Crossover
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Autore: Macross    05/01/2011    0 recensioni
Salve a tutti! Dopo un bel periodo di tempo mi sono deciso a completare la Trilogia iniziata con "Lo Sconosciuto". Spero che questa nuova storia, la conclusiva della saga, sia di vostro gradimento.
E' una storia che parla di guerra, di coraggio e di lealtà, con un pizzico di romanticismo che sicuramente non guasta. Crossover GaoGaiGar/G.T.O
Genere: Azione, Guerra, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anime/Manga
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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capitolo 3

Capitolo 3 - Fly-By-Wire



"Non esistono buoni piloti, esistono  vecchi piloti"





- Bene, passiamo alle fasi dello svolgimento. Arrivo nella zona delle operazioni  alle 2.30. ora corrente. 2.35 rendez-vous con l'agente Kilmister, nome in codice Gringo.
- Che soprannome idiota.
-  Hyuma, per favore! Alle 2.45 inizio dell'operazione. La base dell'Hydra è a circa 15 Km a nord dalla zona di partenza, ma non avrete bisogno di spostarsi tanto lontano. Esiste un condotto per lo scarico a circa 5 km prima dell'entrata principale. Entrerete da lì e poi vi farete guidare da Kilminster.
- Come ci spostiamo?
- Nella fase iniziale dell'operazione, a piedi. La zona è irta di sensori e sistemi anti/intrusione. Una volta recuperato Guy, lanceremo un missile con testata EMP (impulsi elettro-magnetici) per neutralizzare i sistemi difensivi e vi verrà a prendere Volfogg. Dovrete raggiungere la zona di uscita entro cinque minuti, altrimenti vi saranno tutti addosso.
- Altra domanda: come faremo a trasportarlo fuori?
- Usando questi.

Taiga aprì una piccola vallligetta di alluminio, rivelandone il contenuto, ovvero sei piccoli ovetti di alluminio con un sensore rosso all'interno, simile alla farcitura di un pasticcino. Fu Entouji a parlare per primo.

- Sono "sospensori", piccoli dispositivi anti-gravità con la possibilità di creare un campo di stasi limitato alla massa corporea dell'individuo trasportato, in caso di bisogno.

Non occorreva entrare maggiormente nei particolari, nessuno poteva sapere in che condizioni avrebbero trovato Guy. Dovevano per forza di cose essere preparati ad un trasporto in condizioni critiche. Tuttavia tutti erano certi che l'avrebbero trovato vivo. Non sapevano però in che condizioni.

- Hanno una durata massima di tre ore e sono resistenti agli urti. Per voi invece abbiamo preparato delle tute speciali, su modello della VR-052.

Sulla pista, intanto, una grossa sagoma molto scura compiva gli ultimi controlli di rito prima del decollo. Quello era chiaramente un mezzo speciale, il primo di una nuova generazione di bombardieri strategici e aerei da trasporto per operazioni speciali, progettato grazie agli sforzi congiunti della Stonewell Bellcom e dellaShinnakasu Industries, con importanti conpartecipazioni di aziende minori specializzate in avionica (i dispositivi elettronici per aviogetti).

- Qui volo Thunder 077. Torre, mi ricevete? Passo.
- White Tiger a volo Thunder, vi riceviamo forte e chiaro. Decollo tra tre minuti.
- Roger White Tiger, incomincio il rullaggio sull'anello nord.

"Tre minuti ancora, e quell'idiota non si vede..."

II KC-200  prese a rullare ull'anello nord dell'areoporto, largo quanto una'autostrada a due corsie, prima di immettersi sulla pista principale, fino a fermarsi al termine della stessa. Il cielo era perfettamente limpido e nonostante l'inquinamento luminoso si riuscivano a scorgere le stelle.

A differenza delle controparti civili, il KC-200 era un aereo da trasporto di nuova generazione. Grosso quanto un'aerocisterna, le somiglianze finivano lì in quanto l'aereo era totalmente dipinto di un grigio antracite molto scuro ed aveva ali larghe e lunghe, a geometria variabile. Poteva essere scambiato per un B1-B Lancer, ma solo da lontano; ad un'occhiata approfondita svelava tutte le differenze con il bombardiere, con la capacità di superare la velocità del suono senza usare i postbruciatori (supercruise) e dotato di un sistema stealth attivo di prima generazione. 

-White Tiger, ok per il decollo. Vento 3 nodi Nord Nord Est, Visibilità eccellente.

"Proprio una bella notta per farsi un giretto"

L'attenzione del pilota venne catturata da una luce sulla pista che si muoveva velocemente verso l'aereo.

"Stai a vedere che..."

- FERMATEVIIII! MALEDETTI! Volevate partire senza di me?!? Fermatevi, bastardi! Ma guarda tu, per soli dieci minuti di ritardo! Non c è più cortesia in questo schifo di mondo! Fermaaaaaaa....
 
"E' il solito idiota".

- Tokai, apri il portellone di carico posteriore, ce lo tiriamo su, quel cretino.
- Roger, colonnello.

La moto salì la rampa a velocità improponibile, andando a sbandare e quasi a colpire il fondo della baia di lancio. Urumi e Hyuuma si alzarono di scatto per vedere se stava bene.

- Professore!
- Argh...sto invecchiando.
- Signor Onizuka! Sapevo che sarebbe arrivato in tempo!
- Già, adesso però...
SBONK!
- Ahia che male! Kanzaki, ma perché?
- Perchè sei un deficente! Mi hai fatto perdere dieci anni di vita con questa acrobazia! Ma cosa cazzo credevi di fare!?

L'altoparlante si animò:

- Ce l'ha fatta l'idiota a salire a bordo?
- Sì colonnello, può decollare subito.
- Bene. Ladies and gentlement, qui è il comandante del volo 077 che vi parla. Allacciatevi le cinture e preparatevi al decollo. Partiamo tra un minuto e mezzo.

Dopo essere rimasto per un momento imbambolato, come se avesse sentito una voce dall'oltretomba, Eikichi realizzò il vero significato delle parole pronunciate dal comandante.

- Ma la moto! Presto aiutatemi a legarla in qualche maniera!

La rampa si richiuse su se stessa, facendo un suono stranamente ovattato. I passeggeri ebbero appena il tempo di assicurare la moto agli ormeggi e mettersi seduto prima che l'accellerazione lo schiacciasse al seggiolino. L'aereo si staccò dalla pista con i postbruciatori inseriti. Urumi aveva già volato, qualche volta, tuttavia quella esperienza era totalmente nuova. Sembrava di essere sull'ottovolante! A confronto i decolli con i grandi aerei da trasporto passeggeri sembravano una passeggiata a piedi. Si sentì lo stomaco in gola, ma lo attribuì alla tensione.

In realtà, il pilota aveva effettuato un decollo estremamente gentile: i motori del KC-200 erano in grado di farlo staccare dalla pista in una distanza ridotta del 40% rispetto ad un mezzo delle stesse dimensioni.

Eikici sembrava divertirsi e rimase un po' deluso quando l'aereo si stabilizzò in volo orizzontale, dirigendosi verso ovest.

La voce del colonnello risuonò di nuovo:

- Potete sganciare la cintura, adesso. L'arrivo sulla zona di lancio è previsto tra 3 ore e 22 minuti. 

Eikichi si sganciò la cintura e si diresse verso la cabina di pilotaggio, sbagliando strada due volte e  rischiando di aprire il portellone di sgancio.
Alla fine, ce la fece ad trovare la cabina di pilotaggio.
Aperta la porta, necessitò di alcuni attimi per abituarsi alla luce rossa che inondava tutta la zona.
Ovviamente, non aveva dimestichezza con le strumentazioni di bordo, ma il tutto gli sembrava stranamente simile ad un grosso cabinato da sala giochi che a dei quadri comandi di un aereo di ultima tecnologia.

Eikichi si lasciò sfuggire una lunga esclamazione di stupore, seppur a bassa voce. Rivolse l'attenzione alle due figure sedute di fronte a lui.
Il pilota e il suo copilota indossavano un casco stranamente somigliante ad un misto tra la maschera di Kamen Raider e un paio di occhiali  per la visione notturna. Il tutto era completato da una tuta color verde mimetico, con un distintivo all'altezza della spalla destra e uno sulla sinistra.
Il pilota si girò verso di lui e sorrise.

- Ben ritrovato Eikichi. Come te la passi?
- Ripper, ma sei tu?
- Chi altri sarebbe stato così pazzo da accompagnarvi in questa missione?
- Non ti riconoscevo con quello scolapasta in testa. Cazzo, ma qui è pazzesco, pare di star dentro la Fortezza delle Scienze!
- Ti piace questo gioiellino? E dovresti vedere la versione da attacco! E' pure meglio.

Il pilota si girò verso Eikichi.

- Questo è il mio secondo pilota, il tenente Hibiki Tokai.
- Salve.

Hibiki si girò e si trovò faccia a faccia con il viso ghignante di Eikichi.

- Io sono Eikichi Onizuka, 23 anni, MOLTO PIACERE.
- Urgh.

Il copilota si ritirò spaventato. Non era certo abituato ai modi molto informali dell'insegnante! Si aspettava, come dire, una persona più composta? Di certo non un tipo con i capelli biondi (tinti?), orecchino e una t-shirt rossa con scritto SIEG ZION.

- Beh Eikichi, che mi racconti di nuovo? E' un po' che non ci si vede...
- Le solite cose. Negli ultimi tempi è stato anche troppo tranquillo da queste parti. Da quando è successo quel casino che-sai-tu, si è tranquillizzato tutto. Lo sapevi che sono stato promosso ad insegnante di ruolo?
-  Congratulazioni! Ora ti manca solo una moglie e un moccioso urlante e sei proprio diventato il classico ometto di casa!
- Non contarci troppo, anche se sono fidanzato un uomo rimane sempre un uomo! A cambiare pannolini epr ora non mi ci vedo proprio. Tu invece? Cosa mi dici di nuovo?
- Le solite cose, a casa stanno tutti bene e questo è l'importante.
- Eh sì. Beh, torno di là. Stammi bene, Ripper. Ti lascio alla tua sala giochi personale. Andrà tutto bene.

Il tono della voce indusse il comandante a girarsi e a guardarlo dritto negli occhi: c'era una sfumatura di determinazione negli occhi dell'insegnante e lui, nonostante fosse un militare con esperienza e dovesse mostrarsi freddo e professionale, era pur sempre un suo amico.
Conosceva personalmente Guy Shishioh, più volte durante il periodo di invasione deigli alieni avevano combattuto insieme e si era affezionato in qualche modo al ragazzo, anche se non come si era affezionato a Eikichi.

- Anche te, caro e non dubitare: lo porteremo fuori.
- Lascia fare a me, questa è un impresa per il Great Saver Onizuka!

A queste parole Eikichi fece il classico gesto giapponese per mostrare forza. Fortunatamente, Ripper aveva un infarinatura delle usanze giapponesi e lo interpretò correttamente, evitando di scambiarlo per il classico gesto di "vattene a quel paese" come ogni occidentale ignorante dei costumi nipponici avrebbe (erroneamente) interpretato.

Dopo di questo, girò i tacchi e se ne andò. Ripper poteva adesso tornare a concentrarsi completamente sulla missione.

***

Il cielo notturno era eccezionalmente sgombro da nuvole, ed era possibile ammirare un bellisismo cielo stellato, anche se faceva decisamente freddo. Ogni tanto il richiamo notturno di qualche piccolo mammifero rompeva la quiete perfetta del posto.
Spirava una gelida brezza da nord-est, che spronò l'uomo a coprirsi ancora di più con un indumento che somigliava ad un poncho. Lo avevano avvertito per tempo (anzi, si era informato lui, approfonditamente) e si era preparato. Un po' diverso dallo spirito che aveva armato David Livingstone, tuttavia la sua gente aveva dato alla storia un bel mucchio di esploratori e di avventurieri.

"Bah, niente avventura qua, spero risulti tutto banalmente noioso e senza incidenti".

Era la settima missione operativa che compiva, sapendo bene che un operativo è sempre, sempre in territorio nemico, dal momento in cui comincia fino a quando termina la missione. Con successo o meno.

Il piccolo orologio al polso riportava l'ora precisamente. Che contrasto con quel luogo emerso dalla preistoria! Perfino le sterpaglie sembravano antiche.
"-01:30:56...55..54..."

Amava questi attimi prima dell'azione, il silenzio lo aiutava sempre nella concentrazione.
"Prima qui vivevano gli Indios, adesso invece ci vivono i topi di fogna".
Più in là, nel centro della valle, si nascondeva il nemico.Uno della peggiore razza, una massa di fanatici indottrinati con a disposizione gli ultimi ritrovati tecnologici per fare cosa?

Per riportare in vita un incubo contro il quale aveva combattuto il suo nonno.
Ci voleva un bel cafè per tenersi in forma, ma non poteva accendere un fuoco, quindi usò una razione speciale con riscaldamento chimico, non dissimile dalle piccole lattine di Noodles.

Lo sguardo corse alla radio portatile, con la quale avrebbe trasmesso le fasi cruciali della missione.
PENALTY TRY designava l'inizio dell'operazione di recupero.
PENALTY GOAL  stava per: "uscita dalla zona nemica con il'ostaggio, iniziare il recupero".
DROP GOAL significava "Missione compiuta", da trasmettere a fuga avvenuta.
OFFSIDE invece comunicava il fallimento della missione, dovuto alla morte del soggetto A1, all'inabilità del team di recupero di ritrovarlo oppure alla cattura dello stessi team.

John rabbrividì pensando a questa ipotesi, anche perchè sapeva che in tal caso un B-200 avrebbe sganciato una NREP (bomba nucleare anti bunker) proprio sopra la base sotterranea nemica. Visto che sicuramente si trattava di una struttura pesantemente rinforzata con materiali speciali a base plstica, la bomba sarebbe stata dotata di una testata nell'ordine dei megatoni, anzichè quelle più convenzionali per bunker normali.
Al che sarebbe seguito un grosso dibattito internazionale, scambi di accuse, manifestazioni di protesta, scioperi e tutto l'inevitabile carosello dovuto all'impiego di armi nucleari. Ma a quel punto non gli sarebbe importato più nulla.

Abbandonando questi cupi pensieri, John riprese la paziente attesa dei suoi alleati, lanciando occhiate furtive in direzione della valle.








   
 
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