VACCINO
“Cercavi qualcosa?”
Ti chiede entrando nell’archivio
“Un vaccino”
Butti lì a caso, lanciandole uno sguardo. Un vaccino che non
aveva nome e né probabilmente indirizzo in quella stanza.
Perché non potevi dirle che aprivi a caso quegli armadietti
per distrarti, tenere impegnato il corpo, illudendoti di occupare anche la tua
mente e spostare i pensieri su altro. Compito che non era reso purtroppo facile
dalla sua presenza.
“Per quale malattia?”
Di pensare a lei. Lei che ti ama ma che sta con un altro. Lei
che ti lascia vincere ormai ogni sciocco litigio, ma lei che avevi ormai perso.
“Trovato!”
Esclami poi afferrando una fiala.
E le passi accanto sfiorandola un’altra volta, perché sai che
per restare immuni alla malattia occorre un vaccino e cos’è il vaccino se non
un’iniezione in minor dosi della malattia stessa?
E ti volti guardandola ancora un po’, mentre in te s’insinua
il dubbio e ti cominci a chiedere se in realtà il vaccino per te non stia
cominciando a diventare ormai una droga.