Howl
sorrideva!
Continuavano
a guardarsi, senza mai smettere di sorridere. E intanto tutti sbraitavano e si
agitavano per attirare la loro attenzione. Solo quando Calcifer fece ritorno,
Howl e Sophie si accorsero anche di ciò che accadeva attorno a loro.
“Calcifer!
Non ce n’era bisogno!” esclamò Howl.
“Noi
vogliamo restare comunque. E poi fuori sta piovendo” disse Calcifer.
Quella
sera rimasero tutti al castello, a mangiare e festeggiare. Martha si mise a
ballare con Michael nel bel mezzo della stanza. Lettie invece se ne stava a
tavola a parlare con Percival, totalmente presa dai suoi racconti. La signora
Fairfax e Fanny stavano vicino al focolare ad osservare Calcifer, ancora
incredule.
Howl e
Sophie invece erano usciti, sul grande prato fiorito. Percorsero il piccolo
sentiero fino alla sorgente d’acqua. Howl alzò una mano in alto e poi la posò
sulla superficie dell’acqua. La piccola sorgente divenne una fontanella di
pietra, tutta decorata con riccioli e angioletti e l’acqua che sgorgava in
piccole cascate.
Poi Howl
si voltò verso Sophie, che se ne stava ancora a guardare la fontanella con gli
occhi persi nell’acqua.
“Questo
sarà il nostro giardino, che ne dici Sophie? Voglio aggiungere altre
fontanelle, delle siepi e una casetta di pietra, con delle rose rampicanti e
dell’edera! Sarà stupendo! E poi…”
Howl, che
stava saltellando da un posto all’altro per indicare dove avrebbe apportato
cambiamenti, si fermò all’improvviso, guardando Sophie.
“C’è
qualcosa che non va?”
“Oh no. Va
tutto bene. E’ un’idea carina” rispose lei con aria assente.
“Carina?!
Sophieee! Sei un caso perso. Ti farò vedere io che sarà molto più che carino
questo giardino! Hey fa anche rima eheh.” Poi Howl arricciò il naso e fece la
linguaccia a Sophie.
Ma lei non
riusciva a sorridere. Alzò lo sguardo per guardare meglio il mago, che se ne
stava in piedi nel bel mezzo del giardino con le mani sui fianchi e l’aria
pensante. Stava osservando un punto, dove avrebbe probabilmente creato un’altra
fontanella.
“Ho paura”
sussurrò infine.
Howl si
girò a guardarla, con un’espressione interrogativa sul viso.
“E perché
mai? La strega è morta! Abbiamo ritrovato il principe e il mago Suliman! Il mio
contratto è ora spezzato e tu sei tornata giovane! E’ finita, Sophie!”
La ragazza
sospirò.
“E’ proprio
per questo che ho paura. Ora che farai? Te ne andrai in cerca di altre donne e
andrai chissà dove in giro per i tuoi incantesimi. E ci lascerai soli di nuovo.
Anzi, mi lascerai sola.”
L’aria
interrogativa e allegra del mago scomparve dalla sua faccia, per lasciare posto
ad un’espressione compassionevole. Dopo qualche esitazione, si diresse
lentamente verso Sophie. Poi sembrò avere un lampo.
“Sai, ti
preferivo da vecchia! Eri sempre determinata e testarda come un mulo. E così
piena di vita! Beh certo, eri anche una gran ficcanaso…” ed iniziò a sorridere,
provocando la stessa reazione anche in Sophie “…e non ti preoccupavi così tanto
per me. Anzi, direi che non ti andavo tanto a genio! Comunque, mi sei stata di
grande aiuto. Se tu non fossi arrivata, sarei rimasto vincolato a Calcifer e la
strega mi avrebbe ucciso. E poi, diciamolo, quel castello era proprio un
porcile!”
Sophie non
poté fare a meno di scoppiare in una sonora risata, perché queste cose, dette
dal mago facevano tutto un altro effetto. Ripensò a quanta fatica aveva fatto
per pulire l’intero castello, soprattutto il bagno; e a quando aveva ripulito
il camino riempiendo la stanza di fumo e cenere e aveva dovuto ricominciare
tutto da capo.
Howl si
avvicinò a Sophie, mettendole una mano sulla guancia.
“Perciò,
come potrei andare in cerca di altre donne, facendo finta di non vederti?
Insomma, tu sei la mia cara vecchia Sophie, la mia premurosa madre e la mia
donna delle pulizie! E penso proprio che nessun’altra possa essere mai come te”
disse ancora sorridendo.
“Ah, e io
sarei solo questo?! Mi sento offesa! E poi smettila con questa “vecchia
Sophie”. Io non rimpiango di essere tornata giovane! Se a te non piaccio è un
problema tuo!” esclamò Sophie, facendo la fina imbronciata.
Howl la
osservava, continuando a sorridere.
“E che hai
da sorridere? E’ tutta la serata che non smetti di farlo!” esclamò lei.
Ma il mago
non la stette a sentire e la attirò fra le sue braccia.
“Quanto
brontoli! Ti do così fastidio se sorrido?” fece una lunga pausa, tenendo sempre
Sophie stretta a sé. Poi continuò:
“Era da
tanto che non sorridevo così spontaneamente. E ora che ci riesco, non posso più
smettere…Che sia l’amore?”
A Sophie
venne un balzo al cuore e arrossì. Allora iniziò a ricambiare la stretta di
Howl.
“Fa’ quello
che vuoi. Innamorati anche di altre cento donne. Io non sono nessuno per
impedirtelo. Però, promettimi che non scapperai più, da nulla” sussurrò la
ragazza.
“Te lo
prometto Sophie. E ti prometto anche che non corteggerò nessun’altra donna.
Beh, forse sto correndo un po’…” fece una risatina “ Però non voglio più
fuggire, soprattutto da me stesso. Non me ne andrò! D’accordo?”
“Sì..”
“E poi…con
una Sophie così agguerrita, le altre donne non hanno speranza!”
Sophie
sorrise. Si staccò dall’abbraccio e baciò lievemente il mago.
“Però non
contarci troppo!” proferì in tono scherzoso.
Pian piano
tornarono nel castello tenendosi per mano, e non smettendo di sorridere.