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Autore: Panenutella    09/12/2010    4 recensioni
Lo guardai meglio: era un angelo….
Aveva il viso cordiale e aperto. Gli occhi neri e profondi come due pozzi guardavano attenti il mondo e risplendevano come la luna. I suoi lineamenti era fini e eleganti, proprio come quelli di un Elfo. La sua stretta era gentile, la sua pelle calda. I capelli corti e neri erano pettinati in modo sbarazzino. Indossava una maglietta bianca a maniche corte e mi salutò con un largo sorriso.
Nella mia mente contorta cominciai a sbavare come un mastino.
ATTENZIONE: la protagonista interpreta il ruolo della figlia di Galadriel – ovviamente inventata da me -, Hery, che ha una storia d’amore con Legolas e segue i protagonisti nel loro viaggio.
La maggior parte degli avvenimenti narrati in questa fic sono realmente accaduti, ma sono raccontati dal POV della protagonista.
Divertitevi, leggete e recensite in tanti! :)
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Orlando Bloom
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Lesley's World'
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La mia vita sul set - cap 2.

- Allora piccola, hai fame? - mi chiese Billy ingoiando un hot dog in un sol boccone come Scooby Doo.
- Non è molto carino, Bil, chiederglielo mentre stai mangiando come un porco - lo informò Dominic. Quei due parevano molto affiatati insieme.
- Ehm... beh, in effetti sì ma... - dissi frugandomi nelle tasche. Sbuffai. - Mi sa che devo saltare. Ho lasciato il portafoglio sepolto sotto i vestiti in valigia e gli unici dollari che avevo li ho spesi in aeroporto. - Elijah scoppiò a ridere.
- Si vede che proprio non conosci Orlando! E' solito offrire la cena a chiunque gli capiti sotto le mani. - esclamò.
- Dài, El, si vede dalla sua faccia che non glielo permetterà! - ribattè Billy.
- Deve averlo capito anche Orlie, visto che sta già tornando con un vassoio in mano.
Assistei a quello scambio di informazioni come un idiota sul punto di ridere, ma quando sentii l'ultima frase mi voltai nella direzione che aveva indicato Billy, e in effetti vidi Orlando dirigersi verso il tavolo con un vassoio carico di patatine fritte e pollo arrosto.
- Facciamo così - dissi interrompendomi ancora prima che aprissi bocca. - Stavolta offro io, ok? E poi per ricompensa ci offri una partita a Monopoli, stasera. Ora ti siedi, e ci facciamo una bella chiacchierata.
detto questo, mi spinse su una sedia e tutti presero a fissarmi insistentemente. Per qualche strana ragione, mi sentii come un imputato in tribunale. Guardai Billy: sorrideva, ma non la finiva di mangiare.
- Siamo tutti d'accordo? Comincio io? - esordì, facendomi sobbalzare. Aveva parlato come se si erano messi d'accordo mentalmente. Inghiottii: "Stupida", pensai "non vedi come sono gentili?".
- Comincio io - concluse Billy. Appoggiò il viso sulle mani e mi fissò per qualche secondo, prima di dire:
- Ok, Les, da dove vieni? - tutti gli altri scossero la testa.
- Troppo scontato, Bill - mormorò Dominic. - Mi aspettavo di meglio da te.
- Silenzio, dai! Voglio sentire la risposta! - protestò Elijah.
- Beh, se intendi la mia residenza attuale, New York. Se intendi il mio Paese natale, Oxford. E se intendi la mia scuola di recitazione, sempre Oxford.
- Vieni da una scuola di recitazione? - saltò su Liv. - Allora sei una novellina! Proprio come Orlie! Ma... - mi scrutò il viso, mentre io, arrossendo, cominciai a mangiare patatine. - ... tesoro, quanti anni hai?
- Diciassette.
- E com'è che hai già preso il diploma di recitazione?
Inghiottii a vuoto.
- I miei avevano notato una predisposizione per la recitazione, così appena finite le medie mi spedirono in una scuola di Oxford che fungeva anche da liceo. E ho finito l'altro ieri. O forse tre giorni fa.
- Allora hai un anno in meno di El, e due in meno di Orlie, Ehi, ragazzi, abbiamo un altro talento in studio!! - urlò Billy. Mezza sala si voltò a guardarlo, e io mi vergognai come se avessi corso nuda su e giù per la scuola.
- Ok, Elijah, se ho capito bene, passa il turno a Viggo. - annunciò Billy, anche se Elijah non aveva dichiarato nessuna "notizia" del genere. Mi sa che si leggevano DAVVERO il pensiero. Si posizionò davanti a Mortensen facendo finta di tenere in mano un microfono e di fargli un'intervista. Viggo mi fissava con occhi azzurri da pazzo. Veramente, non batteva ciglio. Mi stava facendo quasi paura.
- Ora stai attenta - mi bisbigliò Sean Astin nell'orecchio - lui fa domande a reffica. Botta e risposta. Proprio in quel momento, Viggo cominciò.
- I tuoi?
- Lavorano al World Trade Center, a New York.
- Fratelli, sorelle?
- No.
- Cani?
- No.
- Allergie?
- Alla polvere.
- Incenso preferito?
- Brezza marina.
- Qualcosa di rotto?
- La testa quando avevo un anno.
- Come?
- Stavo gattonando, mi sono aggrappata ad una sedia di ferro della cucina dei miei e quella mi è caduta addosso. - (P.S= mi è successo veramente, quando avevo un anno! Tranquilli, tutto ok. :P Panenutella)
Viggo annuì. Ma non era ancora soddisfatto.
- Fame?
- Passata.
- Ricompensa?
- Quale?
Tutti quanti, al tavolo, scoppiarono a ridere.
- La partita a Monopoli - mi ricordò Billy. - No no no no no, aspetta. - fissò Orlie. - Qualche domanda, Orlando Furioso?
- Solo una. - mi fissò. "Oddio", pensai, "ora mi chiede se ho un ragazzo, se lo voglio sposare, oppure...." - Ti piacciono i Boston?

Ok, niente panico. Ricapitoliamo. Dopo la domanda di Orlando, tutti scoppiarono a ridere a crepapelle. Forse per la mia faccia, o forse per glio occhi a cuore che mi erano venuti, non so.
Fatto sta che mi trascinarono nella sala video, dove era messo, su un tavolo, un Monopoli, con tutti i soldi e le proprietà pronte. Ma prima di giocare, Billy e Dom si esibirono in una specie di spettacolino. Presero in mano due microfoni, e acceso lo stereo, cominciarono a cantare Wannabe. Prima Billy.
- Yoh, tell me what you want, what you really really want...
- So, tell me what you want what you really really want....
Tutti battevamo le mani a tempo, anche se stonarono su qualche nota. alla fine, esplodemmo in un grande applauso.

- Complienti, Dom, hai un vero senso degli affari! Tre case e quattro alberghi in Parco della Vittoria! Facevi prima a prenderti tutti i miei soldi! - si lamentò Sean Astin.
- Beh, guarda la nostra nuova mascotte - e mi indicò. - Ha un albergo o una casa in ogni sua proprietà.
- Grazie per la fiducia, Boyd - dissi altezzosa. - Ma debbo ricordarti che di proprietà ne ho due, tu tredici. Me le hai soffiate tutte.
- Oh, ragazzi!! - saltò su Liv (otto proprietà e zero case, tanto per intenderci) - guardate l'ora, è mezzanotte! Ora del concerto!
Capperi, di QUALE concerto stava parlando? Tutti quanti si alzarono, mentre Elijah cominciava già a canticchiare Yellow Submarine  e dicendo "Comincio io!" ogni due parole. Ci sedemmo per terra, e io nell'angolino in mezzo ai due divani. Mi sono sempre piaciuti gli angolini, sono molto rilassanti... mentre Elijah prendeva in mano il microfono e cominciò a cantare, sentii le palpebre chiudersi lentamente, finchè non mi addormentai profondamente, mettendo fine ad una delle più belle giornate della mia vita.

Siete arrivati vivi alla fine del capitolo? Spero di sì! :P
Scusate tutti per il ritardo, ma il Greco mi sta portando via un sacco di tempo... ci devo ancora fare l'abitudine :)
   
 
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