LONGING
Non sapeva trovare un modo, il modo giusto.
E allora gli metteva le mani addosso, dietro il collo sulla pelle calda della nuca, e chinava la testa –sconfitto –appoggiandogliela alla gola, lasciando che il proprio naso trovasse posto tra l’incontro della clavicole dell’altro.
E stava lì, ascoltando il suo respiro, ascoltando il suono di lui che viveva, e il tocco del mento, il mento di Spock che si rilassava e s’appoggiava alla sua testa, i capelli.
–Non so –mormorava piano e la voce gli moriva dentro per l’intensità di quel sentimento cui non sapeva dare un nome, per l’affezione che lo affliggeva, per tutto quel protendersi e desiderare.
Avrebbe voluto diventare l’aria che Spock respirava.
–Spock –diceva,
–Spock –chiamava,
–Spock –anelava.
Sentiva poi le sue mani stringergli le spalle.
–Lo so –diceva Spock, la sua voce calma, incolore.
Il più delle volte, questo a Kirk bastava.
FIN