava faticare affatto nel combattere quei due, affrontandoli con il solo uso delle magie. Non si stava impegnando al massimo, strano per uno come lui. Non aveva mai sottovalutato i suoi avversari, non era mai stato tanto superbo da credersi migliore di loro. Adesso, però, sembrava sicuro di sé, troppo sicuro. Sicuro al punto da lasciarsi distrarre dal ragazzo che lanciava via Yuna come fosse una bambola di pezza, scagliandola abbastanza lontano perché non potesse tornare in tempo per lui, perché potesse vederlo cadere. Chris gli si avvicinò con passo spedito, sparendo a metà strada per riapparirgli subito davanti e piazzargli a sorpresa un pugno dritto nello stomaco, facendolo piegare su sé stesso per la botta. Lee rialzò il capo e si trovò di fronte la mano dell'altro aperta a un centimetro dal suo viso. Il sorriso che vide sul viso del suo avversario gli fece pulsare rabbiosamente le vene nel collo, mentre si rendeva conto di ciò che stava per accadere: con la coda dell'occhio, aveva visto gli altri due portare avanti le mani, proprio come quel ragazzo che aveva di fronte. Si voltò velocemente a cercare Yuna, notando che si stava rialzando in quel momento: avrebbe visto tutto, senza poterlo impedire. Gli si strinse il cuore al pensiero di quanto avrebbe sofferto per lui.
"Combatti."  le disse, sorridendole appena, mentre una luce azzurrina iniziava ad avvolgerlo. "Combatti per me, Yuna."
La ragazza rimase a fissare la scena a bocca aperta, senza capire cosa stesse succedendo e quale fosse il motivo per cui Lee avesse pronunciato parole che sarebbero state bene sulle labbra di chi stia per morire. Lui non poteva morire. E poi perché cavolo aveva usato la telepatia, se sapeva perfettamente quanto lei la odiasse?
Chris si voltò verso di lei con un'espressione indecifrabile, per poi sparire nel nulla insieme agli altri due superstiti. Un attimo dopo, Lee cadde a terra senza neppure un lamento, chiudendo gli occhi prima ancora di toccare il suolo.
"Lee!" Yuna corse verso di lui, gridando forte il suo nome, continuando a non capire e non capire e non...Quando lo prese tra le braccia, d'un tratto le fu tutto chiaro: lo vide respirare, sentì il suo cuore pulsare ma, per quanto potesse affannarsi, per quanto potesse chiamarlo, lui continuava a non reagire, a non svegliarsi neppure di fronte alle sue suppliche disperate. L'avevano sigillato. Qualcosa in mezzo al petto sembrò frantumarsi, quando si rese conto che mai e poi mai quei mostri lo avrebbero risvegliato. "Lee..." e il tutto per causa sua. Se solo fosse riuscita a dimenticare, se solo la vendetta non fosse stato il suo unico scopo nella vita, se solo fosse stata più forte...
Lo strinse forte a sé, dondolando lentamente avanti e indietro con lui, mentre quel momento sembrava prolungarsi in eterno.
"NO!"

***

Quella sera, quando tornò a casa, a Squall parve che Yuna fosse stranamente triste e taciturna ed intuì subito che qualcosa non andava.
"Che cosa c'è?" le chiese, sedendosi accanto a lei sul suo letto. Yuna si voltò a guardarlo per un momento, senza riuscire a sorridergli come faceva sempre quando lui si preoccupava per lei. Era così raro che lui glielo chiedesse, che in qualche modo sentiva di doverlo ringraziare dello sforzo.
"Nie...niente..." sussurrò lei, scuotendo lentamente il capo, irritata per non essere riuscita a dire neanche una parola che non lo insospettisse. "Ho litigato con Lee, tutto qua." si decise ad aggiungere, quando il silenzio le fece capire che lui attendeva spiegazioni, accompagnandosi con una scrollata di spalle quasi impercettibile.
Squall non le fece altre domande, chinando piuttosto lo sguardo in terra: era così raro che Lee e Yuna non fossero d'accordo, come potevano aver litigato? Da quando si erano conosciuti, lei aveva sempre adorato Lee e lui le stava sempre accanto, probabilmente pensando di doverla proteggere. Squall sapeva che le aveva insegnato le cose più disparate: l'aiutava con la scuola, le dava consigli su come fare colpo (che lei non aveva mai ascoltato, distratta com'era da mille altri pensieri) e le insegnava a difendersi. Lui non lo faceva molto spesso e all'inizio la ricattava con l'idea che le avrebbe insegnato a combattere sul serio solo se lei avesse deciso di seguirlo. Ma Yuna non lo aveva mai neanche preso in considerazione e lui non aveva mai pensato di dover mantenere quella promessa: in fondo, lei aveva la sua vita e non se ne sarebbe staccata. Gli amici, la scuola, la band...
"Squall..." la voce seria e profonda della ragazza lo riscosse improvvisamente dai suoi pensieri, facendogli portare di nuovo lo sguardo su di lei. "voglio venire con te." disse lei, annuendo negli occhi chiari dell'amico, mentre lui la guardava con un'espressione spaesata e confusa.
"Se è solo per Lee, vedrai che le cose si aggiusteranno, non devi scappare così..."
Lei scosse energicamente la testa, mentre lui continuava a trovare mille scuse.
"E la tua famiglia, i tuoi amici, la tua vita? Rinunceresti a tutto? Indietro non si torna, Yu..."
"Lo so." rispose lei, stizzita "Ma io non ho intenzione di tornare indietro, non voglio più vedere questo mondo, non voglio più avere nulla a che fare con i suoi affari..."

Di fronte all'ennesimo tentativo di Squall di parlare, la ragazza sembrò spazientirsi ancora di più, voltandosi ulteriormente a guardarlo e affondando pesantemente le mani nel materasso morbido. "Squall, perché diamine ti fai tanti problemi se è una vita che mi chiedi di partire? Credevo ti avrebbe fatto piacere che fossi finalmente riuscito a convincermi e invece...!"
Lui sorrise debolmente, mentre lei incrociava le braccia con foga.
"Beh, se sei davvero sicura..."
"Sì, sono sicura!" lo interruppe lei, voltando bruscamente il capo a guardare altrove.

"D'accordo." disse lui, dopo un po' "Ti porto con me."

   
 
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