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Autore: manubibi    18/02/2011    2 recensioni
[Top Gun] Sono passati dieci anni da quando Pete Mitchell (Maverick) ha smesso di volare per concedersi al ben più proficuo ruolo di insegnante alla base aeronautica Miramar. Dieci anni di menzogne propinate a tutti, dai colleghi alla moglie agli amici. A tutti tranne che a lui. Dieci anni di sotterfugi e visite segrete, inutili perché finite. A Maverick manca quella sensazione, manca quel senso di incertezza, manca il brivido, manca l'amore. Gli manca lui.
Maverick/Iceman, coppia che shippo da almeno due anni e solo ora mi sono messa a scriverci su... Spero di non sembrare una pazzoide! E spero anche che piaccia :)
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il vento soffia forte, alla base aerea di Miramar. Ricordo quand'ero io, dieci anni fa, a muovere aria, sconvolgere i passi delle reclute. Di quei piccoli piloti illusi, pieni di chissà quali sogni giovanili. Chi lo faceva per amore, chi per patriottismo, chi per ideologia. Chi per dimostrare di valere quanto un ricordo, almeno metà di quanto qualcun altro era stato per un vecchio Comandante. Ragazzi come me. Sono qui per un semplice, sentimentale motivo: mi mancava.

Non voglio mentire, non ora. L'ho fatto per dieci anni, con Charlie che credeva di fare l'amore con me; con Viper che credeva di aver trovato l'istruttore migliore che potesse capitargli sotto mano; con Goose, anche se è morto sono convinto di non avergli mai detto cosa si agitava dietro gli occhi scuri. E con lui. 

Gli ho fatto credere che Goose fosse più importante, che quando mi svegliavo accanto a lui la mattina stessi pensando alla morte, al mio fallimento come co-pilota, al senso di vuoto che avrei dovuto provare. Certo, era come un fratello. Certo, avevo sofferto. Ma da quando quella storia assurda e travagliata era cominciata, avevo smesso di pensarci. Lui mi riempiva le giornate anche quando non c'era, anche quando ero a casa ammalato e lui lì, in mezzo alle nuvole, a fare esercitazioni con i novellini. Quando lo vedevo, invece, sorridevo. Mi sono sempre considerato un uomo fatto d'orgoglio e non avrei mai ammesso il contrario. Ero sempre andato avanti a sguardi duri e pacche sulle spalle. Addestrato. Ma dopo la morte di Nick quella maschera di cera si era rotta, avevo rivelato tutte le mie insicurezze, le mie mancanze. Mi sentivo sperduto, come un cucciolo senza madre, come un'ostrica senza roccia. 

Tom prese tutto questo nelle sue mani affusolate e, tutto sommato, gentili. Imparò come toccarmi, sia nell'anima che sulla pelle arroventata. Presto capimmo di essere attratti, così come in un modo contorto e violento ci eravamo disprezzati fin dal primo sguardo. Il primo incontro? Nello spogliatoio. Dopo una missione, contro gli armadietti. Mi entrò dentro maldestramente, senza delicatezza, troppo abituato a donne esperte per pensare che quella fosse la mia prima volta. Non osai aprire gli occhi per tutto il tempo, per l'umiliazione, perché non si rendesse conto di quanto avessi paura. Ma forse se ne rendeva conto da solo, e passò dei minuti interi a guardarmi afflitto, carezzandomi il viso sudato. E sentivo la pelle ruvida delle sue dita sulla pelle accaldata e finalmente riuscii a guardarlo negli occhi. Vi affondai per sempre.

Pomeriggi passati a guardarlo. Dormiva e russava, lo scansavo e lui sorrideva. Lo facevo anch'io, assaltandogli il collo e giocando con lui a chi sovrastava l'altro. Lui vinceva, ma curava l'orgoglio con un bacio.

Avverto piccole crepe fra i pezzi del mio cuore. Ho cercato di ricomporlo, ho provato a respirare coi miei polmoni, ma era come se me ne mancasse una parte. Un lobo. Cinque anni così. Perché Tom non c'è più. Non voliamo più assieme, non facciamo più a botte, non facciamo più l'amore, non ci distruggiamo più a vicenda, non vediamo più il fondo dei nostri occhi, non ci inganniamo più, non ci nascondiamo più dal resto del mondo, fingendo che fosse solo un'amicizia. 

Percorro i corridoi che ormai conosco come casa mia. Anzi, questa è, era casa mia. L'ufficio di Viper, le stanze per il relax, l'archivio. Gli spogliatoi. E' tutto chiuso, oggi non c'è addestramento. Entro nella stanza che per me sa così tanto di intimità da eguagliare la mia stanza da letto, guardo i poster e i promemoria, la bacheca con gli orari. Io e Tom concordavamo sempre i nostri ritrovi in base alle iniziative organizzate dai piani superiori. 

Qualche passo fra gli armadietti, c'è ancora puzza di sudore qui dentro. O forse lo sento solo io. Il suo odore amplificato dalla fatica e dal calore. Scuoto la testa, cercando di scacciare come un incubo questi pensieri. No, mi ero ripromesso che avrei coperto tutto, qualsiasi cosa fosse. Non avrei più guardato i suoi occhi scuri, non avrei mai più fatto cadere lo sguardo sulle sue labbra. 

Mi ero sposato con Charlie, troppo convinto di avere sbagliato, che lei fosse il mio futuro. Che vita puoi costruire con un uomo? Con uno che vedi si e no due volte a settimana, con cui in fin dei conti ti vergogni di stare sotto le lenzuola, con uno che... Ami troppo per ammetterlo? Perché se lo fai hai un punto debole. E io odio avere punti deboli. Odio esserlo, odio che tutti per un po' abbiano visto che razza di verme sono in realtà. E odio che tutti almeno una volta mi abbiano disprezzato o abbandonato. Odio che lui fosse l'unico ad aver capito e che fosse tornato da me più volte, nella speranza di farmi capire che voleva me, solo me, a discapito della fottuta carriera nell'aeronautica. Avrebbe scambiato i suoi sogni per me. Ed io ancora mi chiedo perché. Perché, per uno stronzo contraddittorio come me. Per uno che passava le dita fra i suoi capelli negli amplessi e nei sorrisi per poi negare di averlo fatto.

Iceman - così lo chiamavano. Sempre freddo e risoluto in cielo, indifferente e glaciale con tutti a terra. Ma avevo scoperto che non era così. Avevo alzato il velo della sua personalità fin da subito, da quando si infervorava perché ignoravo le regole, e quello che più lo irritava era che in qualche modo riuscivo sempre. Per fortuna o furbizia o capacità strategiche, comunque ce la facevo sempre. Lui era geniale quanto me, ma lo irritava che a differenza sua facessi quello che volevo, riuscendo comunque. E poi avevo svelato la sua sensibilità, quando Nick era caduto in mezzo al mare, nella carcassa del nostro aereo, togliendomi il respiro. La sua vicinanza in quel frangente era stata la più sincera. Charlie non aveva fatto altro che rimproverarmi perché non le davo quello che voleva - un uomo solido, duro, che potesse sostenerla e mostrarla come una donna tutta d'un pezzo, indipendente, forte e dedita al lavoro. E l'ho sposata, l'ho lasciata vincere. Non vivo male, ma mi manca la complicità col mio uomo. 

Il mio vecchio armadietto, eccolo. Sento il suo sapore sulle labbra, la sua pelle contro il mio ventre. Stringo i denti, devo dimenticare. Apro l'anta, lentamente, sbircio dentro per rivederne il vuoto. Ma vuoto non lo è. Sono sorpreso di trovare un foglio ripiegato, come se fosse stato calcolato. Lo afferro velocemente, lo apro. E rimango immobile a fissarlo. E' la sua calligrafia. Se solo mi avesse detto che mi aveva lasciato scritto qualcosa!

 

Pete... Maverick. Voglio farti una domanda: ha senso quello che stiamo facendo? ...

 

No, non ne aveva. Era quello che pensavo anch'io, in fondo. Se due persone stanno assieme devono farlo nel modo giusto, non come se stessero infrangendo qualche legge.

 

... Suppongo di no. Non so perché tutto questo è cominciato. Perché ci troviamo? Perché passo i giorni con te quando so che tanto non posso averti? Perché mi fai così male? Perché continui a vedere sia me che Charlie? Vorrei una risposta, Peter, ma so che non me la darai. Ti girerai dall'altra parte, dicendo che sono stronzate. E beh, vorrei essere così, vorrei smettere di farmi tutte queste domande. La verità è che vorrei non essermi innamorato di te. E sai quanto sono orgoglioso, sai quanto mi costa ammettere una cosa del genere. Non mi riconosco più, Peter, e nemmeno tu puoi aiutarmi. Sei il male, eppure ti voglio così bene. Non ti sembra assurdo? ...

- ... "Non ti sembra uno spreco delle nostre vite? Stiamo perdendo tempo?"

Mi fermo, tremando, gli occhi che fissano la carta ingiallita con le sue parole che non hanno più significato. Tremo appena, voltandomi. L'ho riconosciuto e non posso credere, non me lo posso permettere, di crederci. E' qui. Svelto, Mitchell, indossa lo sguardo freddo, quello che hai imparato da lui. Lo guardo negli occhi e fa male vivere. Di nuovo. Rimango impassibile quanto posso, ma lui sa.

- Che ci fai qui, Iceman?

- Ti seguivo.

- Rassicurante. Perché?

Non capisco cosa faccia finché le sue labbra non premono sulle mie. Ed io dimentico che dovrei resistere, che tutto questo forse è sbagliato, che ho una moglie, che le ho giurato fedeltà. Mi odio ed apro la bocca, lasciando che si prenda cura di me. Contro questo stesso armadietto, poggia le mani ai lati della mia testa. Provo di nuovo quel misto di soggezione e volontà che resuscita da quella prima volta, quando non sapevo ancora niente di quello che saremmo diventati.

E poi mi stringe, afferra quella missiva confusa e triste per strapparla mentre lo abbraccio. 

- Mi sei mancato - sussurra, stuzzicando il mio orecchio. Di nuovo, mi ritrovo ad appoggiare la guancia sulla sua spalla, mentre mi rassicura che i piccoli pezzi della mia vita possono tornare assieme, come se lui fosse il collante del lavoro, della famiglia, degli amici, delle cose che non so, di quelle che faccio bene, di tutto quello che mi fa male e di quello che mi cura. Tom, Iceman, qualsiasi cosa sia, è di nuovo mio.

Sono un pilota di aerei, sono sempre stato bravo a trovare delle soluzioni improvvisate ai problemi. Questa situazione ne comporta molti e anche gravi, cose che non si risolvono con una sola manovra geniale. Ma un modo per stare con lui lo troverò.

"You can be my wingman anytime"; "Bullshit! You can be mine!".


[Strana coppia? Non so. Io li shippo da quando ho rivisto il film per la prima volta l'anno scorso, praticamente dalla prima scena, quando i loro sguardi si incrociano! E Quentin Tarantino la pensa come me XD non solo l'unica a pensare che Mav/Iceman sia probabilissimo, comunque...e questa storia la dedico all'unica persona che crede in questa coppia almeno quanto me,
Velocity Girl. Tutta tua! XD]

   
 
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