Storie originali > Fantascienza
Ricorda la storia  |       
Autore: adamantina    21/11/2010    6 recensioni
Vanessa, Blake, Damien, Lily, Charlotte e Jonathan sono diversi.
Non si considerano speciali; i loro "doni" non sono per loro altro che una maledizione che impedisce loro di avere una vita normale come un qualsiasi altro teenager.
Vanessa, Blake, Damien, Lily, Charlotte e Jonathan vivono al Queen Victoria's College, scopo del quale è addestrarli al controllo dei propri superpoteri -perchè è di questo che si tratta, nonostante il termine non risulti loro gradito-, a come sfruttarli, a come nasconderli.
Ma una serie di particolari eventi e un nuovo, strano preside li porteranno a chiedersi se il Queen Victoria's non sia, più che una scuola, una sorta di prigione...
E se lo fosse, sarebbe forse peggiore del mondo esterno, con i suoi schemi, le sue regole e i suoi ottusi pregiudizi?
Genere: Avventura, Introspettivo, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
- Questa storia fa parte della serie 'Queen Victoria's College'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Salve a tutti!
Alcuni di voi mi conosceranno già per la mia ff “Promise”.
Questa fan fiction si distacca completamente da quella precedente (che era a tema Harry Potter). Stavolta mi cimento con una storia originale.
Spero che ne esca fuori qualcosa di buono, perché probabilmente scoprirò l’andamento della storia insieme a voi, dato che non ho l’abitudine di programmare un granché di quello che scrivo (trama essenziale a parte).
Se volete ascoltare la canzone che dato ispirazione a questa storia, quella di cui riporto dei brani sotto, è “Superman” dei FIve for Fighting. Potete trovarla qui : http://www.youtube.com/watch?v=R3hPSAaYmZs&feature=related
Ok, il mio sproloquio iniziale finisce qui. Vi lascio al prologo e poi alla storia vera e propria.
Inutile dire che ogni qualsivoglia commento, recensione o critica costruttiva sarà ben accetto e riceverà una risposta.
Grazie per l’attenzione.
 
Adamantina
 
~PROLOGO~
 
< I wish that I could cry
Fall upon my knees
Find a way to lie
About a home I’ll never see
It may sound absurd…but don’t be naive
Even heroes have the right to bleed
I may be disturbed…but won’t you concede
Even heroes have the right to dream
And it’s not easy to be me.
[…]
I can’t stand to fly
I’m not that naive
Men weren’t meant to ride
With clouds between their knees
>
 


< Vorrei poter piangere
Cadere sulle ginocchia
Trovare un modo per mentire
Riguardo ad una casa che non vedrò mai
Potrebbe suonare assurdo … ma non essere ingenuo
Anche gli eroi hanno il diritto di sanguinare
Potrei essere pazzo … ma ammetterai
Anche gli eroi hanno il diritto di sognare
E non è facile essere me.
[…]
Non sopporto di volare
Non sono così ingenuo
Gli uomini non sono fatti per vivere
Con le nuvole sotto alle ginocchia >
 
 
 
 
[Vanessa]

Mio Dio, dovrei decisamente farmi le unghie.

Questo è l’altissimo pensiero filosofico che attraversa la mia mente mentre mi dirigo verso la mia classe.
I corridoi del Queen Victoria’s College sono deserti, probabilmente perché sono in ritardo.
Di nuovo.
Affretto il passo e raggiungo la porta dell’aula, la apro e mi fiondo al mio banco.
-Signorina Evans, la prego, faccia con comodo-, commenta l’insegnante, la professoressa Douglas.
-Mi scusi-, sospiro, estraendo un bloc-notes e una biro dalla mia borsa a tracolla.
Alzo lo sguardo mentre la professoressa riprende a spiegare.
La classe è davvero enorme, troppo per sei soli studenti. Normalmente potrebbe contenere una trentina di banchi.
Ma il termine normalmente non si può applicare al Queen Victoria’s College.
Niente è normale, qui.
I banchi sono separati l’uno dall’altro per impedirci di chiacchierare durante le lezioni.
Come se servisse a qualcosa.
Lily Bennett sta facendo silenziosamente ruotare la sua penna tra le dita con una destrezza da majorette, poco davanti a me, i liscissimi capelli rosso scuro ben pettinati che ricadono ordinatamente sulle spalle.
Jonathan Bailey sembra sul punto di crollare addormentato.
Blake Gray sta costruendo una sorta di cerbottana utilizzando una biro e dei pezzi di carta. Ringrazio il cielo di non essere sulla sua traiettoria.
Charlotte Miller, ovviamente, sta prendendo appunti con diligenza.
Come se ne avesse bisogno.
Damien Knight sta ascoltando la lezione, sembra, ma in realtà il suo sguardo è perso nel vuoto. Questo mi fa preoccupare, ma è troppo lontano perché io possa parlargli. Mi affretto a buttare giù due righe e a strappare il mio foglio. Appallottolo il bigliettino, aspetto che miss Douglas si volti e glielo lancio. Atterra sul suo banco e io mi congratulo con me stessa.
Damien si riscuote e prende il biglietto.

Ehi, Sibilla. Che hai visto?


Lo vedo fare una smorfia e rispondere, per poi lanciare il biglietto.


Stasera pizza, Violet.


Stavolta è il mio turno di fare una smorfia.

Gli faccio un gestaccio da lontano e vedo che ridacchia sotto i baffi.
Il motivo per cui ho chiamato Damien Sibilla –cosa che odia- è che lui è un chiaroveggente.
Il che giustifica pienamente il suo essere spesso di malumore.
Per quanto la capacità di vedere nel futuro sembri una cosa fantastica –lo pensavo anch’io quando l’ho saputo- in realtà è abbastanza difficile. Damien non ha quasi nessun controllo sul proprio potere e spesso deve assistere a scene quali omicidi, incidenti e catastrofi naturali.
Non di certo una passeggiata.
Riguardo al soprannome di Violet, Damien si riferisce al personaggio di un cartone animato che ha la capacità di scomparire.*
Ebbene sì, eccomi qua.
Vanessa Evans, fenomeno da baraccone, la donna invisibile!
Uno spasso.
Qualcuno potrebbe anche in questo caso pensare che essere invisibili sia pazzescamente utile. Non lo nego, ma quando la gente sa del tuo dono tende a diventare estremamente sospettosa nei tuoi confronti, pensando che tu spii ogni conversazione privata.
E poi, se non avessi questo “dono” –non mi piace questa denominazione- ora sarei in una scuola normale, a fare una vita normale.
Non fraintendetemi, mi piace il Queen Victoria’s, e i ragazzi sono i migliori amici che io possa desiderare, ma mi manca il poter essere una qualsiasi diciassettenne senza problemi.
-Signorina Evans, cosa ne pensa?-
Ops.
-Ehm, io … sono … d’accordo?-
-Meraviglioso! Riguardo a che cosa?-
Bella domanda.
-A … quello che stava dicendo prima.-
Qualche risatina da parte dei miei cari compagni.
-Signorina, quante volte devo ripeterle che … -
La porta della classe si spalanca e mi salva la vita.
-Degli intrusi-, ansima Joseph, l’anziano bidello. –Dal preside!-
Ci alziamo tutti contemporaneamente.
-Andate!-, esclama miss Douglas.
Ci precipitiamo verso le scale per raggiungere l’ultimo piano, dove si trova l’ufficio del signor Hermann, il preside del college.
La porta è spalancata, due dei nostri professori stanno lottando ferocemente contro cinque uomini in nero.
Il preside è con loro, attualmente intento a togliersi dalla gola le mani di uno degli intrusi.
-Jon, prendi quello a destra. Lily, quello che sta lottando con Smith. Ness, quello che sta frugando nei cassetti. Charlie e Dam, aiutate miss Lopez. Io vado dal preside.- Blake è un leader nato, non c’è niente da discutere. Può essere arrogante, sprezzante, irritante, ma quando c’è del pericolo sa mantenere il sangue freddo.
Obbedisco istintivamente all’ordine.
Mi basta un istante per scomparire nel nulla. Corro verso l’uomo che sta spalancando i cassetti della scrivania. Gli arrivo alle spalle, prendo un grosso fermacarte in mano e, complice il fatto che nessuno possa vedermi, glielo scaravento sulla testa.
L’uomo cade a terra con un gemito strozzato.
Mi volto.
Un grande leopardo sta azzannando uno degli uomini, che urla per il dolore, cercando di recuperare la pistola che gli è caduta. Lo raggiungo e la raccolgo, allontanandola dalla sua portata. Il leopardo ringhia per ringraziarmi, senza staccare i denti affilati dalla gamba dell’uomo.
Il leopardo è Jonathan, in realtà. Il suo potere è quello di trasformarsi in qualsiasi animale desideri. È anche l’unico che riesce a vedermi quando divento invisibile, perché la mia invisibilità non è altro che un cambiamento nel modo di riflettere la luce, una diversa frequenza: una che gli umani, a differenza degli animali, non possono percepire.
Lily ha appena appiccato fuoco a uno degli uomini, e lo sta controllando perché non si diffonda nella stanza.
Lei può controllare i quattro elementi.
Il modo di combattere di Charlotte e Damien è spettacolare.
Lui prevede ogni mossa, lei è un genio e calcola ogni traiettoria, conosce ogni nervo del corpo umano e sa come ferire, paralizzare, uccidere.
Il loro avversario è già a terra, agonizzante.
Blake, che emette potenti lampi di energia, ha mandato un uomo a sbattere contro il muro. Tutti sono concentrati su quello che sta stringendo tra i denti Jonathan, perché sembra l’ultimo ancora cosciente.
Ma io mi volto per un istante, e lo vedo.
L’intruso scagliato da Blake contro il muro allunga una mano e recupera la pistola.
-No!-, grido.
Ma il colpo risuona nell’aria, seguito da un gemito.
Il preside.
L’uomo sogghigna.
-Missione compiuta-, sibila, prima che io, forte della mia invisibilità, gli tolga l’arma di mano e Blake lo stenda definitivamente.
Miss Lopez e il signor Smith, i nostri insegnanti, sono già a fianco del preside ferito.
-Non respira, maledizione!-, urla Smith. –Bailey, vai a chiamare il medico!-
Jonathan, ancora in forma di leopardo, inizia a correre, dieci volte più veloce di quanto lo sarebbe in forma umana.
Due minuti dopo, il medico della scuola è qui.
Troppo tardi.
-È morto-, dichiara ufficialmente, cupo.
Tutti gli insegnanti, anche quelli appena giunti, tacciono. Io mi ricordo di essere ancora invisibile e ricompaio.
Non riesco a crederci.
Il signor Hermann è stato colui che ci ha salvati.
Letteralmente.
Stavamo distruggendo lentamente le nostre vite prima che lui ci chiamasse per studiare qui, due anni fa.
-Ragazzi, andate nella vostra sala e rimaneteci-, dice il signor Smith, deciso.
Noi non protestiamo e, muovendoci quasi in sincronia, torniamo verso il salotto che fa da anticamera ai due dormitori.
Ci sediamo e restiamo in silenzio a lungo.
-Non posso crederci-, mormora Charlotte dopo diversi minuti.
-Avremmo potuto evitarlo-, dice Blake a denti stretti.
-Abbiamo fatto tutto ciò che potevamo, Blake-, lo correggo io.
-Non è vero-, insiste lui. –A cosa diavolo servono i nostri poteri se non abbiamo potuto evitare che l’unica persona che ci ha aiutati finisse ammazzata?-
-Ci abbiamo provato-, sussurra Lily.
-Non abbastanza!-, sbotta Blake. –Avremmo potuto prevederlo!-
E con questo lancia una frecciatina non troppo sottile a Damien.
-Sai che non posso controllarlo, Blake-, replica lui.
Blake scuote la testa e non insiste oltre.
Il silenzio torna a regnare sovrano, ricordandoci incessantemente che forse avremmo potuto evitarlo.
 
 
 
* si riferisce a Violet, personaggio del cartone animato della Disney Gli Incredibili, che può diventare invisibile.
   
 
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantascienza / Vai alla pagina dell'autore: adamantina