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Autore: Hika86    23/12/2010    2 recensioni
«Ma è difficile, voglio dire... lo sai com'è questo mondo» fece notare MatsuJun
«Se posso mettere delle nuvole in un secchiello, allora posso anche arrivare in cima insieme a voi» [Main character: AIBA MASAKI]
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Masaki Aiba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo'

«Non te lo dico il mio desiderio» rispose imbronciato «Se lo dico poi non si avvera. Io lo dico solo alle stelle cadenti» e gli altri si misero a ridere
«Non pensi abbastanza velocemente perchè le stelle cadenti lo avverino!» ribattè uno girando la testa verso di lui
«Ma che dici?» domandò la ragazzina seduta dietro di lui «Masaki non pensa mai!» ridacchiò stringendo la matita nella piccola mano
«Ehi! Non è vero!» esclamò lui raddrizzando la schiena «Adesso penso ad un modo per vendicarmi!» dichiarò prima di mettersi a lanciare palline di carta verso gli amici.
Masaki aveva solo un desiderio quando aveva sette anni: diventare più alto. Amava la pallacanestro, ma era troppo piccolo. I bambini del quartiere avevano formato una squadra e giocavano tutti i sabati al campetto di minibasket e lui voleva entrarne a far parte, ma gli altri gli avevano detto che non poteva: era ancora troppo basso per essere uno di loro.
«Masaki chan!» lo richiamò la maestra «Non mi avevi promesso che avresti seguito tutte le lezioni di oggi? O preferisci che faccia sapere alla tua mamma del vetro di ieri?». Il bambino osservò la maestra con gli occhi sgranati e deglutì a fatica «Mi scusi sensei» pigolò. Era il terzo vetro in un mese che rompeva giocando a calcio con i compagni durante la ricreazione, se sua madre l'avesse scoperto gli avrebbe tolto il budino della merenda per una settimana. Non poteva permetterselo!
«Allora, Masaki chan, vuoi venire alla lavagna? Siccome ho appena spiegato come si risolve questo problema, e tu hai promesso di ascoltare la lezione, riuscirai a rifare quello che ho appena detto» sorrise la donna posando il gesso su un angolo della scrivania, in attesa che il bambino andasse a prenderlo. Gli amici ridacchiarono dai loro banchi e si nascosero dietro i compagni seduti davanti a loro. Masaki storse il naso facendo la linguaccia ad uno di loro poi si alzò e attraversò l'aula per recuperare il gessetto. Con un sorrisino sdentato guardò prima la maestra e poi la lavagna: "TARO CHAN VUOLE COMPRARE 3 MELE A TESTA PER SE' E I SUOI 3 AMICI. LE MELE COSTANO 100 YEN CIASCUNA E IN TASCA NE HA 1.000. QUANTE MELE DEVE COMPRARE TARO CHAN E QUANTO DOVRA' PAGARLE? I SOLDI SONO SUFFICIENTI?"

Masaki entrò nell'atrio dell'asilo stringendo le mani sulle spalline dello zaino in pelle nera. «Ciao Masaki chan»
«Salve Hisaishi san» salutò lui educato, chinando leggermente il capo verso la giovane col grembiule all'ingresso
«Cos'hai? Non mi sorridi come sempre?» domandò quella, chinandosi su di lui, preoccupata
«La maestra mi ha sgridato» ammise colpevole, abbassando lo sguardo «Devo farle firmare un foglio, così saprà che sono stato cattivo e mi darà una punizione»
«Niichan! Niichan!!» strillò un altro bimbo arrivando di corsa lungo il corridoio
«Yucchan, cambiati le scarpe prima» lo avvisò lui vedendolo che stava per scendere il gradino dell'entrata dell'asilo «Non puoi uscire con le uwabaki*» scosse il capo. La giovane li guardò e, quando il più piccolo si diresse ubbidiente alla scarpiera, allungò una mano verso Masaki e gli scompigliò i capelli «Sei un bravo fratello maggiore, sono certa che la mamma saprà perdonarti»
«Se non lo fa posso venire a prendere il budino qui?» domandò mordicchiandosi il labbro inferiore e guardandola tristemente. Quella si sentì una fitta al cuore e annuì «Ma certo, ogni tanto vedrò di tenertene uno da parte».
Masaki e Yusuke uscirono dall'asilo tenendosi per mano, come ogni giorno. Il fratellino aveva tre anni, quattro in meno di lui, e l'asilo e la scuola materna erano una di fianco all'altra. «La bici?» domandò quello
«L'ho messa lì. Hai fame?» rispose Masaki trottando verso la bicicletta e staccandola dal cancello della scuola: sui tubi risplendevano i colori di "Uchū Senshi Barudiosu", che gli era sempre piaciuto un sacco.** «Mashimerro» rispose il fratellino mentre lui lo sollevava per aiutarlo a sistemarsi sul portapacchi
«E' una settimana che li chiedi» osservò cominciando a spingere la bicicletta dal manubrio «Va bene, li vado a prendere. Yucchan, tu aspetti qui e non ti muovi»
«Uhn» annuì Yusuke, ubbidiente. Abbassò il cavalletto e lasciò il mezzo sul marciapiede: gli era permesso andare a scuola con quella piuttosto che a piedi, e di portare il fratellino con sè, solo se non avessero corso in strada. Masaki guardò a sinistra, poi a destra, quindi alzò in aria il braccio e attraversò sulle strisce per arrivare al negozietto di dolci dall'altra parte, quando tornò aveva un secchiello di marshmallow colorati.***
Pedalava tranquillo con il vento che gli sompigliava i capelli che spuntavano da sotto il cappellino giallo**** e gli zainetti nel cestino della bici traballavano ad ogni irregolarità dell'asfalto. Era giornata soleggiata di inizio autunno, quando il vento è già un po' freschino, ma i raggi del sole rendono l'aria ancora tiepida e piacevole. Il cielo era d'un azzurro splendente, le grida dei bambini che uscivano da scuola, accompagnate dalle mamme o in gruppo con gli amici, sembravano rincorrersi nell'aria pulita di quel tranquillo quartiere di Chiba. «Uno per Niichan...» disse Yusuke che aveva il secchiello e aveva il compito di distribuire i dolci, uno a testa. Masaki portò una mano all'altezza del fianco e incontrò quella del fratello che gli tendeva il marshmallow «... e uno a me». Svoltò nelle viuzze senza marciapiedi, serpeggiando tra alcune villette, e si tenne sulla destra finchè una persona sbucò all'improvviso da dietro un angolo. «Oooooh!» esclamò piantando i piedi a terra, fermando la bici facendo attrito contro il terreno «Sei impazzita?!» esclamò guardando la bambina che gli era sbucata davanti all'improvviso: lui era riuscito a rimanere in piedi con la bicicletta e il fratellino, lei era rovinata a terra. «L'ho trovata!» urlarono da dietro l'angolo «Veloci, veloci! E' di qua!» poi alcuni sassolini colpirono la bambina che si rannicchiò a terra singhiozzando
«Guarda cos'ho trovato per te!» annunciò un ragazzino quando lui e una banda di altri quattro la raggiunsero «E' tuo no?» domandò tirandole addosso due parti di un secchiello, rotto più o meno a metà. La piccola alzò lo sguardo lacrimante e osservò il suo giocattolo spaccato. «Oh... oooh Take chan! L'hai rotto... ma nooo» si finse sorpreso uno dei cinque
«Accidenti... devi scusarmi» e sghignazzarono tutti quanti.
Masaki osservava la scena con gli occhi sgranati e Yusuke, la cui testolina spuntava da dietro il suo braccio sinistro, masticava lentamente un marshmallow e alternava lo sguardo dal gruppetto di bulli alla ragazzina, come se fosse stata la puntata di un anime. Un bambino del quintetto si accorse di loro e, come spaventato, richiamò agli altri. Rendersi conto della presenza di Aiba chan li spaventò come se fossero stati colti sul fatto da un adulto o da un poliziotto. «Che cosa state facendo?» domandò lui
«Uno a Niisan» si intromise Yusuke tenendo un marshmallow verso il fratello
«Ehi.. ciao Masa» farfugliò il più grande «Scusa noi... niente» e fece un passo indietro
«Ce ne stavamo andando, giusto?»
«Si, si... andiamo, prima che ci sgridino»
«Ehi! Non andate da nessuna parte!» gli strillò lui abbassando il cavalletto e scendendo dalla bicicletta «Avevi promesso di smetterla Take chan! Chiedile scusa!» gli ordinò con impeto indicandogli la bambina seduta a terra, raccolta su se stessa
«Ma Masa... quella è pazza!»
«Niichan, mashimerro» insisteva Yusuke, impassibile
«Dice che se riesce a mettere delle nuvole in un secchiello si avvererà un suo desiderio»
«E io dico che riuscirò a pensare talmente veloce che una stella cadente ne avvererà uno mio, ma Hiroshi oggi ha solo riso di me» spiegò guardando uno dei cinque ragazzi «Sbaglio? Non mi ha lanciato addosso niente e non ha rotto il mio secchiello» spiegò, era veramente arrabbiato
«Non hai secchielli Masaki chan» fece notare l'interpellato
«Mashimerrooo...» cantilenò il fratello minore, facendo dondolare le gambine
«Fa lo stesso!» arricciò il naso tentando di non arrossire «A me niente dispetti, ma a lei sì? Chiedetele scusa!» comandò nuovamente incrociando le braccia, ma il gruppetto fece qualche passo indietro e se la diede a gambe. A lui non rimase che sospirare rumorosamente e preoccuparsi della ragazzina maltrattata. La guardò che era ancora a terra, ma aveva smesso di piangere. «Sono andati via. Domani dirò a Hiro kun di venire a chiederti scusa» spiegò avvicinandosi «Ma tu non dovresti fare così»
«Così come?» domandò finalmente quella
«Scappi e piangi» le spiegò mettendosi alle sue spalle «Non dovresti permetterglielo. Forza, alzati!» la incitò passandole le braccia sotto le ascelle nel tentativo di sollevarla per metterla in piedi
«Ma sono più forti di me» fece notare la bambina tenendosi sulle gambe da sola
«Niichan, lo mangio io?» Yusuke non cedeva
«No, che non lo sono. La mia mamma dice che se hai un sogno sei sempre forte» ribattè Masaki con decisione «Se ti senti debole per colpa dei tuoi desideri significa che non li vuoi veramente. Se li vuoi veramente allora ti danno energia!»
«E' tuo fratello?» domandò lei indicando il bambino che ancora teneva in mano il marshmallow per il maggiore, ubbidiente all'idea di dividerli equamente. L'altro lo raggiunse e lo aiutò a scendere dal portapacchi «Grazie Yucchan» disse prendendo finalmente il dolce. Mentre masticava stava sistemando i pantaloncini del fratellino che aveva maldestramente scombinato nel prenderlo in braccio. «Ho un'idea. Ne diamo qualcuno anche a...» cominciò a proporre, ma si bloccò guardando la bambina che era con loro
«Akari» si presentò quella
«Ad Akari chan. Poi le regaliamo il secchiello, va bene?»
«Ma lo volevo per i pastelli» ribattè il più piccolo
«I pastelli stanno nella scatola» obiettò Masaki
«Ma questo è più bello»
«Non importa. Ne compro un altro, quello è il vostro secchiello» cercò di intromettersi Akari passandosi il dorso della mano sugli occhi e abbozzando un sorriso «Ma un dolce lo prendo»
«Non lo vuoi più?» domandò Yusuke accennando al secchiello
«No, non importa» scosse il capo lei
«Allora puoi prenderlo» fece il bimbo con un angelico sorrisino, più sdentato di quello del fratello maggiore. Masaki alzò gli occhi al cielo «Scusalo» disse atteggiandosi proprio da fratello maggiore saputello «Allora, se Yucchan ti lascia il secchiello possiamo usarlo. Volevi metterci le nuvole vero?»
«Le nuvole nel secchiello?» domandò il piccolo «Si può?»
«Non si può, per quello mi prendono in giro» rispose Akari mordicchiando il marshmallow, stava quasi per rimettersi a piangere
«Si può invece!» ribattè Masaki con energia «E ti farò vedere come». Fece tornare il piccolo sul portapacchi e invitò Akari ad accomodarsi sulla canna della bici convincendola a seguirli: le avrebbe mostrato un modo per riempire il suo secchiello con tutte le nuvole che voleva.
Presero la discesa che portava al fiume con Yusuke che continuava a lamentarsi che non poteva andare avanti a mangiare i dolci se il fratello non poteva prendere il suo nè passare la sua parte alla nuova amica, ma Masaki si era imposto di tenere entrambe le mani sul manubrio perchè pedalare trasportando tre persone era più difficile che farlo quando erano solo in due. Quando lui aveva chiesto di entrare in squadra non lo avevano trattato male, Kotarou, il capo squadra, aveva undici anni e gli aveva semplicemente detto che doveva crescere ancora un po'! Anche a scuola lo avevano solo preso un po' in giro e si era beccato una sgridata, ma erano tutti amici lo stesso. Sapeva anche lui di non essere capace di pensare velocemente, ma si sarebbe impegnato e tutto sommato sapeva che i suoi amici e la sua famiglia lo avrebbero aiutato e lui sarebbe diventato alto. Nessuno lo maltrattava: nè in strada, nè a scuola, nè mentre si giocava; quindi non si capacitava del perchè qualcun altro lo fosse per un motivo per il quale lui non lo era.
Quando arrivarono al fiume lasciarono la bici a lato della strada e si sedettero nell'erba lungo le sponde. Gli steli erano ancora verde chiaro e solleticavano le caviglie dei tre bambini che si divisero gli ultimi marshmallow rimasti, per la gioia di Yusuke, mentre portavano avanti una chiacchierata composta di tanti discorsi sconnessi: chi erano, cosa gli piaceva, che colore di marshmallow preferivano, quale cibo era il più buono, dove abitavano, le maestre della scuola. Alla fine Masaki passò una foglia nel secchiello vuoto, per pulirlo. «Sei sicuro che si possa fare?» domandava Akari, preoccupata e curiosa insieme
«Si, sicurissimo!» annuì convinto «Rimarrai a bocca aperta!» ridacchiò divertito picchiettando col dito sulla latta del piccolo secchiello facendolo suonare. «Se Niichan dice che si fa, si fa» lo difese il fratello minore, che aveva rivoltato il bordo della maglietta verso l'alto per portarselo alla bocca e mordicchiarlo. Masaki si tolse il berretto giallo e si alzò in piedi avvicinandosi al bordo della riva «Dove vai?» domandò la nuova amica
«Adesso stai a vedere» la avvisò inginocchiandosi e allungando la mano verso l'acqua più in basso, tenendo il secchiello tra le dita «Nuvole... nuvole... nuvole...» farfugliava stringendo i denti, mentre si allungava il più possibile. Yusuke sghignazzò vedendo il fratello con il sedere all'aria e dovette tenersi la pancia dalle risate quando lo vide sparire tra mille schizzi: era caduto in acqua! «Masa chan!» strillò Akari alzandosi per precipitarsi a vedere se stesse bene. Fortunatamente l'acqua era bassa e la corrente molto debole, il bambino riemerse dopo essersi divincolato qualche attimo di modo da tornare con la testa verso l'alto e i piedi in basso, non viceversa. «Stai bene?» domandò quella preoccupata quando o vide riemergere
«Fwaaaa...» sputacchiò intorno a sè «Sì, tutto bene. Ma è fredda!» rise passandosi una mano tra i capelli bagnati. Entrambi risero divertiti finchè il bambino non ricordò perchè era lì. «Oh giusto! Akari chan, volevi le nuvole, vero?» domandò guardando Akari
«Sì, ma come fai a trovarle nel fiume?» insistè quella, ancora incredula
«Così» e sollevò la mano facendola emergere dall'acqua. Il secchiello che teneva tra le dita si era riempito e glielo mostrò: il cielo azzurro sulle loro teste, con qualche nuvola bianca sparsa qui e là, si rifletteva sulla superficie del liquido che si era raccolto lì dentro e la sua immagine tremolava leggermente ogni volta che lo si muoveva. «Le nuvole! Sono nel secchiello!» esclamò la bambina al colmo della sorpresa
«Dove? Dove?» fece Yusuke agitato, raggiungendoli «Ah! Nuvole!» disse quando potè guardare anche lui nell'acqua del secchiello
«Domani vai da quelli e glielo fai vedere. Niente è impossibile se lo vuoi tanto» concluse soddisfatto Masaki, per metà immerso nell'acqua
«Grazie» ringraziò la bambina
«Adesso che sono nel tuo secchiello potrai esprimere il tuo desiderio» sorrise con la frangetta umida che gocciolava acqua davanti ai suoi occhi.

☁ ☁ ☁

Guardava fuori dal finestrino del pullman, abbassato per far entrare un po' dell'aria fresca della notte. Stavano tornando da un concerto. Aiba teneva la testa appoggiata al braccio, piegato sul bordo del finestrino, l'aria gli scompigliava tutti i capelli. «Aiba chan... chiudi, fai corrente» borbottò Nino, girandosi dall'altra parte per continuare a sonnecchiare, ma non accennò a volerlo fare. «Oh» un sussurro e un movimento davanti a lui gli fecero girare il capo per tornare a guardare all'interno. «Oh» salutò in risposta a MatsuJun che gli si era messo in ginocchio sul sedile davanti per girarsi a parlargli. «Così vuoi arrivare in cima eh?» domandò l'altro
«Uhn» annuì tornando a guardare fuori
«Ad Aiba chan piace dire spacconate mi sa» ridacchiò Sho sul sedile dietro di lui
«Dicevo sul serio» ribattè a mezza voce, ma in tono deciso
«Sul serio? E come pensi di fare?» disse pensieroso il più giovane
«Non lo so, non è qualcosa che si pianifica così» rispose arrossendo un po'
«Le cose non basta volerle» lo avvisò il ragazzo alle sue spalle
«Ma se non le vuoi non arrivano. Parte tutto dalla convinzione, se hai la forza di continuare a crederci allora hai anche la forza di realizzarlo» continuò imperterrito Masaki
«Ma è difficile, voglio dire... lo sai com'è questo mondo» fece notare MatsuJun
«Se posso mettere delle nuvole in un secchiello, allora posso anche arrivare in cima insieme a voi»
«Nuvole in un secchiello?» domandò la voce assonnata di Ohno, seduto dietro a Nino
«La piantate di parlare? Non riesco a dormire» farfugliò quello
«Ehi, Nino kun! Aiba chan dice che sa mettere le nuvole in un secchiello» ridacchiò Sho
«Come si fa?» domandò Jun
«Uhm...» mormorò Aiba pensieroso prima di chiudere il finestrino, cominciava ad albeggiare all'orizzonte e avevano tutti bisogno di una sana dormita. «Quando arriveremo in cima ve lo mostrerò» sorrise tra sè.

* Le uwabaki sono le scarpe da interno, quelle che si indossano all'interno dei complessi scolastici dove non si gira con le scarpe che si usano per andare in strada.
** "Uchū Senshi Barudiosu" (宇宙戦士 バルディオス) è conosciuto in Italia come "Baldios, il guerriero dello spazio". E' un anime (con classico robottone) prodotto nel 1980.
*** In Giappone i bambini, se attraversano da soli, spesso strisce alzando la mano per essere visti meglio dai guidatori
**** Molte elementari non fanno ancora portare una divisa scolastica si propri alunni, ma è di norma che indossino un berretto di tela gialla


pant pant... ce l'ho fatta! Non pensavo di fare in tempo >__< e invece... in Japan è già il compleanno del tenero Aibaka, qui da noi manca ancora poco, quindi riesco a non essere in ritardo come invece ho fatto con Kaze (scusa Juuun T_T).
Bon, questa è la one shot su cui rimuginavo da circa cinque giorni, ma l'ho scritta solo oggi. Ormai ho tanto preso la mano con Akai Ito che avevo dimenticato il modo con cui scrivevo Ame: scrivere di Aiba per me è semplice, non so dirvi in che modo, so solo che quando scrivo di lui potrei quasi non rileggere ciò che ho scritto perchè le cose mi vengono fuori in maniera semplice e quasi sempre corretta.
Stavolta è una vera oneshot, ossia è veramente corta XD Non è romantica, non è d'avventura, non è introspettiva. E'... boh, forse non ho preteso che fosse nulla. E' solo un episodio, semplice, allegro, "luminoso" forse... magari speravo che riflettesse l'impegno, la spensieratezza e la sincerità con cui Aiba sembra affrontare le sue giornate.
Auguri Aiba chan. Continua a sorridere e a far sorridere noi di riflesso
Credits per l'immagine del titolo a GeorgiaPeaches. So che quello in immagine non è un secchiello, ma uno specchio però è stato vedendo quest'immagine che ho avuto l'ispirazione quindi ho deciso di usarla comunque.

  
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