Quando qualcuno che non vuoi
“House, il
ciuccio.”
“Usa ancora il
ciuccio!?”
“Ha tre
anni.”
“Beh, io non ho mai
usato il ciuccio.”
“Non giustifica il
fatto di averglielo nascosto.”
“Lo
troverà presto. I neonati sono come i cani: annusano e
gattonano dappertutto.”
“Che
sensibilità.”
“Altroché.”
Con tua figlia in braccio, fai
il giro del tavolino per
recuperare la borsa.
“Naah. Non
è lì.”
“House, non stiamo
giocando.”
“Io
sì” sghignazzò, facendoti sbuffare.
“La baby-sitter
arriva tra poco.”
“Vorrà
dire che hai ancora qualche minuto per portare a
termine la tua caccia al tesoro.”
Ti osserva sorridente.
Oh, certo.
Perché avevi davvero
voglia di assecondarlo in quest’idiozia.
“Ce l’hai
in tasca.”
“Oh-oh.”
Si avvicina e prende una manina
di Rachel, agitandola.
“Mamma ha indovinato.
E adesso cosa le chiedo in cambio del
tuo inseparabile ciuccio?”
“Divertente. Davvero.
Hai sbagliato tutto con me.”
“No,
invece.”
Estrae dai pantaloni
l’oggetto colorato e lo fa dondolare
sopra la testa della bambina, che alza in aria le braccia come per
afferrarlo.
“Eddai
House” lo preghi cambiando registro.
Lo vedi sorridere, di quel
sorriso allegro.
E soprattutto spontaneo.
Così bello che lo
segui a ruota.
Perché lascia
scivolare tra le manine di tua figlia il suo
ciuccio.
“Aaah”
prima che la piccola lo potesse mettere in bocca,
glielo rubi dalle dita. “Prima lo disinfettiamo.”
“Maniaca
dell’igiene.”
“Ladro.”
Gli scappa una risata.
“Me la tieni per un
po’?”
Gli passi Rachel tra le sue
braccia. “Sì ma io…”
Non so
fare,
avrebbe voluto dire.
Ma sparisci prima.
Dlin
dlon.
Raggiungi rapida
l’ingresso, dove un House stava parlando a
tua figlia di come agire in caso di pneumotorace e dall’altra
parte della porta
qualcuno attendeva.
“La smetti di
raccontarle queste cose?”
“Non conosco
né storie né canzoncine.”
Mentre scuoti la testa, tiri
verso di te la porta.
“Lucas.”
“Ciao
teso… ehm, salve.”
“Io…”
tentenna House.
“Sì,
lui…”
“Me ne stavo
andando.”
Ti restituisce Rachel.
E in quell’istante
vedi nei suoi occhi la tristezza.
“Buona
serata” conclude.
Ti odi.
Ti odi per
quell’atmosfera di famiglia e di dolcezza che era
scomparsa con lui.
Ti odi perché tutto
ciò che aveva lasciato era solo tensione
e imbarazzo.
Fine.