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Autore: Hinata_Dincht     10/01/2011    6 recensioni
La pace e la tranquillità dei Guns n' Roses viene rotta dall'improvviso comportamento ambiguo di uno dei cinque; ambientata agli inizi della loro carriera, questa è la mia prima storia nella sezione!
"Fantastico. Ora Duff mi fissava dall'alto in basso con uno sguardo disgustato, stringendo Steven finto-singhiozzante al petto."
Attenzione: linguaggio in stile Guns!
Genere: Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una partenza sofferta


"Eppure avevo la strana sensazione che quello non fosse il mio giorno fortunato."


Izzy aspettò gentilmente che anche noi ci facessimo i bagagli.

Duff ci impiegò qualcosa come tre quarti d’ora per preparare due valigie fottutamente grandi. Che cazzo voleva portarsi dietro, anche la fottuta vasca da bagno?

Così lui fu l’ultimo ad uscire di casa, trascinando con non poca fatica la sua roba.

- Slash, fottuto cazzone, vieni ad aiutarmi!- urlò, sbuffando per spostarsi i capelli dagli occhi.

- Vaffanculo, chiedi ad Ax.- borbottò contrariato il bestione.

Perché io?! Mi avevano preso per un fottuto fattorino?

Izzy, di fianco a me, si stava accendendo l’ennesima sigaretta senza proferire parola, come aveva fatto da quando ci eravamo seduti nella macchina in attesa degli altri. Se prima era semplicemente nervoso, ora stava iniziando ad esaurirsi.

Imprecando e di malavoglia scesi dall’auto ed aiutai Duff a trascinare fino alla macchina una delle valigie (ovviamente la più grande.). Per qualche secondo mi chiesi se contenesse mattoni di piombo.

Aprii il portabagagli e rimanemmo a guardare i nostri zaini buttati alla cazzo. Organizzazione dello spazio no, eh?

- Slash?- chiamò dubbioso Duff. – Perché ci sono preservativi che escono dal tuo zaino?-

Il bestione si girò verso di noi con un sorriso marpione, ammiccando quasi. – Non si sa mai, sapete…-

- Slash, andiamo nel fottuto nulla. Le donne dove cazzo le trovi?- chiesi esasperato.

- Metti che ci sia qualcuno con la macchina ferma…- lasciò la frase in sospeso ed iniziò a ridacchiare insieme a Steven.

Fissai per un momento la schiena di Izzy: quel coglione sembrava assorto ancora una volta nel suo fottuto mondo.

- Le mie valigie non ci stanno.- constatò Duff, tornando a focalizzarsi sul problema. Credo fosse la cosa più intelligente che gli stesse passando per la testa.

- Sei un genio, amico.-

Duff mi mandò allegramente a fanculo. Non so perché, ma ogni volta che si incazzava o si offendeva, quel coglione mi faceva morire dalle risate. Come si fa a prendere sul serio una faccia del genere? Soprattutto quando mette il muso o finge di essere intelligente, proprio come stava facendo in quel momento.

E, fra parentesi, io l’ho sempre detto che Duff è isterico. Sul serio. Ogni tanto ti fa cagare in mano, insomma, proprio nei momenti in cui non te l’aspetteresti mai. Riesce a passare da una calma che ha dell’incredibile a degli schizzi assurdi. Il più delle volte però ti spaventa a morte perché inizia ad urlare incazzato senza preavviso, e tu, povero stronzo, te ne stai lì a subire la sua scarica nevrotica di strilli senza capirne il perché.

E quello fu uno dei suoi picchi massimi di isterismo.

Abbandonò la sua valigia a terra, e presi i nostri zaini iniziò a scaraventarli addosso a Slash e a Steven gridando che no, non era possibile che quei fottuti coglioni non sapessero come cazzo si organizzasse un portabagagli e li invitò a ficcarseli nel culo per risparmiare spazio.

Slash e Steven, incazzati come delle vipere, si voltarono verso di noi ed iniziarono a sbraitare contro Duff; il quale, sebbene fosse in minoranza numerica, non si lasciava per niente impaurire. E fu così che anche io iniziai ad urlare cercando di metterli a tacere tutti e tre.

Quando la discussione fu prossima alla rissa, una portiera sbatté con tanta forza da far vibrare tutta l’auto, portando finalmente il silenzio fra di noi.

Ci focalizzammo tutti sulla faccia impassibile di Izzy.

- È colpa di Duff!- esclamò Steven impaurito. Si vedeva lontano un miglio che stava cagando mattoni.

- Ehi, non è affatto vero!- ribatté Duff impettito, scatenando una nuova discussione.

- BASTA!- urlai. Se io ero sull’orlo di una crisi di nervi, non osavo immaginare come cazzo si sentisse Izzy; non riuscivo a concepire come riuscisse a trattenersi dall’ucciderci tutti a colpi di chitarra.

- Ok.- parlò Izzy quando tutti fummo in silenzio. – Ora potremmo partire, per favore?-

L’ultima parola fu calcata così tanto da farci rabbrividire visibilmente.

Izzy lasciò cadere il mozzicone per terra e, dopo averlo pestato con furia, tornò in macchina.

Io e Duff ci guardammo, spaventati.

A voce bassa ci accordammo su come avremmo sistemato quei maledetti bagagli: Slash, Duff ed io avremmo tenuto gli zaini, Steven si sarebbe beccato una chitarra ed il pranzo. Nel portabagagli avremmo invece lasciato quelle maledette valigie e una delle chitarre (quella di Izzy).

In un quarto d’ora sistemammo tutto e, con mia grande soddisfazione, potei poggiare il mio culo sul sedile di fianco a Izzy.

Quel bastardo mise in moto e schiacciò il piede sull’acceleratore senza nemmeno lasciarmi il tempo di chiudere la fottuta portiera. Quando riuscii a farlo ( e per fortuna che lo feci in tempo per schivare un maledetto lampione) mi voltai verso il mio migliore amico, sperando di potergli trapanare il cranio con lo sguardo.

Cazzo, mi credete se vi dico che non successe proprio un emerito niente?

Deluse le mie aspettative, appoggiai la mano sulla sua spalla e dissi: - Spero che questa fottuta vacanza faccia bene ai tuoi nervi, cazzo.-

Ridacchiò nervosamente senza staccare gli occhi dalla strada.

Avevamo preso la macchina di Slash, non il catorcio di Duff; il quale, probabilmente, avrebbe fatto sì e no due chilometri e poi avrebbe tirato le cuoia.

No, avevamo preso la decappottabile di Slash. Ci domandavamo da quando l’avevamo vista comparire nel parcheggio davanti casa se l’avesse rubata o comunque dove fosse riuscito a trovare tutti quei soldi quando facevamo fatica a pagare l’affitto. Certo, non era proprio nuovissima e le sospensioni cigolavano un po’, ma porca puttana, facevamo la nostra porca figura a bordo di quell’auto.

E, infilandomi gli occhiali da sole, abbandonai la testa sul sedile con il vento che mi sferzava i capelli.

Ascoltavo la musica del traffico nella città. Già! Come quella canzone, come cazzo si chiamava… Downtown.

Forse quella vacanza sarebbe servita per calmare i nervi di tutti, non solo quelli di Izzy.

Così stavo lì a godermi il silenzio rumoroso della città, rilassandomi.

Ma ovviamente come potevo illudermi? Ogni tanto sono così stupido.

- Dove andiamo?-

La voce squillante di Steven mi sfondò il timpano sinistro e fece visibilmente sussultare Izzy; fortuna che eravamo fermi ad un semaforo, o ci lasciavamo le penne.

Mi girai e cercai di uccidere Steven con gli occhi; ma nemmeno questa volta funzionò, purtroppo. Una volta o l’altra dovrò farmi spiegare da qualcuno come si fa.

Rispose Slash per me, e anche questa fu una fortuna, perché se lo avessi fatto io mi sarei fiondato sicuramente sul sedile posteriore e avrei iniziato a pestare Steven.

- L’abbiamo ripetuto un centinaio di volte, Steve.-

- Devo essere stato in bagno quando ne parlavate.- rispose quello, noncurante.

- Sei andato in bagno cento volte e proprio quando ne stavamo discutendo?- chiese dubbioso Duff.

- No, ci sono stato solo una volta.- ridacchiò Steven. – Ma per un’ora.- puntualizzò.

Slash alzò gli occhi al cielo e poi disse: - Prendiamo la route 66, hai presente? Quella che va da L.A. a Chicago.-

In quel momento mi stavo chiedendo come mai Slash perdesse il suo prezioso tempo per rispondere a Steven; soprattutto quando sapeva benissimo che Steven era stato il coglione a travolgere Izzy di domande quando ci era stato detto che avremmo preso la route 66.

Beh, ma si sapeva che Steven era quello dalla memoria corta.

- Che cos’è la route 66?-

Duff sbuffò esasperato. – Quella strada lunga lunga in mezzo al nulla. Deserta. A parte i coyote, ovvio.-

Steven iniziò a saltellare come una marmotta del cazzo.

- Ho sempre sognato di vedere i coyote!-

Mi girai lasciando perdere i discorsi idioti di quei tre balordi.

Tornai a riposare la mente sul sedile.

Proprio quando mi stavo facendo un trip mentale sui coyote ( assurdo come i discorsi di Steven ti mandino fuori di testa ogni tanto), la voce angelica parlò ancora.

Urlò ancora.

- Axl, mangiamo?-

Mi trovai il naso di Steven a dieci centimetri dal mio. Il suo alito mi colpì e per poco non mi mandò all’altro mondo. Ma si lavava i denti?!

- Cazzo, Steven, smettila di urlarmi nelle orecchie!- ringhiai.

Mi voltai verso Izzy a domandare consiglio. Effettivamente, ora che quel fottuto orso biondo me l’aveva fatto notare, lo stomaco reclamava la pizza che mi ero procurato con tanti sforzi.

- Quando saremo entrati nella 66.- mormorò Izzy. Mormorava anche in macchina, quello lì. Mormorava sempre.

- Non dovrebbe mancare molto.- fece notare Duff.

Ci acquietammo tutti e io ripresi il mio trip sui coyote.

Ma poco dopo….

- AXL! Svegliati, siamo nella route 66.-

Sì, e io ci entrai sordo da un orecchio.

To be continued....

Finalmente nella route 66! :D Ok, scusate, sono un po' sclerata perché ho l'influenza. ^^"
Piccola nota: la canzone di cui parla Axl è Downtown, singolo di Petula Clark del '64. Il verso originale era "Just listen to the music of the traffic in the city."
E da questo capitolo si inizia a capire il perché del titolo (finalmente, potreste dire voi, perché non si capiva proprio). :D
Ringrazio ancora tutte le persone che leggono e che recensiscono (vi amo).
Spero che vi sia piaciuto questo capitolo, se ho scritto qualche baggianata fatemelo notare! ;)

Peace, fucker

la vostra febbrile sclerata.

  
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