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Autore: A g n e    16/12/2010    19 recensioni
Avevi tredici anni e il tuo corpo non mostrava le forme acerbe dell’adolescenza, ma le linee morbide e un po’ sfilacciate di un’infanzia recisa a metà.
Gellert e Ariana.
110 parole per Emme :)
Questa storia ha parteciparo al "The best of..." contest di Arcadia&Nenefe, classificandosi 6/31 a pari merito.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Gellert Grindelwald
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
- Questa storia fa parte della serie 'Grausam Schwärmen' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Briciole

A Emme, perché di sì.

Avevi tredici anni.

Ne dimostravi a malapena dieci.

Era come se il tuo rimanere piccola fosse l’immagine visibile della tua paura di aprirsi al mondo. Avevi tredici anni e il tuo corpo non mostrava le forme acerbe dell’adolescenza, ma le linee morbide e un po’ sfilacciate di un’infanzia recisa a metà.

E il suo avvicinarsi a te era l’approccio delicato e un po’ sciocco che hanno gli adulti con i bambini: ti porgeva uno dei biscotti che ti piacevano tanto, seminando briciole ovunque, e sorrideva.

Non mi convinceva quel sorriso. Ma ogni giorno riuscivo a convincermi che era sincero.

Mi sbagliavo.

Avevi tredici anni e non ne avresti avuti di più.


Angolino autrice.

Mi è appena arrivata la comunicazione dell'inserimento della mia fic tra le storie scelte *_*
Grazie mille all'amministrazione e ovviamente grazie alla fox che l'ha segnalata :D

Questo è il giudizio del contest.

Che posso dire, oltre che osannare le due giudiciE (nenefe e Arcadia) per l'ottimo giudizio (e l'ottima classifica!)? Nulla, ecco, per cui taccio e vi presento i risultati.

SESTA CLASSIFICATA (a parimerito)
aGNeSNaPe, “Briciole”

GRAMMATICA E CORRETTEZZA FORMALE: 8,95
PARTICOLARITA' STILISTICA E RICCHEZZA LESSICALE: 8
CREDIBILITA' E CARATTERIZZAZIONE: 8,5
ORIGINALITA' E PERSONALIZZAZIONE: 7
GRADIMENTO PERSONALE: 8,25
TOTALE: 40,7

Il punto forte di questa storia di sole 107 parole è l'incisività: con poche pennellate riesce a rappresentare un'immagine efficate e comunque completa, a evocare sensazioni, timori, e a far sì che il lettore intraveda e riconosca i personaggi.

Il problema delle drabble è ben noto: il fatto che siano poche righe può lasciare una sensazione di incompiutezza troppo forte nel lettore – quasi fosse un ghirigoro disegnato su un post-it casualmente. Questa fanfiction, invece, è un esempio di come la drabble possa essere una vera e propria istantanea, che coglie i personaggi in una posa, ma lascia all'occhio dello spettatore abbastanza elementi per intuire il resto, il contorno – in questo caso di eventi e sentimenti.

C'è una scelta che ha reso la storia particolare, nonostante la scena descritta non sia di grande originalità (fa parte di un filone di storie sulla figura di Albus, Gellert e Ariana piuttosto cospicuo e in alcuni casi uguale a se stesso e un po' ripetitivo), ed è la scelta del punto di vista: veramente apprezzata questo Albus-narratore, che parla in seconda persona riferendosi ad Ariana, ma descrivendo le azioni di Gellert.

È stata una scelta davvero apprezzabile, perché ribadisce da un punto di vista strutturale questo intrecciarsi di relazioni intuibile nella narrazione della drabble. Permette inoltre di caratterizzare in modo indiretto tutti e tre i personaggi: sono solo scorci, tratti accennati, poco più di uno schizzo a matita, eppure riconoscibili e concreti, credibili.

Altro buon elemento di riuscita della drabble, è uno stile ben condotto e scorrevole, dal lessico sufficientemente curato, che crea immagini semplici ma incisive. Solo in alcuni punti si allenta un poco la qualità delle espressioni utilizzate, e purtroppo su così poche parole si avverte in maniera piuttosto rilevante.

Ti segnaliamo i punti che non ci hanno convinte appieno, che hanno fatto traballare l'equilibrio della rappresentazione e la qualità stilistica:

  1. l'immagine visibile”, in cui l'attribuzione della visibilità è ridondante e ripetitiva. Non si comprende se sia una scelta voluta o meno, ma anche rileggendo varie volte l'intera frase (“Era come se il tuo rimanere piccola fosse l’immagine visibile della tua paura di aprirsi al mondo.”) non si trovano elementi di validità nell'espressione.

  2. La sostantivazione dell'infinito “Il suo rimanere piccola” è sgradevole alla lettura, spezza la scorrevolezza della drabble – tanto più che si ritrova un successivo infinito sostantivato a pochissima distanza (“il suo avvicinarsi”), creando un fraseggio quasi ricalcato.

È evidente che si tratta di nei, ma proprio per la tipologia di storia presentata la cura in ogni minimo dettaglio è fondamentale. Tanto più che da un punto di vista di correttezza grammatica, la drabble è sicuramente molto valida: gli errori sono pochi, per quanto rilevanti. Ciò che più salta all'occhio è il passaggio di persona:

Era come se il tuo rimanere piccola fosse l’immagine visibile della tua paura di aprirsi al mondo.” Ci ritroviamo sempre nel periodo delle cadute stilistiche, che è evidentemente la frase che fa da “gamba traballante” del tuo ben intagliato tavolo. La seconda persona qui “scivola”: sarebbe dovuto essere “aprirti”, non “aprirsi”.

In aggiunta a questo errore, c'è una frase che sarebbe stata preferibile col congiuntivo: “Ma ogni giorno riuscivo a convincermi che era sincero” (“fosse sincero”), e un periodo che inizia con una “e” di coordinazione senza giustificazione: è slegata, il passaggio è troppo netto.

L'uso di qualche virgola in più (a sostituire qualche segno di punteggiatura pesante), inoltre, sarebbe stato in alcuni punti preferibile – ad esempio prima del “ma” - perché se da un lato l'uso di periodi brevi, quasi secchi, è una scelta, dall'altro una eccessiva frammentazione può andare a discapito della scorrevolezza e della correttezza formale del testo.

Concludendo, infine, la drabble ci è sicuramente piaciuta e ci ha positivamente colpite per la sua quieta e delicata particolarità. Questa Ariana adolescente eppure bimba, destinata a non crescere più, questo Gellert bendisposto eppure in parte ambiguo, e questo Abus che osserva, eppure non riesce a giudicare con vera lucidità, sono personaggi reali e credibili.

Una scena semplice, e forse proprio per questo così immediata, col suo aspetto quasi tenero e il retrogusto amaro.

Il nostro giudizio è, fermo restando le incertezze su alcune espressioni, sicuramente positivo!

   
 
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