Vi è mai capitato di sentirvi del tutto incompleti? Di non riuscire a capire quello che sentite, quello che volete? Proprio stamattina mi sono svegliata con questa strana, ma frequente sensazione che da qualche mese a questa parte mi tormentava. Non riuscivo a capire da cosa fosse nata, nè me ne curavo molto, ci avevo fatto l'abitudine. Forse era partita dal fatto che per l'ennesima volta mio padre era mancato alla mia festa di compleanno? No, penso che non sia questo... però c'era un ragazzo che mi metteva agitazione. Era Harima Kenji, figlio di amici di mio padre. Ai miei compleanni c'era sempre, ma non parlava con nessuno e se ne stava sempre solo in un angolino. Nonostante i nostri corrispettivi genitori fossero in buoni rapporti, noi ci trattavamo come estranei. Non sono convinta di avergli mai rivolto la parola... se è sì, in occasioni molto rare. Ad ogni modo, dopo aver scoperto che si era trasferito nella nostra classe, mi è venuta voglia di sprofondare sotto terra. Chissà perchè mi facevo tanti problemi per quello lì. Comunque sia aveva la reputazione di essere un bullo. Non è che la cosa mi preoccupasse, ma deicisi che comunque avrei dovuto tenerlo a distanza.

Qualche giorno dopo il suo trasferimento vidi che aveva stretto amicizia con degli atri ragazzi che definirei "suoi simili". Mio padre mi aveva raccomandato di essere gentile, ma io non a dir la verità non gli avevo nemmeno rivolto la parola.
Dopo gli allenamenti di pallavolo che si svolgono ogni mercoledì, io mi reco negli spogliatoi, aspetto che le altre finiscano, per poi fare una doccia in tranquillità. Così fu. Quel giorno ero particolarmente agitata, una doccia calda probabilmente avrebbe alleviato la mia ansia. Infatti potevo dire con certezza di essere molto più rilassata. Uscii coperta soltanto da una asciugamano. Mi stavo guardando allo specchio quando sentii dietro di me la porta aprirsi per poi chiudersi bruscamente. Mi voltai di scatto e vidi che davanti a me si c'era una ragazzo. Quel ragazzo. Harima. Non mi bastò molto per notare che respirava affannosamente ed era completamente nudo. Non potei far altro che rabbrividire, non avevo la forza per gridare e non riuscivo a muovere un muscolo. Ero completamente pietrificata.