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Autore: foschi    31/12/2010    3 recensioni
[Machine Robo Rescue]Dall'anime Machine Robo Rescue una Arias/Makoto.
Posando i fiori sulla tomba, scosse la testa in segno di negazione: disse le lacrime gli rigavano il viso mentre lui guardava la lapide.
Finché saremo insieme, tutto andrà bene....
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Finché  saremo insieme, tutto andrà bene

 

Premettendo che è la seconda storia che scrivo(la prima, “Lacrime e Sorrisi”, nella categoria Naruto, è stata un esperimento), spero che vi piaccia.

L'anime è: Machine Robo Rescue, il pairing: Arias-Makoto.

 

 

 

Correva. Correva ignorando i suoi compagni;

correva ignorando il suo Robo che lo pregava di rallentare;

correva contro il tempo;

correva contro le distanze...

Correva unicamente per raggiungerlo, prima che fosse troppo tardi;

troppo tardi...

 

 

 

Era appena sceso dalla macchina; lo vide guardare il mare all'orizzonte; sorrise e gli si avvicinò:

-Makoto- il ragazzo si voltò un po' sorpreso a guardare l'amico che gli sorrideva:

-Arias- mormorò, un sussurro appena percettibile. Non riuscì a trattenere le lacrime e, come se fosse stato spinto da una molla, le sue braccia circondarono il corpo del ragazzo. Un po' sorpreso, questi rimase immobile,ma poi lo abbracciò a sua volta sorridendo; sorrideva mentre faceva scorrere le mani nei capelli blu dell'amico cercando di consolarlo:

-H-ho temuto di perderti...- singhiozzò questi, Arias sorrise:

-Non l'hai fatto- poi si guardarono negli occhi e dopo volsero lo sguardo al mare coperto da milioni di punti brillanti, mano nella mano:

-Perché mi hai fatto venire, Makoto?-

-Già prima del tuo incidente, dovevo darti una cosa, ma non ho potuto; per questo, te la darò ora- si girò verso il compagno gli prese il braccio sinistro e gli agganciò un braccialetto al polso. Arias guardò prima il braccialetto arrossendo e poi il ragazzo che gli sorrideva:

-G-grazie-mormorò abbassando un po' la testa imbarazzato:

-Di niente-

-Anch'io devo darti una cosa- prese una scatolina di pelle blu che aveva nella tasca interna del giubbotto, l'aprì e ne estrasse un anello dorato. Glielo mise all'anulare della mano destra.

Makoto lo guardò stupito:

-Arias...- guardò l'anello e sorridendo disse:-Grazie-

Arias sorrise:-Finché saremo insieme, tutto andrà bene- Makoto sorrise a sua volta:

-Hai ragione- poi avvicinarono i loro visi in modo da sentire il respiro dell'uno sull'altro:

-Ti amo- mormorò Makoto

-Anche io- e si baciarono appassionatamente.

 

 

 

Correva spinto dai ricordi,

correva spinto da quell'amore che già finiva;

correva per raggiungerlo,

correva per salvarlo,

correva per no lasciare che glielo portassero via...

glielo portassero via...

 

 

 

Erano insieme in quella casa da soli, nessuno dei loro compagni era con loro.

Makoto si prendeva cura del compagno ammalato talvolta passando diverse notti insonni e diverse ore sveglio.

Non era stato più lo stesso dopo l'incidente: ora era fragile, come se dovesse abbandonare quel mondo da un momento all'altro e dovesse lasciarlo; ovviamente, lui non poteva permetterlo e faceva tutto in quanto in suo potere affinché ciò non accadesse....

Era seduto su una sedia vicino al suo letto e lo guardava preoccupato: la febbre non accennava a diminuire.

-Arias...- mormorò; fece per alzarsi ma il ragazzo steso a letto lo fermò prendendolo per un braccio

-M-Makoto- lo guardava con gli occhi lucidi:-Stenditi accanto a me per favore, ho freddo-

-Certo- fece quanto richiesto e lo strinse fra le sue braccia, Arias sospirò.

Spinto dall'istinto, gli tolse la maglietta:

-A-Arias...?- fece Makoto con un tremito mentre il compagno gli carezzava sensualmente il petto. Ritrasse la mano, mortificato

-S-scusa- disse abbassando la testa;

Makoto gliela alzò pendendo il mento fra il pollice e l'indice:-Fa niente, amore mio- soffiò sulle labbra prima di baciarlo appassionatamente. Successivamente, gli si mise a cavalcioni; prima lo guardò, poi gli baciò la base del collo mentre Arias lo stringeva a sé contorcendosi per il piacere. In seguito, si spostò sul suo petto e prima lo percorse con la lingua inumidendolo, poi iniziò a porgli piccoli baci finché giunse ai capezzoli: ci giocò un po' bagnandoli con la lingua prima di tirarglieli con forza mordendoli. Ma non si fermò, scese più giù, più in basso, fino alle sue parti nascoste; sentì il membro del suo compagno in erezione e non perse tempo: lo imboccò e succhiò tutto il liquido uscente con una sempre più crescente lussuria; Arias continuava a gemere. Quando ebbe finito, giocò con i testicoli leccandoli lentamente in modo da gustare ogni minimo sapore. Tornò poi alla bocca del ragazzo per soffocare le urla e i gemiti.

Infine, gli si stese accanto e, abbassando i suoi pantaloni, fece uscire il suo sesso che mise fra le natiche del compagno e che piano piano si aprivano al suo passaggio. Ovviamente, Arias gridò quando incominciò a dargli spinte poderose

e si facevano sempre più poderose finché non raggiunsero l'apice del piacere.

La stessa cosa fu ripetuta da Arias solo che, quando stavano per raggiungere, nuovamente, l'apice del piacere, questi si era bloccato. Perplesso, Makoto si voltò: sorrise quando lo vide dormire; attentamente, senza né svegliarlo né fargli male, estrasse il suo membro dalle sue natiche, si girò verso di lui e si addormentò abbracciandolo.

 

 

Correva per salvare quei momenti;

correva perché non poteva dirgli addio;

correva perché nient'altro poteva fare;

correva per non perderlo;

correva perché quell'amore già finiva;

correva per non dirgli addio...

dirgli addio...

 

 

Giunse al luogo dove era avvenuto l'incidente: c'erano cumuli di macerie ovunque, il colonnello Azard non aveva risparmiato niente!

Fortuna aveva voluto che gli abitanti della città fossero stati salvati dagli altri...ma non c'era alcuna traccia di loro tra quelle macerie...!

Makoto non fece caso agli altri compagni lasciando che se ne occupassero i suoi amici, no! Lui doveva trovare il suo ragazzo!

Aiutato dal suo Robo, spostò qualche maceria e lo vide: lì steso, con parte del corpo sepolta sotto le macerie. Lo guardò straziato dal dolore:

-Arias!- gridò correndo verso di lui:

il ragazzo tossì:-M-Makoto- era sopravvissuto fino a quel momento solo per vederlo un' ultima volta.

-Arias, aspetta, ti tiro fuori- cercò di spostare le macerie ma invano:

-L-lascia perdere, ormai non sento più parte del mio corpo-

-N-no! Non lascerò che tu muoia!-

-Mi dispiace- volse lo sguardo altrove e sorrise:-Addio. Ti amo, Makoto- chiuse gli occhi e non si svegliò più.

-No! Arias!!!- gridò poi crollò in ginocchio a terra, piangendo.

 

 

 

 

-Mi dispiace, Makoto-

Posando i fiori sulla tomba, scosse la testa in segno di negazione:-No, Tayoh. Lui non è morto, lui è sempre con noi, con me; è sempre qui-disse-Vero Arias, amore mio?- le lacrime gli rigavano il viso mentre lui guardava la lapide.

 

Finché saremo insieme, tutto andrà bene....

 

[....]

Pero todo acabo!

Ja nada quedò entre los dos!

Porque como en un cuento,

un enorme dragòn nos robo el corazon!

Por favore donde estas?

Tù eres mi otra mitad!

[...]

(Florencia Bertotti – Un enorme dragòn)

   
 
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