“Guarda che ti prenderai un accidenti. Sicuro che non vuoi un ombrello?”
A vederla da lontano la scena appare quasi ridicola: un secondino che si preoccupa per il prigioniero che sta per liberare.
Ma, in fondo, Clive, con le sue idee e il suo comportamento, ha rappresentato il pensiero di molte persone. Solo per questo (e anche grazie alla sua intelligenza, ovviamente) è riuscito ad evitare il peggio in un posto dove la pietà non esiste.
“No, grazie. Sono rimasto chiuso troppo tempo, ho solo voglia di godermi la libertà il più possibile.”
Clive sorride, prendendo i suoi pochi averi (un vestito troppo piccolo, una vecchia fotografia, un orologio fermo e un cappello logoro) e camminando sotto la pioggia, assaporando il sapore e l' odore della pioggia.
Osserva Londra e le sue strade bagnate, amandole ogni momento di più.
C'era stato un periodo dove Londra rappresentava, per lui, solo odio e menzogne, che doveva andare distrutta il prima e il più dolorosamente possibile.
Poi, come giustamente aveva detto a una certa persona (che per il momento non vuole ricordare), il tempo cambia le persone, rendendole o più docili o più aggressivi.
Il tempo e i racconti di molte, troppe persone che, nonostante odino Londra e la sua politica, non possono e non vogliono vedere distrutta la loro città.
E' stato grazie a loro che Clive ha capito che forse distruggere non è la cosa migliore.
Ma non soltanto grazie a loro.
E' soprattutto a grazie a lui che ha cambiato idea.
Forse è il caso di andare a ringraziarlo, no?

Bussa con decisione alla porta, sapendo che il professore neanche se ne sarà accorto.
E' sempre distratto, perso fra le sue ricerche e i vari misteri a cui deve puntualmente fornire una risposta.
Oppure sta facendo la doccia.
Oppure...
“Luke?”
Alza lo sguardo, trovandosi davanti a quello perplesso di Layton.
“Ehm...Sono Clive, professore.”
Ci mette un attimo Hershel a comprendere cosa è successo. Sorride, invitando con una mano Clive dentro l' appartamento.
Come al solito è disordinato, con una sola mela che colora l' ambiente. Clive non si aspettava altro, da un uomo come Layton.
“Nessuno mette un po' d' ordine qua dentro?”
Layton si siede sul divano e Clive nota il sorriso un po' triste dell' uomo.
“Se ne occupava Luke, ma è da parecchi anni che è andato via... Non lo vedo più da tanto.”
Clive se la ride, mettendosi comodo.
“Ha svelato un piano criminale perfetto e non è capace di sistemare la sua stanza?”
Stavolta tocca a Layton ridere, anche se piano.
“Nessuno è perfetto e tu lo sai meglio di me.”
Colpito e affondato. Clive rimane in silenzio, osservando il pavimento.
“Si, lo so bene.”
Solo in quel momento il più grande si accorge dello stato di Clive.
“Clive, ma che hai fatto? Sei bagnato fradicio!”
Si alza per andare a prendere qualcosa per asciugarlo, ma una mano lo ferma, tirandolo a sé.
“Non se ne vada... la prego, non se ne vada...”
E' così diverso, Clive. Sembra un bambino, impaurito e stanco.
A Layton non rimane altro che abbracciarlo, tenendolo stretto a sé.
Non può fare molto, solo questo.
E forse domani andrà meglio.