Disclaimers:
I personaggi appartengono allo show Misfits che non appartiene a me, ovviamente.
Consigliata
“Delicate” di Damien Rice come sottofondo. (;
Delicate
Sembrava
tutto così maledettamente perfetto.
Alisha stava tremando
mentre con le labbra le sfiorava l’aureola del seno e quando, titubante, la
baciò proprio lì, sulla punta del
capezzolo, la sentì gemere appena, sospirando.
I
muscoli di Simon si rilassarono impercettibilmente, e la sua mano si azzardò ad
accarezzarle un fianco, morbido e sudato per via dell’aria soffocante di luglio.
Riusciva
ad intravedere il segno dell’abbronzatura sotto il
triangolo ridicolmente piccolo del costume di Alisha,
quello che stava esibendo con noncuranza in terrazza, sdraiata languidamente
come una sirena, emettendo lo stesso richiamo silenzioso e insostenibile.
Il
flusso di pensieri di Simon era stato ed era ancora impossibile da fermare:
sentiva nella sua testa ogni genere di fantasia, anche quelle che non gli
avevano mai sfiorato la mente, e doveva farsi violenza per accarezzarla piano,
teneramente, come voleva fare. Amarla con reverenza, come si conveniva ad una dea.
Ma la scossa di
elettricità del potere di Alisha era già strisciata
sotto la sua pelle, rendendolo un burattino. Le sue mani si tuffarono
bruscamente sotto le mutande, e la sua bocca era ormai attaccata al seno di Alisha, succhiando con la voracità di un neonato al suo
primo pasto.
Tutto
era finito troppo presto: Alisha gli aveva regalato
un mezzo sorriso appena prima di un’ultima spinta
disperata.
Simon
si era accasciato su di lei ed era rimasto immobile, incapace di guardarla
negli occhi.
Aveva
imparato lentamente a controllarsi e a ricacciare i propri impulsi in un angolo
della mente, diluendoli con il suo potere. Era stato Nathan a dargli l’idea con
una delle sue battute a sproposito, ma che aveva fatto centro. Usare il suo
potere per mitigare quello di Alisha: dispendioso,
difficile, ma poteva farcela.
Purtroppo
questo non l’aveva reso un “Dio del Sesso”: rimaneva un imbranato,
che faceva mille capriole per coordinare le pulsioni con i gesti e il suo
potere, finendo per distrarsi troppo o troppo poco.
Simon
comunque non si lamentava, e lo stesso faceva Alisha, limitandosi a regalandogli sorrisi leggeri e
tranquillizzanti, e questo lo amareggiava.
Simon
era bravissimo a leggere i silenzi.
Vedeva
nei suoi occhi il paragone con quell’altro,
e non riusciva a sopportarlo.
Odiava
immaginarlo mentre le sfilava la camicetta, o le baciava il collo con
leggerezza, e odiava soprattutto riuscire ad immaginare
ogni gesto perché è come avrebbe voluto fare lui l’amore.
«Ti
piaceva fare l’amore con… con lui?»
Le
parole gli erano sfuggite e, quando si era accorto di aver aperto bocca, aveva
già balbettato la domanda.
Alisha, intenta ad imburrare uno dei toast che aveva abbrustolito Simon, aveva
alzato il capo per guardarlo, studiandolo attentamente prima di rispondere.
«Sì,
mi piaceva.» Ammise, cauta.
«E… con me?»
Alisha si era presa del
tempo per pensare addentando un angolo di toast, e masticandolo con lentezza
quasi esasperante. Era ormai settembre, e la sua pelle era ancora dorata e
invitante, sebbene cominciasse a perdere quella tonalità da pantera che le donava
l’estate.
«Anche
con te mi piace, Simon. Io ti amo.»
Quel
suo atteggiamento lo innervosiva, perché parte di lui
sapeva che se non fosse arrivato l’altro
lei non sarebbe mai stata nel suo appartamento a riempirgli le giornate.
«Ma lui era migliore.»
Sentì
in gola un gusto amaro diverso da quello del caffè bevuto poco prima.
Alisha scosse la testa,
il disappunto evidente nella sua voce quando gli disse: «Tu
mi conosci, Simon. Nessuno – nemmeno Curtis
– aveva mai saputo cosa dirmi, come toccarmi, così bene come lo hai fatto tu
pochi mesi fa in quel nascondiglio.»
«Io
non sono lui!» esplose, incapace di
controllarsi.
Il
suo corpo cominciò a vibrare, come appena prima di sparire, e Simon dovette
aggrapparsi al tavolo e stringere i denti per non lasciarsi andare all’idea di
svanire e cancellare quella colazione andata male. «Io–»
Le
braccia di Alisha lo avevano velocemente stretto, e il
suo mento affondò dentro il cespuglio di capelli ricci e quasi elettrici della
ragazza.
«Mi piace stare fra le tue
braccia. Mi piace quando fai qualche giochino di magia
per divertirmi. Mi piace quando tenti di non scandalizzarti davanti ad alcune
mie domande. Mi piace che tentenni prima di baciarmi, come per chiedermi il
permesso. Mi piace quando mi succhi le labbra, e ti appoggi al mio stomaco dopo
avermi coccolata.»
Automaticamente,
la mano di Simon si era alzata ad accarezzarle i capelli.
«Che
cerchi di dirmi, Alisha?»
«Ti insegno cosa mi piace.»
Simon
la strinse più forte, senza pensare al potere di Alisha,
senza nemmeno sentirlo.
Lei
se ne accorse e, silenziosa, sorrise.
Non
me li aspettavo, mi hanno sorpresa, mi hanno fatta
sciogliere. Insomma, li ho adorati in questa seconda, emozionante stagione di Misfits. <3
Piccolo
tributo, spero che a qualcuno piaccia, anche se non è una gran cosa: scritta di getto e malamente, temo.
Grazie
ai lettori e recensori futuri che passeranno lasciando una piccola traccia. :)
Bye,
Kaho