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Autore: Gont    25/01/2011    1 recensioni
The buried life.
Se vi rimanesse un solo giorno di vita, che cosa fareste?
Scalereste una montagna?
Baciereste la ragazza dei vostri sogni?
Direste a qualcuno cosa provate davvero? E se aveste un'intera vita da vivere... perdereste il coraggio?
O la vostra lista aumenterebbe?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ebbene sì, sono tornata con una nuova one-shot, questa volta sul programma/reality The buried life, in onda su Mtv. Il programma racconta di quattro ragazzi che, muniti di telecamere, girano l'America su un bus spuntando obiettivi della loro lista delle "100 cose da fare prima di morire". Ad ogni sogno realizzato, aiutano un'altra persona a realizzare il suo, ponendole la domanda: cosa vuoi fare prima di morire? Fin qui si sa. Ma come è iniziato questo progetto? Ho provato ad immaginarlo, e spero di esserci riuscita.

( Il fatto che io sia completamente innamorata di Duncan Penn non ha influito, lo giuro! )

 

 

 

The List

.The beginning.

 

 

 

 

 

 

Se vi rimanesse un solo giorno di vita, che cosa fareste?

Scalereste una montagna?

Baciereste la ragazza dei vostri sogni?

Direste a qualcuno cosa provate davvero?

E se aveste un'intera vita da vivere... perdereste il coraggio?

O la vostra lista aumenterebbe?

 

 

Camminava in un lungo corridoio dalle pareti chiare che riflettevano la luce di un lampadario, tanto che a lui stesso sembrava di brillare. Guardava le foto sulle pareti, ma era come se non le vedesse. Cosa significavano ormai? Il suo primo compleanno, il diploma, il Natale dell'anno prima... tutto ciò che aveva passato, a che scopo? Alzando nuovamente lo sguardo si vide di fronte ad una porta colorata, priva di maniglia. La spinse e si trovò davanti un folto gruppo di persone: i suoi genitori, suo fratello, Ben, Dave, tutte le persone che conosceva e...

Luce. Troppa, troppa luce.

Il suo cervello registrò l'informazione troppo tardi, tanto che chiudendo gli occhi, vide una grossa macchia verde che rimase anche quando li aprì sul soffitto bianco.

Si alzò di scatto, arrabbiato, per poi ricadere immediatamente sul materasso preso da un capogiro. - Buongiorno, bella addormentata! -. Quella voce. Duncan trovò il coraggio di alzarsi di nuovo e si voltò verso il fratello, che lo guardava tutto soddisfatto.

- Jonnie. - disse con voce tremante dalla collera e un sorriso falso come il quarto di dollaro che aveva propinato a suo fratello giusto il giorno prima. - Cosa ci fai tu... in casa mia? -.

Jonnie lo guardò come se fosse scemo, per poi scuotere la testa con un sospiro - L'ho sempre detto che devi essere stato adottato - mormorò. - Devo ricordarti di chi è il compleanno oggi? Ti dico solo che Dave aspetta qui sotto da mezz'ora e tu ti sei scordato di impostare la sveglia -. Il pensiero che balenò nella bionda testolina del più grande lo fece sbiancare e saltare giù dal letto. - Merda, Ben! -. - Esatto, - confermò l'altro con una faccia schifata - vedo che non hai ancora perso il vizio di dormire nudo -. Duncan aveva già smesso di ascoltarlo da un pò e si era fiondato sotto la doccia. Non capiva come aveva potuto scordarsi del compleanno di quello che era il suo migliore amico praticamente dagli anni del liceo. Una volta vestito e lavato, uscì dal bagno e trovò Dave e Jonnie sdraiati tranquillamente sul suo letto. - Ehilà Dun! - lo salutò Dave alzando il minimo necessario la testa, abbastanza per vedere il suo viso stanco senza faticare troppo. Duncan stava per rispondergli quando lo sguardo gli cadde sulla radiosveglia immersa tra altre cinquantamila cose sul suo comodino e gli occhi gli uscirono dalle orbite. - Le nove e mezzo? - chiese agli altri due con voce stridula dallo sgomento. - Mi avete svegliato di domenica mattina, per di più d'estate, alle nove e mezzo, per andare da Ben? Anche lui starà dormendo come un sasso! - esclamò scandalizzato. - Tranquillo fratello! - gli disse Dave con il tono più tranquillo di questo mondo - Vogliamo solo fargli una sorpresa! Sarà contento, vedrai... -. Duncan era un pò dubbioso su quest'ultimo punto, ma venne preso per il colletto della maglia da suo fratello e trascinato al volante della macchina. - Ah, certo, devo pure guidare io - borbottò, ignorato tranquillamente dagli altri. Quando arrivarono a casa del loro amico salirono con la copia delle chiavi del biondo, e trovarono la casa in uno stato pietoso. Facendo lo slalom tra qualche lattina di birra e mozziconi di sigaretta riuscirono a raggiungere la camera spalancata dove il festeggiato, completamente nudo, dormiva sopra le coperte. Con quella bocca spalancata e le mani chiuse a pugno, sarebbe potuto sembrare un bambino. Bé, magari con un pigiama addosso. Duncan si sdraiò vicino a lui e si voltò verso gli altri due, per vedere come avevano intenzione di svegliarlo dal suo letargo. Loro, intanto, si erano già avvicinati al grande stereo di Ben e avevano cliccato Play. Tempo un battito, e una musica infernale si propagò nella stanza, causando la fine del suo sonno ed il conseguente urlo apocalittico. - Ma porca di quella maledetta puttana! -. Quasi fece una corsa fino allo stereo e, una volta spento, si accorse di essere nudo. Alzò le spalle e si buttò in poltrona, accavallando le gambe. - Allora? - chiese accendendosi una sigaretta - Cosa ci fate qui voi? -. Ci pensò Jonnie, con un grande sorriso, a fargli gli auguri, e Ben ebbe esattamente la reazione che Duncan si era aspettato. Spense il sorriso, e i suoi occhi scuri si annuvolarono, mentre una lunga ruga gli si formava sulla fronte. Abbassò lo sguardo e i suoi tre amici fecero fatica a capire ciò che disse. - Ah, giusto. Oggi è... il mio compleanno - alzò lo sguardo - Ragazzi, ma che stiamo facendo? -. Duncan si tirò a sedere aggrottando le sopracciglia - Cosa vuoi dire? -. Ben iniziò a vestirsi e intanto guardò negli occhi il suo migliore amico. - Lo sai, Duncan. Mi chiedo cosa stiamo facendo delle nostre vite. Siamo adulti ormai, eppure siamo ancora in questo schifo di città a contare gli anni che passano. Mi dispiace dire questo, ma a volte vorrei solo... - - avere uno scopo -. Finì Duncan per lui chiudendo gli occhi azzurri, - Credere di esser vivo per qualcosa, prendere un pulmino e lasciare tutto -. Jonnie puntò lo sguardo su suo fratello mentre cadeva il silenzio, non imbarazzato, solo silenzio. Non immaginava lontanamente che Duncan si sentisse a quel modo, l'aveva sempre visto come il ragazzo forte, che pensa solo a divertirsi, la cosidetta "anima della festa", il fratello maggiore che lo sosteneva nei momenti difficili. Niente a che vedere con il giovane uomo che aveva ora davanti a lui. - Esatto - confermò Ben - E... bé, nessuno ci impedisce di farlo -. Jonnie si voltò verso di lui - Vuoi dire... mollare tutto così? Partire e andarsene... per fare cosa, poi? - chiese pensieroso. Ben, adesso abbastanza presentabile, prese il suo zaino e si avviò verso il salotto. - Non lo so, ragazzi - disse con un sospiro - Andiamo a prendere un po' d'aria, su! -. Lasciarono la macchina dei due Penn e si avviarono a piedi verso il centro. Vicino a loro sfrecciavano i soliti taxi gialli, le solite facce conosciute, gente che spacciava agli angoli della strada, qualche turista... tutto uguale. Dave se ne accorse mentre camminavano in una bolla di silenzio tutta loro, una specie di barriera che gli impediva di sapere a cosa pensavano i suoi tre amici di sempre. Poteva però intuirlo, e immaginava che non si discostassero molto dai suoi. Ben, poi, faceva tristezza; invece che festeggiare il suo compleanno sembrava quasi andasse al funerale di sua madre. Vide Duncan avvicinarsi a lui e mettergli un braccio intorno alle spalle; tra loro due c'era sempre stato una specie di rapporto speciale, forse perchè facevano più casini loro due che una classe di universitari. Dave però non si sentiva geloso, amava quei ragazzi come se fossero stati suoi fratelli e, si sa, tra fratelli c'è sempre un preferito. Proprio mentre pensava ai fratelli, il suo sguardo si spostò su Jonnie. Lui probabilmente era quello messo peggio tra loro. Dave sapeva quanto si trovasse bene nel loro gruppo, ma sapeva anche che aveva il terrore di deludere suo fratello, come aveva avuto paura anni prima di aggiungersi a loro tre per paura di non essere accettato. Pur essendo coetanei non si erano mai visti molto, ed era praticamente più maturo lui di loro tre, Dave, Duncan e Ben, messi insieme. Come se non bastasse, i suoi compagni l'avevano sempre preso in giro per la sua intelligenza sopraelevata, senza sapere quanto sapesse divertirsi Jon, forse anche più di loro. Con questi pensieri entrò nel Buck's con i suoi amici. Buck era uno di quei ultraquarantenni, ex motociclista, rimasto un pò troppo indietro con i tempi. Suo figlio Noah era stato un compagno di Duncan al liceo, ma l'aveva perso di vista dopo il diploma e non ci teneva a rivederlo troppo presto. Quel giorno c'era al banco una ragazza che non conoscevano, e che li guardò male quando si misero seduti al loro solito tavolo senza ordinare. Una volta comodi, Ben riprese il discorso di prima. - Ragazzi, pensateci seriamente. Pensate a quanto sarebbe bello viaggiare, girare il mondo, avere uno scopo preciso! -. Dave lo guardò interdetto - E questo scopo sarebbe? Fare volontariato? - chiese sarcastico, per poi scurirsi vedendo il rinnovato sorriso di Ben. - Centro, Dave! - esclamò quest'ultimo - Non abbiamo sempre detto di voler aiutare le persone? E di voler raggiungere i nostri obiettivi? -. Prima che gli altri rispondessero tirò fuori dal suo inseparabile zaino un foglio e una penna. - Facciamo un gioco - disse con gli occhi brillanti di emozione. - Siamo un po' grandi per giocare, non credi? - si introdusse Jonnie, per venire subito ripreso. - Eddai, Jon, chi se ne frega! Forza, comincio io -. Sistemò il foglio e scrisse, nella sua calligrafia mezza storta e disordinata:

 

 

Prima di morire voglio...

#1. Ballare nudo di fronte ad una donna anziana.

 

 

Dave lo lesse e si mise a ridere. - Ma dai, che razza di sogno è? -. Gli altri due scoppiarono a ridere, mentre Ben metteva su un broncio finto. - Ehi, ognuno ha i suoi sogni! - poi si voltò alla sua destra e passò il foglio a Duncan con uno sguardo inquietante - Il tuo qual'è? -. Il biondo lo guardò dubbioso e lui emise un sbuffo - Suvvia, Dun! Ci sarà qualcosa che vuoi fare prima di morire, no? -.

Così, Duncan si decise e, dopo averci pensato un attimo, scrisse:

 

#2. Guidare una protesta.

 

 

Dave lo lesse e decise di andare un pò più sul leggero; dopotutto, quella storia della lista gli piaceva. Era sempre stato il più pazzo e impulsivo del gruppo. Impugnò la penna e si affrettò ad aggiungere il terzo punto.

#3. Fare il giro dell'America in bicicletta.

Quando Jonnie lesse i sogni dei suoi tre amici, cominciò a preoccuparsi. Loro avevano sogni così grandi e coraggiosi, mentre lui... alzò lo sguardo e sospirò. - Ragazzi, io non credo di voler fare questo gioco -. Tutti lo guardarono scioccati, ma fu Ben il primo a parlare. - Jonnie, tu devi partecipare a questo progetto. C'eri anche tu anni fa... ti ricordi il nostro giuramento, vero? -. - Insieme, sempre... - continuò Dave. - attraverso ogni cosa - finì Duncan guardandolo negli occhi. Jonnie si pulì velocemente le lenti degli occhiali da vista e tornò a guardarli. - Non ho molti sogni - confessò - e quelli che ho sono insignificanti. Completamente insignificanti -. Duncan fece il giro del tavolo e si sedette nella sedia vuota vicino a lui. - Eppure io mi ricordo che un sogno lo avevi - gli disse con una mano sulla sua spalla. - Ricordi? Avevi dodici anni, e dovevi scrivere un tema. "Il mio sogno più grande". Io ricordo bene cosa scrivesti in quel tema, perchè ci pensasti due ore prima di toccare la penna. E tu? -. Guardandolo negli occhi, Jonnie ricordò tutto della loro infanzia.

Prese la penna e scrisse:

 

#4. Volare.

 

 

Da quel giorno, i quattro ragazzi cominciarono a vedersi nello stesso bar alla stessa ora, con la lista che, ad ogni giro di tavolo, si allungava sempre più. Numero quattordici. Numero venticinque. Numero settantadue. Numero novantatré... Fu Dave a scrivere il numero cento, per poi piegare la lista e metterla al centro del tavolo. - E ora? Che si fa? - domandò. Ben guardò malinconico il foglio, così triste ora che nessuno scriveva più niente, e sospirò. - Bé ragazzi, diciamocelo, è stato bello. - andò al bancone a pagare i caffè che avevano ordinato e tornò a salutare i ragazzi. - Comincio il turno tra mezz'ora. - disse guardando da un'altra parte. - Ci sentiamo. - e uscì dal locale. Duncan lo seguì con lo sguardo, ma quando vide Dave e Jonnie sghignazzare tra loro assottigliò gli occhi. - Voi due mi state nascondendo qualcosa, ne sono sicuro. - Dave lo guardò con gli occhi luccicanti e comiciò a raccontargli la loro idea supportato da suo fratello. - Allora...

 

 

Ben entrò nel suo appartamento e chiuse la porta con un sospiro. Come al solito, erano le quattro di pomeriggio ed aveva appena terminato il turno al negozio di dischi dove lavorava. Non era pessimo come lavoro, solo che aveva ventitré anni e nemmeno una ragazza. Prese una birra dal piccolo frigorifero in cucina e si buttò sul divano, per poi rialzarsi di scatto. "Patetico" si disse "davvero patetico Nemtin". Optò per una doccia veloce e poi si mise a leggere. Finito il libro, si accorse che l'ora di cena era passata da un pezzo. Stava per preparare qualcosa da mangiare quando il suo cellulare squillò e la voce di Duncan lo raggiunse dall'altro capo. - Ben, devi scendere subito. Corri! - la voce frettolosa del suo migliore amico gli diede la voglia di scendere le scale. Si precipitò al portone e, una volta aperto, scorse le facce sorridenti dei suoi tre amici, con dietro un enorme telo bianco, - Ma che cosa...? - I ragazzi scostarono il telo e la voce gli restò in fondo alla gola. Aveva davanti un gigantesco pulmino viola metallizzato, decorato ad arte. Sulla fiancata erano scritti alcuni dei punti della lista, e dietro, enorme, la scritta "The buried life". Non esattamente poetico, ma rendeva il concetto alla perfezione. Rimase a bocca aperta anche quando Dave gli mise una mano sulla spalla e iniziò a parlare. - Confratelli, siamo qui riuniti oggi per raggiungere il nostro obiettivo: realizzare i nostri sogni e aiutare altri a realizzare i loro -. - Amen! - esclamarono i due fratelli Penn, zittiti immediatamente dall'occhiataccia di Dave. Ben aveva chiuso la bocca, ma era sempre senza parole. - Per farlo - continuò Lingwood - abbiamo una fidata alleata dalla nostra. Ben, ti presento la grande Penelope! - esclamò indicando il pulmino. Ben si girò a guardare quelle tre facce sorridenti sconcertato - Voi...voi volete farlo? Volete farlo davvero? -. Duncan si fece avanti con una faccia dubbiosa - Certo. Non sei stato tu a... - Non poté finire la frase, dato che Ben l'aveva già abbracciato trascinando con sé gli altri. Fu così che, due giorni dopo, i quattro ragazzi si lasciarono tutto alle spalle, per seguire i loro sogni e completare la lista.

 

 

Se vi rimanesse un solo giorno di vita, che cosa fareste?

Scalereste una montagna?

Baciereste la ragazza dei vostri sogni?

Direste a qualcuno cosa provate davvero?

E se aveste un'intera vita da vivere... perdereste il coraggio?

O la vostra lista aumenterebbe?

Mentre completiamo la nostra lista

aiutiamo altre persone a completare la loro.

E il nostro viaggio è appena cominciato.

Ancora non sappiamo quale sarà la nostra prossima meta,

ma se dovessimo incontrarci

sapete già qual è la nostra domanda:

cosa vuoi fare prima di morire?

 

Grazie a:

Ben Nemtin - http://static.thehollywoodgossip.com/images/gallery/ben-nemtin-picture_204x316.jpg

Duncan Penn - http://img.poptower.com/pic-15909/duncan-penn-buried-life.jpg?d=600

Jonnie Penn - http://www.exposay.com/celebrity-photos/jonnie-penn-rethink-green-awards-ceremony-1DFxWi.jpg

Dave Lingwood - http://img.poptower.com/pic-15940/dave-lingwood-buried-life.jpg?d=600

 

   
 
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