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Autore: Akihiko    04/01/2011    2 recensioni
{Avete presente come dovrebbe essere un demone, eh?
Come ci hanno sempre descritti?[..]Avete ben presente in testa l’immagine di quelle zampette di capra tanto tanto pelose?
Bene, prendetela e buttatela nel cesso, con tanti saluti alla cara vecchia mitologia.
Strappatela in mille pezzi. Mangiatela. Cancellatela. Utilizzatela per costruire un aeroplanino di carta, cosa molto più proficua. Fateci quel che volete ma fatela sparire per sempre dalla vostra stupida piccola testolina.}
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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NdA: Ecco, ci ho messo un sacco a postare il secondo capitolo. Lo sapevo u.ù
Comunque.. non m'aspettavo uscisse così lungo °-° Solo che è venuto fuori così, quindi ho praticamente deciso di non tagliarlo e lasciarlo uguale uguale :P Non l'ho riletto molto perchè sinceramente non ce la faccio, quindi in caso di errori vari è tutto normale v.v
E.. detto questo, mi tolgo di mezzo ù.ù
Grazie a chi ha avuto la santa pazienza di leggere il primo capitolo :D


Per Antys: Ciao u.u Ti rispondo qui perché anche se ho visto che alle recensioni si può rispondere in via privata non ero sicura che poi la risposta ti arrivasse sul serio xD
Sono contenta che il primo capitolo ti sia piaciuto e di essere stata lo strappo alla regola *-*
P.s.: sulla personcina tanto carina verrà fuori qualcosa in seguito, mi sa  v.v 

 

 

 

 

 

 

 

 

Uh? Quanto ho dormito?
Non saprei dirlo.
Ma ieri.. ieri sera dov’ero?
Ah si!
Qualche idiota m’ha investito!
E ora? Mh? Com’è piacevole questo caldo.. mh..
No, un momento. Ho detto caldo?
Miaaaah!
Mi ci vuole poco per mettere bene a fuoco l’ambiente che ho intorno e.. oh.
Un gatto. Un altro gatto appallottolato accanto a me. .Ecco da dove veniva quel calore.
M’avvicino ancora un po’ e annuso il suo pelo. Certo che ha proprio un buon odo.. ah, giusto.
Non devo perdere altro tempo e anche se qualcosa non mi quadra ancora del tutto ora mi alzo e me ne vado via da qui. Una cosa alla volta. Al resto penserò dopo.
Mhh? Voci? E che sono tutti questi occhi? E perché sono chiuso in una gabbia?
Chi diavolo ha osato rinchiudermi qui e mettermi in vendita?
Fisso con aria minacciosa quella ragazzina lì, quella coi capelli biondi e gli occhi verdi e un sorriso a trentadue denti che guarda proprio me e sta pregando sua madre di comprarmi.
Altolà!
“Oh, sono spiacente, signora, quel gatto in effetti è già stato venduto. Il suo nuovo padrone ha pagato un occhio della testa per averlo, ma non poteva portarlo subito via con sé, così lo terrò con me ancora un po’.”
Ha! Hai capito, ragazzina? Non potrai avermi. Sono già stato venduto ed anche in cambio di una barca di soldi, ciò vuol dire che valgo una fortu.. no.
Oh no.
No no no.
Ditemi che non è vero.
Nessuno mi ha comprato e io non sono in vendita.
Sono nel mio bel lettuccio caldo e comodo e non ho accettato affatto nessun lavoro.
Sono fuori dai guai e se chiudo gli occhi e li riapro mi risveglierò a casa.
Vero?
E allora perché non funziona?
Ah.. ma guarda tu in che razza di guaio dovevo andarmi a cacciare.
Credo proprio che il gran capo se la stia spassando, da qualche parte, sottoterra.
Devo uscire da qui.
Devo uscire da qui.
Devo uscire da qui e devo farlo in fretta!
Ma come faccio? Non posso mica riassumere forma umana. Eh no. Sai che gran casino, poi.
Già vedo i titoli dei giornali: “Ragazzo-gatto fa la sua comparsa in città!” E quel cornuto avrebbe un gran bel po’ di roba su cui ridere per l’eternità.
Umpf.
Il mio lavoro è davvero faticoso, certe volte.
No, mi conviene starmene qui buono buono nel mio angolino ad aspettare che chiunque debba venirmi a prendere arrivi e mi porti via. Allora si che scappare sarà facile.


Ecco: è passata una giornata intera, il sole è già morto e il negozio sta per chiudere. Risultato? Io sono ancora intrappolato qui dentro! E sono anche rimasto solo e si sa che i gatti soffrono di solitudine.
Fatemi uscire da qui.
Fatemi uscire da qui.
Fatemi uscire da qui o potrei impazzire sul serio.
Ormai è tardi, probabilmente il mio nuovo “padrone” non verrà.
Forse spera di trovarmi sempre qui domani.
Intanto io mi sono appallottolato nel mio bell’angolino accogliente e aspetto che questo tizio qui dentro insieme a me se ne vada presto a nanna per poter tornare me stesso e sfasciargli tutto il negozio. Con tanti auguri di buon anno nuovo, s’intende.
“Uff… è ancora aperto?”
Un’altra voce. Chi è a quest’ora, mh?
E non è mica una voce normale, questa, certo che no. E’ un vocione bello e buono, troppo basso e rauco. E così alzo la testa per guardare chi sia e.. si, alla voce profonda corrisponde una corporatura decisamente possente. “Oh, signor Leto. E’ arrivato, finalmente. La stavamo aspettando, io e Jo.” Jo? Chi sarebbe Jo? E perché quel tizio mi fissa e sta venendo qui?
Apre la gabbia e infila le mani all’interno allungandole verso di me per prendermi e io sono talmente sorpreso da lasciarlo fare.
“Hey piccolo Jo. Vieni da papà.”
Cosa? Come m’ha chiamato questo bifolco? E dovrei andare da chi?
“Mraaaaaaaaaaow!”
All’attacco! E graffierò ogni lembo di pelle che riesco ad acchiappare, stanne certo!
E infatti è quello che cerco di fare prima che quel tizio – si, sempre lui – mi sbatta per poco delicatamente in una di quelle case-mobili per gatti e chiuda la porta.
“Mraaaaaaow!”
Ovviamente io protesto, ma loro non sembrano neanche farci caso.
L’ho sempre detto io che gli umani sono esseri del tutto inferiori! E poi mi si chiede perché non mi piacciano, tsk. Sono così imperfetti e rozzi e volgari e infimi e meschini a volte e buoni da far venir la carie altre.

Ah, mi sono perso nei miei pensieri ancora una volta e non mi sono accorto che siamo arrivati a.. casa? Ma è una residenza, questa, altroché!
Almeno di sicuro ci si mangia bene.. la fuga può aspettare.
Un momento.
Perché ora è tutto buio?
Umpf.
Diversi minuti dopo questo certo signor Leto che mi trasporta si decide finalmente a fermarsi anche se, stavolta, oltre alla sua voce mi sembra di sentirne anche un’altra.
E luce fu!
Chiudo gli occhi: la luce improvvisa è stata troppo forte.
Li riapro soltanto quando sento qualcosa sollevarmi di peso e mi ritrovo in braccio a qualcuno. Ma chi è? Guardo in su sperando di vederne il volto e fortunatamente vengo accontentato.
“Che bello, Shann! Grazie mille!”
E li vedo. Ora li vedo.
Quei due occhi azzurri dello stesso colore del cielo. Tanto intenso da sembrare che possano scrutarti dentro e leggerti l’anima.. forse è proprio questo pensiero a convincermi a distogliere lo sguardo dal suo. E’ ora di attuare il piano e fuggire via.
Ma.. ma.. che fa?
Le sue dita sul pelo.. non danno affatto una sensazione spiacevole.
Uuh.
Si.. si.. un po’ più su… oooh, lì è perfetto!
“Mrrrrr”
Socchiudo gli occhi e mi concentro soltanto su quelle carezze, la fuga può aspettare.
E poi è piacevole. E a me sta venendo sonno..

Incredibile.
Io, il più elegante e astuto dei demoni, sua Gattosità in persona messo nel sacco con delle semplici carezze. Incredibile.
Fortuna che appena sveglio sono fuggito via da quella finestra spalancata sul buio.
Fortuna che noi gatti atterriamo sempre in piedi.
Sono anche riuscito a procurarmi dei vestiti decenti e ora corro per i vicoli di questa città alla ricerca della mia vittima.
...
Sorpresa! Non era chi sembrava che fosse.
Del resto, queste cose sono sempre più difficili del previsto.

“E lasciatemi in pace, seccatori!”
Non so neanche quanto tempo è che corro con quei tre alle calcagna.
E’ difficile per quelli come me stancarsi a causa di una semplice corsetta, ma non credo che resisterò ancora a lungo.
Da quant’è che non mangio? E quant’è che non faccio una dormita decente?
Oh, come sono finito fin qui? Semplice.
Più di quanto possa sembrare, in realtà.
E’ che stamattina ero ancora in giro alla ricerca del mio bersaglio e l’avevo quasi individuato quando sono stato aggredito da qui tre.
Perché scappo? Perché quei tre, si proprio loro, con le loro belle faccine innocenti e gli occhi limpidi, sono tre dannatissimi angeli!
“Tre contro uno è sleale!”
Gliel’avrò detto non so quante volte, ma loro niente.
Continuano a corrermi dietro. E come se non bastasse sono armati. E come se non bastasse stiamo correndo sui tetti di questi enormi palazzi. E come se non bastasse io sono anche riuscito a farmi male ad un braccio cadendo e strusciandolo malamente a terra nel tentativo – riuscito, fortunatamente - di rialzarmi alla velocità della luce.
E ora sono stanco, stufo di tutto questo.
Guardo giù e vedo la strada affollata che pullula di macchine e persone. Bene. E’ il momento giusto per fare un piccolo salto. Così mi ritrovo a precipitare vorticosamente verso il terreno con il vento che s’infila sotto i vestiti e la pelle e che mi fa mancare il respiro ed è la sensazione più bella che io abbia mai provato in tutta la mia vita. Atterro in piedi e posso facilmente sentire il calore di tutti quegli sguardo preoccupati e scandalizzati di questa gente fissi su di me, ma non è il momento di restare qui a prendersi tutta quest’ammirazione repressa. Fuggo via, ancora, guardandomi di tanto in tanto dietro per vedere se ho qualcuno alle spalle e.. finalmente dei tre sembra non esserci più traccia.
Adoro la folla.
“Ahi..” Protesto, involontariamente, mentre il volto si trasforma in una maschera di dolore, quando mi ritrovo a sbattere contro un omone che non sono riuscito a schivare. E porto istintivamente una mano a sfiorare la ferita sull’altro braccio.
Devo trovare un posto in cui nascondermi per poter guarire, ma quest’umano deve aver seguito la direzione del mio sguardo perché abbassa il suo e vede il sangue sul mio braccio.
“Uh? Ragazzo, ma tu sei ferito! Devi andare al pronto soccorso subito! Su, ti accompagno!”
Non mi da neanche il tempo di protestare: m’afferra il polso sano e praticamente mi trascina fino al pronto soccorso più vicino e io, che vorrei soltanto andarmene a riposare un po’, annuisco e lo ringrazio e devo entrare per forza dato che ormai sono qui e lui mi fissa aspettando che mi muova.
E così prendo un bel respiro ed entro.

  
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