( È
settembre e le persone ancora
ostentano le loro lesioni, come se l’amore potesse essere davvero una medicina. )
Heartless – 20 settembre
191. biglietto dimenticato alla stazione.
Le
strade
formicolavano di persone dai cuori intatti, lisci e perfetti - ci
scappava
qualche infarto, di tanto in tanto, ma erano tutti cuori generalmente
funzionanti e pompavano tranquilli il loro bel sangue, senza temere
fenditure
né crepe - e dalle pelli incrostate o slabbrate o incrostate
e slabbrate
insieme, con le ferite rossastre di ferro coagulato e i graffi bianchi
di
squame secche, o senza pelle, con i muscoli all'aria pulsanti di dolore
esternato.
Andavano
tutti
in giro così: il cuore intatto, dentro, e il corpo a pezzi,
fuori.
Gwendolen
aveva i capelli rossi e le lentiggini e indossava un grazioso vestitino
blu con
le pieghette alla vita, laddove stringeva la cinta. Lei non aveva
ferite sulla
pelle - bianca e immacolata.
Aveva
sedici
anni, Gwendolen, quando si era recata per la prima volta dalla Predicatrice d'Amore, e questa le aveva
detto che si sarebbe innamorata di un uomo con una ferita dietro il
collo e una
sulla mano destra, lieve, poco profonda. Nuova. Avrebbe trovato
quest'uomo alla
stazione.
Ce
n'erano
assai pochi di uomini col collo e la mano destra sanguinanti! Li
guardava con
attenzione e loro guardavano lei, senza pudore alcuno, nella famelica
lotta
dell'amore che assaliva quei tempi di fame. Si moriva d'infezioni
d'amore o si
moriva dissanguati o si moriva infettati e dissanguati insieme. Quando
le
ferite erano ferite del cuore non ci si ammalava mai e uno si teneva il
suo
dolore e il suo appetito ben nascosto agli occhi altrui, e chiudeva il
cuore
dentro la sua gabbia toracica perché gli altri non potessero
salvarlo e non lo
scegliessero solo perché era un cuore in grado di guarire il
loro, di organo
afflitto.
Incontrò
uno
con una putrida ferita sulla guancia, sotto due grossi occhi da bambino
e nel
bel mezzo di una gota smunta e pallida, irregolarmente sbarbata. Teneva
in mano
un biglietto stropicciato e lo teneva come si tengono le indicazioni
stradali
in una città sconosciuta.
Lui
la fissò
attentamente e lei fece altrettanto. Collo e mano destra immacolati:
bocciato.
-
Scusami, -
proferì l'uomo con gli occhi da bambino, dopo qualche
istante di accurato
studio scientifico, - non hai nessuna cicatrice sulla scapola sinistra?
-
A
Gwendolen
venne da sorridere. Che modo buffo di cercare l'amore, quello! Eppure
lo facevano
tutti.
-
No, mi
dispiace. -
-
Oh. - Sembrò
deluso e sbatté le palpebre due volte prima di ricambiare il
sorriso della
bambina. - Ho trovato questo biglietto su una panchina. No, non quella
con la
vecchietta dei biscotti allo zenzero, ma quella alla destra del
controllore che
oggi ha i bottoni allacciati con un'asola di differenza. Non dirglielo,
perché
diventa tutto viola e oggi lo è già diventato tre
volte. -
-
Non potrebbe
riallacciarsi i bottoni? - chiese Gwendolen, aggrottando la fronte nel
tentativo
di spiare i bottoni mal allacciati del signor controllore.
-
Non potremmo
prenderci cura delle nostre ferite da soli senza pretendere che gli
altri lo
facciano per noi? -
La
lasciò
interdetta e Gwendolen rimase a boccheggiare qualche secondo.
L'uomo
si
appoggiò al muro affianco a lei e continuò a
studiare le frettolose ragazze che
sfrecciavano sul marciapiede.
-
Ho trovato
questo biglietto su una panchina e diceva che la mia anima gemella (la
mia,
capisci?) sarà una ragazza con una cicatrice sulla scapola
sinistra. Ma come
faccio io a trovare una ragazza del genere? Mica posso andare a
chiedere a
tutte: ehi, scusa, posso denudarti per provare l'esistenza di una
presunta
cicatrice sulla tua scapol-, sbam, ceffone. - Pausa. Le rivolse ancora
gli occhi
da bambino e questa volta erano deliziosamente allegri.
Gwendolen
sospirò e decretò che era davvero un tipo
simpatico, uno di cui senz'altro si
sarebbe innamorata se la sua anima gemella non fosse uno con la ferita
sul
collo e sulla mano destra.
-
Però a me
l'hai chiesto senza troppi giri di parole. - precisò
ridendo, camminando
all'indietro e allontanandosi lentamente. La gente si spostava quando
lei
indietreggiava, stizzita per l'atteggiamento infantile.
-
Sì, perché
volevo sapere la risposta. - Aveva due occhi troppo grandi e una voce
troppo
sicura, e questo non andava affatto bene.
Spaventata
da
ciò che sentiva, la bambina si voltò e
iniziò a correre; si scontrò con altre
persone e percepì il fetore delle ferite altrui invadere
prepotentemente il suo
olfatto, finché non sentì una dolorosa fitta
proprio sulla scapola sinistra e
comparve un taglio obliquo di quattro centimetri e qualcosina, che si
cicatrizzò molto prima di una qualsiasi ferita normale.
L'uomo
con gli
occhi da bambino, stanco e nuovamente deluso, osservò il
formarsi di una nuova
lesione sulla mano destra e, quando il sangue iniziò a
rotolare giù dai lembi
rialzati della pelle, iniziò a succhiare via tutto il dolore
impastandosi la
bocca di baci non dati.
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Note:
Fanfiction
partecipante all’iniziativa “2010:
A Year Together”
indetta dal Fanfiction
Contest - Collection of
Starlight.