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Autore: Snafu    13/02/2011    4 recensioni
Autore: moi, Cath
Pairing: MarkxJason (in misura molto minore HowardxJason) {so che il pairing non è dei più quotati, ma mi è presa così... ihih}
Desclaimers: allora TUTTO, ma proprio TUTTO quello che leggete qui è frutto della mia fantasia, ok? Lamentablemente, niente di questo è successo e probabilmente mai succederà. Ad ogni modo devo scriverlo, quindi ecco qui la mia ammissione. I pensieri narrati in prima persona con il nome di Jason sono MIEI. :) Il titolo ovviamente è una canzone dei mitici Take That e non vanto nessun tipo di diritto su ciò.
Note1: come ormai sa chi mi conosce in quest'ambiente, ricordatevi che ogni capitolo potrebbe essere l'ultimo, perché se perdo l'ispirazione mollo la fiction lì e non la piglio più ahah
Note2: questa FF ha anche una locandina (non so qui come si fa ad hostarle, comunque la trovate sul mio LiveJournal, nome la_cath), e spero che avrò magari tempo per tradurla in inglese e magari anche in spagnolo. Sintesi della storia: Jason inizia a frequentare Howard, ma poi ci si metterà di mezzo una piccola testa bionda e magari ci sarà un po' d'amore ihih
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Relight my Fire'
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Bilancio delle vacanze: positivo.
Al settanta per cento, almeno.
Era andato tutto liscio, escluso il trenta per cento perché Mark non era con me (di questo totale trenta percento, un tre per cento mi era derivato da un ammonto sul conto corrente di non so quante sterline di chiamate internazionali).
Mia madre, che si era subito accorta che qualche cosa non andava, aveva scoperto tutto, anche se non ero entrato nel dettaglio con lei. Diciamo che sapeva che mi vedevo con qualcuno e che ero abbastanza preso. Che questo qualcuno fosse un uomo e che si trattasse proprio del piccolo Mark, lo ignorava. Si era messa a fare un sacco di domande imbarazzanti, ma avevo risposto in modo vago. Poi probabilmente era convinta di aver parlato con Justin tutto il tempo, quindi non correvo rischi.

Dovevo incontrare Mark, e anche gli altri, ma in misura maggiore Mark, in un hotel di Madrid, che non era neanche tanto lontano da dove mi trovavo io, ciò nonostante arrivò prima lui di me.
Fu una bella sorpresa, visto che credevo che sarei stato il primo, anche se speravo di nascondere i pacchettini in giro per la stanza per farglieli trovare e questo piccolo effetto ovviamente saltò. Si, lo so che la caccia al tesoro romantica faceva molto anniversario di fidanzamento, ma volevo sorprenderlo in qualche modo!
Aprii la porta della stanza e trovai lui chino sulla sua valigia a cercare chissà che cosa. Si sollevò, mi guardò, e non appena l'informazione «Jason è sulla porta» passò dalle sue pupille al suo cervello, quindi in un attimo, mi saltò praticamente in collo, tanto che la valigia mi cadde di mano e dovetti fare uno sforzo impossibile per non cadere e non far cadere lui.
Suppongo che fu questo a compromettere la mia carriera di ballerino.
Mi trascinò dentro, chiuse rapidamente la porta e subito mi baciò. Era felice di vedermi, ma di sicuro io lo ero di più perché mi sentivo stordito dalla sua presenza. Mi sembrava che stesse riempendo tutta l'aria intorno e che non ce ne fosse più da respirare.
«Ma che hai fatto?» chiese guardandomi prima da lontano e poi di nuovo da vicino, piegando la testa su di me
«Che ho fatto?» gli feci eco
«Hai un mega succhiotto sul collo!» esclamò, tirandomi una spintarella. Un altro dei suoi scherzi.
«Sarà lì da almeno una settimana allora, me l'avrai lasciato te» dissi, prendendolo per i fianchi e spingendolo verso il letto. Il suo viso si illuminò di un bellissimo sorriso. Devo ammettere che per sicurezza, dopo, quando fu andato in bagno, controllai di non avere niente. Che figura, se fossi andato tutta la settimana in giro con quel segno sul collo!
«Però hai le labbra tutte screpolate. Consumate. Ti devi esser dato un bel da fare laggiù eh?»
No, mi dispiace caro il mio Markie.
«Si sono screpolate perché è da una settimana che non baciano le tue» gli risposi e lui rimediò subito.
Si alzò e frugò nella sua valigia. Ne estrasse un piccolo stick bianco. Si inginocchiò accanto a me e lo stappò. Fece roteare la base e ne uscì del burro di cacao. Si avvicinò per darmelo, ma io indietreggiai.
«Hei, fermo, fermo! Sai che lo fanno con lo sperma dei maiali? Non ho intenzione di spalmarmi sperma di maiale sulle labbra!» esclamai, cercando di proteggermi e lui rispose di tutto punto:
«E neanche di baciare un ragazzo super carino che si è appena spalmato sperma di maiale sulle sue labbra?» si distese sul letto e passò lo stick sulle sue labbra con aria sufficientemente sensuale da far sembrare la cosa effettivamente più invitante.
Catturai le sue labbra in un bel bacio e lui mi strinse forte. Avevamo un bel po' da recuperare. Prima però volevo che vedesse i miei regali. Allora forse la sua gratitudine sarebbe stata ancora maggiore.
Mi sollevai dal letto e lui piagnucolò. Appoggiai la valigia, che era rimasta accantonata per terra dopo essere caduta, ad una sedia e la aprii, tirando fuori i due pacchetti un po' stropicciati. Se li avessi fatti io sarebbero stati anche in condizioni peggiori, quindi era meglio che si accontentasse. Dopotutto è il pensiero che conta, o no?
Mi inginocchiai sul letto e glieli porsi, sedendomi di fronte a lui.
«Per me?» disse con due occhi che sembravano un albero di Natale da quanto luccicavano
«Grazie!» esclamò, anzi, strillò e mi stampò un bacio sulle labbra, prima di precipitarsi ad aprire il primo pacchetto.
«Prima di ringraziarmi, controlla se ti piace» replicai, guardando con aspettativa la sua faccia mentre lo scartava. Dopo essersi aperto un piccolo varco nella carta, sbirciò dentro la piccola busta e diventò rosso come un peperone.
«Ma che mi hai preso un frustino? Sei proprio un porco Jason, ha ragione tuo fratello» disse, tirandomi una botta sul braccio. Diventai paonazzo. Oddio, ma che aveva incartato quel tipo? Gli strappai letteralmente il pacchetto di mano e ne verificai il contenuto. Se era un frustino potevamo provarlo subito! Quel pensiero lascivo abbandonò immediatamente la mia mente quando mi resi conto che si trattava, effettivamente, del bracciale, uguale al mio.
«Ma che frustino e frustino, Markie! E' un bracciale! E' possibile che stai sempre a pensare a queste cose?»
«Beh, c'era la pelle intrecciata, è stata la prima cosa a cui ho pensato! Guarda che poi è colpa tua se sto in bianco da così tanto tempo» bofonchiò, con un'aria un po' offesa. Perché cosa credeva che io non avessi passato l'ultima settimana a svegliarmi con un palo in mezzo alle gambe?
«Vieni qui» gli dissi, con un tono un po' romantico, dandogli un bacio sulla tempia. Presi il piccolo polso e ci strinsi il braccialetto. Infine gli mostrai il mio. A questo punto dalla modalità albero di Natale i suoi occhi passarono a quella fuochi d'artificio. Almeno l'avevo reso felice.
«Chebellochebellochebello» ripeté tutto d'un fiato, continuando a guardarsi il polso con la stessa foga di una donna con un anello al dito «grazie!» disse di nuovo dandomi un altro bacio. Gli piacque anche la collana con le conchiglie, ma il bracciale rimaneva il suo preferito.
Qualcuno bussò alla porta.
Mark si alzò e saltellò fino alla maniglia, poi aprì la porta.
«Ciao!» esultò Howard con una vera faccia da cretino stampata sotto la barba. Entrò e si mise comodo sul mio letto, come se fosse a casa sua.
«Ah guarda, c'è loscopatutto sul tuo letto Jay» sbuffò Mark, richiudendo la porta
«Per fortuna non ho interrotto niente» borbottò Howard
«Ah, non c'è pericolo. Per ora il record di unico uomo che è riuscito a scoparsi Jay lo detieni tu» disse irritato, chiudendosi in bagno e sbattendo la porta. Perfetto, no? Tutta la gentilezza di Mark e la sua felicità erano evaporate. Come rovinarsi una bella giornata.
«Hei, odiosonanoribellearrapauomini*!» gridò Howard, tirandosi su. La faccia di Mark quando riaprì la porta del bagno era quella di una belva. Lo puntò e gli saltò addosso, stendendolo sul letto.
«Ripetilo scopatutto! Ripetilo!» disse, battendo i pugni sul suo petto
«Puoi giurarci!» strillò l'altro «Odiosonanoribellearrapauomini!» dopo un po' Howard si stancò di giocare e lo piantò «Dai, che poi Jay si ingelosisce» scherzò, dandogli un buffetto e si alzò dal letto.
Perché avrei dovuto? Ormai non ci badavo più. La gelosia era diventata un sentimento estraneo a me, poiché avevo iniziato ad essere geloso anche di me stesso. Probabilmente avevo ragione: Mark meritava di non appartenere a nessuno.
«Piuttosto, non vorrei apparire scortese, ma com'è che non sei in camera tua?» continuò il più piccolo. Quanto era tenero il mio Mark che segnava il territorio. Howard non rispose. Qualcosa nel suo silenzio mi diede da pensare.
«C'è amore nell'aria» affermò, dopo un po', guardando Mark. Non era di lui che stava parlando.
«Credo di aver voglia di un gelato» si drizzò in piedi «andrò» Howard non ci salutò neanche e sparì nel corridoio, lasciando la porta aperta.
«Ma che gli prende?» chiese Mark
«Aveva voglia di gelato» risposi, facendo spallucce
«Anche io Jay»
«Markie se adesso andiamo a prendere il gelato non possiamo stare insieme»
«Ma se andiamo insieme a prendere il gelato!»
«Sì, ma non posso strapazzarti o sbaciucchiarti se andiamo in un luogo pubblico. E adesso ho voglia di baciarti e coccolarti»
«Anche io la settimana scorsa avevo voglia di fare l'amore ma non è che tu mi sia stato ad ascoltare» fece il sostenuto, infilandosi le scarpe «ad ogni modo io vado a prendere un gelato, tu fai come ti pare» questo benedetto ragazzo. Ovviamente lo seguii e ne fu felice.
Non si accontentò della prima gelateria che trovammo, figurarsi, volle andare nella gelateria più lontana tanto che quasi ci perdemmo.
La situazione stava lentamente sfuggendo al mio controllo.
Non appena entrammo nel locale, mi resi conto che stavo controllando i suoi passi, per evitare che inciampasse. Cavolo, aveva vent'anni! Mark avrà pur saputo camminare da solo! Infatti. Mi sa che era solo un pretesto per fissargli il sedere, e questo non era molto carino da parte mia. Prima mi prese il terrore che chi stava dietro di me lo stesse facendo a sua volta, ma non c'era nessuno per fortuna. Poi iniziai a pensare a tutti coloro che avrebbero potuto fissare il sedere a Mark e mi accorsi che avevo iniziato a guardarmi intorno per controllare che nessuno lo stesse facendo. Se disgraziatamente questo accadeva iniziavano a lanciare sguardi che minacciavano morte. Lui invece camminava tranquillo, elargendo sorrisi a tutta la folla intorno.
«Sì dai, sorridi a tutti, come se io non stessi già facendo abbastanza fatica a controllare la gente che ti sbrana con gli occhi» sussurrai alle sue spalle e lui ridacchiò.
E poi non mi andava che condividesse quella sua smorfietta meravigliosa con tutti, insomma, c'è ancora qualcosa di me lì!
Vogliamo parlare del modo in cui mangiava il gelato? Preferisco evitare. Lo stavano guardando tutti, compreso me, con adorazione assoluta.
Per tornare indietro, visto che ci eravamo persi, prendemmo un bus turistico e una macchina fotografica usa e getta e passammo così il pomeriggio. Da veri romanticoni.
Sì peccato che dovevo stargli lontano venti chilometri, se qualcuno ci avesse visti un po' più vicini sarebbe scoppiato un putiferio mediatico. Beh, non che se mi avessero visto fargli le foto mentre leccava il gelato in un modo sconcissimo avrebbero pensato meglio di me. Di noi.
E non che il porcello si fosse trattenuto, eh! Mi aveva anche coinvolto in uno dei suoi pervertitissimi progetti, chiedendomi di aiutarlo a finire il gelato solo per scattare qualche foto a tradimento e si era fatto cadere di proposito qualche spicciolo affinché glielo raccattassi per fotografarmi mentre mi chinavo.
La sua malizia andava oltre l'immaginabile, ma non credevo fosse sempre così. Lo faceva solo perché mi voleva, per mangiare tutte le mie pedine, una ad una, e finire il suo gioco da vincitore. La sua intenzione era di portare la mia sopportazione al limite, la mia voglia di lui, al limite, all'esasperazione. Come farmi cedere? Ci riusciva ad ogni passo. E alla fine sapeva che avrebbe vinto, alla fine, sapeva che mi avrebbe avuto.
Dopo il primo quarto d'ora, mi addormentai e mi svegliò solo quando fummo arrivati.
Portammo subito le foto a sviluppare in una rivendita proprio di fronte all'albergo, chiedendo se, pagando un po' di più era possibile averle nel più breve tempo possibile. Acconsentirono. Alla faccia del più breve tempo possibile! Ci fecero aspettare un'ora e mezza per averle e tra l'altro non potemmo vederle subito perché c'era Robbie che ci faceva la posta all'ingresso perché voleva andare a cena.
Non aveva tutti i torti, ma Mark non sembrava affatto affamato, sarà stato per via del gelato.
La cena verté tutta su una misteriosa quanto inquietante lettera che Howard aveva ricevuto da due ammiratrici. Mark teneva il pacchetto con le foto nella tasca del giacchetto, appesa alla sedia, e ogni tanto controllava che ci fosse ancora.
Non appena tornammo in camera, scoppiò il putiferio.
Neanche il tempo di chiudere la porta, tentai di sottrarre la busta a Mark, che intanto correva verso il letto, come se quello avesse potuto proteggerlo da me. Mentre cercavo di tagliargli la strada lo scavalcò con un'agilità che non solo mi sorprese, ma mi fece paura, e si precipitò verso il terrazzo. Lo costrinsi tra me e la balaustra. I nostri bacini si urtarono, i nostri visi erano così vicini, i nostri toraci uno contro l'altro. Mark aveva le mani dietro la schiena, gli afferrai il sedere e lo sollevai sul davanzale. L'istinto di baciarlo lottava contro la paura di essere visti da qualcuno.
Strinse le mani alle mie spalle, non per paura di cadere, ma per stringersi ancora di più. Solo allora mi accorsi che non aveva più il pacchetto.
«Cazzo, Mark, l'hai lasciato cadere?» senza allontanarmi da lui, ne mollare la presa, guardai giù dal terrazzo, ma non riuscii a vedere niente. Eravamo troppo in alto.
«Dai, valle a prendere» mi sussurrò maligno, e io, come un emerito imbecille, a correre giù fino al piano terra per andarle a recuperare.
Arrivato sul piazzale non senza fiato, ma quasi, non trovai niente. Controllai palmo a palmo, ogni centimetro di asfalto, ma non c'era niente. Panico.
Se qualcuno le avesse viste? Chi poteva averle prese? Urlai il nome di Mark una o due volte, ma non mi sentì, evidentemente dall'ultimo piano i miei decibel non riuscivano a raggiungerlo.
Corsi di nuovo fino alla nostra stanza, dove sulla porta, trovai la sua foto con il gelato con scritto sopra, con un pennarello:
«All'unico essere vivente che abbia mai detto «NO» a Mark Owen, ti amo» con tanto di autografo. Solo a guardarlo la voglia di dirgli di si e di fare l'amore mi era venuta eccome!
Gli avrei fatto una sorpresa. Staccai la foto dalla porta e me la misi in tasca, poi bussai agli altri.
Mi aprì Gary a torso nudo, che aveva un asciugamano sulla spalla che lo faceva sembrare molto macho.
«Dovresti aprire la porta in condizioni più presentabili» lo rimproverai «una fan ti sarebbe saltata addosso» scherzai. Robbie, che, anche peggio, era in mutande sul letto a saltare, annuì. «Howard è in bagno?» la domanda era lecita
«No, è andato a prendere una granita» prima il gelato, poi la granita, quel ragazzo mi nascondeva qualche cosa.
Aprii la portafinestra e saltai dal loro terrazzo al nostro, visto che erano praticamente attaccati. Giuro che per un attimo passai un brutto momento, saltare nel vuoto all'ultimo piano non è comunque una cosa da tutti i giorni, ma io rimanevo pur sempre uno sperimentalista.
Mark, che se la stava godendo sul letto, dove aveva sparso tutte le foto, fece un salto e sgranò gli occhi. Subito venne ad aprirmi.
«Tu sei pazzo, ragazzo mio, sei proprio pazzo» disse, baciandomi e lasciandomi entrare
«Come diavolo hai fatto?» gli chiesi
«Mentre saltavo sul letto le ho lasciate scivolare sotto e tu non te ne sei accorto» ridacchiò «non hai più i riflessi di un tempo.»
Aveva detto che quella foto se la sarebbe tenuta lui, ma io non pensavo proprio che sarebbe finita così. L'avrei tenuta nel portafogli o in qualche posto segreto.
Ci sdraiammo sul letto e le guardammo tutte con calma, facendoci due sane risate e scambiandoci qualche effusione. C'era una foto che aveva messo da parte, sul comodino. La presi e lui si arrabbiò moltissimo, prima ancora che potessi vederla.
«Lascia, quella è mia» disse con un tono molto serio, cercando di strapparmela di mano, ma mi alzai in piedi e a quel punto non riuscì più ad impedirmi di guardarla. Ero troppo più alto di lui.
Iniziò a saltarmi in collo, strusciandosi contro di me nel tentativo di riprendersela. Era una foto rubata al mio sonno. Mi ero addormentato sulla sua spalla e lui mi stava dando un bacio sulla fronte.
Che dolce. Era una foto stupenda.
«E' bellissima Markie»
«Rendimela!» strillò, come sul punto di una crisi di nervi
«Mmm, quanto sei permaloso signorino» dissi, nascondendomela nella tasca dei pantaloni e abbracciandolo.
Improvvisamente sentimmo dei rumori di colpi violenti contro il muro. Un altro momento romantico stroncato sul nascere.
Io e Mark ci guardammo un po' preoccupati, perché da quella parte c'era la camera di Gary, Robbie e Howard.
«Si staranno vergando» feci la mia supposizione, ma allora iniziarono a partire dei gemiti, forti.
«Sarà loscopatutto» asserì Mark con indifferenza
«Dici che stanno facendo qualche cosa a tre?» lo stuzzicai, facendogli il solletico sui fianchi «Potremmo raggiungerli» lo baciai sulle labbra e lui fece il sostenuto
«No, non potrei mai fare l'amore con Howard. Non sono innamorato di lui» ammise
«Come sarebbe a dire perché non sei innamorato di Howard? Perché degli altri due sei innamorato nanetto?» non rispose, rimanendo totalmente serio. Si alzò e raccolse una foto dal letto:
«Penso che andrò in bagno a masturbarmi con questa tua foto» intrigante il piccoletto
«Comunque tranquillo, questo non è Howard» risposi con malizia, non facendo altro che dire la verità «Howard non geme così forte e poi non ha il vizio di reggersi alla testata quando spinge. Quindi se Howard è il problema possiamo anche raggiungerli, anziché cinque saremo quattro, ma sempre meglio di nulla!» scherzai
«Te lo sai bene eh» rispose Mark e sbatté la porta del bagno così forte che credetti sarebbe venuta giù. Ma perché non perdevo quel cavolo di vizio di farlo sempre arrabbiare? Perché ogni tanto non davo un morso alla mia maledettissima lingua?
«Markie...» lo chiamai, ma non rispose. Avrei dovuto alzarmi. «Markie!» strillai e mi alzai dal letto. Sentii un piccolo mugolio e subito corsi alla porta del bagno, facendo immediatamente leva sulla maniglia. Era aperta. Perlustrai tutta la stanza con una sola occhiata e vidi Mark seduto sul water con le gambe incrociate che se la rideva di brutto.
«Secondo te ti concedevo il piacere di vedermi mentre mi...» gli saltai letteralmente addosso e lo baciai tanto che quasi lo feci cadere dentro la vasca.
«Ora mi lavo i denti» asserì soddisfatto «quando torno in camera voglio ritrovare tutte le fotografie, beninteso» minacciò.
Così aspettai pazientemente un quarto d'ora che venisse a letto, nel frattempo unii i letti, visto che non ce n'era ancora stato il tempo, mi misi il pigiama ed andai a lavarmi i denti insieme a lui.
Dopo aver chiacchierato un po' spegnemmo la luce e ci accoccolammo sotto le coperte.
«Mark, perché hai scritto «ti amo» sulla foto? Voglio dire, un giorno potresti pentirtene» gli chiesi
«Non ci si pente di un sentimento come l'amore. Credo che non si debba aver paura di dire «ti amo», pur temendo di essere rifiutati. Non c'è niente di male ad amare. E anche se le cose non dovessero andare per il verso giusto, è comunque una pezzo della mia vita, è stata una parte di me»
«Sei una persona meravigliosa, Markie» dissi, stringendolo di più e dandogli un bacio tra i capelli.
Rimase in silenzio per qualche secondo, poi sussurrò:
«Jay, credi che prima ci stessero prendendo in giro?» fece una piccola pausa «O che Gas e Robbie stessero davvero...»


* anche il copyright di questo nome va a Ommioddio. Grazie <3


Gary: meno male che avevi detto che aggiornavi ieri dopo pranzo
Cath: e a te che cambia se lo faccio dopo pranzo o dopo la quinta merenda scusa? Sì comunque volevo scusarmi con le mie lettrici, ieri è stato un pomeriggio impressionante. Ho dovuto accompagnare M a cercare il regalo di S. Valentino per J ed è voluto venire anche G, quindi ci siamo fermati 60 volte a fare merenda e abbiamo perso il pomeriggio, così non ce l'ho fatta a connettermi. Gary, chiedi scusa!
Gary: Ah, io? Mi avranno ringraziato per non aver rovinato loro il week end semmai!


@ LizB: Voglio sapere se confermi che il tuo capitolo preferito era il 6, se hai cambiato idea, oppure se hai di nuovo fatto indigestione di marmellata ;) giusto a titolo informativo ahah

@ Ommiddio: se continui ad allungarmi il nome non credo che ci entrerà quando lo cambierò, alla fine di questa insana parodia XD (ho promesso di farlo, quindi c'è effettivamente una possibilità che lo faccia) Beh, a questo punto devo fare "trova - sostituisci" per ricambiare il nick di Mark xD grazie signorina <3

@ annam00n: XD anna non so, credo di starci girando intorno con tutti questi scherzetti, la verità è che non trovo il coraggio di scrivere qualcosa di veramente travolgente, intendo una scena di sesso vero e propria. Mi rendo conto che vi sto tediando con questo continuo rigiro di ripicche ahah dai tenete duro vi prego! *-* no dai, non rovinarti il fine-settimana a leggere questa mia schifezza ahah (n.d.Gary: parla quella che passa il finesettimana di scrivere di Jay e Mark che si rotolano sui prati, ma fammi il piacere ù_ù; n.d.autore: ma smettila un po' di fare il geloso, mi sembra di essere stata anche fin troppo magnanima con te in questa storia ù.ù e smettila di mangiare quell'involtino, che è mio!; n.d.Gary: ma ne hai già mangiati sei stamani!; n.d.aut: ora basta rivelare le mie cose intime a tutti, dileguati! O niente più trappole Barlowen, intesi?; n.d.Gary: vado, vado..)

@ CheNeSo_: grazie mille *-* credo che si stia innamorando (n.d.tutti: se non lo sai te XD) alla fin fine è solo un gioco di doppisensi, vorrei far capire quanto è forte la voglia di uno dell'altro, questa ricerca fisica, insomma, questo agognato bisogno! Per poi arrivare al momento giusto con la cosa giusta. Vorrei che fosse meraviglioso per davvero *___* si ho messo una trappola Barlowen in questo capitolo, ci avete sperato eh?! ihih infatti son curiosa di sentire che ne pensa Barlowen, per l'appunto XD secondo me sul finale mi ucciderà ahah

@ True Jewel: il primo di una lunga serie di capitoli strani! ahah no scherzo, questo è il penultimo e il prossimo sarà un epiloghino. Magari ci sarà qualche sorpresa muahah insomma, mi sto autoconvincendo che se è amore, è amore e devono pur consumare! =)
   
 
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