Scappava.
I suoi stivali ticchettavano sull'asfalto, mentre la vista gli si offuscava.
Scappava.
La lente rotta degli occhiali non cotribuiva a rendergli più chiara la strada davanti a sè.
Scappava.
I suoi capelli rossi rimbalzavano e frustavano l'aria, tanto lo Shinigami andava veloce.
Scappava. Scappava da quell'orrore.
La sua Falce, la motosega rossa, strisciava sull'asfalto ad ogni passo, lasciando sottili graffi.
Grell Sutcliff.
Grell si era ripromesso che non sarebbe mai scappato.
Grell si era ripromesso che non avrebbe avuto mai paura di niente e di nessuno.
Grell si era ripromesso che nessuno l'avrebbe mai messo sotto.
Eppure ora correva.
Aveva paura.
L'avevano effettivamente messo sotto.
Il soprabito, sottratto a Madame Red da tempo immemore, svolazzava nell'aria.
Il cuore sembrava volergli sfondare il petto e scappare via, nella notte londinese.
Si fermò svoltando l'angolo più vicino, e lasciandosi scivolare contro la parete fino a toccare terra col sedere.
Poggiò la motosega accanto a sè e si battè due colpi al petto, tossendo forte. Sperava di sputar fuori la paura.
Il respiro si stabilizzò quel tanto che bastava a consentirgli di rialzarsi e riprendere una corsa più lenta, abbastanza stabile.
Poteva averlo seminato già da un pezzo, oppure avercelo ancora dietro.
Per quello che sapeva lo Shinigami rosso, doveva continuare a correre.
Non avrebbe potuto mai farlo per tutta la notte.
Ma corse.
Corse forte, come solo gli esseri in preda alla paura sanno fare.
Ad un tratto, si accorse di essere uscito dalla città e di star entrando nel folto del bosco.
Aveva un solo nome stampato in mente, un solo punto di riferimento.
Sebastian Michaelis.