Mi guardi, mi parli, mi sorridi, ridi.
Ridi.
Quella risata cristallina che mi ha tanto fatto sognare
in quelle sere d’estate.
Quando urlavi al mondo che io ero tua e che tu eri mio.
Quando eri orgoglioso, semplicemente orgoglioso, di stare al mio fianco.
Quelle sere d’estate rubate ad un angelo di troppo.
Quelle giornate, sempre d’estate, amate allora e così
odiate adesso.
Quei ricordi, rigorosamente d’estate, che non hai
esitato a portarti via.
Quelle corse, spensieratamente d’estate.
Quei desideri espressi ad una stella un po’ troppo
sorda per sentire le nostre flebili voci.
Ed ora non riesco a fare altro che pensare alla parola
più temuta del mondo.
Quella su cui le persone piangono la maggior parte
delle loro lacrime.
“Fine”.