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Autore: Mork    09/02/2011    0 recensioni
[Jesus Christ Superstar][Judas/Jesus]
"Lo sa che l’ho tradito perché gli sono fedele?"
Genere: Drammatico, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Cos’è questo chiasso? Ditemi che succede…»
Judas si accorge che Peter e gli altri si stanno svegliando, e lentamente, come se uscisse da un sogno, si ricorda della presenza dei soldati, e di quello che accadrà da lì a pochi secondi. Viene colto dal panico e dall’atroce dubbio che Jesus possa non averlo compreso, ma non riesce né ad aprir bocca né a guardarlo negli occhi per scoprire se è davvero così. Il Cristo non si è allontanato da lui, e sente il suo sguardo addosso. Allunga le braccia verso Jesus e, vedendo che lui ricambia il gesto, si rincuora e lo stringe a sé; è così esile e leggero che gli sembra di abbracciare un mazzo di fiori. Chiude gli occhi affondando il viso tra le pieghe di quella veste candida, e si abbandona alle lacrime. Jesus gli cinge le spalle dolcemente e inizia ad accarezzargli i capelli, cullandolo.
Basta che tu non dica che sono dannato in eterno…
 
Judas sente il suo amato sfuggire al suo abbraccio, e contemporaneamente si sente tirato indietro con forza: i soldati li stavano separando. Viene scagliato contro una colonna, e lì si accascia, mentre gli Apostoli lo circondano coprendogli la vista.
«Tieni duro, Signore! Combatteremo per te!»
Judas chiude gli occhi e si tappa le orecchie per non vedere Jesus afferrato dalle guardie e per non sentirlo dire: «Mettete via le vostre spade! Non sapete che è tutto finito?»
Si rialza a fatica, e scappa via.
 
Corre, disorientato e stordito, per strade che gli sembra di non aver mai visto, per poi ritrovarsi immerso in un’enorme folla urlante. Intuendo il motivo di tanto chiasso fa per allontanarsi, se non che vede Maria Maddalena farsi largo tra i primi della folla. Immediatamente si riaccende il lui la gelosia e, a furia di spinte, si ritrova presto di fronte alla cella dov’è rinchiuso il Cristo: è alta e stretta, con sbarre da tutti i lati. I discepoli gli si accalcano intorno, arrampicandosi e tendendo le braccia tra le sbarre. Judas si posiziona il più lontano possibile dai suoi ex compagni, poggiando la schiena su uno dei quattro pilastri che delimitano la cella, e osserva di sottecchi la scena che si svolge all’interno.

Jesus è in piedi, tranquillo; si volge ogni tanto per fare un cenno ai suoi seguaci che lo invocano a gran voce e contemporaneamente supplicano le guardie di lasciarlo andare. Tra quelle c’è un saggio vestito interamente di nero, lo sguardo glaciale, che si allontana per introdurre un uomo dentro la cella; Judas lo riconosce: è Annas, e dietro di lui fa la sua comparsa Ponzio Pilato.
Judas si irrigidisce, i discepoli tacciono per lo spavento, la folla esulta, e Jesus rimane impassibile. Pilato gli si piazza davanti con i pugni sui fianchi: «Chi sarebbe quest’individuo?». Annas, alle sue spalle, risponde: «Un certo “Cristo”, “Re dei Giudei”».
«E così tu saresti Gesù Cristo! Devo ammetterlo, sono piuttosto stupito: sei un po’ piccoletto, per essere un re!»
La folla scoppia a ridere, e Pilato prosegue: «Ebbene, perché non parli? Come fai ad essere così calmo, nella tua situazione? Davvero bizzarro, questo re silenzioso!»
La folla ricomincia a strepitare, ma Jesus non apre bocca, lo sguardo fisso davanti a sé. Pilato prova a stuzzicarlo un altro po’, poi, non ottenendo alcuna risposta, perde la pazienza e va a consultarsi con Annas.
Judas si sporge per cercare di capire cosa stanno confabulando, ma la loro voce è coperta dalla pioggia di insulti che la gente riversa sul Cristo.
Dopo qualche minuto Pilato sembra deciso, e in un silenzio carico di attesa, annuncia a Jesus e agli astanti che il Re dei Giudei verrà condotto l’indomani mattina al cospetto di re Erode. Judas, che non sa se rallegrarsi o rattristarsi di fronte a questa decisione, cade in ginocchio fissando lo sguardo su Jesus, che gli volge le spalle e che sembra non aver provato alcun turbamento per quella notizia.

I soldati fanno sloggiare la folla, e con essa anche i discepoli; Judas afferra le sbarre della cella con entrambe le mani e, quando le guardie sopraggiungono per farlo allontanare con la forza, oppone resistenza dichiarando: «Ho contribuito alla cattura di quest’uomo. Ho il diritto di rimanere». Le guardie spostano lo sguardo verso un punto alle spalle di Judas che, voltandosi, vede Annas congedare i soldati con un cenno del capo. Fatto ciò, il membro del Sinedrio si avvicina a Judas, che lo squadra pieno di rancore.
«Giusto, non ti ho ancora ringraziato per la vittima, Judas»
L’Iscariota non risponde e si volta con stizza verso la cella, solo per vedere Jesus che lo fissa con occhi malinconici. Aveva sentito?
Che importa. Tanto sapeva sin dall’inizio che la colpa è tutta mia. Questo mi va bene. Ma sa anche il motivo del mio tradimento? Lo sa che l’ho tradito perché gli sono fedele?

Judas sente i passi di Annas che si allontana; sono di nuovo soli. Avrebbe voluto piegare quelle sbarre, abbracciare di nuovo Jesus, stringerlo e rassicurarlo. Pilato aveva ragione: così piccolo e indifeso non sembrava affatto un Re; solo un angelo confuso e impaurito piombato sulla terra perché gli avevano spezzato le ali.
Jesus gli volta le spalle, e va ad accoccolarsi contro una colonna, sedendosi con le ginocchia contro il petto e il viso nascosto tra le braccia. Judas rimane in piedi, i pugni chiusi intorno alle sbarre, deciso a vegliare su quel candido giglio fino alla mattina seguente, finché non vede entrare dentro alla cella quattro guardie.
Che ci facevano lì? Jesus non doveva comparire davanti a Erode l’indomani?
Jesus alza la testa e sia lui che Judas rivolgono ai soldati gli stessi sguardi confusi; e, nello stesso momento, i dubbi di entrambi si cancellano: quegli uomini brandivano pesanti randelli.
 
Due di loro sollevano il Cristo e lo trattengono mentre gli altri lo colpiscono duramente in pieno petto; e ogni colpo è accompagnato da un’ingiuria.
Jesus non fa niente per difendersi, non si dibatte e non urla neanche.
 
Alla prima bastonata, Judas cade in ginocchio, la bocca aperta in un grido silenzioso, gli occhi spalancati, le mani che stringono convulsamente le sbarre della prigione; è come paralizzato: vorrebbe scappare di fronte a quell’orrore, ma vorrebbe anche farlo cessare, con il solo risultato di rimanere lì, suo malgrado, ad assistere impotente alla tortura del suo amato.
 
Jesus non ha più la forza di reggersi in piedi, e si accascia a terra, in mezzo ai soldati che lo scherniscono e lo calciano sui fianchi. Uno di essi riesce a strappargli il primo grido di dolore afferrandolo violentemente per i capelli e buttandolo in un angolo.
A quel suono, Judas chiude gli occhi, si cinge le spalle con le braccia, e inizia a strappare lembi della maglietta. Ad ogni nuovo grido, ad ogni nuovo colpo, si lacera gli abiti, graffiandosi a sangue e piangendo il silenzio.
 
Dopo quelle che sembrano ore, le guardie, stanche del loro gioco, se ne vanno allegramente, lasciando dietro di sé due uomini laceri e sanguinanti, uno dentro ad una cella e uno fuori, un traditore ed un innocente.
Quando Judas riesce a fermare i singhiozzi, alza la testa e attraverso le sbarre riesce a scorgere, malgrado e grazie alla poca luce, Jesus rannicchiato per terra, la veste strappata in più punti che mostra il pallido corpo coperto di lividi, il viso insanguinato, l’espressione contratta in un pianto silenzioso.
Gemendo, Judas si alza in piedi barcollando, e corre difilato verso il Sinedrio.
  
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