Fanfic su artisti musicali > Michael Jackson
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Autore: CurlyPuffa    05/01/2011    5 recensioni
-Micheal Jackson è morto.
Per tutti quelli nel locale, CRASH. Per me, CRACK.
Tazze e piatti. Il mio cuore. Tutto in frantumi.
[500 parole]
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fare la cameriera era snervante. Quel giorno, poi, avevo già avuto a che fare con un ragazzino che pensava di fare il furbo e andarsene senza pagare.

Stavo preparando l’ennesimo ordine. Due caffè, un cappuccino, tre ciambelle con glassa. Servii le due donne e l’uomo al tavolo tre e iniziai a sgombrare il tavolo a fianco. Una mia collega si avvicinò.

-L’hai saputa l’ultima?

-No, cosa?

Sollevai il vassoio colmo e mi avviai verso il bancone per lavarli.

-Micheal Jackson è morto.

Per tutti quelli nel locale, CRASH. Per me, CRACK.

Tazze e piatti. Il mio cuore. Tutto in frantumi.

Non ci pensai due volte e salii in macchina, diretta alla stazione di polizia.

-Mark, è vero che Micheal Jackson è morto?-

La mia voce era piatta, tutto qui. Non un’ombra di emozione. Dentro urlavo. Ma non dovevo lasciarmi prendere dal panico, poteva essere una voce di corridoio.

Mio fratello mi guardò, annuendo.

-Già, ed è un disastro! Un’orda di fan sta già venendo qui.

No. No. No, no, no.

-E’ qui…? Posso…- la mia voce era un sussurro –posso vederlo?

-Avanti, Lucy, lo sai che non posso fare questo genere di cose.

-Mark, ti prego. Non te lo chiederei se non…

No. Le lacrime non potevano sgorgare. Non potevano, semplicemente.

Mark mi guardò in tralice.

-Vieni con me. Ma non toccare niente.

Entrai. Lui mi mostrò il corpo. Gli chiesi di uscire.

 

Eccoti. Che ti è successo, amore? Dimmi che non sta succedendo sul serio. Dimmi che domani verrai a casa mia, come ogni sera. Dimmi che faremo l’amore e che tutto questo è solo un brutto incubo. Cantami un’altra canzone. Sorridimi, dai. Dimmi dei tuoi figli, delle tue nuove idee. Fai lo scemo, balla per me. Va via baciandomi dolcemente una guancia, sussurrando “A domani, mio piccolo segreto”.

 

Tesi le dita verso di lui. Sapevo di non doverlo fare, ma fu più forte di me. Gli accarezzai il viso latteo. Sembrava stesse dormendo. I capelli scivolavano sulle mie dita. Le ciglia lunghe e le palpebre candide nascondevano gli occhi che tanto amavo, che tanto mi avevano osservata, in cui mi ero persa, notte dopo notte. Non potevo immaginarli freddi, inespressivi.

Le mie labbra si congiunsero alle sue, per l’ultima volta. Non c’era più lo stesso sapore, lo stesso calore. Sentii una lacrima liberarsi, incapace di restare nascosta un solo minuto di più.

Le mie dita accarezzavano la linea morbida del suo collo quando incontrai qualcosa di duro: una catenina.

Con due dita sollevai il ciondolo che portava sempre appeso al collo. Incredibilmente, sorrisi.

Chiusi le dita su quel piccolo cerchio, infilai un’unghia nel mezzo e lo aprii. Eccoci li, Micheal. Noi, insieme, abbracciati e sorridenti. Volto il piccolo cerchio e trovo l’incisione. È stata una tua idea, ricordi?

My little secret, così mi chiamavi. Solo il tuo viso è scoperto, ma so bene dove va a cadere il ciondolo. Sul cuore.

Sgancio la catena dal tuo collo e la metto al mio.

Rimarrà il nostro piccolo segreto, amore.

  
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