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Autore: hotaru    27/12/2010    3 recensioni
- Mercoledì trenta gennaio grandinerà – ripeté lei, scandendo bene ogni singola parola.
- Piantala, Haru...
- Me l'ha detto il vento.
- Eh? - seguì un attimo di silenzio, nel quale Kafuu cercò di capire se aveva sentito bene. Ma Haruka era serissima, anzi sembrava quasi sfidarlo a crederci: come se stesse testando quanto poteva fidarsi di lui.
Prima classificata al contest "Progetto Cinema- prima edizione" di Erena-chan e terza classificata al contest "Il giorno che mi cambiò la vita" di DominoWhite
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Haruka/Heles
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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1- Sospesi nel vuoto La canzone a cui si fa riferimento nel capitolo è "Amazing" di Alex Lloyd

Winter Hail- Grandine d'inverno


Winter Hail- Grandine d'inverno

Sospesi nel vuoto


"Mi ricordo che una volta desideravo diventare come il vento.
Era diventata un'ossessione, per me.
Volevo sfuggire alla forza di gravità e volare nell'aria, leggera e libera, come il vento.
Quello era il mio sogno più grande."

(Haruka, episodio 106)


Tanto per ingannare il tempo che non passava e la fila che non scorreva, aveva cominciato a concentrarsi sul proprio respiro, cercando di dare alla nuvola di vapore che gli usciva dalle labbra la forma che voleva. Senza successo.
- Che fai? Fumi? Attento che non ti veda qualcuno della scuola – disse la ragazzina in piedi accanto a lui, altrettanto intenta ad aspettare.
- Io finirei più nei guai con mia madre, altro che la scuola – ribatté l'altro, stando allo scherzo.
- In effetti sì – lei lo imitò, soffiando nell'aria gelida una nuvola indistinta – Stato gassoso, no? -.
- Geniale. Hai studiato? -.
- Piantala. Anche se è il tuo compleanno, niente mi trattiene dal darti un pugno come si deve – mise in chiaro la ragazzina.
L'altro fece spallucce, per niente toccato da tale dichiarazione.
- Non sei nella posizione, lo sai. Sbaglio o sono il tuo garante? La tua unica possibilità di sfuggire davvero alla forza di gravità dipende da me, no? -.
Lei non rispose, apparentemente concentrata sulla fila che aveva iniziato a muoversi. Il ragazzino ridacchiò sotto i baffi, segnando col pensiero un punto a proprio favore: era un'impresa tutt'altro che semplice avere l'ultima parola con Haruka di tanto in tanto, e lui era uno dei pochi eletti che a volte ci riusciva.
Lanciò un'ulteriore occhiata alla mostruosità a cui si stavano lentamente avvicinando, non riuscendo ancora a credere a ciò che stava per fare. Non era davvero sicuro che sarebbe stato pericoloso, anche per lui, ma il fatto di non averne parlato a sua madre la rendeva la cosa più proibita che si fosse mai azzardato a fare. Sorrise, più eccitato che mai: a quanto pareva la sua ribellione adolescenziale era iniziata a dodici anni appena compiuti.
I suoni e le musiche del luna park si confondevano in una cacofonia pazzesca, e da dove si trovavano loro i seggiolini della giostra sembravano sospesi nel vuoto, come una grande altalena attaccata direttamente al cielo.
- Guarda un po': saremo così in alto che sentiremo il vento anche se quaggiù non c'è un filo d'aria – disse Haruka, avanzando di un paio di passi man mano che la fila proseguiva, per poi dargli una leggera gomitata nelle costole – E se l'addetto te lo chiede... -.
- Sì, lo so – si scambiarono uno sguardo complice. Su quella giostra si poteva salire solo se si erano compiuti dodici anni, e lui avrebbe dovuto giurare su cielo e terra che anche la sua amica li aveva. Alla fin fine non era una bugia così grossa, in fondo le mancava solo un mese.
Dopo circa un quarto d'ora arrivò il loro turno. Il responsabile dell'attrazione li squadrò sospettoso, per poi rivolgersi a lui:
- Il tuo amico ce li ha, dodici anni? -.
- Sì, siamo nella stessa classe – rispose lui senza batter ciglio. Haruka non smentì il giovane che l'aveva scambiata per un maschio, e si diresse tranquillamente verso uno dei seggiolini quando lui si convinse e li lasciò passare.
Solo quando furono seduti si lasciarono scappare un sorrisetto di vittoria, che morì sulle labbra del ragazzino non appena la giostra accennò a muoversi. Il cuore iniziò a battergli freneticamente, in quel modo che doveva assolutamente cercare di controllare. "Calmati... calmati...".
- Tranquillo, Kafuu, ci sono pochissime probabilità che proprio il tuo seggiolino si stacchi mentre il meccanismo è in funzione – fece Haruka rassicurante, voltandosi verso di lui mentre il vento le scompigliava i corti capelli biondo cenere.
- Grazie, eh! Dopo che ho mentito per te... - malgrado le parole della ragazzina, vederla perfettamente a suo agio lo distese, e la tensione si allentò.
- Esagerato! In fondo è quasi vero che siamo nella stessa... - Kafuu non sentì più nulla, perché i seggiolini presero velocità e iniziarono a volteggiare intorno alla struttura principale.
Quanto sentì le prime lame di vento fu certo che gli avrebbero fatto uscire il sangue dalle labbra, e il sole limpido di quella mattina non rendeva affatto la temperatura più mite.
Eppure, non appena la giostra prese velocità, rimase senza parole. Non aveva mai provato niente... niente del genere. Haruka aveva ragione: sembrava di volare.
Se stringeva appena gli occhi, il sole del ventisette dicembre gli riempiva la retina di giochi di luce, e gli stralci di nuvole lassù sembravano vorticare in un girotondo impazzito. Ora essere praticamente sospesi nel vuoto, con quelle catene quasi da altalena, non gli dispiaceva più così tanto. Anzi, ad essere precisi era fantastico.
Vide Haruka, davanti a sé, voltarsi verso di lui; la vide allungare un braccio, lasciando la catena che la assicurava alla struttura principale, e abbandonare poi anche l'altro nell'aria gelida, come se quello che stava facendo dipendesse da lei e da lei soltanto. Non poté fare a meno di sorridere, chiedendosi come si potesse essere così ciechi da scambiarla per un ragazzo: per quanto fossero alti uguali, fisicamente lei era esile come un uccello, e quella zazzera spettinata dalla sfumatura alta gli aveva sempre ricordato le penne arruffate di un nibbio in volo.
Ma si era ben guardato dal dirglielo, o dal farlo notare a qualcun altro. Respirò a fondo quell'aria ghiacciata, chiedendosi se il suo spirito fosse stato almeno un po' influenzato dal tempo atmosferico del giorno in cui era nato. Da quel cielo azzurro che sembrava cupo tanto era profondo, da quelle nuvole simili a vette di montagne e probabilmente altrettanto fredde.
Pian piano la giostra iniziò a rallentare, l'anello centrale ad abbassarsi fino a farli tornare a terra. Era stato bello avere i piedi penzoloni per aria, ma era altrettanto bello ritrovarsi di nuovo in piedi sul suolo.
Anche se Haruka non sembrava pensarla allo stesso modo.
- Fantastico! Ti è piaciuto? -.
Lui annuì, altrettanto entusiasta, sbattendo un paio di volte le palpebre per eliminare dalla retina le macchie nere causate dalla luce abbagliante del sole.
- E... come stai? -.
- Bene – poggiò una mano sul petto, come a sincerarsene, e fu quasi sorpreso di sentire che era davvero così – Mai stato meglio -.
- Visto? - Haruka sfoderò la sua espressione più sicura, anche se il modo in cui scrollò le spalle tradì il fatto che un po' in apprensione lo era stata.
- Già, avevi ragione – anche perché in effetti l'avevano combinata grossa, e se fosse accaduto qualcosa di grave lei sarebbe finita nei guai forse anche più di lui – Ma adesso mi è venuta una gran fame -.
- Sì, anche a me. Che ne dici dei takoyaki? -.
Kafuu annuì: - Andata -.

'Cause you were amazing
and we did amazing things

[Perché tu eri straordinaria
e noi facevamo cose straordinarie]


Riempiendosi la bocca e lo stomaco di quelle deliziose sfere di polpo e pastella, che soddisfavano anche le papille olfattive tanto erano profumate e calde, gironzolarono per il luna park senza una meta precisa. Il calore di quelle polpette in bocca era un contrasto meraviglioso con le guance irrigidite dal freddo, ed entrambi ne avrebbero mangiate fino a scoppiare.
- L'ultimo la lasci a me, vero? Non dovresti seguire una dieta leggera? - fece Haruka, adocchiando minacciosa l'ultimo takoyaki rimasto.
- Si dà caso che sia il mio compleanno – ribatté Kafuu.
- Mmm – già, in effetti erano lì per quello – Va bene, ma solo per oggi -.
Si finse interessata alle bancarelle di tiro a segno davanti alle quali stavano passando, ostentando indifferenza; tuttavia Kafuu la conosceva bene, e sapeva che quando ci si metteva riusciva a mangiare come un lupo. Oltretutto il freddo metteva appetito.
- Dai, facciamo a metà – propose.
- E come? - Haruka lanciò un'occhiata critica al bastoncino che serviva a mangiare le polpette, appuntito solo ad un'estremità: per tagliare qualcosa era completamente inutile.
- Beh... - Kafuu infilzò l'ultimo takoyaki col suo bastoncino, per poi azzannarne metà e porgere il resto ad Haruka.
- Così si fa – approvò lei, facendone un sol boccone.


And I wouldn't change it
'cause we were amazing things

[E non lo cambierei
perché eravamo esseri straordinari]




Questa storia si è classificata prima al contest "Progetto Cinema- prima edizione" di Erena-chan.
Per la storia dovevo ispirarmi a questa immagine, e scrivere una fic di rating arancione.
Si è invece classificata terza al contest "Il giorno che mi cambiò la vita" di DominoWhite, che aveva un prompt un po' più complicato: bisognava descrivere un fatto che cambiasse la vita di un personaggio, e io ho scelto Haruka Tennō. In realtà nella mia storia il cambiamento è avvenuto nel passato della Haruka che conosciamo, e vorrebbe spiegare un suo atteggiamento peculiare della terza serie.
Bisognava inoltre inserire altri elementi, e a me sono capitati: il carillon, la canzone "Amazing" di Alex Lloyd e una frase che comparirà in uno dei prossimi capitoli. Inoltre doveva... udite udite: grandinare d'inverno. Impossibile, dite? Chissà...
Inutile dire che è presente un OC completamente inventato da me, anche se potrete trovare dei riferimenti a qualcuno...

Già che ci sono faccio pubblicità ad una storia che sto pubblicando nella sezione Cross-over, dove sono ovviamente presenti anche personaggi di "Sailor Moon":
"Il Filo Nero"



   
 
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