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Autore: missredlights    31/12/2010    2 recensioni
L’ultima battaglia. Ciò che era successo nello scontro con Pain si stava ripetendo. Decine, centinaia di morti sia da parte dell’esercito guidato da Gaara, sia da quello guidato da Madara. Lo spettacolo era a dir poco agghiacciante. Gli Zetsu e i non morti guidati da Kabuto avevano sterminato la maggior parte dell’esercito di Gaara. Persone care, persone sconosciute e anche conosciute erano morte per un’ideale: restare liberi e avere quella tanto sospirata pace. Non c’era distinzione di villaggi. Facevano parte di un unico gruppo, come se fossero una famiglia e non tanti villaggi che portavano rancore l’un con l’altro.
Dedico questa fanfic interamente a mio fratello, Calimero19999 e Vaius per avermi aiutato, sostenuto e sopportato durante la creazione di questa storia. Grazie
Genere: Azione, Guerra, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Naruto Shippuuden
Capitoli:
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Gli altri si avvicinarono a Naruto. Hinata era stesa per terra. Erano riusciti a recuperarla appena in tempo, ma lei era morta. Era morta per salvare il ragazzo che amava. Molti erano morti in questo scontro.

“ Perché l’ha fatto?” chiese Tenten cercando di coprirsi gli occhi.

“ L’ha fatto per salvare Naruto, come quella volta con Pain” disse Sakura mordendosi il labbro per non piangere. Anche il suo Sasuke era in fin di vita.

“ E’ colpa tua se è morta l’erede della famiglia Hyuga” disse Neji fiondandosi contro Naruto e dandogli un pugno. Naruto non si spostò, in quel momento era incapace di fare ogni minimo movimento. Quanto sciocco era stato a non accorgersi mai di lei. Lei c’era sempre stata, in ogni situazione, quando lui ne aveva bisogno. Non gli aveva mai chiesto nulla in cambio e lui non era stato in grado di dirle un semplice grazie. Tsunade stava curando gli altri shinobi, fra i quali Shikamaru, Temari e Rock Lee.

“ Quello che è stato è stato. Non si può tornare indietro e nessuno di voi deve avere rimpianti, Hinata non avrebbe voluto. Ricordiamola tutti per come era” disse Kakashi. Sakura si era fiondata su Sasuke e cercava di nuovo di farlo svegliare.

“ Stai sprecando le tue forze inutilmente. Quello che hai potuto fare l’hai fatto. Adesso tocca a lui” disse Ino.

“ Cosa ne sai tu?” disse Sakura voltandosi verso di lei.

“ Anche io ho amato Sasuke” disse Ino perforandola con lo sguardo. All’improvviso sentirono un rumore e tutti si girarono. Davanti a loro c’era la vecchia Chiyo.

“ Come è possibile? Tu dovresti essere scomparsa” disse Naruto.

“ Ho ancora un’ultima cosa da fare prima di scomparire per sempre” disse la vecchia Chiyo avvicinandosi a Hinata. Sakura si frappose fra lei e Hinata.

“ Non è morta. Il suo spirito ancora non è dall’altra parte” disse Chiyo. Sakura la colpì e lei scomparve. Sakura si precipitò da Hinata e fece tutto il possibile. Alla fine ce la fece.

 “ Grazie” mormorarono in molti. Hinata era di nuovo viva.

“ Cosa state aspettando? Dobbiamo curarle le ferite” sbraitò Tsunade. Presero Hinata in braccio e la portarono al villaggio della foglia. Ogni villaggio aveva subito perdite, ogni villaggio era stato quasi raso al suolo. In quel momento al villaggio della foglia c’era tutto l’esercito, quello che ne rimaneva. Portarono Hinata nel palazzo dell’Hokage e li Tsunade e Sakura cominciarono a curarla.

“ Possiamo fare qualcosa noi?” chiese Shino.

“ Andate fuori. Kakashi vi dirà cosa dovete fare” disse Tsunade. Shizune li fece andare fuori e chiuse la porta. Tutti scesero e trovarono Kakashi che impartiva ordini insieme a Gai.

“ Cosa state facendo?” chiese Kiba.

“ Mi sto occupando di vedere l’ammontare delle nostre perdite” disse Kakashi con un foglio in mano. Gaara era al suo fianco.

“ Io invece mi occupo di ricostruire il villaggio” disse Gai. Tutti aiutarono Gai a ricostruire il villaggio..

Hiashi Hyuga non andò mai a trovare sua figlia. Hinata si svegliò venti giorni dopo. In quel momento nella stanza c’era solo Tsunade.

“ Finalmente ti sei svegliata” disse sorridendo Tsunade.

Hinata non riusciva a muoversi. “ Mi fanno male tutte le ossa.”

“ Ci credo. Non fare sforzi, sei ancora debole” disse Tsunade.

“ Hokage-sama le voglio chiedere un piccolo favore” disse Hinata.

“ Sarebbe?” chiese Tsunade.

“ Mi mandi in missione, mi faccia fare qualcosa che mi tenga lontana dal villaggio per molto tempo” disse Hinata.

“ Perché questa richiesta?” chiese Tsunade guardandola attentamente.

“ Mio padre non è venuto a cercarmi, lo so per certo perché la figlia a cui tiene non sono io e poi voglio diventare più forte” disse Hinata.

“ Vuoi fuggire da qualcuno?” chiese Tsunade. Hinata arrossì i botto non riuscendo ad avere il coraggio di guardarla in faccia. Tsunade sorrise.

“ Per andare via dal villaggio dovresti diventare Anbu e per diventarlo bisogna seguire uno speciale addestramento con infine una cerimonia” cominciò a dire Tsunade. “ Tuttavia siamo a corto di Anbu e quelli impegnati stanno tenendo d’occhio il villaggio della cascata. In via del tutto eccezionale diventerai Anbu. Partirai questa notte.”

Hinata la guardò colma di gratitudine. “ Grazie Hokage-sama.”

“ Aspetta a ringraziarmi” disse Tsunade avvicinandosi a lei e cominciando a curarla. Shizune in quel momento entrò nella stanza e rimase sorpresa nel vedere Hinata sveglia.

“ Shizune chiudi la porta e vieni qui a darmi una mano” disse Tsunade. Shizune non se lo fece ripetere due volte. Chiuse la porta e andò ad aiutare Tsunade.

“ Quello che ti dirò, Shizune, non dovrà uscire da questa stanza” cominciò a dire Tsunade.

“ Come sempre” rispose Shizune.

“ Hinata questa notte partirà come Anbu, in via del tutto eccezionale. Dopo che avrai finito qui vai a prenderle la divisa” disse Tsunade.

“ Si Hokage-sama” rispose Shizune.

“ D’ora in poi, Hinata, dovrai avere contatti solo con me. Mi dovrai fare rapporto ogni due giorni. Stasera verrà un Anbu del nostro villaggio a farmi rapporto. Ti porterà con sé” disse Tsunade.

La vita di Hinata cambiava quella notte. Non avrebbe salutato nessuno, non poteva. L’unico rimpianto che aveva era quello di non vedere Naruto. Quanto tempo sarebbe passato prima di rivederlo? Si sarebbe dimenticato di lei? Quante domande affollavano la testa di Hinata. Dopo qualche ora Tsunade e Shizune finirono di curarla. Shizune uscì dalla stanza, mentre Tsunade riempiva delle carte.

“ Cosa devo fare?” chiese Hinata.

“ Aspetta che torni Shizune. Ti porterà la divisa da cui non ti separerai più” disse Tsunade. Shizune ritornò pochi minuti dopo con una divisa che diede a Hinata.

“ Cambiati nella stanza accanto” disse Tsunade.

Hinata non se lo fece ripetere due volte e andò nella stanza accanto. Tornò dieci minuti dopo rossa in viso e con in dosso la divisa.

“ Però, non ti sta per niente male” disse Tsunade guardandola bene. La divisa di Hinata era formata da pantaloni neri lunghi di pelle e una maglia aderente nera che ne risaltava le forme. I capelli erano legati in una morbida coda, la maschera era a forma di gatto.

“ Accidenti, sembra un’altra persona!” disse Shizune.

“ Sono sicura che sarai un ottimo Anbu” disse Tsunade. “ Mangia qualcosa, fra un’ora la tua vita cambierà. Ricordati ciò che ti ho detto.”

Hinata mangiò qualcosa, lo stomaco chiuso. Indossò la maschera a forma di pantera. Il tempo sembrava aver accelerato e all’improvviso un Anbu comparve. Si inchinò davanti a Tsunade.

“ Ci sono alcuni rivoltosi che si nascondono nel villaggio della cascata” disse l’Anbu.

“ Molto bene. Prima che tu vada voglio presentarti un nuovo Anbu che farà parte della vostra squadra. Trattala e addestrala come si deve” disse Tsunade.

“ Sarà fatto” disse l’Anbu inchinandosi. Si avvicinò a Hinata e la squadrò dalla testa ai piedi. La povera Hinata arrossì sotto la maschera. Dopo quella che parve un’eternità l’Anbu fece segno a Hinata di seguirlo. Hinata andava via il giorno prima dei festeggiamenti, non avrebbe salutato nessuno, perché se l’avesse fatto non sarebbe riuscita ad andare via.

“ Ricorda ciò che ti ho detto” disse Tsunade prima che Hinata e l’Anbu scomparissero..

Naruto correva per le vie di Konoha in direzione del palazzo dell’Hokage. Voleva rivedere Hinata, e se era sveglia dirle tutto quello che non era riuscito a dirle. Tutti quei giorni passati a vederla priva di coscienza gli avevano fatto capire che lei per lui era importante. Quanto sciocco era stato a non essersene reso conto prima. Lei per lui c’era sempre stata, come aveva fatto a non capire prima i suoi sentimenti? Arrivato al palazzo dell’Hokage, aprì la porta senza nemmeno bussare.

“ Nonna Tsunade, dove è Hinata?” chiese Naruto guardandosi in giro, dato che non vedeva il corpo della Hyuga.

“ Se sei venuto per vedere lei, devo darti una brutta notizia. E’ andata via, tornerà non so quando” disse Tsunade guardando fuori la finestra.

“ Dove è andata? Perché è andata via?” chiese Naruto.

“ E’ stata una sua scelta. Tornerà però, di questo devi stare tranquillo” cominciò a dire Tsunade ma venne fermata da Naruto.

“ Nonna Tsunade dimmi dove è andata. Le devo dire una cosa molto importante” disse Naruto.

“ Mi dispiace ma non posso” tagliò corto Tsunade.

“ Quandò tornerà?” chiese Naruto.

“ Non lo so di preciso e gentilmente non parliamone più. Piuttosto oggi ci saranno i festeggiamenti. Ho intenzione di presentarti come mio successore Hokage” disse Tsunade.

Naruto si stupì. Non ci poteva credere! “ Non mi stai prendendo in giro nonna Tsunade?”

“ Continua a chiamarmi nonna e ti sogni ciò che ti ho detto” disse Tsunade.

Naruto colmo di felicità cominciò a saltare e andò ad abbracciare Tsunade, la quale prontamente gli diede un pugno in testa.

“ Toglimi una curiosità. Perché vuoi cercare Hinata?” chiese Tsunade.

Naruto non rispose in un primo momento. “ Le devo dire una cosa importante.”

“ Non mi vorrai dire che il nostro Naruto si è innamorato” lo prese in giro Tsunade.

“ Mai stata innamorata nonna?” chiese Naruto beffardamente.

“ Rispetto!” disse Tsunade sbattendo una mano sul tavolo. “ Vatti a preparare. Fra poche ore inizierà la festa.”

Naruto uscì dalla stanza. Avrebbe cercato Hinata dopo..

“ Perché dobbiamo portarla con noi?” chiese un Anbu mentre perlustravano la zona.

“ Ordini dell’Hokage e poi potrà esserci utile per via del Byakugan” rispose l’Anbu a cui fu affidata Hinata.

“ Zitti tutti. Si stanno muovendo” disse un altro Anbu..

“ Ci siamo tutti?” chiese Kiba guardandosi in torno.

“ Manca Hinata. Dov’è?” chiese Tenten reggendosi a Neji.

“ E’ andata via. Ce lo ha detto l’Hokage ieri notte. Non si sa quando tornerà” disse Neji.

“ Perché è andata via?” chiese Ino.

“ Non lo sappiamo” disse Neji.

“ Stiamo per cominciare” disse Shino interrompendo il discorso. Tsunade prese il discorso.

“ Miei cari, oggi è un giorno molto importante. E’ il giorno in cui inizia un lungo periodo di pace, in cui ogni villaggio che prima era nemico, ora è amico. Insieme abbiamo sconfitto un nemico molto potente. Tendo la mano a tutti voi affinché da oggi in poi i nostri villaggi siano in buoni rapporti” disse Tsunade. Ogni persona applaudì il suo discorso. Gaara prese la parola.

“ Miei cari Shinobi, la battaglia è stata tremenda, molti di noi sono morti in questa battaglia, ma non sono morti invano. Finalmente siamo in pace. Io tendo la mano al villaggio della foglia. In particolare la tendo a Naruto, senza il quale oggi non saremmo qui.”

Anche gli altri Kage fecero lo stesso. Infine Tsunade parlò.

“ Come ultima cosa vi voglio dare una notizia, che ritengo importante per il Villaggio della Foglia. Fra due anni esatti, lascerò il posto di Hokage al mio successore: Naruto Uzumaki. Che i festeggiamenti abbiano inizio!”

La notizia fece restare tutti di sasso, tranne Naruto, il quale sapeva.

“ E così ce l’hai fatta” disse Shikamaru a Naruto.

“ Pare di si” disse Naruto sorridendo.

“ Anche se diventerai Hokage questo non vuol dire che tu non sia un dobe” disse Sakura che per quel giorno aveva lasciato tutti i suoi impegni, ovvero cercare di far svegliare Sasuke. Ognuno si stava divertendo. I giorni passavano e Naruto non potè andare a cercare Hinata. L’Hokage aveva sempre qualcosa da fargli fare. Era come se non volesse farlo allontanare, fargliela cercare..

   
 
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