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Autore: Sissi Bennett    26/12/2010    11 recensioni
Alla parata dei Fondatori, quello è stato il momento in cui ti ho odiato di più: ti sei avvicinato e mi hai ringraziato dicendo che eri mio debitore.
Ti ho odiato perché sei stato di una sincerità disarmante, perché tu, vampiro sanguinario e opportunista, hai fatto sentire me, strega vittima delle tue ossessioni, in colpa per non avere disattivato quel dannato gingillo che solo qualche ora più tardi ti avrebbe fatto esplodere la testa dal dolore.
Ti ho odiato perché in quel frangente qualcosa nel mio odio si è incrinato.ATTENZIONE: SPOILER DELLA SECONDA STAGIONE!
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bonnie McCullough, Damon Salvatore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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It’s not supposed to hurt this way

“So go ahead
Take it all
You want my soul
Take it all
It’s time to leave
If I’m to live
Because I have no more
There’s nothing left to give”

(Marion Cotillard- Take it all)

 

Ti ho odiato fin dalla prima volta che ti ho visto.

Da quando eri arrivato con Caroline al campo sportivo, sulla tua bella macchina.

Avevi in viso quell’espressione strafottente e lo sguardo ammiccante che avevi lanciato ad Elena mi aveva fatto capire che saresti stato un grandissimo stronzo.

Ti avevo inquadrato già allora.

Ti ho odiato quando t’intrufolasti alla cena, a casa di Elena, una cena organizzata per far conoscere me e Stefan. Una cena in cui tu non c’entravi nulla, ma ti presentasti lo stesso con Caroline e lì mi accorsi per la prima volta di quanto lei stesse male con te.

Non lo dava a vedere, sembrava felice, ma era solo la tua bambolina, il tuo giocattolo, il burattino da manovrare per il tuoi sporchi intenti e lei , per ragioni a me sconosciute a quel tempo, te lo permetteva, completamente succube.

Odiavo il fatto che Caroline fosse così sotto per te. Perché? Mi chiedevo.

Cosa diamine avevi a parte un bell’aspetto?

Poi lo capii. Lo capii la prima volta che ebbi davvero a che fare con te.

Tu facevi paura.

E ti ho odiato, perché se non fosse stato per te quel maledetto ciondolo non sarebbe mai finito nella mie mani, attirando la tua attenzione e quella di Emily.

Ti ho odiato perché mi dicesti che lo rivolevi per proteggermi, invece alla prima occasione cercasti di uccidermi, pur sapendo che io volontariamente non avevo fatto nulla di male. Ti ho odiato perché nei tuoi occhi non c’era alcuna traccia di pentimento.

E ti ho odiato ancora di più quando hai avuto la faccia tosta di chiedermi un favore, dopo che avevo rischiato di rimanere uccisa per colpa tua.

Ma tu volevi il ciondolo per salvare la tua adorata Katherine (la stessa Katherine cui ora ficcheresti un paletto nel cuore se potessi), e dato che era stato distrutto ti serviva una strega per aprire quella cripta. E io te l’ho aperta, cazzo!

L’ho aperta con l’aiuto di mia nonna e non mi hai neanche ringraziato.

Ti ho odiato perché indirettamente ho permesso a ventisei vampiri affamati di andarsene a spasso per Mystic Falls. Ti ho odiato perché mia nonna si è indebolita troppo durante l’incantesimo e se n’è andata.

Ti ho odiato perché tu, Damon Salvatore, hai portato la morte nella mia città.

Alla parata dei Fondatori, quello è stato il momento in cui ti ho odiato di più: ti sei avvicinato e mi hai ringraziato dicendo che eri mio debitore.

Ti ho odiato perché sei stato di una sincerità disarmante, perché tu, vampiro sanguinario e opportunista, hai fatto sentire me, strega vittima delle tue ossessioni, in colpa per non avere disattivato quel dannato gingillo che solo qualche ora più tardi ti avrebbe fatto esplodere la testa dal dolore.

Ti ho odiato perché in quel frangente qualcosa nel mio odio si è incrinato. Ti ho salvato da morte certa, sperando che avessi imparato la lezione, che avessi ritrovato un po’ di umanità, ma me ne sono pentita subito.

Tu sei tornato il solito vecchio Damon e ho deciso di porre dei limiti alla tua follia, senza grandi risultati. Katherine ti ha rifiutato e hai dato di matto: se non fosse stato per l’anello che portava al dito, ora Jeremy sarebbe morto; e io ho ricominciato ad odiarti con tutta me stessa.

Caroline, invece, è diventata un vampiro e quella volta sono stata io a cercare di ucciderti. Ce l’avrei anche fatta se Elena non mi avesse fermata.

In seguito tutto è andato regolarmente: strega e vampiro hanno continuato a non sopportarsi fino a che non l’hai rifatto.

A casa tua, dopo che ti ho aiutato a mettere al tappeto Mason Lockwood e a scoprire dove si trovasse la Pietra della Luna …

Ehi saputella, grazie.

Non sei stato gentile come la prima volta, anzi nei tuoi occhi ho letto anche un certo sarcasmo, come se lo avessi detto giusto perché dovevi.

Nessuno ti ha costretto, però. È stato qualcosa dentro di te a spingerti a ringraziarmi, qualcosa come una … coscienza?

Alla festa mascherata mi hai stupito ulteriormente: hai rinunciato ad uccidere Katherine per far sì che Elena non venisse ferita con lei.

Come se l’affetto per Elena avesse sopraffatto il rancore verso Katherine, come se un sentimento di amore avesse sconfitto quello di odio.

Ma tu potevi provare amore?

È stato allora che ho iniziato ad osservare il tuo comportamento nei confronti della mia migliore amica: il modo in cui la guardavi, in cui le giravi attorno, in cui pendevi da ogni sua parola; eri protettivo oltremisura. Ora posso affermare davvero che di lei t’importa.

Poi è arrivata Rose, la vampira che voleva scambiare la tua preziosa Elena con la sua libertà. Ti sei fidato lo stesso di lei e alla fine l’hai accolta come un’amica.

È stato strabiliante il modo in cui ti sei prodigato per salvarla dal morso di lupo mannaro, anche se i tuoi tentativi non solo valsi a niente.

Per non parlare di come ti sei, forse senza nemmeno accorgertene, legato ad Alaric. A modo tuo ti sei affezionato anche a Caroline.

Da lì ho odiato anche me stessa, perché non mi risultava così semplice detestarti come all’inizio. Ti ho odiato perché mi sono accorta che sono l’unica nel gruppo a non contare niente per te. Sono solo la strega che ti serve per proteggere Elena, sono solo quella che puoi friggerti il cervello in un instante ed è per questo che non mi uccidi.

La cosa, comunque, per i primi tempi non mi ha toccato molto; ero solo contenta che la tua anima lentamente si stesse liberando dalla sua prigionia. È stato bello vedere che ti aprivi verso gli altri, che in fondo tenevi alla nostra protezione; cioè non alla mia, esclusi quei due “grazie” tu non mi hai mai tenuta molto in considerazione, ma a me andava benissimo così.

Quando ho creduto, infine, che io e te avessimo trovato un equilibrio per collaborare civilmente, eccoti pronto a rovinare ancora tutto.

Era buio e volevo arrivare a casa il più in fretta possibile: ho attraversato la strada senza guardare, distrattamente. Non ho fatto caso alla macchina che stava passando e ora sarei quanto meno all’ospedale se tu non mi avessi trascinata via per un pelo.

 

“Perché?”.

“Perché cosa?”.

“Damon, io non ti piaccio. Che motivo avevi di aiutarmi?”.

“Non puoi limitarti ad un grazie?”.

“Seriamente: sai che io non avrei usato la stessa cortesia?”.

“Ti ero debitore”.

“No, non è vero. Io non ho veramente disattivato il congegno, non ti ho davvero salvato la vita”.

“Bonnie, ci deve essere sempre per forza un motivo?”.

“Sì!”.

“Elena non avrebbe sopportato di perderti. L’ho fatto per Elena”.

 

Hai cercato tante volte di ferirmi, ma io ero di ghiaccio. Non m’importava di quello che avresti potuto farmi.

Hai tentato di squarciarmi la gola, mia nonna è morta, quasi ogni giorno mi ricordi di come ti sarebbe facile entrare in camera mia mentre dormo e succhiare tutto il sangue che ho nel corpo. Pensavo di essere ormai immune ai tuoi attacchi.

Invece quelle due parole mi hanno ferita più di quanto possa dire.

Per Elena.

Sono stata più affilate dei canini che mi hanno tagliato la gola quella volta nel bosco, mi hanno colpita più in basso, al petto.

Per Elena.

Non per me. Io non sono niente.

Ora sono stufa di combatterti.

Lo ammetto. Mi arrendo.

Hai vinto tu.

Mi hai ferita.

E fa male.

 

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Cos’è questa cosa?

Boh, non lo neanche io, è qualcosa che ho scritto di getto, in mezz’ora e non so bene cosa ne sia uscito.

È da poco che ho scoperto la seria “The Vampire Diaries” e devo dire che mi ha attirato subito. Questa one-shot ripercorre brevemente i fatti della prime due stagioni della serie e non tiene conto dei libri.

Mi piacciono di più gli sviluppi del telefilm rispetto agli eventi del libro, mi piace di più il carattere di Bonnie e il suo rapporto amore(zero)-odio(tanto) con Damon.

Probabilmente Bonnie mi ucciderebbe se vedesse cosa ho scritto, perché i suoi pensieri, per come siamo rimasti nelle vicende della serie, sono di certo molto diversi; ma a me piace immaginare che sotto tutto quell’astio si nasconda qualcosa di più.

Ovviamente la scena del salvataggio e il dialogo tra i due sono stati inventati da me, mentre tutto il resto trova riscontro nella serie.

Per quanto riguarda la morte di Rose: io non so come andrà a finire, ma l’ultimo episodio ci ha lasciato intendere che non sopravvivrà al morso, quindi ho voluto inserire questo particolare in più.

 

Vi auguro Buon Natale in ritardo! E Felice Anno Nuovo in anticipo!

 

Ps: il titolo è un verso della canzone “Why” di Avril Lavigne.

  
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