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Autore: Secret Whispers    24/12/2010    0 recensioni
Questa fanfiction è l'unica presentata al contest Role sotto l'albero organizzato dal Secret Whispers GDR Forum.
"La sentì tremare, un fremito violento che la percosse tutta e le labbra di lui, leggere e velate in un piccolo e innocente gesto, si posarono su quelle di lei distorcendo una realtà crudele. "
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La fiction che segue è l'unica presentata al contest “Role sotto l'albero” indetto dal Secret Whispers nel mese di Dicembre 2011.
L'autrice, Xasar, ha acconsentito che la sua opera fosse esposta su questa pagina.

 

Titolo: “Il regalo più bello”
Autore: Xasar
Fandom: tratto dalla role Katsuo x Shunya
Personaggi: Katsuo Hoshi, Shunya Yamashita
Avvertimenti: Nessuno

Genere: One Shot, romantico
Breve introduzione: Katsuo e Shunya hanno deciso di passare un Natale in montagna: una settimana bianca per sciare e godersi la vita di coppia.

N.d.A(facoltativo): //

 

 

24 Dicembre. Era la vigilia di Natale, Katsuo stava spalando la neve dal vialetto per accogliere il natale come meglio poteva. In quei giorni era nevicato veramente molto, lasciando le strade coperte da una soffice patina bianca che si era trasformata in una densa coltre di neve.
Era faticoso togliere quei grossi cumuli che ostruivano il passaggio per la porta d’ingresso di casa, ma era estremamente necessario. Quella sera Shunya sarebbe venuta a casa sua per passare la vigilia assieme a lui, e salutare l’avvento del natale assieme.
-Biaaaanco Naaaatal… Fredddooo Cheee Faaaa….- canticchiava mentre ad ogni palata buttava via una spolverata di neve fredda. Gli tremavano le gambe. Faceva veramente un freddo tremendo nonostante portasse un lungo cappotto bianco sopra i suoi abiti già pesanti e gli stivali imbottiti.
Finì di spalare in poche ore quando tornando in casa al calduccio, pronto a togliersi gli abiti pesanti da dosso qualcuno suonò alla porta.
Shunya era lì davanti a lui, già agghindata per la serata. La guardò, scrutandola interamente in tutta la sua visibile bellezza. Aveva un cappotto lungo e nero tenuto aperto e una sciarpa di colore bianco. Un vestito di lana azzurra che arrivava fin sotto il suo sedere, un paio di pantacollants bianchi e stivali alti fino al ginocchio, un accenno di tacco. Un abbigliamento faceva nascere strani pensieri a Katsuo. La sua ingenuità,.. il suo volto da bambina, ogni minimo dettaglio di Shunya lo rendeva euforico, persino più eccentrico del solito. Sarebbe stata una bella serata, avrebbero passato la vigilia nella più completa solitudine e intimità, si sarebbero goduti la loro prima notte d’amore e avrebbero aspettato il Natale assieme, come una vera coppia.

Magari sarebbe stata questa la fine migliore.

Il freddo attanagliava la dita di Katsuo, la fredda pelle del volto di Shunya tra le sue mani sembrava quella di un cadavere. Aveva freddo, tremava come una foglia. Il suo cappotto era diventato un unico pezzo di ghiaccio, immobile nella gelida coltre di neve che li ricopriva entrambi.
L’idea di andare a sciare il giorno della vigilia era stata una buona idea. L’idea di sciare la sera della vigilia lo era stata un po’ meno, anzi, decisamente era stata una scelta pessima. Una valanga si era staccata dalla montagna per via della neve morbida e cedevole. Seppur fossero riusciti a trovare un piccolo riparo, essa non si era attardata a ricoprire tutto con il suo manto freddo e attanagliante, avvolgendoli nella sua morsa. Erano già passate alcune ore da quando era avvenuto l’incidente e probabilmente nessuno li sarebbe venuti a cercare prima del mattino. Chi si sarebbe accorto della loro scomparsa prima dell’alba? Sarebbero riusciti soprattutto a sopravvivere in quelle condizioni?
Katsuo era un tipo resistente, abituato al freddo ma Shunya… lei sembrava così fragile… il suo volto dopo poco aveva iniziato a tingersi di un colore pallidissimo. Le sue mani erano fredde e la voce si era fatta sottile come una lama. Ogni respiro era un tremore impaurito che lentamente le faceva perdere le ultime forze.
Nell’amore mai dichiarato, nei sentimenti a lei sempre nascosti, la prese tra le sue braccia e la guardò con aria limpida, soddisfatto, come se non esistesse niente di meglio da guardare che un viso d’angelo davanti al proprio, coperto di calde lacrime. Dio, quanto non sopportava che lei piangesse, non riusciva a guardarla, proprio non ce la faceva… lo buttava giù, il suo morale crollava come un palazzo in demolizione, eppure…se pensava che non avrebbe più potuto sognare quel viso, quegli istanti così magici che aveva sperato di vivere con lei gli veniva a lui da piangere. Se ne sarebbe di sicuro pentito se non l’avesse baciata subito.
-K-Katsuo… ho-o freddddo…- mormorò lei chiusa nella morsa assassina di quella neve così candida ma così letale. Lui la fissò, la contemplò, l’ammirò e le avvicinò il volto al suo riscaldandolo con il proprio fiato, con il suo calore. La sentì tremare, un fremito violento che la percosse tutta e le labbra di lui, leggere e velate in un piccolo e innocente gesto, si posarono su quelle di lei distorcendo una realtà crudele.
Non l’avrebbe lasciata morire così, non poteva e non voleva lasciarla andare. Non se lo sarebbe mai perdonato. Cercò di trasmettere un po’ di calore alle soffici e fredde labbra di lei, nella speranza che questo piccola azione potesse regalarle altri cinque minuti di vita.
-Perdonami…- disse poi lui. Una lacrima amara gli rigò il volto, sapeva che quanto era successo era causa del suo egoismo. Voleva farsi figo davanti agli occhi di lei, voleva semplicemente regalarle una sera speciale, diversa dalle altre, invece era solo riuscito a metterla in pericolo e a spingere entrambi contro la morte -…è tutta colpa mia- la sua voce si contorse in un mugolio sofferente. Non il suo corpo, ma la sua mente era in agonia.
-Non morirai…. Te lo prometto..-
Non avrebbe mai accettato la fine dell’unica persona in grado di amarlo veramente. Come sarebbe andata avanti la vita senza di lei? E poi lui doveva dirle che l’amava… era forse giusto dirglielo in un momento del genere? A lei forse sarebbe sembrata di più una dichiarazione falsa, di quelle fatte per rendere il trapasso più felice a certe persone. Lui non voleva farlo. Voleva dirlo alla ragazza che amava a una cena speciale, o a casa propria davanti all’albero di Natale, quindi Shunya doveva sopravvivere in tutti i modi.
La strinse forte e attese, versando calde lacrime sul suo freddo volto, ormai non rispondeva neanche più. Fino a poco fa aveva cercato di rassicurarlo dicendogli che stava bene e ora… ora il completo silenzio.
La morsa del freddo la stava portando via e lui non era capace di fare di più sotto quella grotta di neve gelata che li ricopriva.
Improvvisamente una voce, forse lontana, qualcuno che stava passando di lì. Gli venne da gridare aiuto, dire che erano lì, forse li avrebbero sentiti, ma il freddo era così intenso che sembrava che le corde vocali gli si fossero ghiacciate. Dalla sua bocca non uscì più alcun suono. Disperato, con le mani iniziò a grattare il ghiaccio mentre Shunya era adagiata al suo dorso, inerme, forse era già troppo tardi.
Le sue dita si graffiarono, poi iniziarono a sanguinare e infine si lacerarono, tanto stava grattando sulla fredda parete. Avrebbe voluto urlare la sua rabbia. L’unica persona che avesse mai amato veramente se ne stava andando tra le sue mani e lui era completamente impotente e intrappolato nella neve ghiacciata assieme a lei.
Le voci circolarono e passarono allontanandosi. Non riuscì a capire neanche cosa stessero dicendo ma udì chiaramente l’abbaiare di un cane. Forse sotto tutto a quel cemento freddo non sarebbe neanche riuscito a fiutarli,… decisamente era impossibile eppure, quando ci si trova davanti alla fine certa si è disposti a credere anche ad un solo barlume di speranza. Voleva credere che sarebbe riuscito a sopravvivere assieme a lei. Intanto le sue mani avevano smesso di sanguinare per il freddo e stavano diventando chiarissime, pallide come orami era il volto della ragazza.
Era morta.
Se la voce di Katsuo fosse stata udibile, chiunque l’avrebbe potuto sentire. Forse se esisteva un Dio avrebbe compiuto un miracolo per cercare di dare a lui una seconda opportunità di riuscire con lei, di portarla in salvo, di non rifare una simile esperienza. Era colpa sua, lo sapeva, e non se lo poteva più perdonare.
Lacrime accompagnate da forti singhiozzi, erano l’unica cosa calda sotto a quel cumulo così denso. Le forze presero ad abbandonarlo, ormai non aveva neanche più la voglia di sopravvivere, ma soprattutto, di vivere una vita senza lei. Il sonno si era fatto forte, potente come un sonnifero, chiuse gli occhi dolcemente immergendoli nelle proprie lacrime e, in un ultimo singhiozzo, si lasciò andare.

Sentì la voce di Shunya che lo chiamava, probabilmente l’aveva già raggiunta in quello che era il paradiso. Aprì gli occhi ricordando di averli chiusi pochi istanti prima. Una luce bianchissima sembrò quasi perforargli le pupille, istintivamente gli venne da richiuderli tanto era forte. Era veramente trapassato? Era questo quello che si provava dunque? Un calore forte che ti avvolge? Riuscì ad aprire le palpebre, abituandosi pian piano alla luce, gli occhi stanchi misero a fuoco a fatica.
Davanti a sé c’era una grossa lampada. Riuscì a fatica a guardarsi attorno con lo sguardo e capì improvvisamente che non era morto,… ma com’era possibile? Era steso e coperto. Attaccata a un braccio c’era una flebo. Capì che probabilmente doveva trovarsi al pronto soccorso alpino ma… la voce che aveva sentito...
-Katsuo,…-
Si voltò come se le forze gli fossero tornate improvvisamente e vide accanto a sé, a mezzo metro di distanza, immersa completamente sotto le coperte, la dolce ed esile figura di Shunya che a stento riusciva a sorridergli. Tremava dal freddo ma stava bene e soprattutto era viva.
La guardò incredulo, senza riuscire a dire una parola. Gli occhi gli si riempirono nuovamente di lacrime ma stavolta, con un’espressione totalmente assorta e sognante, sgorgarono lente per pura e scintillante gioia.
Era viva… era viva… sì, cazzo, era dannatamente viva. Se quello era un sogno non voleva svegliarsi.
Da fuori la luce del sole trapassava attraverso una finestra e illuminava il volto pallido di lei che nonostante le sue pessime condizioni riusciva a sorridergli. Non riusciva, non poteva e non sapeva come crederci che lei fosse scampata alla morte così, come un vero miracolo. Eppure non riusciva a perdonarsi perché avesse messo in pericolo così la sua vita, giurò a sé stesso che non avrebbe più messo in discussione nulla che li riguardasse, soprattutto il loro destino assieme.
-Perdonami….- disse lui in un sussurro allungando la mano verso di lei, verso le sue guance fredde.
-Perdono di cosa?....- chiese lei timidamente ancora con gli occhi chiusi.
-Se non fosse stato per me non sarebbe successo niente del genere….-
-Se non fosse stato per te…sarei morta adesso…. Non sarei mai venuta in un posto così bello con te,…. Non devi sentirti in colpa. Nel mio cuore ti ho già perdonato, perché è così che si fa quando si ama qualcuno….-
Sapeva che forse quello che stava dicendo le era costato molto, forse era anche arrabbiata con lui, ma quel sorriso che le porse fu abbastanza per tranquillizzarlo. Ella tirò fuori la mano da sotto le pesanti coperte e strinse forte la mano di lui sorridendo, era piacevolmente calda come il cuore di Katsuo che si stava lentamente infiammando di gioia.
Non sapeva dove aveva trovato le forze, ma si alzò dal letto avvicinandosi a lei e inginocchiandosi ai piedi di quello di lei. Poggiò il naso contro quello di Shunya, e con un gesto dolcissimo mai poteva farne in vita sua le carezzò il volto con la mano libera e in sussurro le disse –Ti amo.-

25 Dicembre, ore 12.30. Notizie dell’ultim’ora, i due turisti scomparsi la notte scorsa sono stati ritrovati da una squadra di soccorso accompagnata da 3 cani da Slavina. Situati in un buco sepolto da una valanga ghiacciata, ora sono in salvo presso il Memorial Hospital del soccorso alpino, ritrovati dopo lunghi minuti di scavo. La ragazza S. Yamashita, pare si sia salvata grazie alla presenza di K. Hoshi, che la teneva stretta a sé, regalandole il proprio calore corporeo.
Cercare di dare la propria vita per la persona che si ama la notte di Natale, potrebbe essere il regalo più bello.

  
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