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Autore: Stray cat Eyes     22/12/2010    11 recensioni
Fu tanto morbido nel muoversi ancora, inerpicandosi sopra di lui, mentre cercava d’intrufolarsi nello spazio tra John e il buio sotto le coperte.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note-pre.
Scritta per la Maritombola di Maridichallenge, con il prompt numero 36, Fluff.
Credete che sia fluff? Se non lo è, fate finta di niente. *nods*
Odio i generi!prompts...!













[Floating, feeling]





Si muoveva come se aggirarsi nel letto avesse un senso. Gli si avvicinava piano piano, scivolando come barca sull’acqua, increspando le lenzuola e gonfiandole di vento come vele, quando si agitava troppo e andava giù goffo, facendogli freddo. Veleggiava sul materasso con la risolutezza e la presunta innocenza di una pecorella che cerchi dell’erba da brucare, ostinata a premergli contro il fianco e a bussargli con le dita giusto tra le scapole, perché evidentemente quell’erba doveva essere lui.
“Sherlock, che c’è?” Gli bisbigliò alla fine, risolvendosi a rispondergli prima che bussasse altre cinque o sei volte.
“Fammi posto,” gl’ingiunse lui, masticando filini d’erba e tirandogli un po’ la manica del pigiama.
“D’accordo, ma non sudo rugiada.” Affermazione che il dottore decise di aver soltanto pensato, dal momento che Sherlock non replicò nulla di cattivo o tagliente. Al contrario, fu tanto morbido nel muoversi ancora, inerpicandosi sopra di lui, mentre cercava d’intrufolarsi nello spazio tra John e il buio sotto le coperte.
Ma non fu tutto facile, soprattutto non quando Sherlock si ricordò di avere troppo sonno per continuare a passeggiare sotto il copriletto in cerca di verdi prati e a John s’incastrarono le ginocchia nei pantaloni del pigiama, appena scostati.
Aspetta, non riesco a...
Un bisbiglio o due.
... Così...?
Qualche manovra si rivelò indispensabile.
“... Sher- no, aspett--”
Ma la mossa decisiva finì solo per arrotolarli insieme nel lenzuolo a fiorellini lilla e panna; il che generò qualche problema, nell’immediato.
“John.”
“Mh?”
“È proprio necessario che mi sposti? Perché non ci riesco.”
Watson rispose con un profondo sospiro. Poi gli avvolse le braccia intorno al collo - lontane dalla schiena, coperta dal pigiama solo per metà - e si premette la sua testa contro il petto.
Dormiamo,” annunciò in un sussurro.














Note-post.
Facendogli freddo è qualcosa che tecnicamente non ha molto senso, lo so; ma è terminologia derivante dalla mia infanzia, non riesco a liberarmene. ^^
Il “dormiamo” è anch’esso preso dal quotidiano - di quando io e mio nipote (undici mesi) siamo troppo stanchi (io per cantare ninna nanne e lui per protestare) e io gli dico “Jung Chok, dormiamo”, e lui si appisola sulla mia spalla in automatico. A volte credo che faccia finta. XD
Avventure a parte; stavolta mi ha accompagnata codestacanzoneqquì, e mi sto ancora chiedendo cosa, esattamente, mi spinga a scrivere cretinate ascoltando canzoni che mi fanno venir da piangere e che, in ogni caso, non c’entrano niente. Boh.
Grazie per il tempo concessomi! <3



  
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