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Autore: Third Moon    23/11/2010    2 recensioni
Cosa ti racconti prima di andare a dormire? Quali sono le esatte parole che ti ripeti con convinzione prima di cedere il passo all'incoscienza?
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quello che ti racconti prima di andare a dormire.

Novembre


Cosa ti racconti prima di andare a dormire? Quali sono le esatte parole che ti ripeti con convinzione prima di cedere il passo all'incoscienza?
E qual è il pensiero che ti assilla e che ritorna prepotente proprio quando sei più vulnerabile?
Esiste un momento, tra la veglia e l'incoscienza, nel quale ciò che reprimiamo, scansiamo, evitiamo durante la giornata riaffiora. Forse vigliacco, quel pensiero ci coglie impreparati e ci trasporta dove vuole. In quel momento siamo vulnerabili: non c'è nessun altro, in quello spazio ombrato dalle luci della veglia.
Riesci ad affrontarti? O sei il tuo nemico più pericoloso?
Scandire lo scorrere del tempo mentre non riesci a prendere sonno: ti rigiri nel letto forse pensando di poter, ancora una volta, seminare quel sentimento che ti insegue.
Ma non è tutto buio: forse, per alcuni di voi, il pensiero è dolce, un piccolo pensiero felice direbbe Peter Pan. Forse è proprio quello che ti permette di chiudere gli occhi e, con serenità, cedere il posto al sogno.
Forse.
Per alcuni, comunque, è ancora diverso; in realtà per ognuno di noi è diverso. Sigmund Freud sosteneva che solo nella dimensione onirica esprimiamo veramente noi stessi; nel sogno si delineano i nostri più lussuriosi desideri e le più ingombranti paure. Per quello che riguarda me ho deciso di riportavi le frottole che mi sono raccontata prima di addormentarmi. Perchè? Perché da qualcuno bisognerà pur iniziare, non credete?
E se non vi riesce, mettetevi seduti con una penna in una mano e una bella tazza di tè caldo nell'altra. Schiaritevi le idee e buttate sul foglio qualche riga.
Io lo farò in quattro storie.


I
La mia prima bugia

Credo, in tutta franchezza, di aver iniziato a costruire quella bugia diversi anni fa. Non ho ricordi né della data, né del giorno preciso in cui tutta la follia è iniziata. Anche sforzandomi, non ci riesco; probabilmente il mio voler datare qualcosa di così imprevedibile non ha poi molto senso. Si sarà costruita lentamente ed io, con la stessa esperienza di un manovale ho sicuramente passato lo stucco a grandi pennellate, per far sì che la mia capanna di mattoni non cedesse al soffio del lupo cattivo. Devo dire che per molto tempo, per quanto la belva soffiasse a pieni polmoni, la mia casetta aveva retto alla perfezione.
Le mie giornate erano sempre uguali a se stesse da quel punto di vista: fiduciosa nelle piccole cose, anche quando mi sembrava di perdermi di vista, mi sdraiavo sul letto e chiudevo gli occhi: si sarebbe sistemato tutto, ciò che mi rendeva così nervosa si sarebbe dissolto in una spessa nuvola di polvere, per poi essere aspirata via dalle fauci di un aspirapolvere.
Fu questa la prima bugia che raccontai a me stessa: credere di poter evitare il mio dolore. Potrei dire che non sia servito a nulla: invece queste bugie grassocce e piene a qualcosa sono servite, anche se non sono state sicuramente utili.
Era conturbante come riuscissi ad inventarmi intere favole, come riuscissi ad avere così tanta fiducia in qualcosa d’inesistente.
Evita il tuo dolore: ecco quello che una volta mi raccontavo prima di addormentarmi.



II
La seconda mano di stucco

La mia piccola capanna continuava a resistere e questo mi trasmetteva un forte senso di onnipotenza: mi controllavo, credendo invece di star ascoltando il mio cuore.
Che fosse palesemente falso, lo scoprii molto più tardi con mia grande sorpresa. L'illusione era diventata una dipendenza, alla pari di qualsiasi altro viziaccio che ti consuma lentamente pur procurandoti piacere; era come una sigaretta dopo un caffé oppure uno schiantino dopo cena: assolutamente superfluo, assolutamente non necessario eppure così confortante.
E' probabile che, a creare tutto questo, avessero contribuito alcuni avvenimenti della mia vita: i miei genitori si sono separati all'incirca quando avevo sette anni. Stranamente io non ne fui scontenta, anzi per motivazioni che non starò qui a scrivere la vedevo come l'unica soluzione.
Nonostante questo, la separazione è un momento particolare che comporta cambiamenti non indifferenti; non che mia madre mi abbia fatto mancare qualcosa, semplicemente una bambina ha bisogno di trovare una valvola di sfogo.
Io la trovai nella mia fantasia, che probabilmente si era trasformata in un sostegno psicologico del quale io abusai senza pietà. Fu così, penso, che cominciai ad aggrapparmi più al sogno che alla realtà e così facendo lo avevo trasformato in tutto quello che non dovrebbe mai essere. La seconda mano di stucco aveva consolidato le mie certezze.
Ormai non mi sembrava neanche più di provare dolore, tanto da stupirmi dei rari momenti di sconforto durante i quali mi rintanavo nella mia fantasia alla ricerca di rassicurazione, come un gattino che si accuccia addosso alla madre.
Rifugiati nella tua fantasia: ecco quello che una volta mi raccontavo prima di addormentarmi.



III
Come un libro può rompere i tuoi schemi

Poco dopo scoprii il piacere della lettura. Pensandoci bene, il fatto che amassi perdermi tra le pagine di un libro e staccarmi dalla realtà per qualche ora, è sicuramente collegato al fatto precedente.
Uno dei primi libri che ho preso in mano è Harry Potter, il primo ad avermi appassionata veramente. Il mio incontro con Harry avvenne per caso quando decisi di regalarlo ad una mia amica d'infanzia per il suo compleanno; poco tempo dopo lo comprai anche io e iniziai quell'avventura, innamorandomene perdutamente. Lessi con costanza, passione, coinvolgimento ogni singola riga e i personaggi diventavano vivi davanti ai miei occhi; vivevo avventure strabilianti e raccoglievo saggi insegnamenti lungo la via.
La prima picconata che incrinò il mio muro mi venne inferta dalle parole dell'anziano preside di Hogwarts, Albus Silente. Preoccupato per il suo alunno, che aveva scoperto l’esistenza di uno specchio magico in grado di riflettere il nostro più profondo desiderio, pronunciò queste parole: -Non serve a niente rifugiarsi nei sogni e dimenticarsi di vivere -.
Quelle parole mi travolsero con un mare in piena, tanto da dare il via al mio personale percorso di crescita: quasi del tutto inconscio, ma essenziale.
Un percorso che mi portò ad essere non più succube dei sogni, ma loro protagonista.
Ed ecco che, per la prima volta, quello che mi raccontavo una volta prima di addormentarmi cominciava a cambiare forma.




IV
Quello che mi racconto prima di andare a dormire

Ed ora eccomi qui, a tarda sera mentre bevo un tè caldo, a scrivere queste righe prima di andare a dormire.
L'idea è venuta così all'improvviso, proprio mentre osservavo le foglioline di tè sul fondo della mia tazza: quasi una premonizione. E' passato molto tempo da quei giorni di illusione ed incertezze. Non che io non continui ad affrontare le mie giornate senza la magia dell'immaginazione, tutt'altro: è il pepe della mia vita. Mi è necessaria come l'aria. Ora certe cose sono cambiate: la mia fantasia è una compagna con la quale passeggiare a braccetto, e continua ad essere un sostegno efficace nei momenti di sconforto. La differenza tra ieri ed oggi è che, finalmente, ho imparato a non scappare dal mio dolore ma a viverlo. Non che io sia una specie di masochista, però ho scoperto che non serve a nulla fingere di stare bene: ascoltare se stessi è una delle migliori cure e comprendersi aiuta a sentirsi meglio. Il percorso non è mai facile e io ho trovato un aiuto nella lettura: il profumo della carta mi inebria e mi rilassa al contempo. Tuttora quando sento il bisogno di un momento interamente mio, trovo un posto appartato e leggo un libro.
Ormai siamo giunti alla fine di questa breve storia e forse vi state chiedendo cosa mi racconto ora prima di addormentarmi; il fatto è che ho imparato a non raccontarmi più nulla e, finalmente, poco prima di addormentarmi l’unico pensiero che aleggia tra sogno e realtà è: sii felice.


--


Che ne pensate? I commenti sono sempre ben accetti: le critiche costruttive anche di più!

Perciò, se vi va, lasciatemi qualche riga: sono curiosa di sapere cosa vi raccontate voi prima di addormentarvi!

Third Moon
   
 
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