Crossover
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Autore: masterteo89    21/02/2011    0 recensioni
CROSSOVER CASTLEVANIA ORDER OF ECCLESIA e ROSARIO VAMPIRE.
AU La storia di un gruppo di cacciatori di vampiri in un mondo piagato dalla malvagità delle creature della notte che si cibano del sangue degli uomini: i vampiri.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anime/Manga, Videogiochi
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!
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Il primo obbiettivo Ecclesia, camera di Lerian

Era calata da poco la sera e l'intera cattedrale era immersa nella penombra più totale, illuminata a tratti dai lattiginosi raggi della luna.
Silenziosa, l'argentea sfera celeste osservava imperturbata le vicende terrene; le stelle sue mute e luminose compagne.
Potenti incantesimi proteggevano la cattedrale rendendo impossibile alle creature della notte l'ingresso nel suolo sacro; lo stesso Barlowe li aveva ideati e questo bastava a garantire la loro efficacia.
Certo, nulla avrebbero potuto contro i vampiri oscuri, ma solitamente solo le creature minori sfidavano futilmente la solidità delle barriere magiche.
Per chi sapeva dove e soprattutto cosa guardare, ovvero le vibrazioni nell'aria dovute alla perturbazione magica, avrebbe notato una circonferenza luminosa intorno alla cattedrale.
Semplici ma efficaci, questi incantesimi creavano un cerchio esteso di energia sacra che inceneriva letteralmente chiunque oltrepassasse i suoi confini.
Naturalmente solo le creature oscure risentivano gli effetti di questa magia, poichè non era stata ideata per nuocere ad umani o in generale creature dall'animo probo e retto.
Lerian una volta aveva provato ad entrare e uscire dalla barriera, ma a parte un breve formicolio nulla di strano era accaduto.
Tenendo conto delle numerose nottate tranquille, era evidente che le barriere servivano al loro scopo.
Le creature...le aveva viste, talvolta. Ombre vagamente delineate dietro agli alberi, risate rauche e minacciose...inutile dire che raramente si spingeva oltre i confini della cattedrale.
Quella regione della Transilvania era scarsamente popolata e apparentemente le creature oscure avevano preso l'invito a nozze, proliferando indisturbate e dominando di fatto il territorio.
Nonostante ciò, era incredibile come la popolazione mondiale fosse ignara di queste situazioni; ma Lerian sospettava che in parte i mostri sapevano quando conveniva nascondersi e in parte i vampiri avevano i mezzi necessari per coprire le situazioni...scomode.
Il maggiore rischio che questa situazione comportava gravava naturalmente su Ecclesia, poichè per quanto ben difesa non avrebbe resistito contro un'attacco su grande scala.
Barlowe tuttavia teneva sempre un basso profilo sia di sè che di Ecclesia, poichè questa era la chiave della sopravvivenza di una simile piccola organizzazione.
Grazie ad operazioni pulite e discrete pochi erano a conoscenza della loro esistenza; inoltre gli allenamenti della "milizia" (ovvero i tre cacciatori) erano costantemente tenuti in segreto e per lo più dentro alle quattro mura della cattedrale. Con queste misure cautelari solamente la Chiesa e alcune famiglie nobili di Vampiri Purosangue erano al corrente dell'operato dei quattro; qualsiasi viandante se mai si fosse trovato dinanzi alla cattedrale non avrebbe mai sospettato nulla di ciò che veramente si svolgeva al suo ingresso.
Ufficialmente Ecclesia non esisteva e per chi ne fosse a conoscenza era solo una cellula dormiente, solo il Papa in persona e alcuni Purosangue selezionati oltre a conoscere l'esistenza di Ecclesia sapevano pure i suoi scopi ultimi.
La ragione di tanta precauzione era ovvia: solo sapere dell'esistenza di Dominus poteva rendere il malcapitato un individuo scomodo e pericoloso agli occhi degli Oscuri; ci si immagini se il "malcapitato" era un'organizzazione di vampire killers.
Gli Oscuri avrebbero fatto in modo che i cacciatori non sarebbero sopravvissuti fino all'alba seguente.

Barlowe in tutto ciò svolgeva un ruolo fondamentale; lui era Ecclesia, lui era la colla che teneva unito il tutto. Senza di lui l'organizzazione sarebbe crollata ed i suoi pochi e sporadici membri...sarebbero rimasti vivi per poco. Daltronde un vampire killer aveva una vita estremamente breve se non aveva compagni a guardargli le spalle, e a volte poteva anche andargli peggio. Si dice infatti che il sangue dei cacciatori sia estremamente delizioso.

Lerian era seduto dinanzi alla scrivania del suo modesto locale e al momento stava osservando con aria assorta il lieve tremolio delle lingue di fiamma nel camino, sorridendo leggermente alla danza selvaggia dell'indomito elemento.
Stringeva a sè un rosario, un'icona sacra vagamente...intrigante. Delle dimensioni delle sue mani, era composto interamente d'argento; un singolo rubino era incastonato nel punto in cui le quattro braccia della croce si incontravano e la gemma emanava bagliori vagamente sinistri.
Incisa sulla superficie della croce, esattamente sotto il rubino e lungo tutta la lunghezza del braccio principale vi era una scritta: Bloodbearers.
Questo strano monile glielo aveva consegnato durante il pomeriggio il maestro Barlowe, poco prima che iniziasse il loro allenamento.
Ricordava ancora l'avvenimento come se fosse accaduto solo pochi istanti prima; a quanto pare quel rosario era stato abbandonato a poca distanza dal luogo in cui Barlowe aveva trovato Lerian per la prima volta, solo e apparentemente abbandonato.
Gettato sul manto erboso a pochi passi dal neonato, Barlowe rammentava ancora l'intenso bagliore rossastro che il rosario aveva sprigionato nel momento in cui era entrato in contatto con il corpicino di Lerian.
L'oggetto, che racchiudeva al suo interno un grande ma tristemente ignoto potere magico, emanava un'energia molto simile a quella del bambino ma stranamente non reagiva più alla sua presenza. Anche poche ore prima, quando glielo aveva consegnato definitivamente, Barlowe aveva potuto constatare con vago disappunto che non era accaduto nulla. Le due energie, quella del ragazzo e quella del rosario, vibravano placidamente in fase tra loro, quasi fossero l'uno l'estensione dell'altro. Una cosa però era certa: il nome inciso sulla superficie era chiaramente la chiave per risolvere quel mistero. Forse che "Bloodbearers" era il nome della casata di Lerian? Solo supposizioni, per il momento.
Lerian comunque era soddisfatto dei suoi allenamenti, anche perchè finalmente il suo futuro iniziava a farsi decisamente più nitido e dettagliato. A quanto pare il suo essere era naturalmente legato all'elemento sacro, il che lo portava ad essere naturalmente avvantaggiato nell'uso delle armi benedette dei comuni cacciatori. Croci, acqua santa e fruste consacrate apparentemente in mano sua sarebbero diventate armi devastanti contro le creature della notte. Naturalmente, questa era solo una magra consolazione poichè faceva di lui un combattente a distanza medio-ravvicinata e Lerian ben comprendeva i rischi del combattimento ravvicinato: mentre il suo corpo era umano, quello dei suoi nemici era sovrannaturale e naturalmente avvantaggiato.
Sbuffando, strinse a sè il rosario, girandoselo distrattamente sulla mano.
Era freddo al tatto, ma contemporaneamente...gli scaldava il cuore, quasi fosse una parte di sè. Chissà qual'era il suo legame con tale oggetto? Ma se Barlowe non era ancora riuscito a scoprirlo, voleva dire che il segreto era destinato a rimanere come tale.
Smorfia in viso, si limitò a mormorare --Shanoa e Albus hanno delle buone doti naturali che gli rendono la vita facile. Perchè io devo essere così sfortunato? Cosa dovrò fare in futuro, avvicinarmi al mio avversario con in mano una bottiglia da 1,5 litri d'acqua frizzante e dirgli "stà fermo che adesso ti spruzzo con l'acqua santa"? Sarà meglio che mi procuri un super liquidator, magari è più efficace...e perchè non usare gazzosa al posto d'acqua? Tanto entrambi sono trasparenti...-- Rise tra sè e sè --No, e se poi al posto di usarla me la bevessi?--
Un lungo silenzio scese nella sala fiocamente illuminata mentre il giovane si rizzò stancamente in piedi; era pronto ad andare in cucina ad incontrare il maestro per la cena.
Ripromettendosi di appiccare fuoco all'orto in caso ci fossero per l'ennesima volta broccoli per contorno, Lerian spense il camino e si incamminò verso il lungo corridoio mentre un ultimo pensiero aleggiava nella sua giovane mente: ma esisterà la gassosa benedetta?

Passo montano, a discreta distanza da Ecclesia

Avevano seguito le indicazioni della mappa per l'intera durata del pomeriggio senza concedersi una singola pausa; ora finalmente era giunto il momento di preparare il campo e sistemarsi per la notte. La fitta oscurità circondava in un gelido abbraccio Shanoa e Albus, entrambi esausti per le fatiche della giornata. Erano posizionati all'interno di una piccola ma accogliente caverna; unico riparo efficace nel raggio di parecchie centinaia di metri. Nulla da dire al riguardo, era infatti confortante sapere di avere almeno per quella serata le spalle al sicuro. Lo stesso non si poteva dire per il lato frontale, motivo per cui al momento Shanoa stava fissando con evidente fastidio la nera oscurità dinanzi a sè. Poteva dormire, poteva riposarsi...e allora perchè non aveva chiuso quella boccaccia sua al posto di offrirsi volontaria per il primo turno di guardia?
Una risata matura alle sue spalle non contribuì a migliorare il suo umore. --Stai mettendo il broncio, sorellina?-- Domandò divertito Albus mentre procedeva a disporre alcune pietre in cerchio per contenere il fuoco del campo.
--Hn-- Fu la risposta asciutta che ricevette, ma egli era ben lungi dall'essere scoraggiato dagli improvvisi cambi di umore della sua compagna. --Per quanto tediose, non ho nulla in contrario alle conversazioni in monosillabi; però perchè non mi spieghi il motivo di tanta rabbia davanti a un bel barattolo di carne essicata?--
--Wow-- Esclamò con evidente sarcasmo la ragazza mentre si girava verso il biondo compagno alzando gli occhi al cielo. Un sorrisetto le si dipinse in volto --Un desinare degno di un re...--
Effettivamente aveva ragione, come dargli torto?
Era forse colpa di Albus se tutto ciò che aveva trovato di commestibile in dispensa era quello?
Le barrette energetiche erano un lusso che non potevano permettersi e francamente non riempivano lo stomaco a lungo andare.
--Voglio i Lembas...-- Mormorò Shanoa con un sospiro, ricordandosi il pan di via del Signore degli Anelli.
Un bel libro quello...
--Siamo accampati in una caverna come dei trogloditi, che altro ti aspettavi?-- La apostrofò il suddetto biondino con la sua solita smorfietta arrogante sulle labbra.
--E il nesso tra il cibo e la nostra..."comoda sistemazione" dove lo vedi?--
--Se avessimo avuto soldi, avremmo potuto pernottare in un albergo invece di accamparci tra la roccia e la muffa.-- Replicò Albus come se fosse ovvio.
Shanoa alzò brevemente un sopracciglio a quelle parole, ma per alcuni istanti non disse nulla. Infine, mantenendo un tono volutamente neutrale di voce proferì --Posso ricordarti che siamo in mezzo al nulla, circondati da boschi rocce dirupi e eventuali creature oscure? Dove pensi di trovarlo il tuo hotel?--
--......Mi sa che hai ragione.--
Ammise il giovane, passandosi distrattamente una mano tra i capelli.
--Album-- Affermò semplicemente la donna, calcando il tono sul nomignolo infantile che spesso utilizzava per prenderlo in giro --Sei un idiota--
--Ritengo che tu non mi abbia rivelato nulla che già non sapessi di mio, sorellina-- Ridacchiò, e notò con estremo compiacimento che anche le labbra della ragazza erano leggermente piegate in un dolce sorriso affettuoso.
Anche se tentava ardentemente di nasconderlo.
Soddisfatto di esser riuscito a riportare la felicità nell'animo della sorella, anche se a costo di una piccola fetta del suo orgoglio personale, Albus passò a Shanoa una scatola di carne e si accinse a sua volta ad aprire la sua.
Tra un boccone e l'altro, discussero a lungo sui piani futuri e sull'itinerario da percorrere per raggiungere il loro primo obbiettivo. A quanto pare il primo pezzo di Dominus era nei recessi di una chiesa sconsacrata a qualche kilometro dalla loro attuale posizione. Prima di coricarsi, Albus osservò la sagoma vagamente delineata nella penombra della sorella e un singolo pensiero entrò a lungo nella sua mente: Shanoa, sorella mia, anche a costo della mia stessa vita non permetterò a nessuno di farti del male.
Le sue non erano parole vuote, ma una reale promessa.

Nel cuore della notte, bosco a buona distanza dalla chiesa sconsacrata

Due sagome procedevano a passo svelto lungo un sentiero che dove aver avuto un felice passato; ora invece invaso da erba e piante rampicanti era l'immagine evidente dell'incuria e dell'abbandono.
La figura più alta era una donna, fin qui nulla di strano. Però indossava sopra alla pelle leggermente abbronzata un lungo vestito di seta bianco e candido come la neve, simile a quello delle principesse delle fiabe. L'abito a livello delle spalle si interrompeva, lasciando entrambe le braccia nude; ma, a riparare quel fastidioso inconveniente, due lunghi guanti anch'essi di seta bianca coprivano gli arti dalle mani al gomito. Anche le gambe erano coperte solo da lunghi stivali di seta bianca poichè l'abito per conferire praticità e mobilità sotto i fianchi aveva un lungo strappo. Il viso al momento era piegato verso il basso, come se il suo proprietario stesse scrutando attentamente il terreno. Un paio di candidi canini affilati facevano capolino dalle labbra della donna che all'apparenza non avrà avuto più di 25-26 anni di vita. Gli occhi, di un intenso rosso con iridi nere e verticali simili a quelle dei felini scrutavano con curiosità il terricio, quasi a volerne scoprire i suoi segreti. I capelli argentei arrivavano alla base del collo e al momento erano spettinati dal continuo venticiello birichino che caratterizzava la serata. La sua compagna, che dimostrava circa 27 anni, le arrivava alle spalle. Dei due era certamente la più strana e...pericolosa. Completamente vestita di nero, gonna e parte superiore dell'abito, emanava una certa...malignità dalla sua figura, una calma ira pronta a sfogarsi spietatamente contro i folli che avrebbero osato intralciare il suo cammino. Capelli corti e corvini, quasi a farlo apposta possedeva pure occhi neri e profondi. Se uno si fosse trovato di notte quella donna, che dai canini si rivelava esser anch'essa un vampiro, probabilmente avrebbe pensato di essere al cospetto del nero angelo della morte. Senza rumore, le due vampire proseguirono nel loro cammino, sparendo nella notte in direzione della chiesa sconsacrata.


Allora, come vi pare fino ad ora? Gli eventi stanno prendendo una piega soddisfacente? Chi sono i due nuovi vampiri comparsi sulla scena? Qual'è il segreto del rosario? Qual'è il retroscena della vita di Lerian? Questo e altro nei prossimi capitoli!!! MODIFICATO PURE QUESTO CAPITOLO


  
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