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Autore: HonoSamurai    19/12/2005    2 recensioni
Una bambina in un cimitero visita alcuni defunti che le raccontano la loro storia... P.S.Contiene anche personaggi di Final Fantasy VII e VIII
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una bambina da capelli lunghi e corvini , gli occhi blu e un lungo vestito nero aprì il cancelletto di un desolato cimitero di

Una bambina da capelli lunghi e corvini, gli occhi blu e un lungo vestito nero aprì il cancelletto di un desolato cimitero di un anonimo, triste paese montano; camminò tra le lapidi grigie calpestando gli arbusti gialli e la terra arida polverosa con i piedi nudi sollevando una sottile nebbiolina cupa, si sedette accanto a una croce che un tempo sarebbe stata bianca, ma che, ora, sporca e ricoperta di muschio aveva un’aria spettrale e vi posò sotto un fiore giallo, subito uno spirito comparve:

- Mai più mi chinai e nemmeno su un fiore,

più non arrossii nel rubare l’amore l’Inverno mi convinse che Yevon

non sarebbe arrossito rubandomi il mio,

mi arrestarono un giorno per una donna,

non avevano leggi per punire un rifiuto;

non mi uccise la morte,

ma un invocatrice,

mi rubò l’anima in un sol colpo perché dissi che Yevon imbrogliò il popolo,

lo costrinse a condurre una vita ignorante,

nel giardino incantato lo costrinse a sognare!

A ignorare che al mondo c’è male e bene,

quando vide che il popolo allungava la mano a rubargli il potere su Spira,

per paura di non essere più il padrone,

lo fermò con la morte inventando il peccato…

mi rubò l’anima con un sol colpo….

E se fu un invocatrice a fermarmi la vita,

è proprio qui sulla terra il potere proibito,

e non Yevon,

ma qualcuno per noi,

l’ha inventato

e ci costringe a sognare in un giardino incantato.-

Finito il suo racconto il fantasma ritornò nella sua tomba silenziosamente mentre la bambina si alzò e camminò fino a un albero morto i cui rami scheletrici si protendevano verso il sole come a volerlo implorare di dargli un po’ di energia, si chinò sulla lapide di marmo nero nascosta dalle radici che sembravano volerla stritolare e vi posò una rosa bianca a lenire l’oscurità di quel posto, subito uno spirito comparì davanti a lei:

- In un vortice di polvere gli altri vedevano siccità,

a me ricordava la gonna di Rinoa

in un ballo di tanti anni fa….

Sentivo la mia terra vibrare di suoni,

era il mio cuore,

e allora perché coltivarla ancora?

Come pensarla migliore!

Libertà l’ho vista dormire nei campi coltivati

a cielo e denaro,

a cielo e amore,

protetta da un filo spinato.

Libertà l’ho vista svegliarsi

ogni volta che ho combattuto

per un mio ideale in una battaglia,

per una città…

e poi se la gente sa,

e la gente sa che sai combattere,

combattere di tocca tutta la vita!

E ti piace lasciarti guardare!

Finii con i campi alle ortiche,

finii con una spada spezzata

e un ridere rauco…

ricordi tanti,

e nemmeno un rimpianto!-

La corvina aspettò che l’anima sparisse prima di ricominciare il suo cammino nel cimitero fino a fermarsi davanti ad un angelo di pietra grigiastro e imprigionato da rampicanti, la bambina pulì la statua, poi vi posò sopra un fiore azzurro e dopo qualche secondo compare un fantasma dalla statua che cominciò il suo monologo:

- Solo la morte mi ha portato in collina

un corpo fra tanti a dar fosforo all’aria per bivacchi di fuochi

che dicon fatui,

che non lasciano cenere,

non sciolgono brina.

Da scienziato,

un giorno,

avevo il potere di sposare i geni e le radiazioni,

ma gli uomini

mai mi riuscì di capire

perché si combinassero attraverso l’amore.

Affidando a un gioco la gioia e il dolore…..

Guardate il sorriso!

Guardate il colore come gioca sul viso di chi cerca l’amore!

Ma lo stesso sorriso

E lo stesso colore

Sono anche sul viso di chi ha trovato l’amore!

È strano andarsene senza soffrire,

senza un voto di donna da dover ricordare!

Ma è forse diverso il vostro morire?

Voi che uscite all’amore,

voi che cedete all’Aprile!

Primavera non bussa,

lei entra sicura come il fumo lei penetra in ogni fessura!

Ha le labbra di carne, i capelli di grano…

Che paura,

che voglia,

che ti prenda la mano!

Ma guardate l’idrogeno tacere nel mare!

Guardate l’ossigeno al suo fianco dormire:

soltanto una legge, che io riesco a capire,

ha potuto sposarli senza farli scoppiare!

Fui scienziato e, no,

non mi volli sposare!

Non sapevo con chi

E cosa avrei generato:

son morto in un esperimento sbagliato

proprio come gli idioti che muoion d’amore!

E qualcuno dirà c’è un modo migliore!-

Finita la sua storia ritornò a dormire e la corvina si accinse a concludere il suo viaggio: giunse a una tomba di marmo rosa con delle venature rosse che sembravano spruzzi di sangue e vi posò sopra un fiore viola, un giovane spirito si materializzò e iniziò il suo monologo:

- Cominciai a sognare anch’io insieme a loro,

poi l’anima d’improvviso

prese il volo

“ Da bambino spiare gli altri giocare

al ritmo balordo della libertà

e ti viene voglia di uscire

e provare cosa ti manca

per correre al campo…

da bambino avvertire il tempo sprecato

a farti narrare la vita da tua madre

e mai poter giocare come vuole tuo padre.

Eppure un sorriso io l’ho regalato

E ancora ritorna ogni estate

quando io lo guidai,

o fui forse guidato,

ad aiutarla nel suo viaggio!

Non credo che chiesi promesse

al suo sguardo,

non mi sembra

che scelsi la fama e la gloria!

Non ricordo se fu troppo sgomento

o troppa felicità,

e il mio corpo si spezzò ed ora no,

non ricordo,

da quale orizzonte sfumasse la luce,

fra lo spettacolo dolce dei lunioni,

fra profondi sguardi infiniti.

Quella sua bocca rimase

forse

un fiore non colto,

ma che la abbracciai questo,

si,

lo ricordo:

col corpo ormai scomparso…

per Yevon, si!

Lo ricordo!

Il mio cuore gli rimase tra le braccia….

“E l’anima d’improvviso prese il volo,

ma non mi sento di sognare con loro,

no,

non si riesce a sognare con loro”

Lo spirito scomparve in una cascata di luce dorate, la bambina salì in religioso fino alla cima della collina al centro del cimitero dove un angelo di pietra che impugnava una spada con le ali rotte e il volto crepato troneggiava sopra ad una lapide piena di rovi, un’anima comparve dal nulla davanti alla corvina che posò una rosa rossa ai piedi della statua prima di alzare la testa verso il fantasma perlaceo, stupido di vederla ,per sorridergli:

- Raccontami!-

Incoraggiò con la sua voce melodica, lo spirito si quietò e sedendosi accanto alla bambina raccontò:

- Tu prova ad avere nel cuore un mondo

e non riesci a esprimerlo a parole!

Mentre vai in guerra

E passi tra i paesi la gente di acclama e te,

il soldato perfetto,

che passi!

E neppure di notte ti lasciano da solo:

gi altri sognano se stessi

e tu sogni loro!

E si,

anche tu andresti a cercare le tue origini

se non le conoscessi!

Per ore rilessi quel diario,

la mia storia…

Io capii che ero una cavia,

un esperimento,

un figlio di Jenova!

Cercai fino a diventare pazzo!

E sapendo a chi dovevo la vita

In una battaglia l’ ho restituita:

qui sulla collina dormo volentieri,

c’è luce nei miei pensieri!

Qui nella penombra riposo tranquillo

E rimpiango solo una luce,

la luce del sole!

Le mie ossa regalano alla vita,

le regalano erba fiorita.

Ma la vita è rimasta nelle voci di paese

Di chi a ucciso il cattivo

e trionfa in città;

di chi ancora bisbiglia

con la stessa ironia

“ Una morte veloce lo strappò

alla pazzia”

Una lacrima percorse il viso pallido della bambino e cadde sulla tomba, il fantasma sparì e la corvina dopo essersi guardata intorno e assicurata che non ci fosse nessuno nei dintorni riprese le sue sembianze di donna, alzò il cappuccio nero del vestito e nella mano sinistra comparve una candela, dopodiché ad uno schiocco dita scomparve lasciando di se solo una piuma nera.

   
 
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