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Autore: LyndaWeasley    21/12/2010    22 recensioni
Era la sera della vigilia di Natale, il primo Natale dopo la fine della seconda Guerra Magica.
Il cielo traboccava di stelle luminose e non c’era nulla ad impedirgli di splendere: quella notte la dominavano loro.
La famiglia Weasley si era riunita per le vacanze natalizie e, come di consueto, Molly aveva passato l’intera vigilia e il giorno precedente a cucinare per tutti, dando vita a pietanze a dir poco appetitose; era incredibile il modo in cui avesse raccolto tutta la passione e lo sforzo di preparare tutto al meglio, di creare la giusta atmosfera per passare un Natale felice e senza intoppi.

Una Fan Fiction di Natale, in anticipo, per fare gli auguri a tutti!
Buona lettura,
Lin.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Famiglia Weasley, Harry Potter, Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Questa storia è stata scritta in occasione dell’imminente Natale.
Volevo dedicarla a delle persone con cui passo la gran parte delle giornate, con cui rido, scherzo, discuto, sparo demenzialate e chi più ne ha più ne metta.
Perché voi date un senso alle mie giornate noiose,
perché mi regalate attimi di felicità,
tristezza,
dolcezza (complimenti, non è mai stato facile u_u).
Volevo ringraziarvi, perché ci tengo davvero molto alla vostra compagnia, grazie
In particolare
Mistica, Vogue, Simphony, Walnut, PaytonSawyer, GiulyB, Ichigo, Izumi, Gigettina, AliH, MissBlackspots, Lenobia, Morea, mikyvale, Minnie, Only.Asfe, Somochu,

~●~●~

 

 

Scende giù la neve

[Zucchero - Scintille]

 

 

 

Scende giù la neve, guarda come viene. 
Sto pensando a te e tutto intorno a me... vedo scintille. 

Un bianchissimo manto nevoso si stendeva in tutta la campagna, senza lasciare alcuna traccia dei colori sgargianti dei campi coltivati, né tantomeno quelli scuri della piccola casetta ai piedi di una solitaria collina.
La Tana, in quel momento, più che somigliare ad una casa, sembrava un panettone formato gigante: la neve fungeva da zucchero a velo e le luci accese provenienti delle finestre, erano dei soffici canditi; ogni tanto qualche figura scura ci passava accanto, proiettando così delle ombre sulla neve nell’ampio giardino.
Stelle più di mille, cadono a colori. 
Come figli e sogni, fanno arcobaleni... e poi scintille. 

Era la sera della vigilia di Natale, il primo Natale dopo la fine della seconda Guerra Magica.
Il cielo traboccava di stelle luminose e non c’era nulla ad impedirgli di splendere: quella notte la dominavano loro.
La famiglia Weasley si era riunita per le vacanze natalizie e, come di consueto, Molly aveva passato l’intera vigilia e il giorno precedente a cucinare per tutti, dando vita a pietanze a dir poco appetitose; era incredibile il modo in cui avesse raccolto tutta la passione e lo sforzo di preparare tutto al meglio, di creare la giusta atmosfera per passare un Natale felice e senza intoppi.
Atmosfera che, lei stessa, tendeva ad ignorare...
«Giù le mani!» trillò, quando Ginny allungò le dita in direzione dei Calderotti di zucca. «Ginny, non puoi mangiare i dolci prima della cena!».
La ragazza ritrasse la mano e incrociò le braccia, roteando gli occhi al cielo: quando si trattava di cibo cucinato per delle occasioni importanti – e non solo – la signora Weasley era piuttosto puntigliosa. Quindi inutile descrivere la sua espressione infuriata non appena George entrò in cucina di gran carriera, estrapolò un biscotto dal vassoio argenteo, per poi volatilizzarsi in salotto.
«George!» sbottò alla chioma rossa ormai scomparsa oltre la soglia.
Ginny rise, per poi seguire il fratello, lasciando la madre in preda alle solite crisi isteriche pre-cenone natalizio.
Ci incontreremo sai, sarà di notte...  ci incontreremo sai.
O sarà la notte, ad incontrare noi. 
A credere in noi.

Il salotto era affollato di gente, o almeno, più del solito: il signor Weasley era seduto su una sedia a dondolo ed era intento in una fitta conversazione con suo figlio Bill; all’angolo opposto, George e Charlie trangugiavano biscotti con poco entusiasmo, guardandosi in giro di tanto in tanto; Harry e Ron erano spaparazzati bellamente sul piccolo divano e conversavano tranquillamente, sorridendosi reciprocamente, mentre Hermione stava cercando di spiegare a Fleur l’utilità di un fornetto microonde.
Ginny attraversò la stanza, fece l’occhiolino a Harry, che ricambiò imbarazzato, e si unì alle due ragazze che l’accolsero con un sorriso.
«Dici che me lo regaleranno di nuovo anche quest’anno?» domandò d’un tratto Ron, le braccia spalancate sul poggia schiena del divano e l’espressione greve.
Harry aggrottò la fronte. «Che cosa?».
«Quello stupido maglione» sbuffò l’altro. «Con tutti quelli che ho raccimolato da quando ho memoria, potrei fare regali all’intero Ministero della Magia! Più quelli degli altri – che tanto nessuno di loro li ha mai messi – potremmo farci su un patrimonio! ... anche se non sono sicuro che qualcuno potrebbe avere il coraggio di comprarli».
«Tua madre trova il coraggio per farli» osservò Harry, facendo spallucce.
Ron ghignò distrattamente e prese a fissare un punto indistinto di fronte a lui.
«Se li ha fatti» cominciò Ron con la voce tremante, «credi si sia ricordata di... farne uno in meno?».
Calò il silenzio tra di loro: perfino le voci concitate di Bill e del Signor Weasley sembravano essersi affievolite dietro a quell’affermazione.
«Ron...».
«Dico sul serio» lo interruppe il rosso, «credi si sia ricordata?».
«Ci mancherebbe!» ribatté Harry, un po’ sorpreso da quell’improvviso pensiero del suo migliore amico. «D’altronde non è una cosa che si dimentica facilmente... dai» aggiunse poi, battendogli amichevolmente una mano sulla spalla, «ti va una partita a Sparasc-».
«La cena!» esplose la voce della signora Weasley, con il viso paffutello e leggermente rossiccio che sbucava in salotto e il corpo ancora in cucina.
«Dopo sì» disse Ron, rispondendo al sorriso di Harry, ed entrambi si alzarono per andare finalmente ad abbuffarsi.

 

***

 

Scende giù la neve... come viene lieve. 
Sto pensando a te, in questa notte che... che fa scintille.

Harry osservava aldilà della piccola finestra della cucina la neve che scendeva impetuosa, andando a sovrastare il manto già formato del giorno prima: lui amava la neve, gli dava un senso di tranquillità e di dolcezza.
Certo, quel Natale non era esattamente come gli anni passati... forse un po’ più triste, o solamente più normale: niente minacce, niente intoppi, o quasi.
Ricordava come fosse ieri il suo primo Natale ad Hogwarts; prima di allora non aveva mai dato peso a quella festa, poiché nessuno gli aveva mai dato motivo di amarla. Ma quel primo anno di scuola, assieme a Ron, aveva capito che scambiarsi regali con qualcuno era una delle cose più belle del mondo.
Solo un anno esatto prima era rinchiuso con Hermione in una squallida tenda in un altrettanto squallido bosco... e, sempre quel giorno, aveva visitato per la prima volta la tomba dei suoi genitori e la sua casa.
O meglio, quella che fu la sua casa.
E invece ora era lì, con le persone che amava di più al mondo; non avrebbe chiesto niente – niente – di più, se non il fatto di essere circondato dalla sua vera famiglia.
In conclusione, in quegli ultimi otto anni, non aveva ancora avuto una concezione ben precisa di quella festa. Ma ora era semplicemente... felice.
«Ehi, Harry, me lo passi quel piatto con quella roba arancione?».
«E’ cannella, Ron, cannella» sbottò spazientita Hermione, dandogli un piccolo buffetto sulla spalla. Ron sorrise, leggermente imbarazzato.
Harry tese il braccio e porse a Ron il piatto, che prese poco galantemente una manciata di dolcetti ripieni alla cannella, poi si voltò verso Ginny e offrì anche a lei.
«Grazie» sorrise la ragazza, facendogli pizzicare le guance rosse.
Per qualche strano motivo Harry si ritrovò ad osservare George, intento in una discussione con il padre: era cambiato molto dalla fine della Guerra e tutti, ovviamente, erano a conoscenza della causa; la perdita del fratello gemello aveva gravato su di lui più che su ogni altro.
Dopotutto, aveva perso metà di se stesso.
Ma preferiva non parlarne e questo Harry lo sapeva bene. Non risultava impossibile scherzare o scambiarsi qualche battuta, era più o meno come una volta, solamente che lo faceva con meno entusiasmo e meno alla... Weasley.
«Beh, credo sia arrivata l’ora dei regali!» esclamò la signora Weasley, entusiasta. Con un accenno di bacchetta, tutte le portate si spostarono oscillando sopra al bancone accanto al lavandino: a quelli ci avrebbe pensato più tardi.
Un borbottio concitato si librò nella stanza, e in quel momento il cuore di Harry fece un sobbalzo: erano tutti felici, tutti con un enorme sorriso stampato in volto; lui non vedeva l’ora di dare i suoi regali a Ron, Hermione e Ginny.
Molly Weasley ricomparve dopo qualche minuto buono, con delle enormi buste in mano, dalle quali estrasse – sprizzante di gioia da tutti i pori – dei pacchetti tutti di colore diverso, che distribuì ad ognuno dei presenti: Harry non poté fare a meno di ringraziarla, sia baciandola sulla guancia, sia mentalmente, per essere sempre gentile con tutti, soprattutto con lui.
Una madre, insomma.
E continuò a sorridere anche quando tastò il pacchetto morbido; istintivamente si voltò verso Ron, che in quel momento stava esibendo un’ espressione contrariata come Harry non gli aveva mai visto fare.
Sorrise. Di nuovo.
Aprì il pacchetto e ne fuoriuscì il solito maglione color prugna, con una “H” dorata ricamata al centro e, con sua sorpresa, sui bordi era stata disegnata una linea continua di Boccini.
«Grazie ancora, signora Weasley» disse rivolto alla donna che stava osservando la famiglia dall’alto, come per cercare di cogliere le reazioni di tutti.
Lei sorrise, raggiante. «Oh, figurati, caro!».
«Grazie, mamma» tentennò Ginny.
«Grazie...».
«Il solito grazie, mammina» rise George, posando il maglione nella sedia vuota accanto alla sua.
«Parbleu!» esclamò Fleur, «E’ belissimo! Grazie tonte, signora Weasley!».
Quando tutti ebbero finito di scambiarsi regali e auguri, lei tornò in salotto e ricomparve poco dopo, con un’altra busta...
E non è il tempo sai, che ci manca. 
E non è il vento sai, che ci stanca. 
Che non è il tempo mai... che ci cambierà. 

Arthur le lanciò un’occhiata curiosa. «Molly, cara, non avrai sfornato altri maglioni, vero? Voglio dire» aggiunse dopo, vedendo lo sguardo della moglie assottigliarsi, «insomma, uno basta e avanza ogni anno, no?».
Lei parve tranquillizzarsi. «Certo, Arthur. Ma questo non è per nessuno di voi».
Estrasse dalla busta un altro maglione color verde vischio, anch’esso con una lettera ricamata al centro: “F”.
Che bella luce sei, in questa notte di stelle. 
Diamante nel buio... che fa scintille.

Ron lanciò a Harry un’occhiata preoccupata, della serie “che ti avevo detto?”: possibile che...?
La signora Weasley prese il maglione destinato a Fred e, con assoluta nonchalance, lo sistemò sulla sedia all’angolo che, solitamente, usavano per gli ospiti.
Tutti avevano uno sguardo preoccupato puntato su di lei, che al contrario sembrava tranquilla.
«Mamma...» tentò Ginny, alzandosi dalla sedia e andandole incontro.
Nel giro di pochi secondi tutti i presenti sembravano aver mutato di espressione e Harry, per la prima volta da quando era arrivato, si sentiva realmente triste.
«Nessuno deve dire niente» disse la donna rivolta a tutti, «questo maglione rimarrà qui. Sempre».
Harry era sicuro che lei non si fosse dimenticata, come poteva esserlo, d’altronde? Ma apprezzava davvero molto quel gesto così gentile e così materno.
Ron si voltò verso Harry e sorrise, un sorriso triste ma sincero, che gli fece accapponare la pelle; vide una lacrima scendere sulle guance di Hermione e di Fleur e capì che si erano commosse.
Arthur prese il calice di fronte a lui e lo sollevò. «Buon Natale, Fred, ovunque tu sia».
Pian piano tutti sollevarono i loro calici e sorrisero a tutto, alla vita, al Natale, alla neve, alla loro unione e a Fred, che in quel momento li stava osservando sorridente dall’alto.
«Buon Natale!» esclamò Bill, stringendo Fleur a sé.
Harry non riuscì a trattenere una lacrima, vedendoli tutti lì, tutta la sua famiglia al completo.
‘Cause I believe in this beautiful love... 
and I believe in this beautiful love... 
‘cause I believe in this beautiful love. 

 
«Buon Natale anche a voi».

 

***

 

 

 

Angolo natalizio di me medesima:

 

Spero tanto vi sia piaciuta, ragazze ♥
Vi dico che l’ho scritta con il cuore appositamente per voi, perché ve lo meritate.
Quel “Buon Natale anche a voi” mi piace pensare sia Fred
a dirlo a loro; lo so, è un po’ inverosimile
ma siamo a Natale, concedetemelo u_u
Le frasi attaccate in corsivo, fanno parte del testo della canzone di Zucchero, Scintille, che oltretutto vi invito ad ascoltare se non l’avete mai fatto: è davvero
splendida.
Detto ciò mi dileguo,
sperando davvero che questo minuscolo pensierino sia stato di vostro gradimento^^
Un abbraccio a tutte voi *-*
Con affetto,
Lin.
   
 
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