Ciao a tutti. Siamo Mari e Franci e vi proponiamo la nostra vera prima FF. Speriamo vi piaccia e che siate in tanti a recensire. CAPITOLO 1 (Franci)


COME MAI NESSUNO


KRIS POV

Driin! Driin!
Mi svegliai di scatto e diedi un colpo secco alla sveglia che segnava le 06:30.
Soltanto un'ora e i ritmi monotoni di Harvard sarebbero ricomincati. Già da due giorni avevo riportato tutta la mia roba nella camera in cui vivevo per più della meta in un anno e che condividevo con Nikky ed Ashaley che seguivano lo stesso corso.
Chissà per quale motivo due anni prima mi era venuto in mente di iscrivermi alla facoltà di giurisprudenza. Forse lo avevo fatto per allontanarmi da mia madre e dalla sue depressione, che dopo 7 anni dalla morta di mio padre, peggiorava sempre di più.
Ad ogni modo le volevo bene ed ero felice di aver passato le vacanze estive insieme a lei a Los Angeles.
Avevo reincontrato alcuni vecchi amici tra cui Julie e Taylor che si erano fidanzati e Michael. Primo ragazzo, primo bacio, prima volta. Ma eravamo troppo piccoli e inconsapevoli delle nostre scelte. Ecco perchè un mese fa, dopo una lunga nottata insieme, avevo deciso di non vederci più definitivamente.
Non avevo il tempo per storie serie e comunque avrei dovuto impegnarmi e superare anche questo secondo anno.
E l'ennesima estate rimaneva soltanto un ricordo.
"Tu lo sai che ritarderemo se non ti alzi subito?" perchè Nikky era toccata a me?
"E tu lo sai che si bussa prima di entrare nelle camere altrui?" dissi fingendo di essere arrabbiata.
Sapevo che aveva ragione e che avrei dovuto sbrigarmi.
"Lo so Kris, e sò anche che è inutile avere come compagna di stanza la figlia del professore" disse con tono alto per far sì che Ash l'avesse sentita.
"E dovreste anche sapere che lui non giustificherebbe neanche me che sono sua figlia se ritardassi pochi minuti"  urlò Ash dall'altra stanza.
Io e Nikky ci guardammo disperate.
"Ok ok. Faccio una doccia. Veloce" dissi in fretta.
"Veloce" sottolineò Nikky.
Feci una doccia in cinque minuti, indossai una T-shirt, un pantaloncino e le solite all stars, senza preoccuparmi di asciugare i capelli e insieme a Nikky e alla figlia del professore più sexy dell'università  andai a lezione.
Peter Pattinson. Solo il nome mi procurava brividi in ttto il corpo. Non riuscivo a capire come un uomo di 45 anni potesse essere così affascintante e provocante e come potesse dimostrare almeno 20 anni in meno.
"Buongiorno Ashley. Signorina Reed. Signorina Stewart" anche la sua voce mi faceva impazzire.
Feci un cenno col capo e sorrisi imbarazzata. Dopo un anno sempre lo stesso effetto.
Felice di non essere arrivata in ritardo preso posto in un banco più in alto. In meno di cinque minuti iniziò la lezione e io, che pendevo dalle labbra del professore, comincia a prendere appunti.

"Ti rendi conto? Neanche un giorno che abbiamo cominciato e tuo padre ci lascia un quarto di libro da studiare per la prossima settimana" disse Nikky scioccata.
"Per favore Nikky, non farmi pesare il fatto che sia mio padre, io non posso farci niente" disse Ash stufa delle continue accuse di Nikky.
"Io penso che faccia bene. Insomma, deve riabituarci ai ritmi di questa uniersità" dissi con la completa approvazione di Ashley.
"Certo. Certo". Comincia a chiedermi per quale motivo Nikky avesse scelto di venire qui e poi insieme ad Ash scoppiai a ridere guardandola sbuffare come una bambina.
"E ridi che stasera c'è la festa per gli alunni e i professori" disse Ash dandole un pugno sul braccio.
Io corso in camera a decidere cosa indossare per l'occasione, benchè non mi interessasse più di tanto.


Arrivai nella grande sala stufa di vedere tutta quella gente. Non conoscevo praticamente nessuno, non era nel mio interessa fare amicizia con gente che avrei sicuramente perso di vista. Riconoscevo soltanto quelli che frequentavano i miei stessi corsi, di ciu non ricordavo neanche il nome.
"Kris vieni a ballare?" mi chiese Ashley.
"Non ci penso nemmeno. Andate voi e divertitevi" dissi indicando lei e Nikky.
Volevo evitare figuraccie.
"Sicura?" urlò Nikky.
"Sicurissima" risposi convinta.
Mi sorrisero e sparirono nell'immenso salone.
Presi un drink e rimasi in piedi in un angolo.
All'improvviso sentì cingermi la vita e mi girai di scatto sorpresa di vedere il professore Pattinson dietro di me.
"Non si spaventi, voglio solo parlarle un attimo" mi urlò all'orecchio visto il volume alto della musica.
"Usciamo da qui" e cominciò a camminare verso il corridoio. Io lo seguii.
Chiusi la porta alle mie spalle e insieme a lui andai nell'aula in cui seguivo le sue lezioni.
Rimasi in piedi davanti a lui curiosa di sapere il motivo per il quale mi avesse chiamata.
"Non si spaventi, Volevo solo dirle che ho scelto lei e altri quattro studenti per seguire un caso insieme ad un mio caro amico avvocato. Dovreste cominciare con la pratica, Poi le spiegherò meglio di cosa si tratta" perchè aveva scelto proprio me? Ero preoccupata ed elettrizzata all'idea di seguire un vero caso.
"Oh molte grazie professore. Non sò che altro dire".
"Basta questo" sorrise " sono certo che se la caverà" e mi fece l'occhiolino. Arrosii imbarazzata.
"Non se ne vada, può farmi compagnia se vuole. Amo la musica ma non quel genere". Speravo me l'avesse chiesto e non sapevo perchè.
Cominciammo a parlare del più e del meno. Gli parlai della mia famiglia, della morte di mio padre, della depressione di mia madre e della mia decisione di intraprendere questi studi.
Era affascinato, chissà per quale motivo, dai miei racconti e io lo fui dei suoi. Mi raccontò del tumore della moglie che gliel'aveva portata via cinque anni prima e dell'altro figlio, Robert, di 24 anni, che studiava in un'accademia di musica a Los Angeles.
"Sono ancora le 11:00, è così presto. Ma forse per te è già tardi" disse premuroso.
"La festa finirà tardi, domani non avremo lezione e io non ho sonno"gli dissi.
Non mi ero resa neanche conto di quanto ci fossimo avvicinati e improvvisamente mi piombarono in mente la sua età, il fatto che fosse il mio professore e che fosse il padre di Ashley. Ma prima che riuscissi ad allontamarmi ci stavamo già baciando. Sentii la sua lignua dentro la mia bocca e gli regalai la mia con piacere. Aveva una mano sul mio viso, mentre l'altra accarezzava ogni parte del mio corpo. Io comincia a fare lo stesso . Capimmo le nostre intenzioni e in meno di due minuti ci trovammo in camera sua.
"Sei sicura?" mi chiese.
"Io si e tu?" gli dissi convinta.
Al diavolo tutti! Per la prima volta in vita mia stavo facendo qualcosa che fosse piaciuta a me.
Non disse niente e mi sfilò subito il vestitino. Si tolse la camicia e io cominciai a sbottonargli i pantaloni.
Quando anche gli ultimi indumenti furono a terra, cominciò a regalarmi un piacere assurdo, come mai nessuno aveva fatto prima.