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Autore: Alexiel Mihawk    26/12/2010    5 recensioni
«Dove diamine è il mio reggiseno? L’hai preso tu, Pì?»
«Come no, le piacerebbe» sorride Lalla scatenando una risata generale mentre dall’armadio emergono un dito medio e una pila di abiti.
«Non si aspetti regali da me quest’anno signorina Mafalda! Comunque genio, il tuo reggiseno l’ha preso Crì»
«Ah certo, perché nessuno dice mai l’ha preso Lollo?» risponde l’interessata nicchiando.
[Allo staff del CoS, che poi è la mia famiglia]
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'We are Young'
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Non voglio direi nulla di più, questa storia dice già tutto da sola.
Per voi che siete la mia famiglia.
Perché vi voglio bene anche se non sono sempre in grado di dimostrarlo a parole.
 
We are young, we are strong.
 
We could rule the world
On a silver platter
From the wrong to the right light
To an open stream
With a crash and burn
We could make it better
Turn it upside down
Just you and me
We are the dream
No other way
To be
 
 
Come sempre, da tre anni a questa parte, il giorno di Natale è una lotta contro il tempo per preparare tutto prima dell’arrivo degli ospiti, per riuscire ad addobbarsi come bamboline in festa, in una giostra di colori, regali e nastri luccicanti che volano a destra e a manca – in sacchetti separati però, perché chi non ricicla va all’inferno, o qualcosa del genere.
Come sempre casa loro assomiglia ad un bordello, gente in mutande che gira, che si trucca mentre cucina, che rimane sdraiata a nullafacere  sul tappeto, gente che sclera contro un povero pollo deceduto che non vuole essere riempito, gente che non trova pace in nessun modo.
Il salotto risplende di colori e di luci mentre la voce allegra di Mika accompagna frizzante e leggera il continuo battibeccare delle ragazze.
«Dove diamine è il mio reggiseno? L’hai preso tu, Pì?»
«Come no, le piacerebbe» sorride Lalla scatenando una risata generale mentre dall’armadio emergono un dito medio e una pila di abiti.
«Non si aspetti regali da me quest’anno signorina Mafalda! Comunque genio, il tuo reggiseno l’ha preso Crì»
«Ah certo, perché nessuno dice mai l’ha preso Lollo?» risponde l’interessata nicchiando.
«Ti ho sentito Crì!» ulula da fuori l’unico maschio di quel gruppo di folli « Al massimo posso rubarvi del cibo!»
«Ma che udito hai? Sei peggio di un’aquila!»
Macrì non ha nemmeno finito di parlare che la porta della stanza si spalanca, non esiste più la privacy in quella casa, e Frè entra come una valanga.
«Ommioddio, Livia sta cercando di cucinare la faraona!» ed è il panico.
 
«Ora ripeti con me, ciccia» sillaba Alexia lentamente «io non tenterò mai più di cucinare nulla»
«Non è che dovete mettervi a piangere ogni volta che mi vedete varcare quella soglia, ve l’ho già detto! Non è stata colpa mia se è esplosa la torta! Avevo messo il lievito al posto della farina! Capita a tutti!» borbotta Livia gonfiando le guance.
«Come riempire la faraona con il budino?» chiede Irene gentilmente.
«E fondere le caffettiere?» chiede Frè ridacchiando.
Quella scena non se la scorderà mai nessuno. In fondo erano solo venti minuti che quella povera moka era rimasta sul fuoco a cuocersi a fuoco lento e non era colpa di nessuno se in quel breve frangente di tempo tutte le parti di plastica si erano sciolte e il coperchio si era fuso insieme con la caffettiera, o almeno questo sosteneva la mandarina.
«Estremiste! Se proprio non mi volete in cucina, posso apparecchiare la tavola?»
«Certo, ma stai lontana dai miei tovaglioli!» esclama Giulia accigliandosi «anzi sai che ti dico? Ti aiuto io così facciamo prima!»
 
«Se per te questo è un tovagliolo piegato allora io sono un muffin alla crema, e tutti sanno che io amo solo i muffin al cioccolato!» sbotta Giulia, indispettita nel vedere che i suoi preziosi tovaglioli, anche quest’anno, non sono piegati nel modo giusto.
Livia alza gli occhi al cielo, cercando di non farsi vedere e lentamente scivola alle spalle della mora per dileguarsi silenziosamente in salotto, dove Frèe Ire stanno sistemando i regali per la consueta caccia al “trova il tuo”.
«Ok, deciso, devo assolutamente piegare tutti i tovaglioli a Lilium! E’ la piegatura più indicata quest’anno e quella che risalta maggiormente nelle fotografie.» borbotta quasi parlando da sola, cosa che effettivamente succede anche perché quando si parla di perfezione e ordine nessuno riesce a stare dietro a Giulia. E’ una sorta di uragano che passa sconvolgendo ogni cosa e rubando il cibo, ma finché sarà impegnata con i tovaglioli, la cucina sarà salva.
«Credo che dovremmo seriamente cambiare menù l’anno prossimo, che ne dite del pesce?» chiede Laura, mentre pela coscienziosamente le patate da fare arrosto «perché secondo me non sarebbe male cambiare, insomma potremmo fare un bell’antipasto di polpo, tipo insalata fredda, poi dei tagliolini al sugo di granchio, tipo quelli del panettiere, sono così buoni! E poi potremmo fare del carpaccio di tonno, anzi no, che ne pensate di un bel filettino di tonno? Anzi, ci sono! Sushi! Potrebbe essere originale il sushi a Natale!»
«Ma che schifo! Pesce crudo! Io mica la mangio quella roba lì, non è che sono Bingo bongo bambino di congo; eh, no, seriamente io e il pesce viviamo in due universi diversi, almeno in questa vita.» ribatte con un minimo di ansia Ale, che proprio certi cibi non riesce a mangiarli.
«Però sarebbe stato figo» sibila Cecilia alla faraona con cui sta litigando «calcola che ogni anno dobbiamo comprare due cose di tutto perché siamo delle bestie, ogni anno Angie si fa due volte la fila dal salumiere per farsi dare due faraone, conigli o quello che abbiamo deciso di fare. Potremmo comprare qualcosa di già cucinato.»
Laura annuisce anche perché bene o male l’unica cosa che a tutte piace cucinare sono i dolci, dolcissimi, buonissimi, amorevoli dolcini.
«Ma è Natale belle mie e a Natale non si mangia il sushi, si chiamano tradizioni» borbotta Alex agitando il coltello del pane con astio.
«Sì, sì hai ragione tu, ma posa quel coso eh, che non ho voglia di perdere due dita!» esclama Lalla proteggendosi con una patata.
 
«Vi odio, sappiatelo!» borbotta Frè entrando dalla porta d’ingresso insieme con un refolo di vento gelido e le ciocche rosa adornate da piccoli fiocchi di neve bianca che vanno sciogliendosi lentamente «Mandarmi a comprare i marron glacés la mattina di Natale solo perché così sono più freschi! Io vi odio! C’erano almeno cinquanta persone!»
Come tutti gli anni era rimasta incastrata nella corsa dell’ultimo minuto dal pasticcere, infreddolita e seccata per la folla ora cercava giustamente un po’ di comprensione  dalle amiche, senza trovarne.
«Ma secondo voi, se Rufy e Nami si levassero dalle palle, Sanji non sarebbe perfetto con Zoro? Sì, che tipo Sanji essendo stato con tutti quei trans ora troverà Zoro più che affascinante no? E’ troppo logico!» esclama Macrì rotolandosi sul tappeto del salotto, senza ovviamente prestare attenzione alcuna alla povera Frè.
Sola a darle retta, come sempre, è la stellina luminosa del gruppo, Irene, che avvicinatasi con fare preoccupato le prende i dolci di mano.
«Piiiiccola! Tesoro, dalli pure a me! Cioè mi rendo conto, deve esser stato tremendo! Io odio tutta quella gente così ammassata! Perché non ti fai una doccia prima che arrivino tutti?»
«Quanto tempo ho?»
«Ma tipo un’oretta, Lollo è uscito dieci minuti fa per andare a prendere Alessia, Lau e Tà, mentre la Ele e Angie arrivano in macchina per i fatti loro. Hai tutto il tempo.» risponde Ire mentre, dopo avere passato i marroni a Liv perché li porti in cucina, si mette a sistemare i divani sfatti.
 
E come ogni anno alle dodici in punto suona il campanello, come ogni anno Gina respira per tre minuti in un sacchetto di carta quando si accorge che mancano dieci minuti all’arrivo di tutti e non c’è ancora niente di pronto; Giulia inizia a correre da una parte e dall’altra assicurandosi che tutto sia perfetto; Lalla e Cecilia si buttano sui fornelli sperando che non scoppi nulla, questa volta; Crì si alza e inizia a correre di qua e di là dando una mano a destra e a sinistra; Livia e Frè finiscono di  sistemare i bagni e il salotto e Ire cerca, con tutta la dolcezza possibile, di calmare Gigì, che per altro teme che anche quest’anno non verrà staccato tutto lo scotch dalla carta. E meno male che Lollo ogni volta fa un giro più lungo in macchina perdendo almeno altri cinque minuti.
Però non importa, alla fine in quegli ultimi dieci minuti tutto si sistema, perché in gruppo ce la fanno sempre, basta che si mettano insieme e sono imbattibili, always – direbbe Gigì con il suo ego spropositato da battona in carriera.
Così quando la gente arriva è tutto a posto e come sempre sono tutti pronti a passare un altro meraviglioso Natale in famiglia.
 
What do they know about us?
Are they thinking of somebody else?
Are they wondering what we might be?
Are they thinking of you or of me?
We are young
We are strong
We're not looking for where we belong
We're not cool
We are free
And we're running with blood on our knees













 
   
 
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