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Autore: deliradubbiosa    09/12/2010    0 recensioni
Un breve sguardo alla vita di Alice prima della trasformazione.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen, Altro personaggio, James
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Precedente alla saga
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“Sei felice? Non intendo adesso, nella vita”.
“Dipende da ciò che intendi per felice. Non sono infelice, ecco”.
Aggrottò la fronte. “Cosa ti impedisce di essere felice?”
“I fantasmi di ciò che ho visto nella mia vita”. La risposta mi giunse più naturale di quanto non avesse mai fatto. “Mi sembra quasi di assistere di nuovo allo spettacolo del male che ho visto…”, del male che avevo commesso. Mi stava venendo a noia la costrizione di essere un mostro – non un dio, capivo finalmente, perché non avevo possibilità di scelta – che mi faceva adesso sentire impotente come non mai. Avrei voluto essere diverso da un assassino… non mi importava delle vite che avevo interrotto, ma filtrata dagli occhi di Alice la mia esistenza sarebbe apparsa come una lunga sequenza di abomini.
“Parli come se avessi cent’anni”, ridacchiò Alice.
“Magari cento no”, risposi cercando di mantenere il tono leggero. Beh, in fondo era vero
Alice inarcò di nuovo le sopracciglia, nella smorfia che mi era tanto cara. “Quanti anni hai?”
“Duecentodieci”.
La sentii tremare per la durata di un battito cardiaco, poi si rilassò. Ridacchiò di nuovo, con una naturalezza che contrastava con le sue parole. “Va bene, per oggi ho sentito abbastanza. Non credo che riuscirei a reggere altro”.
Parlammo per un po’ di argomenti futili, poi la temperatura si abbassò, nonostante stessimo avvicinandoci al mezzogiorno, e decisi di portare Alice indietro.
“Un’ultima cosa”, disse Alice. “Mi fai vedere gli occhi?
Rifiutai.
“Perché”, protestò lei.
“Non ti piacerebbero, credimi”.
Continuò a guardarmi implorante.
Tolsi gli occhiali e scoprii gli occhi amaranto.
Altro brivido in Alice. Inforcai di nuovo gli occhiali.
“Andiamo?”, chiese Alice. Sentii che l’avevo spaventata.
La presi in spalla e tornammo indietro in silenzio.

“Merda”.
“Che succede?”, chiese Alice.
Eravamo ormai vicini – dal mio punto di vista di vampiro – al manicomio e Simmons era appena uscito dalla finestra da cui avevo portato fuori Alice… che ci faceva lì? Sembrava preoccupato. Era preoccupato. Ovvio. Alice non era nel suo letto ed erano scomparsi tanti pazzi… “pazienti”, mi sforzai di pensare.
Quando fummo più vicini – la mia vista sviluppata mi aveva permesso di scorgere Simmons da lontano, e comunque, preoccupato com’era, non avrebbe fatto caso a noi neanche se fossimo stati davanti al suo naso – misi giù Alice e proseguimmo a velocità umana. Non fu necessario spiegarle niente… aveva visto Simmons e capito.
“Conner”, lo salutò. “Che fai qui?”
“Alice, gridò lui, e corse ad abbracciarla. Si rese conto di aver ecceduto, per il rapporto che c’era tra loro, e si staccò da un’Alice deliziosamente arrossita. La vista del sangue che affluiva alle sue guance scurì in fretta i miei occhi . “Scusa. Ma ero preoccupato… eri sparita…”
“Sì, ero con il dottor… con il dottore”. Forse avrei dovuto dirle il mio nome. “Voleva spiegarmi della faccenda delle sparizioni al riparo da orecchie indiscrete”. Però. Sapeva mentire, la ragazza.
“Sì, è per questo che sono qui. Per le sparizioni, ecco”, disse rivolto a me. Aveva un’espressione turbata.
“Novità”, chiesi.
“No, nessuna”.
“E allora perché sei venuto?”
Lo avevo messo in imbarazzo. “Beh, no, in realtà non è per questo che sono qui. Volevo parlare con Alice”.
Capii che il momento era giunto. “Allora mi allontano… vi lascio soli”. Lasciavo l’infermiere libero di portarmi via la mia unica ragione di vita. Non avevo scelta; non ero abbastanza egoista da non volere per Alice il futuro brillante che il matrimonio con Simmons le avrebbe procurato.
Dal bosco, guardavo l’imbarazzo dell’infermiere che girava in tondo e quello di Alice, immobile a braccia conserte. Alla fine l’infermiere si bloccò e, da vicino, sussurrò qualcosa. Alice sembrava sul punto di esplodere dall’entusiasmo; abbracciò il suo Conner con impeto. Lui, lentamente, cercò le sue labbra e la baciò.
Mi sentivo a pezzi.
Mi destai quando vidi un movimento dietro l’angolo ad est del manicomio. Il vampiro che avevo allontanato tempo prima era di nuovo lì e aveva preso Simmons alle spalle. Ero troppo lontano per intervenire. Ma cominciai a correre.
Alice urlava mentre il vampiro, il mostro, né più ne meno di me, per essere oggettivi, il mostro dissanguava l’uomo che le aveva appena dichiarato il suo amore.
Finalmente arrivai. Per Simmons non c’era molto da fare, anzi, l’odore del suo sangue attirava anche me.
Mi posi tra Alice e il vampiro dagli occhi cremisi.
@Eyla Owen: grazie^^ a quanto pare non sono proprio in grado di pubblicare a distanze di tempo inferiori a un mese xD
   
 
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