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Autore: waferkya    22/02/2011    2 recensioni
[Cook]
Cook la chiama così, la chiama gelosia perché non sa come altro definire la morsa che gli si aggrappa ai polmoni mentre guarda Freds baciare Effy e lei chiudere gli occhi e abbandonarsi senza fretta tra le sue braccia, sotto le sue mani.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Elizabeth Stonem, Freddie Mclair, James Cook
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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— Scritta su prompt coraggio per la seconda settimana della Cow-T di maridichallenge.
— Cookie, Dio mio, Cookie. Non so che altro dire, a parte che ti amo con una forza che, boh.
Disclaimer: Non mi appartiene nulla; è tutta fantasia; nessuno mi paga un centesimo.

~ Luna park mentale.


Cook la chiama così, la chiama gelosia perché non sa come altro definire la morsa che gli si aggrappa ai polmoni mentre guarda Freds baciare Effy e lei chiudere gli occhi e abbandonarsi senza fretta tra le sue braccia, sotto le sue mani. E naturalmente è gelosia, verde e vischiosa e inevitabile, e che altro dovrebbe essere?
Cento punti, come fosse un fottuto tirassegno al luna park, per averla riconosciuta, e altri cento se riesce, per la fine della giornata, ad ubriacarsi e sfarsi abbastanza da non permettersi di pensarci ancora, di arrivare a capire con esattezza di chi, dei due, si sente geloso come una ragazzina. Chi di quei due vuole soffocare con un calzino sporco lasciato a muffire sul fondo di un cassetto, e chi di quei due, invece, vuole soffocare con un bacio magari infinito, magari perfetto, magari anche dolce. Magari non un bacio maldestramente rubato in mezzo a un salotto, sotto gli occhi spaventati di JJ, con addosso il terrore gelato di aver fatto un errore di troppo, una cazzata di troppo, e quel bacio, solo quel bacio per tentare di riaggiustare le cose.
Non è che Cook non abbia il coraggio di fare a cazzotti con la propria coscienza, con quella voce stridula e dissennata che gli canta oscenità nelle orecchie tutto il tempo, che gli suggerisce di aggrapparsi a tutte le tette sode che vede per strada e non lasciarle non lasciarle non lasciarle finché la ragazza in questione non chiama la polizia, – perché c’è sempre una ragazza, dietro un paio di tette, Cook ha imparato; e va bene anche quando non c’è una ragazza propriamente detta, in fin dei conti, perché un buco è un buco, e Cook non è mai coinvolto abbastanza da preoccuparsi di cose così insignificanti, - finché la ragazza in questione non cede e gliela concede.
Non è che Cook non abbia il coraggio di. Di ammettere con se stesso che seni e addominali muscolosi gli fanno lo stesso, meraviglioso effetto. Che procurarsi un orgasmo non è proprio la cosa più difficile del mondo, quando ha davanti un corpo accaldato e pronto per lui. Una persona, sì, Cook lo sa che sono persone, quelle che si scopa o da cui si fa scopare senza troppi problemi durante le feste, dopo le feste, prima delle feste, a scuola, persino, tra una lezione saltata e l’altra.
Il problema, se c’è, non sta lì, non sta nel fatto che a Cook piace prenderlo, darlo, e che lo venderebbe, senza pensarci due volte, se davvero ci fosse gente disposta a comprarselo. Magari non va a sbandierarlo ai quattro venti, questo piccolo particolare della sua vita privata, ma non è che lui stesso ci faccia poi molto caso. Non è che sia importante. Perciò Cook non ha problemi di coraggio, in quello specifico argomento, per davvero. Davvero. Finché vale il concetto di ‘scopata senza conseguenze’, Cook è perfettamente a proprio agio: è un po’ il campione della nonchalance, ha imparato ad esserlo, col tipo di vita che fa – anche se la cosa gli va stretta da morire, perché è veramente inquantificabile l’affetto, l’amore, il bisogno di daredaredare che Cook sente il cuore pompargli furiosamente in tutto il corpo in ogni momento, e Freds e JJ sono, da quel punto di vista, la sua valvola di sfogo; beh, soprattutto JJ, e Cook non finirà mai di essere grato per la loro esistenza, per essere riuscito a catturarli nella propria vita, - col tipo di famiglia disattenta e sciatta che ha.
Il problema – sempre ammesso che Cook ce l’abbia, un problema, cosa che è ancora tutta da dimostrare e, ok, magari a questo punto nella sua riserva di spavalderia si sta aprendo qualche falla bella grossa, d’accordo, - comincia là dove entrano in gioco, dannatamente a sproposito, cose come la gelosia. Cose come sentimenti più complessi e più importanti di un genuino apprezzamento per un culo fatto come Dio comanda. Cose come guardare Freds ed Effy succhiarsi le tonsille a vicenda e non riuscire a decidere che è lei che vuoi davvero, soltanto lei. Cose come avere il sospetto che, magari, Effy non l’hai mai voluta, se non per evitare che ti portasse via Freds. Cose complicate, cui Cook non ha voglia – non ha il coraggio - di prestare attenzione, perché, sul serio?
È Cook, Dio santo. È stato concepito per ignorare i problemi, al massimo sbatterci contro in continuazione facendo finta di nulla, perciò davvero non esiste che da un momento all’altro decida di farsi crescere un paio di palle e ammettere – con se stesso, con il mondo, ad alta voce, con Freds, - che non è che gli vuole bene, no, lui vuole-- lo-- insomma. È molto – molto molto molto molto - molto interessato. A Freds. In maniera non strettamente amichevole. Forse. E quindi, uhm. Beh. Freddie magari potrebbe anche smetterla di spalmarsi su Effy, per esempio? Non sembrano molto ben coordinati, ecco tutto. Cook è più bravo di così. Non che c’entri qualcosa. Non che Cook non si fionderebbe su Effy nell’istante stesso in cui i fianchi di Freddie si fossero allontanati anche solo di un millimetro dai suoi. (Non lo farebbe. Correrebbe dietro al suo Freds come un cagnolino fedele, aiutandolo ad annegare nell’alcol, nell’autocommiserazione, nell’amicizia morbosa e confortante di Cook.) (Ma non avrebbe, comunque, il coraggio di dirglielo: “Io ti amo, Freds.” Non ha nemmeno il coraggio – non ha nemmeno il coraggio di ammetterlo con se stesso.)
È fatto così, è cresciuto così, continuerà tutta la sera ad ammirare la coppia del secolo e domandarsi ottusamente cosa sia il senso di vuoto che gli opprime il petto, anche se continua a versarci su birra e liquori in quantità, quando la risposta ce l’ha sulla punta delle dita e gli basterebbe trovare le palle di – ah, esatto, è tutto lì il problema. Trovare le palle di. Trovare le palle di fare qualcosa che non sia godersi passivamente lo spettacolo e aprirsi un’ulcera per la gelosia e un’altra per l’alcol.
Ehi, Cook, complimenti. Hai tirato giù tutte le lattine mezze piene, mezze vuote di quel poco di bontà, di umanità, di sentimento che ancora avevi. Il tuo premio è una vita di scopate di peluche, morbide e aggraziate, senza il minimo stracazzo di senso. Prego, divertiti. E tieni duro, intanto, ché il coma etilico è solo a due bottiglie di vodka di distanza.
  
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