Serie TV > Sherlock (BBC)
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Autore: Will P    20/11/2010    11 recensioni
C'è un gattino a Baker Street. (Sì, la trama è quella, cosa volete da me.)
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: John Watson , Mycroft Holmes , Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Index Catulorum'
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Disclaimer: I personaggi sono di sir Conan Doyle e liberamente utilizzati da mr Moffat e mr Gatiss.
Note: Scritta durante la Notte Bianca @ maridichallenge per il prompt "Qualsiasi cosa che abbia a che fare con uno o più gatti" di cassianait.


Un gatto può guardare un re

John pensava che Mycroft sarebbe stato un tipo da gatti. Era appropriato, no? Tutti gli arcinemici avevano dei gatti appoggiati sulla scrivania come degli inquietanti soprammobili, figuriamoci poi gli acerrimi nemici al servizio del governo. Probabilmente avrebbe avuto un gatto super intelligente da mandare in missioni di spionaggio, o, tipo, un esperimento di genetica tra un gatto e una tigre dai denti a sciabola.
E invece sta guardando il gattino grigio che zampetta felice sul grembo di Sherlock come se fosse un qualcosa di particolarmente sgradevole.
“Credo che sarebbe più appropriato per la… creatura, vivere in un ambiente sicuro,” commenta, rigido e impettito sull’unica poltrona di Baker Street che non è ancora stata eletta a tiragraffi.
Sherlock smanetta sul cellulare (di John) con inconsueta allegria, ignorando suo fratello e la bestiola che si è appesa ai bottoni della sua giacca ronfando come se avesse acceso il motore. “È una delle prove del caso.”
“Non puoi sottrarre prove alla polizia.”
“Negli archivi di Scotland Yard non c’era posto.”
“Neanche in questo appartamento.”
“Nel contratto d’affitto non ci sono clausole su animali da compagnia.”
“Ma potrebbero comparirvene.”
Il cellulare viene abbassato e Sherlock lancia al fratello un’occhiata di pura malvagità. “Dimmi, Mycroft, hai cambiato antistaminici?”
John non sarà un Holmes, ma un medico di un certo livello sa riconoscere i segni di un’allergia quando li vede. Aiuta che Mycroft stia praticamente guardando il gattino come se volesse rendere i felini illegali in tutto il mondo anglosassone, certo.
“No, l’allergia sta migliorando, grazie.” Si alza di scatto, attirando lo sguardo del micio con il movimento improvviso e l’ondeggiare sinuoso del’ombrello. Ci sono buone probabilità che se il micio decidesse di arrampicarsi sull’ombrello, scatterebbe la terza guerra mondiale. “Sherlock,” saluta Mycroft, conciso, e poi fa un sorriso tirato a John. “Dr Watson, è stato un piacere.”
Quando la porta si è chiusa alle spalle di Mycroft (grazie a John, ovviamente, perché si sa che la cortesia è noiosa), Sherlock lancia via il cellulare e saltella in piedi. Sgancia dalla giacca il gattino, tanto piccolo da stargli praticamente in una mano a sbirciare tra le sue lunghe dita sottili con miagolii perplessi, e marcia verso la cucina. “Ora troviamo un modo di incrementare la muta del pelo di almeno il quaranta per cento. Un settanta sarebbe l’ideale. John, credi che si possano fare maglioni con il pelo di un felis silvestris…?”
John guarda Sherlock lavorare al microscopio e blaterare di eugenetica felina con un gattino inerpicato sulla spalla, sospira, e mette su l’acqua per il tè.

   
 
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