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Autore: Unsub    02/01/2011    2 recensioni
Una piccola one-shot natalizia nell'attesa di un seguito di "Profiler"
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Profiler'
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i hate christmas shopping Personaggi/coppia: Christopher Reid, Isabel Irons
Disclaimer: I personaggi non mi appartengono (tranne quelli da me inventati), sono di Jeff Davis. Criminal minds appartiene alla CBS. Questa storia non è a scopo di lucro.
Note: Christopher è il figlio di Spencer Reid, Irons è una sua “collega”. Siamo circa venti/venticinque anni avanti rispetto alla serie attuale. Questa la dedico a Purisuka, Bennuli e Robin

I hate Christmas shopping

Come diavolo aveva fatto a convincerla? Lei odiava i centri commerciali e le compere, fare i regali di Natale era un vero incubo e se le riusciva cercava di procrastinare l’incombenza il più a lungo possibile. Preferiva correre dietro ai criminali pazzoidi che incontrava nel suo lavoro, piuttosto che andare in giro per vetrine.
La irritava tutta quell’atmosfera natalizia che si respirava, le luci colorate e gli addobbi che cercavano di mettere allegria. Lei non si sentiva più buona a Natale, anzi se mai era più irritabile del solito. Eppure lui era riuscito a convincerla come sempre.
Continuava a cercarlo con lo sguardo, ma la gente era troppa. Stava per arrendersi quando vide un gruppo di ragazze con lo sguardo trasognato e la bocca aperta che fissavano un punto preciso. Sapeva bene come funzionava quell’equazione: ragazze con gli ormoni impazziti=Christopher. Si incamminò decisa passando accanto al gruppo di adolescenti adoranti e finalmente lo vide.
Come sempre si ritrovò a pensare che era bello da togliere il fiato, con quel cappotto scuro e i riccioli neri in disordine. Stava tranquillamente sorseggiando un bicchiere di caffè mentre si guardava in giro nervoso, come i loro sguardi si incontrarono lui si illuminò e le regalo uno di quei sorrisi da pubblicità che fecero scogliere ancora di più il nutrito pubblico femminile alle spalle di Isabel.
-    Pensavo non venissi più – esordì lui carezzandole piano il viso.
-    Trovarti in questa bolgia non è mica facile. Ho dovuto seguire il luccichio della bava – allo sguardo interrogativo di lui, Isabel indicò le ammiratrici che ancora lo osservavano.
-    Quanto sei scema – rise divertito e poi la afferrò per la nuca e la trasse a sé – Vogliamo dimostrargli che sono proprietà privata e non sono disponibile?
-    Passo – rispose lei infastidita.
-    Sei più strana del solito oggi.
-    Te lo avevo detto, io odio i centri commerciali. L’idea di dover passare tutto il giorno a scegliere regali mi fa venire l’orticaria.
-    Vedrai che ci divertiremo – dicendo così la prese per mano e si incamminarono insieme lungo i negozi.

Reid non faceva altro che trascinarla da un negozio all’altro e lei si limitava a fissarlo mentre comprava un sacco di roba. Oltre che per le sue tre sorelle, avevano comprato regali per l’intera squadra e per il caposezione. Cominciava a temere che il suo ragazzo fosse uno shopping dipendente e stava seriamente prendendo in considerazione l’idea di suggerirgli un gruppo di supporto. Era sfinita da quella corsa senza sosta per il regalo perfetto, aveva le mani piene di buste e i nervi a fior di pelle.
-    Cosa ne dici se andiamo a lasciare i pacchi in macchina?
Isabel assentì rincuorata, forse il tour-de-force era finito, come al solito si sbagliava. Appena chiuso il bagagliaio della macchina, Chris si appropriò nuovamente della sua mano e cominciò a trascinarla di nuovo verso gli ascensori.
-    Che altro dobbiamo comprare? – chiese con voce piagnucolosa.
-    I regali per i miei genitori – rispose lui tranquillissimo, come se non si fosse accorto dello stato d’animo della ragazza.
-    Mi fanno male i piedi – provò la tattica del “io mi lamento e cosi litighiamo”.
-    Allora ci fermiamo a mangiare qualcosa e dopo andiamo a fare gli ultimi acquisti.
-    Sono stanca – strattonò il braccio di lui che finalmente si voltò a guardarla – Ti prego.
-    Vuoi litigare? – sollevò un sopracciglio visibilmente divertito dai capricci infantili di lei.
-    Voglio solo andare a casa – occhioni da “donzella in difficoltà”.
-    Se fai la brava, ti porto a casa e litighiamo per bene – rispose lui malizioso strizzandole un occhio.
-    Possibile che l’ultima parola deve essere sempre la tua? – ora cominciava veramente a essere seccata.
Le porte dell’ascensore si aprirono su un altro piano del centro commerciale e Chris la trascinò dietro di sé con passo sicuro. Isabel continuava a guardarsi in torno in cerca di un appiglio, quando, finalmente, la vide. Sbarrò gli occhi e sulla sua bocca si disegnò un infantile O di stupore. Decisamente aveva trovato qualcosa che le piaceva e si fermò di colpo.
-    Cosa c’è ora? – Reid cominciava ad essere esasperato dalla mancanza di entusiasmo della ragazza.
-    Che bello – non riusciva a dire altro mentre guardava trasognata una vetrina.
Chris sbatté le palpebre meravigliato, non era da lei rimanere a fissare qualcosa con quello sguardo perso. Finalmente seguì la direzione degli occhi della ragazza e un sorriso gli arricciò le labbra. Si incamminarono insieme verso quello che aveva tanto colpito Irons.

La vetrina del negozio degli addobbi natalizi era sicuramente la più colorata del centro commerciale ed Isabel sembrava apprezzarla molto. Sembrava una bambina davanti ad un negozio di dolci, con quelle mani posate sui vetri e quegli occhi sgranati che scrutavano ogni più piccolo dettaglio.
-    Odi il Natale ma ti piacciono le decorazioni? – la prese in giro Chris.
-    Odio fare i regali e perdere una giornata per negozi, ma le decorazioni… - si morse il labbro inferiore – Possiamo entrare un attimo? Un attimo solo? Poi puoi trascinarmi per tutta Washington alla ricerca del regalo per i tuoi, promesso.
-    Affare fatto – disse prendendola sotto braccio e portandola dentro.
-    E’ grandissimo! Guarda quell’albero quanto è bello.
Isabel continuava a trascinarlo per un braccio in giro per il negozio, tra le risatine divertite di Chris che non l’aveva mai vista cosi eccitata per qualcosa.
Quando uscirono dal negozio lui la guardo con aria di rimprovero mentre cercava di barcamenarsi con tutte quelle buste.
-    Un attimino? Abbiamo passato più di un’ora là dentro, per non parlare di quanto tu abbia speso. Un vero patrimonio.
Isabel cercò di fare la faccia contrita da “perché mi tratti cosi male, io non ho fatto niente?”, ma poi fu più forte di lei e scoppiò a ridere prendendolo sotto braccio.
-    Che vuoi che ti dica? Credo di dover ricorrere ad un gruppo di supporto per shopping-dipendenti. Però… di che ti lamenti? Abbiamo trovato il regalo perfetto per i tuoi genitori, no?
-    Sai, Isabel, riesci sempre a sorprendermi.
Rimasero cosi a fissare ancora quella bella vetrina, fino a che, involontariamente, Chris alzò gli occhi e un sorriso biricchino gli illuminò il bel viso. Posò delicatamente le buste in terra e si voltò verso di lei. Improvvisamente la loro attenzione fu attirata da delle risatine fastidiose e si voltarono entrambi nella direzione da cui proveniva quel suono.
Le ammiratrice di Chris erano riuscita a trovarlo e stavano ferme ad osservarlo estasiate. Ogni tanto qualcuna del gruppo diceva qualcosa sottovoce e poi scoppiavano tutte insieme in quella risatina tipica delle adolescenti. Isabel sbuffò e sentì tutta l’allegria scemare. Incrociò le braccia imbronciata e tornò a fissare la vetrina, ma senza più rimanerne estasiata.
-    Il tuo fan club è tornato – interloquì nervosa.
-    Lasciale stare sono solo ragazzine.
-    Ragazzine tutte prese da te. Scommetto che se ti avvicini rimedi una marea di numeri di telefono.
-    Gelosa?
-    Figurati! Se vuoi valle pure a conoscere, per quel che me ne importa – odiava quando lui aveva quella luce divertita negli occhi.
-    Io ho un’idea migliore.
-    Cioè?
-    Prova ad alzare gli occhi, mia cara.
Isabel eseguì e si trovò suo malgrado a sorridere. Proprio sopra di loro era appeso del vischio e le intenzioni di Chris erano molto chiare.
-    Non pensavo ti interessassero certe tradizioni.
-    Beh, certe tradizioni sono molto interessanti e vanno tenute vive – così dicendo la prese fra le braccia.

Fine


The One Hundred Prompt Project
   
 
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