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Autore: Elos    27/01/2011    22 recensioni
- Questa persona aveva addosso... un ricordo di Harry e del professor Silente? -
Archer recuperò finalmente il suo muffin, facendone sparire una buona metà con un morso.
- Esattamente. Un ricordo rovinato e frammentato, ma indubbiamente un ricordo contenente Albus Silente ed Harry Potter. Sei sua amica, no? -
- Sì. - bisbigliò Hermione. Teneva tra le mani la lista come se non riuscisse a staccare le dita dal foglio, gli occhi fissi sulla data. - Sì, sono sua amica. -
18 Giugno 1996. La data della morte di Sirius Black. [...]

Sei mesi dopo la fine della Seconda Guerra Magica, il cadavere di una strega è estratto dall'acqua di un fiume nel nord della Scozia. Quando sul cadavere viene trovata un'ampolla contenente un ricordo molto speciale, Hermione Granger, Apprendista Auror fresca di M.A.G.O., e Harry Potter, Uccisore di Tu-sai-chi, Grand'Eroe, Supremo Distruttore di Signori Oscuri e diciannovenne un po' più che lievemente depresso, si trovano di fronte ad un inaspettato problema.
Prima classificata al concorso multifandom Jane Doe indetto da Lely1441.
Genere: Avventura, Malinconico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Prima di King's Cross' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Capitolo 1
Il corpo nel fiume




Dalle finestre del Ministero si intravedeva un cielo azzurro e limpido, con poche nuvole, quel genere di cielo che è bellissimo vedere negli ultimi mesi d'autunno. Hermione, che - come tutte le mattine - aveva coraggiosamente attraversato la città in metropolitana, sapeva che quell'immagine di bel tempo era dovuta esclusivamente agli incantesimi della Manutenzione Magica; il cielo di Londra, quello vero, era coperto da una cappa di nuvole pesanti dalla quale erano ininterrottamente caduti scrosci d'acqua sin dalla sera precedente.
In ascensore piegò la testa, al Sesto Livello, al passaggio di un mago bassissimo con un carico di scope in spalla, per evitare che la più sporgente di queste la colpisse precisamente dietro la nuca; mentre si raddrizzava, un promemoria guizzò all'interno della cabina e minacciò di entrarle in un occhio. Lei lo schivò, e il promemoria andò a cacciarsi nella crocchia dell'anziana strega proprio alla sua destra.
Terzo Livello...” Annunciò la voce fredda dell'altoparlante. “Dipartimento delle Catastrofi e degli Incidenti Magici, comprendente la Squadra Cancellazione della Magia Accidentale, il Quartier Generale degli Obliviatori, il Comitato Scuse ai Babbani e la Commissione Speciale per la Ricostruzione.
In genere la maggior parte dei maghi e delle streghe scendeva a quel piano: ed Hermione si trovò improvvisamente con un sacco di spazio tutt'attorno a sé. Aprì la piccola borsetta di pelle che portava a tracolla e ci cacciò una mano dentro. Rovistò per un attimo al suo interno - e il rumore di ferraglia e cartacce che ne uscì suonò cavernoso e profondo, troppo cavernoso e profondo, al punto tale che la vecchia strega con la crocchia si girò e la guardò, sorpresa - ed estrasse non si capiva bene come e da dove un grosso giornale arrotolato. Lo spiegò e si immerse nella lettura.
Secondo Livello, Ufficio Applicazione della Legge sulla Magia, comprendente l'Ufficio per l'Uso Improprio delle Arti Magiche, il Quartier Generale degli Auror e i Servizi Amministrativi Wizengamot.
L'ascensore si fermò sferragliando ed Hermione uscì senza smettere di leggere. Teneva il giornale aperto davanti a sé con entrambe le mani, e per poter aprire la porta di quercia in fondo al corridoio dovette usare il gomito per premere sulla maniglia e la spalla per spingere il battente.
A quell'ora del mattino - potevano essere forse le sette, sette e mezza - i cubicoli del Quartier Generale degli Auror erano ancora quasi tutti deserti. Hermione si affacciò al di sopra del giornale per salutare un mago dal viso sfregiato, seduto ad una scrivania e intento a firmare una pila di documenti spessa come un piccolo mattone, e sorrise alla ragazza con la lunga treccia castana che uscì da uno dei cubicoli proprio mentre lei ci passava davanti:
- Buongiorno, Webwick. -
- Buongiorno, Granger. - La ragazza si stiracchiò, sbadigliando e coprendosi la bocca con un attimo di ritardo, ed Hermione sorrise:
- Stai andando a casa? -
L'altra aveva grosse occhiaie scure a segnarle la palpebre, e se le strofinò con una mano mentre rispondeva:
- Già. -
- Nottata pesante? -
- Terribile. La gente ha continuato a chiamare da tutta l'Inghilterra segnalando d'aver visto Rowle... praticamente ovunque. Se anche solo metà delle segnalazioni sono vere, be', vuol dire che i Mangiamorte hanno imparato quantomeno a triplicarsi. - Webwick si interruppe, con un altro enorme sbadiglio, prima di affondare la faccia tra le mani e strofinarsela, forte, come nel tentativo di schiarirsi le idee. - Abbiamo fatto male a passare quel comunicato su di lui alla Gazzetta, la scorsa settimana. E alle cinque del mattino, quando pensavamo di poter chiudere il turno di notte senza altri problemi, dal Mare del Nord è arrivata la notizia che c'è un'intera ala di Azkaban in rivolta. - Rivolse ad Hermione un'occhiata compassionevole: - Cominci il turno adesso? Non ti invidio proprio. -
Hermione bofonchiò qualcosa che suonava come un esasperato assenso, prima di cacciarsi il giornale sotto al braccio e riaprire la borsetta:
- Prima di andare via, vuoi un muffin? Puoi avere quello al cioccolato, se lo preferisci. -
Webwick la fissò con un'espressione adorante che fece ridere Hermione, ed afferrò il dolce che le veniva offerto - riemerso da un qualche altro anfratto di quella inconcepibilmente capiente borsetta - adocchiandolo amorevolmente. Confessò con la voce soffocata dal primo, grosso boccone, mentre armeggiava per infilarsi la giacca:
- Non ho parole per dirti quanto tu sia meravigliosa. E' da mezzanotte che sogno di poter fare colazione... be', buona giornata, Granger! -
Hermione la osservò allontanarsi, superare il labirinto dei cubicoli e attraversare le porte di quercia, prima di riaprire il giornale.
ULTIMA UDIENZA DEL WIZENGAMOT PER NARCISSA MALFOY, strillava il titolo in prima pagina, e più sotto COS'E' ACCADUTO LA NOTTE DELLA BATTAGLIA DI HOGWARTS: IL RACCONTO DEL RAGAZZO-CHE-E'-SOPRAVVISSUTO. C'era una foto di Harry, accanto all'articolo, ed Hermione pensò che nelle foto ufficiali Harry veniva sempre con un aspetto terribile: in quella, in particolare, aveva tutta l'aria di essere stato colto di sorpresa dallo scatto del fotografo, perché aveva gli occhi sgranati, la bocca spalancata in un'espressione per metà di corruccio, per metà di sconcerto, e il viso pallidissimo. Sbatteva le palpebre come fosse confuso.
Incastrata in fondo ad un minuscolo cubicolo, tra due immensi schedari a parete, c'era una scrivania sommersa di libri, fascicoli, riviste. Sul muro di fondo Hermione aveva appeso una paratia di compensato alla quale aveva attaccato dozzine di ritagli di articoli e, nell'angolo più in alto, tre foto. La prima era una normalissima foto babbana: l'uomo e la donna nello scatto, due persone sulla quarantina, si limitavano a starsene fermi e a rivolgere un gran sorriso al fotografo, il braccio di lui avvolto attorno alle spalle di lei - che era più bassa, con una massa di riccissimi capelli castani sciolti giù per la schiena. Nella seconda c'erano tre bambini: potevano avere forse dodici anni, e si tenevano a braccetto. Il più alto dei tre, allungato e allampanato, aveva una camicia troppo grande per lui, malmessa, e un viso allegro e imbarazzato; il più minuto, anche se sorrideva, guardava verso la macchina fotografica con vaga preoccupazione: aveva la fronte attraversata da una cicatrice, scura sullo sfondo della pelle chiara. Tra loro due, nel mezzo, c'era una bambina con la treccia che se li teneva vicini entrambi. Gli occhi le brillavano per la contentezza. Nella terza foto i tre bambini c'erano ancora, ma non erano più bambini. Era passato del tempo, erano più grandi, tutti e tre, più alti. Lo sfondo era sempre lo stesso: un grande castello di pietra dalle guglie che si perdevano alte in un cielo nuvoloso.
Hermione spostò una sedia con un piede e si mise seduta, aprendo il giornale sull'ultimo angolo di scrivania rimasto libero.
LA RICOSTRUZIONE DELL'ALA OVEST DI HOGWARTS, spiccava in terza pagina, VA AVANTI. Sono state rimesse in piedi, l'articolo iniziava così, le protezioni che circondavano l'Ala Ovest della Scuola di Hogwarts, distrutta durante la notte tra l'1 e il 2 maggio durante la battaglia che ha portato alla distruzione di Voi-Sapete-Chi. “Rialzare le mura”, ha affermato la Preside, la professoressa McGranitt, “è stato il meno. Gli incantesimi che hanno protetto questa scuola per secoli hanno bisogno di essere ripristinati.” I dormitori di Serpeverde e Corvonero sono ancora inagibili: per permettere agli studenti di riprendere le lezioni il 1° settembre è stata trovata una soluzione alternativa, ma la Preside e i membri del corpo docente hanno mantenuto il massimo riserbo sull'argomento...
- Già al lavoro, Granger? -
La voce familiare spinse Hermione a sollevare la testa. Il suo capo, Jonathan Archer, sembrava faticare come sempre ad entrare nel cubicolo. Era un mago alto e massiccio, con la costituzione fisica di un armadio a quattro ante e la bizzarra abitudine di portare un grosso impermeabile babbano sopra alle vesti da mago. Le sue spalle larghe quasi si incastrarono tra gli archivi, e le falde dell'impermeabile si impigliavano in ogni scaffale, e quando finalmente fu di fronte alla scrivania della sua apprendista preferita tirò un percettibile sospiro di sollievo.
- Bisognerà chiedere a quelli della Manutenzione di allargare il tuo ufficio, Granger. Non puoi lavorare in questo sgabuzzino. - Affermò, corrucciato.
- Buongiorno, signore. - Salutò Hermione, prima di richiudere il giornale e allungare verso l'uomo il cartoccio dei dolci. - Muffin. - spiegò.
La bocca un po' storta di Archer si piegò in un ampio sorriso, mentre accettava la cartata. L'uomo afferrò una sedia, pigiata in un angolo tra uno degli archivi e la parete di fondo, e si sedette di fronte alla scrivania.
- Se è un tentativo di corrompermi per una raccomandazione alla fine dell'apprendistato, Granger, ti avviso che dovrai fare meglio di così. Dove li hai presi? -
- Ho scoperto che c'è una pasticceria proprio sotto casa mia. I miei mi hanno sempre detto che la prima colazione è il pasto più importante della giornata. -
Archer aprì il cartoccio e ne estrasse un muffin: se tra le mani più minute di Aracne Webwick era sembrato una grossa palla da tennis, tra quelle enormi del mago spariva come un minuscolo Boccino infarinato. L'uomo inclinò il capo da una parte:
- Che lavoro hai detto che fanno i tuoi, Granger? -
- I dentisti. -
Archer sbatté le palpebre, perplesso:
- I dentisti? -
- Sono Babbani, signore. - spiegò Hermione, ripiegando il giornale e facendo sparire la cartata ora vuota dei dolci. - Il dentista è una specie di Medimago che si occupa solo della salute della bocca delle persone. -
Archer le rivolse per un attimo un'occhiata curiosa, non ostile, prima di affermare lentamente:
- Capisco. - E poi, schiarendosi la voce e lasciandole cadere sulla scrivania un fascicolo spesso almeno tre dita, con la sigla del Quartier Generale impressa in rosso sulla sommità di ogni pagina, esclamò: - E' ora di cominciare a lavorare. Hanno trovato il cadavere di una giovane donna in un villaggio nei pressi di Perth, su al nord. Era incastrato nel letto di un fiume asciutto. Al San Mungo hanno stabilito che deve essere rimasto in acqua per almeno cinque mesi. -
Hermione, che aveva appena aperto il fascicolo, lo richiuse di scatto quando la prima fotografia le sbatté in faccia con la forza di una mazzata l'immagine di qualcosa che una volta era stato umano, ma adesso non lo era più, gonfio, pallido, deturpato. Inghiottì a vuoto un paio di volte per contrastare la nausea, sentendosi tutto ad un tratto, molto, molto male. Era contenta di non aver fatto ancora colazione, perché non era sicura che sarebbe riuscita a trattenersi dal rimettere, se avesse avuto lo stomaco pieno.
Il suo lavoro le piaceva, e le piaceva molto. Era un lavoro che le permetteva di fare quel che aveva sempre sognato, aiutare, investigare, indagare, essere utile, ed era un lavoro che la rendeva orgogliosa. Ma il suo lavoro aveva aspetti con i quali - malgrado tutto quel che era accaduto nel corso degli ultimi anni - doveva ancora venire a patti.
Archer doveva averle deciso di lasciarle qualche istante per ricomporsi perché, quando Hermione si decise a risollevare la testa per incontrarne lo sguardo, scoprì che lui la stava guardando ed aspettava. Aveva appoggiato il muffin sul bordo della scrivania.
Hermione domandò, e si sentì fiera per non aver balbettato - anche se la voce che era uscita fuori suonava un po' debole, incerta:
- Chi l'ha trovato, signore? -
- Un pastore. Il fiume era un affluente del Clyde, asciutto durante i mesi dell'inverno per non ho capito bene quale ragione. Qualcosa a che fare con le sorgenti e il disgelo. Il cadavere dev'essere rimasto bloccato tra le canne, invisibile sotto la superficie dell'acqua, fino a quando la secca non l'ha fatto riaffiorare. Il pastore è stato persuaso che fossimo della polizia locale, quando siamo andati a interrogarlo. Seguendo la procedura, sarà Obliviato alla fine del caso. -
Hermione si azzardò a riaprire il fascicolo. Scansò in fretta la foto; l'immagine in bianco e nero sembrava ancora più violenta ogni volta che un bagliore bianco l'attraversava e illuminava il cadavere - i flash dei fotografi, stabilì Hermione.
- Signore, se posso chiedere, perché questo caso è arrivato qui? Non è una questione più adatta alla polizia di Perth? -
- Lo sarebbe, ma è possibile che la donna fosse una strega. Certo, le hanno trovato addosso dei documenti da Babbani, una carta d'indennità... -
- Carta d'identità. - Lo corresse Hermione, piano, e Archer agitò una mano in un gesto d'indifferenza:
- Quella, sì. Era intestata ad una certa Jane Doe. -
Hermione alzò gli occhi, sorpresa, e fissò il suo capo:
- Jane Doe? Davvero? -
L'uomo aggrottò la fronte:
- Sì. - Con una punta di preoccupazione improvvisa aggiunse: - Perché? La conoscevi? -
- No, signore. E' solo che, Jane Doe, signore, è... - Le sopracciglia di Hermione si corrugarono, mentre cercava le parole giuste per spiegarsi: - … una cosa da Babbani. Jane Doe e John Doe sono nomi che in America vengono usati per persone che devono restare anonime, o che non possono essere riconosciute. -
L'espressione di Archer appariva perplessa:
- Non capisco. -
- E' un nome fittizio. - spiegò Hermione. - Se un Babbano muore... per un incidente, o viene ucciso... e non si riesce a riconoscerlo, allora spesso lo si chiama così. John Doe, se è un maschio, Jane Doe, se è una femmina. In Inghilterra non si usa, ma in America sì. L'ho visto in un telefilm. -
- Telefilm...? - le fece eco Archer, confusamente. E poi, scuotendo la testa e puntando un dito sul fascicolo: - Non importa, non importa. Lascia perdere. Solo, fammi capire: mi stai dicendo che probabilmente il nome su quella carta d'indennità è falso? -
- Sto dicendo solo che è strano, signore, e che non posso esserne sicura, ma probabilmente sì, lo è. -
Dalle labbra di Archer uscì quel che sembrava un sibilo spossato:
- Meraviglioso. -
- Signore? - azzardò Hermione dopo un attimo di silenzio. - Posso chiederle perché pensa che... che si trattasse di una strega? Dopotutto aveva dei documenti babbani, con sé. -
Jonathan Archer si chinò, prese il fascicolo e lo sfogliò lentamente. Le rispose:
- Innanzitutto, perché la morte è stata causata da un'Avada Kedavra. Ne aveva tutti i segni. Dopodiché, perché aveva indosso diverse fiale piene di ricordi. Estratti da qualche Pensatoio, probabilmente. - Le sue grosse dita si fermarono su una pagina. Girò nuovamente il fascicolo e lo spinse sotto il naso di Hermione. - Alcune erano sigillate, e l'Ufficio Misteri ci sta ancora lavorando sopra, e nelle altre l'acqua è filtrata attraverso i tappi di sughero quando gli Impervius e gli Infrangibili hanno cominciato a cedere. Non durano in eterno, sai, hanno bisogno di essere ripristinati di tanto in tanto... Ad ogni modo, siamo riusciti a recuperare qualcosa, e questa è la ragione per la quale te ne sto parlando. Qui c'è l'elenco dei frammenti di ricordi recuperati. -
Hermione lesse. Gran parte della lista era composta da brevissimi appunti come riunione del Wizengamot, processo ad A.Rookwood, 23 Gennaio 1982, oppure incontro alla Testa di Porco, P. H. Lovecroft e W. Blame, 1994. Accanto ad alcuni appunti non c'era nessun nome, ma solo un punto interrogativo. Altrove invece comparivano solamente i nomi, magari accompagnati da un luogo: forse il ricordo, lì, era stato così rovinato da permettere di estrapolare soltanto un viso, un frammento.
E al penultimo posto, quasi in fondo alla lista, c'erano due nomi e un appunto che le tolsero il fiato.
A. P. W. B. Silente e H. J. Potter, Studio del Preside, 18 Giugno 1996.
A Hermione occorse un po' per ritrovare la voce. Fissò prima i nomi e poi la data, si schiarì la gola con un colpo di tosse e poi mormorò:
- Questa persona aveva addosso... un ricordo di Harry e del professor Silente? -
Archer recuperò finalmente il suo muffin, facendone sparire una buona metà con un morso.
- Esattamente. Un ricordo rovinato e frammentato, ma indubbiamente un ricordo contenente Albus Silente ed Harry Potter. Sei sua amica, no? -
- Sì. - bisbigliò Hermione. Teneva tra le mani la lista come se non riuscisse a staccare le dita dal foglio, gli occhi fissi sulla data. - Sì, sono sua amica. -
18 Giugno 1996. La data della morte di Sirius Black.





Note della storia:Questa storia ha partecipato al concorso Jane Doe indetto da Lely1441 originariamente sul forum di Writers Arena, classificandosi prima.
E' la prima storia lunga che scrivo su Harry Potter, perciò sono particolarmente felice - e sorpresa - per il giudizio attribuito all'IC dei personaggi.

Scopo del concorso era creare una storia che avesse, al suo interno, una Jane Doe o un John Doe o una Baby Doe (vedi qui), ossia un misterioso sconosciuto al quale non si riesce ad attribuire un'identità.
E' la prima volta che posso scrivere di un nuovo personaggio con la pressoché assoluta certezza di non aver creato una Mary Sue. Giuro. *_* Viola almeno una regola fondamentale non scritta delle Mary Sue, ma non dirò quale: rovinerei la sorpresa.


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Ringrazio Salice, senza la quale, probabilmente, questa storia non sarebbe mai stata conclusa. Un colossale grazie alla giudice per la correttezza, la disponibilità (enorme disponibilità, in tema di scadenze del concorso e di consegne) e la rapidità e completezza dei giudizi... che vi sconsiglio di andare a leggere, almeno per un paio di capitoli, se non volete spoilerarvi il seguito!

Note del capitolo: Niente da segnalare, se non che forse i lettori più attenti si saranno accorti di quell'accoppiata di nomi, P. H. Lovecroft e W. Blame. Cinque punti a chi indovina a chi si fa riferimento!
I luoghi citati all'interno del capitolo sono tutti realmente esistenti.

Qui sotto potete trovare le altre storie partecipanti al concorso. Aggiornerò mano a mano che saranno pubblicate!
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