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Autore: Mattimeus    29/11/2010    3 recensioni
Venne il giorno in cui l'ultimo dio
scese sulla terra per sostituire il dio precedente e prendere
possesso del suo regno.
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Caleidoscopio divino

Venne il giorno in cui l'ultimo dio scese sulla terra per sostituire il dio precedente e prendere possesso del suo regno. Grande fu il suo stupore quando emerse dal mare! Mirabili cose vide intorno a se: le onde che lo avevano partorito si estendevano infinite fino a lambire le coste del cielo, e lì il blu e l'azzurro si toccavano per delimitare il mondo. La terra era calda sotto i suoi piedi, e lui stesso era scaldato dal magnifico sole,, lucente orologio del mondo. Davanti a lui la chiara sabbia cedeva al verde e lui, preso dal desiderio di immergervisi, avanzò a passi sicuri. Davvero un bel regno gli toccava, in cui la natura era stata così generosa: nella boscaglia trovava ogni sorta di colore, il rosso dei fiori e dei frutti, il viola il giallo e il verde delle bestie del cielo, i colori scuri e profondi delle bestie di terra.

Scorreva l'acqua, tra il fogliame, e il dio decise di fare del letto del torrente il suo nuovo itinerario. Risalì il rivoletto per un tratto meravigliandosi del suo regno quando – oh, meraviglia ancora maggiore – scorse nell'acqua un colore nuovo, come non ne aveva ancora visti: rosso, ma un rosso molto più acceso di quello dei fiori e dei frutti, e il sole sembrava specchiarvisi dentro, e nulla che aveva già visto lo aveva stupito così tanto. Eppure non era una pietra, nemmeno una pianta o un frutto, tanto meno una bestia i cielo o di terra. Salendo ancora trovava altre cose magnifiche: cose trasparenti come l'acqua e l'aria, ma solide come la pietra; cose d'aspetto rigido come i fusti degli alberi ma flessibili e gentili al tatto; cose bizzarre di ogni colore e ognuna doveva collocarsi da qualche parte nell'ordine cosmico, ma il dio proprio non lo capiva. Semplicemente andava salendo il pendio camminando nell'acqua, raccogliendo quelle meraviglie e, dopo averle osservate e dopo averne saggiato ogni caratteristica, le riponeva ammirato al loro posto, per non turbare quell'ordine che non capiva.

Finalmente arrivò ad uno stagno circondato da frondose colline. La vegetazione era intricata in quelle cose, che ora erano dovunque: sul fondo, sulla superficie, incastrate nei rami. Nell'ambiente paludoso quei colori risaltavano ancora di più, sembrava che non fossero originari di quel luogo.

-Sei arrivato, alla fine-.

Una voce l'aveva sorpreso dalla sponda opposta dello stagno: il vecchio dio, quello che aveva regnato sul mondo fino a quel momento, era venuto ad accoglierlo.

-Si, sono arrivato. Spero che mi istruirai su ogni cosa-.

-Lo farò, come il dio prima di me fece con me e il dio prima di lui fece con lui. Così da molto tempo-.

-Così già mi insegni una cosa: che il mondo ha molti anni e che molti furono gli dei passati. Ma io ho una domanda. Cosa sono queste meraviglie di cui non intuisco il senso, ma che sono dovunque?-

-Sappi- rispose il vecchio dio -che questo tuo regno un tempo aveva dei sudditi, ma parliamo di molte ere indietro nel tempo. Quelli che vedi sono i loro manufatti e venendo con me, quando ti farò vedere il mondo, apprenderai e capirai ogni cosa di quello che rimane di loro-.

-Mi stupisco davvero, sapendo che vi furono popoli capaci di superare la natura nella foggia di cose mirabili-.

-Mi stupii anche io all'inizio e dubitai. Quello che sappiamo lo abbiamo appreso solo dai nostri avi né abbiamo altre possibilità, poiché l'ultimo dio che abbia avuto degli adoratori è ormai lontano nel ricordo. Eppure col tempo mi sono reso conto che non ha senso dubitare della parola di chi è venuto prima, perché essa dà modo di spiegare ogni cosa di questo mondo-.

-Dunque io verrò con te, e tu insegnami. Cercherò di non dubitare-.

Fu così che andarono per il mondo, e l'ultimo dio ebbe grande stupore nello scoprire che ciò che aveva visto fin'ora del vecchio popolo erano soltanto i rifiuti e che meraviglie e cose mirabili ancora maggiori lo attendevano.

   
 
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