Libri > Il diario del vampiro
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Autore: Katherina Petrova    11/01/2011    2 recensioni
"...riprese a baciarla e questa volta Elena si lasciò trasportare dall’impeto della passione. Era sempre stata attratta da Damon, nonostante amasse suo fratello Stefan, e adesso che lui la stava tentando così esplicitamente non sapeva come resistergli.
Il vampiro si alzò dal divano e la prese tra le braccia. In meno di mezzo secondo Elena si ritrovò adagiata sulle soffici lenzuola del letto di Damon.
Le labbra di lui ripresero il loro lavoro e, senza che la ragazza se ne accorgesse, si posarono sul suo collo.
Elena sussultò.
-Non ho fame, per ora- disse sarcasticamente Damon e rise divertito.
-Non sei divertente- ansimò Elena e questa volta fu lei a baciarlo con avidità.
Sapeva bene ciò che di lì a poco sarebbe accaduto ed era cosciente del fatto che anche se avesse voluto fuggire da Damon non ci sarebbe riuscita e di certo non avrebbe voluto...."
Elena infine sceglierà l'amore di Stefan o la passione di Damon?
E Stefan scoprirà ciò che è accaduto tra la sua ragazza e suo fratello un giorno in cui lui non era in casa?
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Quasi tutti, Stefan Salvatore
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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2:Amici intimi

 

 

 Elena, senza volerlo, si era addormentata. Un sorriso di felicità ad illuminarle il viso.

Damon la osservava con un indicibile dolcezza, sfiorandole appena con il dorso della mano le guance rosee. Sembrava perso in ricordi lontani, ricordi di un amore tanto irreale quanto devastante. Elena assomigliava in modo impressionante alla sua amata e perduta Katherine.

La ragazza, ancora immersa in un sonno profondo, si voltò verso di lui e si rifugiò tra le sue braccia.

Damon la strinse a se con delicatezza. Sapeva bene che, anche se si erano spinti così oltre, Elena ancora non si fidava del tutto di lui. Tuttavia la ragazza non era a conoscenza del fatto che fosse l’unica persona, umana o vampira, alla quale Damon non avrebbe mai fatto del male.

Il moro lanciò un’occhiata a un vecchio orologio affisso alla parete. Era alquanto tardi e sicuramente Stefan stava per rientrare.

-Se lo sapesse…- mormorò tra se e sorrise malignamente pensando alla reazione del fratello se avesse scoperto il tradimento di Elena.

Damon osservò la ragazza che dormiva serenamente tra le sue braccia e non ebbe il coraggio di svegliarla, così l’avvolse nel lenzuolo, raccolse i suoi vestiti da terra, si vestì e saltò dalla finestra. In pochi minuti, senza che Elena si accorgesse di nulla, arrivò a casa Gilbert e l’adagiò sul letto della camera di lei.

La osservò ancora per qualche secondo e sparì come un lampo.

 

 

Si sentivano delle voci familiari echeggiare per le scale.

Elena aprì gli occhi.

-Ma…?- esclamò sobbalzando. Cosa ci faceva nella sua camera?

Udì un corvo gracchiare in modo sinistro. Si voltò di scatto: la finestra era aperta e un bellissimo esemplare di corvo nero era ritto sul davanzale di essa.

Elena balzò in piedi ed incominciò a guardarsi intorno, intimorita.

-Damon? Damon, sei qui?-

Nessuna risposta.

-Sei qui?-

La porta si aprì di scatto.

-Damon!- gridò la ragazza. Sgranò gli occhi.

Sua zia Jenna la guardava con fare interrogativo e, cosa ancora peggiore, Stefan era dietro di lei.

-Quando sei rientrata?- mormorò Jenna.

-Damon?- chiese Stefan sospettoso.

Elena rimase immobile al centro della stanza. Deglutì. Ora che il suo amato ragazzo era di fronte a lei non potè fare a meno di sentirsi tremendamente in colpa e di pentirsi amaramente per il suo tradimento. Tuttavia, date le circostanze, almeno finché non avesse trovato il volere e il coraggio di confessargli tutto, doveva trovare in fretta una scusa valida.

-Emh… si, sono rientrata poco fa. Mi sentivo poco bene e così mi sono messa a letto- spiegò fingendosi, con scarso successo, spontanea. Poi continuò, rivolta a Stefan, cercando di sorridere: -Ho detto “Damon”?-

Il corvo che stava alla finestra gracchiò nuovamente e volò via, mentre Stefan l’ osservava con sguardo torvo e preoccupato.

Jenna scosse la testa con un cenno di affetto e scese le scale.

-Damon ha detto che mi hai cercato- disse Stefan, dopo aver chiuso la porta della camera.

-Sì… io… volevo vederti- farfugliò Elena, gli occhi rivolti al pavimento.

-E’ successo qualcosa con Damon? Ti ha fatto del male?-

La ragazza sgranò gli occhi e fissò intimorita quelli di Stefan.

-No, certo che no. Perché avrebbe dovuto?- si affrettò a dire.

-Non mi fido di lui, lo sai. E sai anche che mi preoccupo per te- spiegò il vampiro accarezzandole il viso.

-Ti ringrazio, Stefan, ma non ce n’è bisogno. Damon è stato perfino… gentile-

cercò di rassicurarlo Elena e sorrise.

Tuttavia Stefan non si convinse completamente delle parole di Elena e, tornato a casa, si precipitò nel grande salone a cercare Damon.

-Bentornato- lo accolse quest’ultimo con malevola ironia. Era sdraiato sul divano a sorseggiare il suo solito bicchiere d’alcol che lo aiutava ad allontanare la costante sete di sangue.

-Cosa hai in mente?- tagliò corto Stefan.

-Non capisco di cosa stai parlando. Sempre lì a fare il sospettoso. Ma non ti stanchi mai?- lo sfotté il fratello.

-Elena era strana. Non le avrai fatto del male, vero? Perché sai bene che se è così, nulla mi impedirà di ucciderti-

Damon alzò le mani in segno d’innocenza.

-Frena, fratellino. Non è nei miei interessi farle del male. Anzi, devo dire che ultimamente siamo diventati amici sempre più intimi- ironizzò il moro, sottolineando con voce divertita l’ultima parola della frase.

-Te lo dico per l’ultima volta, Damon. Sta’ alla larga da lei- lo avvertì Stefan con minacciosa calma, prima di lasciare il salone.

 

 
 
  
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