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Autore: AvevoSolo14Anni    29/11/2010    2 recensioni
E' passato un'altro anno, è finalmente estate e Camp Rock sta per riaprire! A Camp Star rimangono ormai ben pochi campers, mentre il nostro camp preferito è fiorente e in continua espansione. Ci sono tanti nuovi iscritti, come per esempio Melanie, una ragazza molto timida che ama suonare la chitarra e che ha una voce dolcissima, anche se non ne è esattamente consapevole. Melanie è da subito spaventata da tutto il viavai che c'è a Camp Rock, ma grazie a qualcuno riuscirà ad aprirsi e a far crescere il suo talento...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Indifesa

Mi allontano dalle urla, mi allontano da tutto.
Dopo tutti quei giorni in casa da sola sotto le coperte, non avrei mai più pensato che mi potesse mancare il silenzio. Ma è così. Voglio starmene in solitudine e non pensare più a niente.
Mi ha fissato tutto il tempo. Il suo sguardo era così attento… ma questo non basterà. Ormai è troppo tardi, non ho più tempo. L’estate è finita.
Non so davvero dove sto andando. Quando mi guardo intorno realizzo di essere in quello che era stato il nostro rifugio. Ormai i piedi mi ci portano da soli.
Resto in piedi al centro di quella minuscola radura e inizio a piangere ancora più forte.
Quando una mano mi sfiora la spalla non mi spavento, la conosco troppo bene. Il mio cuore si stringe non appena la sente e la riconosce, poi inizia a correre tre volte più velocemente.
Mi giro e finalmente mi ritrovo Jason vicino, finalmente torno a fissare i suoi occhi così espressivi da poca distanza. Mi sono mancati così tanto.
Nel silenzio, aspetto che lui dica qualcosa.
“Melanie” pronuncia il mio nome con attenzione, un brivido mi sale su per la schiena. “Io non capisco. Non so più cosa pensare.”
Questa volta non agirò d’impulso – ho già perso troppo l’ultima volta che l’ho fatto. Rifletto bene prima di rispondere, scegliendo accuratamente le parole.
“La mia canzone non parla chiaro? Pensavo fosse ovvio che l’ho scritta per te, che esprime quello che sento per te” sussurro. Non ho più la forza di parlare normalmente, tutte le mie energie se ne sono andate cantando.
Mi fissa per qualche istante, meditando probabilmente se credermi o no.
“Allora perché l’hai fatto?” chiede infine, con il mio stesso tono di voce.
Non c’è bisogno di specificare a cosa si riferisce. Il suo sguardo è un misto di dolore e sensazione di tradimento.
“Te l’ho detto, non ero in me. Non l’ho deciso… non so nemmeno io perché l’ho fatto. Forse ero così sorpresa da non riuscire a riflettere” rispondo, ricordando bene lo shock che mi aveva investita quell’atto così assurdo.
Non risponde, rimane a scrutarmi.
“E poi forse è stata anche colpa della paura” aggiungo.
Si fa perplesso. “Paura? Di cosa?”
Mi affanno a cercare le parole, e mi sforzo di pronunciarle ad alta voce, guardandolo dritto negli occhi per fargli capire che è la verità.
“Paura perché non mi sentivo abbastanza importante da averti. Paura di non essere all’altezza delle tue aspettative. Paura perché non mi è mai capitata una cosa così, ed è tutto nuovo. Paura perché mi fai provare cose che non ho mai sentito prima e che mi confondono le idee. Paura, perché una volta che ti avessi avuto… avrei potuto perderti. Paura di non poter sopravvivere in tal caso. Ma non mi importa più della paura. Voglio stare con te sempre, sono pronta a seguirti ovunque andrai, perché…”
Rimane immobile, aspettando che io termini la mia spiegazione.
Sembra quasi che stia trattenendo il respiro, in attesa che finalmente riesca a dire ciò che non ho mai detto prima.
Con tutta la forza che mi rimane, abbasso tutte le mie difese, rimanendo vulnerabile. È orribile: sento che con una sola parola potrebbe distruggermi.
Ma devo dirlo, perché dipende tutto da questo in fondo. Prima non ci sono riuscita, ma adesso… adesso devo farcela, o sarà stato tutto inutile.
Il mio cuore batte in modo totalmente innaturale, il mio stomaco è attorcigliato in modo assurdo e ho la nausea mentre finalmente dico quello che sento, continuando a guardarlo negli occhi.
“Ho sempre creduto che quel detto, ‘capisci l’importanza di una cosa quando la perdi’, non mi avrebbe mai riguardata. Ho sempre pensato che sarei riuscita a rendermi conto in tempo di cosa era davvero importante per me, prima di commettere stupidi errori. Ma solo adesso, mentre soffro di un dolore mai provato prima, che mi squarcia il cuore, lo tritura, lo spacca a metà, capisco quanto conti per me. Io ti amo, questa volta sul serio. Da morire. Ne sto morendo. Ti amo per i tuoi sorrisi, per le tue battute, per la tua dolcezza, per la tua semplicità, per come mi capisci, per come mi guardi, per come hai reso quest’estate fantastica, fino a questo momento. Ti amo perché sei stata la prima persona ad avvicinarsi a me, osservarmi, capire che avevo bisogno di aiuto, e anziché fuggire come hanno fatto e farebbero tanti altri, ti sei è avvicinato a me e mi hai presa per mano, facendomi alzare e guidandomi alla scoperta di me stessa. Per come mi hai cambiata, anzi, per come hai fatto emergere la vera me. Per come mi hai dimostrato che per te sono importante. Per ogni parola che mi hai detto, per ogni sguardo che mi hai rivolto, per ogni sorriso che mi hai donato, io ti amo. E capisco che tu sei il mio primo vero amore, che quello provato in precedenza e per cui ho sofferto a lungo era niente in confronto a questo. Perché tutto il mondo svanisce quando sono con te. Perché tu mi fai sentire migliore, mi fai essere migliore, e mi hai fatto passare i migliori momenti della mia vita. E nonostante tutto quello che mi hai  dato, io ti ho ferito irrimediabilmente. E ora non mi arrenderò, lotterò per averti, anche se non ti merito. Almeno devo riuscire a farti stare meglio.”
Concludo senza fiato.
Non ci posso credere, ce l’ho fatta. Gli ho detto tutto.
Resta solo da vedere se questo cambia qualcosa o no.
Non riesco nemmeno a respirare mentre attendo che risponda. Mi sta fissando ancora, so che sta riflettendo sulle mie parole.
Cosa ne sarà di me se non mi vorrà comunque? Mi salgono altre lacrime, poi scendono lungo le mie guance.
Sorride, con un sorriso molto triste. “Penso che tu non sia più timida, ed è merito mio” dice.
Non capisco, cosa centro questo adesso?
Lo resto a fissare in silenzio.
“Mi dovevi un premio per questo. Avevi detto che avresti fatto qualsiasi cosa ti avrei chiesto a momento debito, ricordi?”
Sento una fitta al cuore mentre ripenso a quella chiacchierata felice, che mi pare avvenuta secoli fa. Avevamo appena fatto pace a quei tempi. Vorrei tanto si concludesse allo stesso modo.
Annuisco, sempre più confusa dal discorso.
Mi si avvicina lentamente, finché tra di noi restano solo pochi centimetri.
Mentre mi guarda negli occhi percepisco un cambiamento nei suoi. “Voglio riscuotere il mio premio: lascia che io ti baci, adesso” mormora con una quantità impossibile di dolcezza.
Mentre i nostri visi si avvicinano – ovviamente non si aspetta una risposta – provo una gioia così violenta che mi fa quasi male.
Quante volte ho sognato o desiderato questo momento? Adesso che lo sto vivendo, non posso crederci.
Tutti i pensieri svaniscono quando le sua labbra sfiorano le mie, prima con molta delicatezza. Il bacio inizia con un dolce sfiorarsi, per poi crescere d’intensità. Sento il gusto del suo alito fresco, che mi fa impazzire totalmente.
Infilo una mano tra i suoi capelli, tenendolo stretto, mentre l’altra gli carezza il viso. Sento una delle sue mani tenermi per la testa – come se avessi la minima intenzione di sfuggirgli – e l’altra mi stringe per la vita. Siamo così stretti l’uno all’altra che penso di riuscire a sentir battere il suo cuore.
Cattura un mio labbro tra le sue, come a morderlo senza usare i denti. Istintivamente la mia lingua trova la sua, mentre quel bacio diventa sempre più passionale.
Per tutta la vita mi sono chiesta se esistesse la perfezione: qualcosa di perfetto, una persona, un luogo, un oggetto, un momento. Adesso so che la risposta è sì.
Non so per quanto dura quel bacio così perfetto, ma non vorrei mai doverlo interrompere. Il mio cuore è completamente impazzito, corre così velocemente che penso voglia uscirmi dal petto per stringersi a sua volta a Jason.
Dopo un tempo imprecisato – perché ora come non mai il tempo non ha più senso – lui allontana leggermente il viso dal mio, per prendere fiato. Non mi ero nemmeno resa conto di quanto avessi bisogno d’ossigeno, forse perché il quel momento ogni bisogno che non riguardasse Jason era passato in secondo piano.
Sposta il viso solo di un paio di centimetri, i nostri nasi ancora si sfiorano. Trattiene le sue mani sul mio viso, mentre le mie sono sulle sue spalle massicce.
“Ti amo anch’io” dice, con lo stesso tono dolce di prima.
Incredibile quanta energia continuasse ad avere il mio cuore. Ma in effetti, anche io mi sentivo come ricaricata.
Finalmente, dopo tantissimo tempo, faccio un sorriso vero, addirittura esagerato. E, dopo ancor più tanto tempo, finalmente i miei occhi si riempiono di lacrime, lacrime che non hanno nulla a che fare con la tristezza. Non penso che al mondo ci sia qualcuno più felice di me in questo momento.
 
Quando – mezz’ora dopo il nostro primo bacio – eravamo andati dai nostri amici, era stato molto divertente vedere le loro facce prima stupite e poi felici di fronte al nostro arrivo insieme, con le mani intrecciate e due grandi sorrisi sui volti.
Ci erano corsi incontro, pretendendo ogni dettaglio della storia – soprattutto le ragazze, sempre curiose.
Avevamo spiegato loro cos’era successo – inutile dire che mentre Jason gli diceva del bacio ero rossa come un peperone – e subito sono iniziate le risatine e i complimenti maliziosi.
Avevo valutato uno ad uno tutti loro, per controllare le varie reazioni.
Mi ero stupita vedendo Shane: forse, involontariamente, lo avevo giudicato peggiore di quello che è. Sembrava davvero molto felice per noi. Quando finalmente suo fratello gli aveva rivolto la parola, i suoi occhi si erano accesi di una gioia profonda, di cui non avevo mai indovinato l’esistenza.
Jason, dopo il racconto, gli aveva offerto la mano destra in segno di pace. Shane gli era quasi saltato addosso, abbracciandolo forte. Solo in quel momento avevo capito quanto fosse forte il loro legame.
E non solo quello tra loro due. Con la coda dell’occhio avevo visto il sorriso sul volto di Nate distendersi, raggiungendo dimensioni epiche. Negli occhi gli leggevo la stessa gioia di Shane. Inoltre, avevo la certezza che fosse anche contento per noi, per me – dato quanto mi aveva aiutato.
Le mie amiche avevano tutte ampi sorrisi.
Nel totale, la mia gioia era aumentata ancora.
Adesso, mentre ripenso a tutto questo, sono seduta sulle ginocchia di Jason, accoccolata su di lui. Avvinghiata a lui.
Averlo di nuovo, più di prima tra l’altro, mi da alla testa. Non avrei mai pensato di poter essere così felice.
Le mie braccia sono intorno al suo collo, senza la minima intenzione di mollarlo. Né ora, né mai.
Jason mi stringe a sé, le sue mani sulla mia schiena mi accarezzano delicate, e mi bacia sulla fronte.
Le sue labbra sono morbide e calde, sento bruciare forte la pelle che hanno sfiorato. Così come mi pizzica la schiena nei punti in cui mi tocca.
Senza il minimo imbarazzo – forse per la prima volta in vita mia –, dato che la mia testa è già poggiata sulla sua spalla, mi basta voltarmi leggermente per baciargli il collo.
“Sai, a casa ho un peluche che adoro abbracciare. È morbidissimo, ti rilassa stringerlo. Ma con te non regge il confronto” mormoro, sorridendogli.
Mi guarda e ridacchia. “Sono un peluche anch’io?”
Rifletto. “Mmm, una specie. Sei, come dire… coccoloso.”
Ride ancora. “Grazie, penso.”
“Prego.”
Ora mi guarda con uno sguardo attento, più serio. “Promettimi una cosa, però.”
Lo guardo sorpresa dal cambiamento d’umore. “Tutto quello che vuoi.”
Sorride leggermente. “Promettimi che resterai sempre.”
Sorrido ampiamente, contenta della sua richiesta. Poi mi rendo conto che forse, infondo, ancora non si fida del tutto di me. Come posso dargliene torto? “Resterò sempre, anche quando non mi vorrai più. Non ti sbarazzerai mai di me” affermo, sicura.
Ridacchia, e io sorrido di nuovo sentendo quel suono rilassato. “Non sai quanto ci spero.”
Sono contenta di sentirglielo dire.
“Sai…” inizia, e poi si blocca indeciso. Con lo sguardo lo invito a proseguire. “Ormai ero quasi certo che non ti importasse più di me.”
Un brivido mi sale su per la schiena sentendo quelle parole.
“Non è vero, non pensarlo mai” dico, ancora scossa. “Ero solo troppo sconvolta per combattere. Per fortuna qualcuno mi ha fatta rinsavire.”
Sorride ancora, sembra tranquillo. “Nate?”
Annuisco. “Anche Shane, era pure lui a pezzi.”
Le sue labbra diventano una linea tesa.
“Non devi avercela con lui” mormoro, preoccupata.
“Non ce l’ho con lui, non più. Non stava ragionando… come te” cerca di sorridere, ma non è molto convincente.
“Bene” dico, dolcemente.
“Ti amo” ripete, per la seconda volta.
“Anche io, immensamente.”
Ci scambiamo un grande sorriso, poi le sue labbra tornano morbide sulle mie.





Ed ecco anche il penultimo capitolo! Allora, siete contente??? Spero di sì :)
Non so quanto sarà lungo il prossimo capitolo, ma penso abbastanza perchè dovrò spiegare ancora alcune cose... Quindi non considerate già finita la storia u.u
Anche perchè sono sempre più propensa a scrivere la continuazione :)
ElyCecy: direi che è andata come volevi, no? :D Lo spero u.u Non vedo l'ora di leggere il tuo commento ;)
Haunted__: sono contenta che tu abbia apprezzato la scelta della canzone :) Jason in realtà non aveva reagito subito perchè... era semplicemente troppo sconvolto! Diciamo che ormai dava per scontato che a Mel di lui non importasse più nulla xD
Ora vi saluto... Al prossimo - ed ultimo :( - capitolo!

P.S. Scusate la mia sdolcinatezza eccessiva in questo capitolo, ma che volete farci, sono fatta così xD

  
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