Burning
Alive
È
come la fiamma di una candela.
Man
mano che usa il suo Alice, riduce la
propria esistenza.
Come
la fiamma di una candela, che brucia e
consuma la cera.
Arriverà
un giorno in cui non rimarrà che un
fondo di cera incandescente. E questa inghiottirà la fiamma,
spegnendola per
sempre.
Natsume
ne è perfettamente cosciente. Nessuno
sa meglio di lui che il suo è un Alice
d’autocombustione. Un potere che va
usato con moderazione, e che prima o poi uccide chi lo possiede.
Ma
è anche l’unico modo che il ragazzo ha per
proteggerla.
Quindi
poco importa che ogni fiamma in cui
avvolge i suoi nemici gli tolga un anno di vita, poco importa che
continui a
tossire sangue.
Non
può permettere che Mikan venga catturata.
Perché se ciò accadesse, perderebbe il sorriso
che gli dà forza, lo sguardo che
lo sostiene, il motivo per cui valga la pena vivere.
Se
lui è la fiamma di una candela, lei è
l’ossigeno che ne permette la combustione.
E
come ogni persona irrimediabilmente
innamorata, è convinto che sia meglio morire che perderla.
Egoismo del cuore;
non vuole essere quello che rimane in vita senza la propria
metà. Come se
lasciare questo dolore a lei fosse meglio… ma per lui non
esistono alternative.
Già
da tempo ha deciso che l’avrebbe protetta, a
qualsiasi costo.
Per
questo motivo combatte come un forsennato,
l’immagine di lei che si allontana con Ruka troppo
dolorosamente nitida davanti
ai suoi occhi. Spera che riescano a scappare, sani e salvi.
Scatena
la furia del proprio fuoco, e sente
questo potere dilaniargli le viscere.
Sa
che si sta autodistruggendo.
Spera
solo che le fiamme ardano abbastanza da
eliminare ogni minaccia; che gli rimanga un infimo spiraglio di forze
per
poterla riabbracciare un’ultima volta.
Il
dolore aumenta, respirare diventa più difficile,
pensare è ormai troppo estenuante.
C’è
solo il radioso sorriso di Mikan a reggerlo
in piedi.
La
disperazione di non riuscire a raggiungerla,
quando Tsubasa gli chiede di rincorrere i suoi amici.
Rosso,
è tutto rosso. Non sente più il proprio
braccio sinistro, un brusio continuo gli riempie le orecchie.
È dunque giunta
la sua ora?
Due
esili braccia gli circondano il corpo.
Più
che comprendere ciò che accade, intuisce è
lei. Mikan, che lo abbraccia con disperazione.
Natsume
la stringe a sé con un sospiro di
sollievo.
Che
la morte venga pure, lo coglierà senza
rimpianti.
Il
suo ultimo desiderio è stato esaudito.