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Autore: Euterpe_12    27/01/2011    2 recensioni
Lui, serio, impassibile, privo d'affetto. Lei, innamorata della vita, se pur messa spesso alla prova. Lui vive in una grande città. Lei non è mai uscita dal suo Paese delle farfalle. Possono due persone così diverse incontrarsi e dar vita ad una stupenda storia d'amore? Sì, se ad aiutarli ci sono esperienze al limite dell'impossibile, amicizie più o meno sincere, e... un bambino. E' la prima ff che scrivo su questa serie bellissima, e vi avviso che purtroppo, cadrò nell'ooc. Spero comunque che vi piacerà. Buona lettura!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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15-…

Ciao a tutti! So di essere mancata in questo fandom per un sacco di tempo  e me ne dispiace ç_ç tuttavia sono riuscita a scrivere questo quindicesimo capitolo e posso ritenermi piuttosto soddisfatta ^_^ la figura di Alessandro torna a farsi sentire e ne vedrete delle belle!

Ne approfitto anche per farvi notare il mio cambiamento di nik: da Ichi_chan a Euterpe_12 la scelta è stata facile: adoro la musica e mi è sembrato un ottimo tributo scegliere come nik la musa della musica ^_^

Che altro dire? Buona lettura e grazie a tutti coloro che seguono ancora la storia!

Euterpe_12

 

15-Lo scontro

 

Ancora non era riuscita a crederci: quando aveva visto il foglio in bacheca e la faccia sorridente di Mary che lo indicava la gola le era diventata secca e le parole avevano deciso di non uscire dalle labbra. Avrebbe voluto urlare dalla gioia: non poteva davvero credere che era stata scelta per interpretare il ruolo di protagonista nel musichal della scuola!

Un ottimo modo per terminare il liceo, senza dubbio.

Sentì le braccia di Mary stringerla forte forte e sussurrarle che le voleva bene e che si meritava quella soddisfazione. Steve le battè un buffetto sul naso, sorridendo.

-Da oggi dovremo chiamarti star!- affermò contento. Mary rise dopo quella battuta, stranamente d’accordo con le affermazioni dell’amico.

Dovevano subito dirlo a Yuri.

Michi decise che non appena uscita da scuola sarebbe passata dal locale e gli avrebbe fatto una bella sorpresa: magari avrebbero potuto trascorrere un bel pomeriggio insieme!

Tuttavia durante la lezione di matematica un tranquillo Alessandro aveva fatto la sua introduzione nell’aula chiedendole di seguirlo. Michi aveva annuito tranquilla, ben contenta di non doversi sorbire tutti quei numeri dei quali non capiva un bel niente. Gli occhi attenti di Mary avevano osservato quelli azzurri di Alessandro, chiedendosi se aveva intenzione di combinare dei guai ora che avrebbe avuto la possibilità di trascorrere molto tempo con Michi.

La moretta uscì dall’aula.

-Dimmi pure!- esclamò tranquilla.

-Volevo chiederti di venire con me nel teatro della scuola, per metterci d’accordo sui giorni delle prove e su eventuali proposte.-

-Ah benissimo!- rispose Michi iniziando a camminare con l’amico verso la grande aula che fungeva, con il suo palco, da teatro per le recite studentesche.

-Sono molto contento che il preside abbia convenuto con me per la scelta di Cenerentola: tu eri senza dubbio l’elemento migliore.- affermò poi Alessandro ben tranquillo. Michi deglutì a fatica, molto imbarazzata: i complimenti di quel ragazzo non erano mai pochi. Sorrise.

-Ti ringrazio, anche se immagino che sarà dura.- affermò modesta.

-Ma tu puoi farcela.- disse il giovane, mentre Michi poggiava la mano sulla maniglia dell’aula-teatro. Alessandro coprì con la propria mano quella di Michi, accarezzando con il pollice la pelle bianca di lei. Fecero pressione insieme sulla maniglia per aprire la porta e Michi non si seppe spiegare quel gesto. Decise dentro di sé di non farci caso, ma quando passò davanti al finestrone sulla parete destra della grande aula notò di essersi tradita: il rossore sulle guance faceva denotare un certo imbarazzo. Chiuse gli occhi: non doveva assolutamente pensare che Alessandro avesse delle intenzioni non solo scolastiche nei suoi confronti.

Si sedettero vicino al pianoforte posto sul palco, Alessandro aveva dei fogli tra le mani.

-I personaggi sono circa 12 a meno che non ci siano dei cambiamenti di percorso.- affermò il ragazzo.

-Chi farà il principe?- chiese Michi interessata. Alessandro alzò lo sguardo dal foglio, sorridendo appena con le sue labbra sottili.

-Io.- Michi non poteva credere alle proprie orecchie.

-Tu?- chiese, incredula. Solo in quell’istante si rese conto che quell’immediata sorpresa poteva essere scambiata per qualcosa di male, quindi si affrettò subito a non far cadere Alessandro in inutili fraintendimenti. –Emmmh… ero convinta che alla recita partecipassero solo gli studenti.-

-Infatti è così.- puntualizzò Alessandro. –Ma tra i candidati non c’era nessuno con una voce adatta e le caratteristiche giuste per interpretare quel ruolo. Se avessimo scelto il “meno peggio” il lavoro non sarebbe venuto comunque come ce lo aspettiamo: di conseguenza il preside mi ha proposto di rivestire questo ruolo. In fondo Michi, io e te siamo quasi coetanei.- terminò allora, come se il suo discorso fosse assolutamente ovvio. La ragazza dovette convenire con lui. Solo allora le venne in mente l’improvvisa gelosia di Yuri nei confronti di Alessandro, una gelosia che non aveva mai portato particolari problemi, ma Michi non poteva immaginare la possibile reazione del suo ragazzo. –Hai paura che il tuo ragazzo si ingelosisca?- domandò allora il musicista, quasi le avesse letto nel pensiero.

Michi alzò lo sguardo, imbarazzata.

-N-no…- disse portandosi le mani davanti al viso e facendo di no con il capo. Alessandro la fissò senza fare una piega.

-E’ un tipo geloso?- si informò. Michi interruppe la propria danza imbarazzata, abbassando lo sguardo.

-Non particolarmente, ma mi vuole molto bene.- Alessandro allungò una mano verso quella di Michi, stringendola calorosamente.

-Io fossi in lui sarei molto geloso.- affermò. Michi alzò lo sguardo su di Alessandro, notando che era molto assorto. –Chiunque noti la scintilla che c’è nel tuo sguardo credo che farebbe qualunque cosa per averti tutta per sé.- sorrise, per calmare la tensione che si era creata.

Ma Michi rimase comunque piuttosto sconvolta da quell’affermazione, per questo si alzò d’improvviso in piedi, spaventata.

-Sta per suonare, tra poco avrò un compito quindi devo correre in classe!- con un balzo scese dal palco.

-E i  giorni delle prove?- domandò Alessandro dispiaciuto.

-Mettili quando vuoi, per me è indifferente!- disse allora aprendo la porta e volatilizzandosi quasi non vi fosse mai entrata.

Alessandro rimase in piedi sopra il palco, solo. Fece di no con il capo: stava sbagliando tutto con lei? Decise che doveva continuare ad insistere: Michi l’aveva colpito troppo nel profondo per lasciarsela scappare così.

-Vuoi dire che… che ti ha fatto una specie di dichiarazione?- domandò Mary stringendo forte la cartella. Una miriade di studenti stava correndo per il corridoio facendo a gara a chi sarebbe uscito prima da scuola.

-Shhh!!!- fece Michi ordinandole di stare zitta. –Più a bassa voce, o qualcuno sentirà!- esclamò ancora. Mary si guardò intorno con aria circospetta, poi più a bassa voce continuò.

-Se non ho capito male ti ha detto che lui farà il principe… e poi ti ha fatto dei complimenti piuttosto espliciti.- concluse la moretta. Michi annuì.

-Non so se sono io ad esagerare o se invece è davvero lampante il comportamento di Alessandro: quando mi ha detto quelle cose mi ha presa anche per mano!- uscirono dalla scuola, stupite che Steve non fosse con loro.

Ma Steve in realtà era vicino, abbastanza da sentire ciò che si erano dette. Si avvicinò alle due ragazze, con la semplice intenzione di tenere nascosto ciò che aveva appena sentito: doveva dirlo a Yuri, il prima possibile!

-Dove corri così?- domandarono le due giovani mentre Steve, veloce come un razzo, le salutava.

-Devo andare subito a casa… mia madre è stata male e ha bisogno di me!- Steve sapeva bene che Michi avrebbe accompagnato a casa Mary e che poi sarebbe andata da Yuri: era così praticamente tutti i giorni in cui non c’era da studiare. Per questo Steve si disse che avrebbe dovuto giungere prima lui al locale. Fortunatamente ci riuscì, mandando un sms a Yuri con la semplice richiesta di vedersi fuori dal locale.

-Che succede?- gli chiese il biondo vedendolo tutto trafelato.

-I… io…- Steve prese fiato. –Io ho saputo una cosa su Michi!- d’improvviso l’interesse di Yuri crebbe a dismisura. Si appoggiò al muro, guardando con i suoi occhi profondi l’amico. Steve si affrettò nel suo racconto. Man mano che parlava vedeva il viso di Yuri farsi sempre più paonazzo e le mani stringersi in due pugni sempre più stretti. Scattò in avanti, lanciando il grembiule del locale a Steve.-

Portalo dentro, e di a mia nonna che sono dovuto correre via.- disse incamminandosi.

-Dove corri?- chiese Steve preoccupato.

-Da quel maledetto!- e si infilò in macchina, sgommando per la rabbia.

Guidava come non aveva mai guidato ad Akhu. Mentre sentiva Steve raccontare solo un ragionamento gli balzava da una parte all’altra della testa: non devo perderla. Una paura che non aveva mai sentito, ma che ora era forte, troppo forte. L’immagine della mano di Michi stretta a qualcun altro quasi gli fece rigirare lo stomaco, mentre l’unica sua intenzione, ora come ora, era quella di andare da quel maledetto e riempirlo di pugni. Chiuse per un attimo gli occhi, fermo a uno dei pochissimi semafori di Akhu: la tremenda paura di perdere Michi non lo faceva quasi respirare. Il semplice fatto che qualcuno volesse privarlo di quella piccola oasi di felicità era per lui motivo di una sofferenza quasi indicibile. E per la prima volta si rese conto che Michi gli aveva insegnato l’amore, e che di quel sentimento non sarebbe mai più stato in grado di farne a meno.

Si fermò con l’auto davanti a scuola. Gli ultimi gruppetti di studenti ritardatari erano annidiati davanti ai cancelli, ma ben presto svanirono anche loro.

Yuri iniziò  a picchiettare con tre dita della mano sinistra sul volante, nervoso. Che fosse già andato a casa? Il giovane non aveva ancora ben capito quale fosse la mansione di quel guastafeste, l’unica cosa che sapeva era che doveva trovarlo il prima possibile.

E poi?

Suonarglie le?

Non lo sapeva. Michi gli aveva insegnato la comprensione e il valore della parola. Per questo, infilandosi una sigaretta in bocca, si disse che avrebbe fatto il superiore, parlando a chiare lettere. Lo vide uscire: camicia elegante e pantaloni neri in dosso, gli diede l’impressione di essere un piccolo Lord inglese.

-Alessandro?- lo chiamò aprendo la portiera dell’auto. Il musicista d’apprima si guardò intorno poi vide la figura del biondo di fronte a sé. Gli parve d’improvviso troppo muscoloso e alto per i suoi gusti, e questo gli piacque poco. Aveva sempre notato un’espressione apatica sul suo viso ed ora, invece, leggeva rabbia, tanta rabbia.

-Sì?- Alessandro si decise a fare il disinvolto: non poteva certo far trafelare le intenzioni che aveva con Michi. Tuttavia guardando in faccia quel tale si disse che doveva sapere quel che era successo quella mattina: ma come aveva fatto? Michi non era certo il tipo da correre tra le braccia del suo ragazzo e farsi difendere manco fosse un mostro cattivo.

-Ho solo una cosa da dirti.- si avvicinò Yuri calpestando il mozzicone di sigaretta appena finita. –Non osare mettere le tue sporche mani addosso alla mia ragazza!- esclamò. Ogni parola che diceva gli metteva addosso una voglia matta di prenderlo a pugni: quella sua faccia pulita, quel portamento perfetto gli facevano solo venire il nervoso.

-Io non ho fatto niente, né ho intenzione di farlo.- Alessandro incrociò le braccia, poi raccolse il coraggio: doveva essere uomo anche lui. –Michi correrà da me senza che io nemmeno glie lo chieda.-

-Come fai ad esserne così sicuro?- strinse i denti Yuri.

-Perché io e lei siamo uguali: appassionati, amanti della vita e dell’arte. Lei ha qualcosa Yuri, qualcosa che cerco da tempo e che di certo non mi farò portare via da qualche ragazzino che gioca a minacciare la gente.- chiuse gli occhi, poi li riaprì. Yuri tremava. Era rimasto basito davanti a quelle parole, indeciso se ammazzarlo o controbattere. Ma se avesse scelto la seconda opzione, non avrebbe saputo che dire.

Appassionati.

Amanti della vita.

E si sentì così diverso da Michi che quasi una paura lo prese, la terribile sensazione di non averla più vicina a sé.

Michi era arrivata da poco, ma aveva investito come un’onda la sua intera esistenza.

Alessandro camminò verso la propria auto. Yuri però non voleva darglie la vinta: ora era arrabbiato, e non solo con lui. Aveva bisogno di sfogarsi e per un attimo tornò lo stesso biondo taciturno di Tokyo.

-Stupido idiota!- e lo voltò di scatto, tirandogli un pugno in piena faccia. Il labbro di Alessandro iniziò a sanguinare, poi, dopo aver lanciato uno sguardo tagliente a Yuri, si volatilizzò in auto, correndo subito via.

Yuri rimase in mezzo al marciapiede con la mano ancora sollevata, mentre un paio di lacrime battevano per uscire dagli occhi: era sicuro che da quel momento in poi non sarebbe più riuscito a guardare Michi con gli stessi occhi.

Troppo diversi.

Eternamente diversi.

Eppure l’amava così tanto.

   
 
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